Il Tempio Kinkaku-ji a Kyoto in una giornata di sole – Foto di Matteo Bosi
Se l’hai sentito chiamare la “Svizzera dell’Asia” è non a torto uno degli appellativi più azzeccati, sebbene sia a sua volta riduttivo: il Giappone è uno dei Paesi dalla storia e dall’atmosfera più interessanti di tutta l’Asia, permeato da contrasti e conflitti fortissimi.
Non esagero nel sostenere che almeno una volta nella vita ciascuno dovrebbe programmare una tappa di non meno di 15 giorni in questa cultura diversa e fascinosa. Non per questo è da considerarsi un viaggio da poco: per la distanza, la differenza culturale, la rigidità delle regole e quello strano timido e riverente distacco, che ad un occidentale forse potrebbe sembrare come un’eccessiva freddezza unita a cortesia. Insomma, è un Paese asiatico da capire e da scoprire.
Questa guida contiene tutte le info essenziali per una gita nel Paese del Sol Levante, ti servirà inoltre per chiarirti le idee se sei indeciso, spaventato dall’idea di questa avventura o semplicemente entusiasta e non vedi l’ora di partire!
Ecco l’indice degli argomenti che andremo a trattare; clicca pure sulla sezione che più t’interessa:
Geografia (solo un po’ per chiarirci le idee)
Quando si parla di Giappone, ci si riferisce ad un arcipelago le cui oltre 6000 isole hanno molto di diverso le une dalle altre, ciascuna con la propria offerta sociale, climatica e paesaggistica. Le maggiori sono quattro: Honshu, Hokkaido, Kyushu e Shikoku.
Honshu è l’isola più famosa dal momento che ospita la capitale Tokyo, ma anche altre mete spesso tappa dei turisti: Kyoto, Yokohama, Osaka e Hiroshima sono alcune. E’ un’isola relativamente lunga quindi la differenza climatica è molto pronunciata specialmente in inverno ed estate.
La zona più fredda è senz’altro l’isola di Hokkaido, quella più a nord, con il capoluogo Sapporo che ha ospitato in passato le Olimpiadi Invernali e nel 2017 sarà sede degli Asian Winter Games. Hokkaido è anche l’isola più selvaggia delle quattro.
Kyushu è l’isola di Fukuoka, la prefettura più famosa, considerata la culla della cultura giapponese. Infine, Shikoku è la più piccola e molto vicina alle due isole precedenti tanto che, nell’osservare una mappa del Giappone, non si riconoscerà. D’altronde tutte le maggiori isole sono connesse tra di loro da tunnel.
A sud di Kyushu è l’arcipelago delle Ryukyu di cui fa parte Okinawa e la cui parte estrema è più prossima a Taiwan che a Tokyo. C’è poi un’altra infinità di isole isolette e isolotti, non di frequente meta di turismo.
Nota che il Giappone è un Paese dall’attività sismica “vivace”. Per questa ragione è da una parte molto ben progettato e sicuro, dall’altra esposto ovviamente a situazioni di rischio. Se sei timoroso e anche le scosse minori potrebbero farti rischiare un infarto, devi purtroppo mettere in conto di poterti imbattere in questo genere di esperienza.
Ad ogni modo, il Giappone offre un servizio di aggiornamento sulle condizioni climatiche e relative ai terremoti, completo di istruzioni sul come comportarsi.
Consulta il sito della Japan Meteorological Agency; c’è addirittura un’appliccazione per smartphone pensata per i turisti che divulga informazioni in caso di emergenza. Vedi la sezione “Indirizzi utili” nel seguito di quest’articolo.
Il Tempio To-ji, Kyoto – Foto di Rita Andreetti
Quando andare in Giappone
Dopo la lezione di geografia, avrai capito che non è così scontato stabilire quando andare in Giappone: il clima varia moltissimo su tutta la lunghezza delle isole e si passa da freddi freddissimi a climi tropicali. Se sei alla prima esperienza, presumibilmente seguirai un itinerario molto simile a quello indicato nella sezione “tappe classiche” di quest’articolo, perciò le tue destinazioni si concentreranno soprattutto nell’isola di Honshu.
Tokyo e Kyoto non hanno grande differenza climatica e il momento migliore per andare è la mezza stagione, anche se non è raro imbattersi nella pioggia. L’estate è umida e la maggior parte delle isole registrano piogge tutta l’estate, per poi aspettare i tifoni a settembre.
La zona di Okinawa da maggio ad agosto può considerarsi esposta agli acquazzoni. Ad ogni modo, anche per situazioni climatiche un po’ “anti-turista”, i servizi e i mezzi sono così ben organizzati che, con una preparazione anche minima, si può godere del Giappone a pieno. Se la tua vacanza non include le spiagge, non escluderei addirittura di considerare l’inverno per un viaggio: meno affollato e con clima secco.
Ciò che invece bisogna tenere a mente sono le festività locali perché il calendario giapponese funziona per “concentrazioni”: due settimane sono di altissima stagione, in particolare la Golden Week.
Se non sei costretto, evita di andare ad affollare ulteriormente questo Paese, dato che tutti in quella settimana cercano un luogo dove trascorrere le vacanze. La Golden Week cade infatti in pieno periodo di fioritura dei ciliegi (hanami): la fioritura va da aprile a maggio in linea generale, ma dipende dall’area. La Golden è a cavallo dei due mesi.
Le zone più famose per la fioritura sono la capitale e Kyoto con il Cammino del Filosofo. Anche Osaka ha diversi punti suggestivi. Ma generalmente ovunque sono offerti parchi e scorci per apprezzare al meglio i fiori del ciliegio.
Ogni quattro anni poi, per una cadenza del calendario, spunta una Silver Week verso settembre: e anche lì fiumi di persone nelle località turistiche. Tra l’altro, i giapponesi se a primavera guardano i ciliegi, in autunno si innamorano delle foglie degli alberi che cambiano colore. Ogni periodo, insomma, ha il suo fascinoso richiamo naturale.
Ishigaki, Prefettura di Okinawa, Isole Ryukyu in principio alla stagione delle piogge- Foto di Matteo Bosi
Come ottenere il visto
Per un italiano che si reca in Giappone, non c’è troppa preoccupazione riguardo al visto, salvo avere un passaporto in buone condizioni e in corso di validità (almeno per i 6 mesi seguenti).
Il visto è rilasciato all’arrivo e ha una durata di 90 giorni. Se invece la tua intenzione è trattenerti oltre i tre mesi oppure svolgere un’attività lavorativa, ecco che il visto va richiesto in anticipo e presentando passaporto, modulo di richiesta, una fototessera e il certificato di eleggibilità.
Nello specifico, consulta il sito dell’Ambasciata del Giappone in Italia alla sezione visti oppure quello del Consolato che è ugualmente completo.
I residenti in Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna si devono rivolgere all’Ambasciata:
Via Quintino Sella, 60
00187 Roma, Italia
(+39)-06-487991;
mentre per le altre regioni bisogna rivolgersi al servizio consolare di Milano:
Via Privata Cesare Mangili 2/4,
20121 Milano, Italia
Tel: (+39) 02-6241141
Consolari: [email protected]
Visti: [email protected]
Altri: [email protected]
Assicurazione di viaggio e assistenza sanitaria
La sanità giapponese è diversamente organizzata da quella che conosciamo. In qualunque posto ti trovi ci sono ospedali, ma soprattutto piccole cliniche dove poter accedere ad assistenza adeguata.
Il mio consiglio è di stipulare una polizza per coprire i costi sanitari che sono talvolta proibitivi; non è obbligatorio come per gli Stati Uniti, ma risulta fondamentale se ci si trova a dover sostenere malauguratamente le cospicue spese ospedaliere.
Il servizio sanitario è efficiente e diffuso, il che non ci mette di fronte a problemi di reperibilità come in altre zone dell’Asia (né tanto meno a quelli di igiene, chiaramente).
Se sei interessato a stipulare una assicurazione ma non sai da dove partire, consulta questo link per qualche informazione in più.
Il Tempio Kiyomizu Dera, Kyoto – Foto di Mirco Ruggeri
Indirizzi e siti utili
Tokyo – Ambasciata Italiana
2-5-4 Mita, Minato-ku Tokyo 108-8302
Tel: +81 (0)3-3453-5291
Fax: +81 (0)3-3456-2319
Email: [email protected]
Tokyo – Ambasciata Italiana (Sezione Consolare)
Fax: (0)3-5765-2918
Email: [email protected]
Ufficio visti: [email protected]
Numero di emergenza: 09039081006, disponibile solo al di fuori dei seguenti orari: 9:00-13:00 e 14:00-17:15 dei giorni lavorativi.
Safety Tips
Si chiama “Safety Tips” e serve per rimanere aggiornati su eventuali allerte meteo gravi: è la App pensata per i turisti che si recano in Giappone. Si scarica da qui se hai un iPhone oppure su Google Play se hai un cellulare Android.
L’Agenzia del Turismo giapponese
L’Agenzia del Turismo giapponese diffonde informazioni molto utili al turista in partenza, tra cui ovviamente le allerte meteo, promozioni in corso, riguardi durante l’alta stagione, servizi a disposizione, tax free, dritte relative alle destinazioni, eccetera.
Japan National Tourism Organization
La Japan National Tourism Organization invece, ha pubblicato online una utilissima guida divisa per città (anche le più piccole) e per argomento: è in inglese ma è una consultazione importantissima per chi parte. Si trova a questo link. Lo stesso sito è la fonte più attendibile di informazioni riguardo a costi, trasporti e sconti.
Il Japan Rail Pass
Il Japan Rail Pass è un biglietto spostarsi usando le ferrovie e in alcune zone anche gli autobus, e comprende le isole maggiori. Il JR Pass include: i treni JR, la Tokyo Monorail dall’aeroporto di Haneda, il traghetto JR Ferry per Miyajima, gli autobus JR.
E’ un sistema molto conveniente se intendi muoverti di frequente, ma da valutare se invece pensi di fare un uso scarso del treno, ovvero magari prendere la bicicletta, il bus e la metro (per cui serve un altro tipo di pass); o ancora, se prevedi di permanere nelle città a lungo.
In definitiva si adatta perfettamente al viaggiatore con vacanza condensata. I pass infatti hanno durata di 7, 14 e 21 giorni e si attivano al primo utilizzo. Attenzione perché ogni zona ha il “suo” Pass: consulta il sito e ricerca le informazioni specifiche della zona che ti interessa. Inoltre, lascia perdere la prima classe, ti sembrerà di essere in un hotel a 5 stelle già viaggiando in seconda!
Il Grutto Pass
Il Grutto Pass è l’accesso scontato pensato per gli amanti dei musei: è in vendita presso la maggior parte dei musei aderenti e presso l’Ufficio del Turismo di Tokyo a 2.000 Yen e ha validità di due mesi dal primo utilizzo.
Per favorire di sconti aggiuntivi, ti puoi premunire della “Welcome Card” relativa alla zona che andrai a visitare. Tutti i maggiori centri sono interessati. Ad esempio, su Tokyo, presentando la mappa distribuita dagli uffici turistici, si ha diritto a sconti nei punti elencati sulla mappa stessa.
Visit Japan Fare
Per finire, le compagnie aeree ANA e JAL offrono biglietti per voli interni a prezzi particolarmente agevolati. La condizione è essere un turista in arrivo in Giappone con un volo internazionale. L’acquisto va fatto in anticipo. Japan Airlines (JAL) offre le due tariffe scontate Visit Japan Fare e Welcome to Japan Fare (consulta il sito per i prezzi e le modalità).
ANA offre due proposte somiglianti, la Visit Japan Fare e la Experience Japan Fare, anche queste da verificare in anticipo sul sito.
Tour o viaggio indipendente?
Se dovessi valutare la “facilità” di un viaggio in Giappone, potrei riassumerlo dicendo che per un turista che ha una conoscenza base dell’inglese (e media della “lingua-a-gesti”), e che sa tollerare il lungo viaggio in aereo necessario per raggiungere questi posti, il Giappone non riserva sorprese spiacevoli né è una meta impossibile.
E’ decisamente l’Asia più fruibile da chi non ama l’avventura. Chiaramente bisogna essere flessibili per quanto riguarda il cibo, sebbene mangiando yakitori, shabu shabu e yakiniku tutte le sere si possa sopravvivere fingendo di avere a che fare con carne alla piastra e bollita nostrana.
Essendo le mete principali ottimamente servite, è un viaggio che ben si presta anche a coloro ai quali è difficile spostarsi a piedi, aggiungendo una attenzione unica ai diversamente abili. Passeggini e bambini sono benvenuti, e tutto il Paese è diffusamente sicuro.
Chiaramente molte tappe sono sature di templi e quindi, se non ti interessa il lato spirituale della cultura giapponese, una bella percentuale di giretti è da lasciar stare; ma, personalmente, la considero oltre che interessante, un ottimo decongestionante alla frenesia della metropoli. Anche gli appassionati di natura troveranno pane per i propri denti, così come i fanatici di musei e cultura.
Quindi, per concludere, un viaggio indipendente è possibile anche per i viaggiatori meno esperti.
Se sei comunque interessato a un tour organizzato, clicca qui per saperne di più.
Piuttosto, ciò che rende il Giappone una meta difficile è il costo: sotto ogni punto di vista, non solo per la lontananza, l’arcipelago è caro. Mangiare costa, a meno che non ci si accontenti o si seguano alcune sagge indicazioni che illustrerò nel proseguo di quest’articolo; se invece ti piace il sushi e vuoi farne scorpacciata, ci sono tranci di tonno sublime che possono costarti l’equivalente di una settimana di lavoro!
Gli alloggi poi, come dire, rimarrai impressionato dal rapporto prezzo/metro quadro: lo spazio, in un Paese così piccolo e così affollato, costa caro! Inoltre, dagli ostelli agli hotel di lusso, la pulizia estrema e la qualità dei servizi si fa pagare. Almeno rispetto al resto dell’Asia.
Nara Park, Nara – Foto di Mirco Ruggeri
Dove alloggiare in Giappone
Una vacanza in Giappone è motivo di una tale esperienza culturale che anche il giaciglio su cui sceglierai di recuperare le energie dopo le giornate intense potrebbe essere una avventura. C’è una straordinaria varietà di alloggi, e con questo non intendo solo dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto per quanto riguarda lo stile delle stanze.
In linea generale, le stanze sono di tre tipi: stile giapponese, stile occidentale e… originale!
Nel primo tipo rientrano ryokan e minshuku, dove le seconde sono a gestione familiare e più diffuse nelle mete più piccole: entrambi sono alloggi tipici giapponesi, per cui si dorme sul tatami con i futon.
Possono offrire pasti (le minshuku più probabilmente solo la colazione), e richiedono il rispetto dell’etichetta giapponese. Quindi si cammina scalzi, si rispetta il silenzio, ci si prende cura del proprio futon. Se tra le tue tappe includi anche una onsen (stazione termale), allora c’è caso tu possa alloggiare in un ryokan.
Alcuni ryokan sono residenze tradizionali super chic dove ti vengono serviti tutti i pasti in stile giapponese (scordati brioche e cappuccio la mattina!) e il servizio è, perdonate la tautologia, servizievole! Sono comunque camere generalmente essenziali.
Se alla tua spina dorsale non interessa la vera esperienza giapponese o le tue ginocchia sono contrarie agli sforzi mattutini, troverai comunque alloggi in stile occidentale. C’è solo da fare una precisazione: gli spazi sono generalmente limitati un po’ ovunque; specialmente nelle grandi città.
Le stanze degli hotel, qualunque essi siano, rispecchiano cioè la carenza di spazio delle grandi città, che si è fatta cultura dello spazio; non si vedono così facilmente saloni estesi o stanze doppie con terrazzo; tutto si riduce ai minimi termini senza per questo mancare di efficienza e comodità. Non è infrequente trovare bagni di un metro quadro con il rubinetto del lavandino che scarica direttamente nella cassetta del water!
Spesso è fornita una dotazione base negli hotel (spazzolino e dentifricio, saponi vari), anche in quelli di fascia più bassa.
Per quanto riguarda gli “hotel originali”, ci sono tre categorie principali: gli hotel capsula, i manga cafè (o kissa cafè) e i templi buddisti (o shokubu).
Gli hotel capsula sono alla portata del turista nel senso che si prenotano comodamente anche su Agoda, dove trovi le migliori offerte per gli alloggi in Giappone.
Sono concettualmente pensati come gli ostelli, con il bagno in comune e i letti, potremmo dire, a castello, in stanze condivise. La differenza è che ciascun letto è rinchiuso in una sua capsula, appunto, con la porticina di vetro, che permette maggiore privacy dell’ostello. Non è naturalmente adatto a chi soffre di claustrofobia e a chi è più alto di un metro e ottanta.
I manga café (o manga kissa) sono biblioteche di fumetti o internet cafè prima di tutto, dove quindi si va principalmente per leggere e navigare; però si possono trasformare in giacigli di fortuna per la notte. Non comprendono assolutamente tutte le comodità dell’hotel, sono proprio stanze molto spartane e si sta su una poltrona.
Ma se sei un turista che si accontenta e a cui piace sperimentare, te li consiglio. Attento però, non si può prenotare in anticipo! Si va, si entra e si dichiara quanto dura la permanenza. Ogni sgarro, anche se minimo, costa un’aggiunta al prezzo. Non sono decisamente un posto per famiglie. Nota che esistono anche i di manga kissa destinati alla visione di prodotti “a luci rosse”.
L’ultima – straordinaria – opportunità offerta dal Giappone è la permanenza in un tempio buddhista (o shokubu). La località più rinomata per farlo è sul Monte Koya, Koyasan (puoi prenotare su questo sito internet).
Ovviamente, se alloggi in un shokubu devi essere quanto meno interessato ai ritmi dei monaci e alla cucina vegetariana, ma non necessariamente essere un fedele praticante.
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Telefoni pubblici – Foto di Rita Andreetti
Internet e telefonia
In Giappone la rete wi-fi è ben diffusa. Tantissimi locali offrono il servizio, così come molteplici spazi pubblici ne sono dotati, e la velocità non è un problema. Negli hotel di medio livello e oltre, è prevista la connessione, mentre un po’ più difficile è trovarla nelle stanze se alloggi in un ostello, un riokan o un minshuku.
Prima di partire, quindi, ti consiglio di scaricare una delle tre applicazi che provvedono al servizio di copertura wi-fi sul territorio.
- La prima è Japan Connected-Free Wi-Fi, che trovi sul Google Play per Android e invece sull’Apple Store per iPhone (possessori di Windows Phone, mi dispiace per voi non funziona). E’ un servizio gratuito per il quale, dopo la registrazione, puoi accedere a tutti i serviziwi-fi elencati nella pagina del sito dedicata. Praticamente potrai essere connesso ovunque!
- Il secondo servizio è offerto da Softbank e le prime due settimane di utilizzo sono gratuite. Anche per questo è prevista una app, la trovi qui se hai Android e qui invece se hai un iPhone. Puoi estendere le due settimane se ti interessa, segui le indicazioni offerte dal sito della Softbank.
- Il terzo ed ultimo provider è Travel Japan Wi-Fi, che offre due settimane di accesso, ma è possibile estenderlo con un “premium code” ottenibile seguendo le indicazioni del sito. Anche Travel Japan Wi-Fi si scarica come app, qui se hai un Android e qui se hai un iPhone
Quale sia il migliore? Le differenze sono sottili, è più una questione di copertura. Personalmente, mi affiderei al primo che sembra avere una rete più ampia; ma nulla vieta di scaricarli tutti e tre.
Se non ti fosse sufficiente o pensi di toccare tappe fuori dai sentieri battuti, allora puoi valutare la soluzione Sim card prepagata, o ancora di più, router a noleggio. Japan Wireless offre sia il noleggio router che le sim card; puoi confrontare i prezzi con le compagnie eConnect e B-mobile.
La maggior parte degli operatori occidentali offre un servizio roaming in Giappone, ma stai attento ai costi che per minuto non sono mai inferiori all’Euro, a meno di offerte particolari.
Se non sei molto ferrato con l’uso della tecnologia o ti piace liberarti del cellulare durante i viaggi, per l’orientamento in Giappone puoi sempre affidarti alle care vecchie mappe cartacee, che neppure io disdegno mai: sono ancora diffusamente distribuite dagli uffici del turismo.
Inoltre, si trovano ovunque i telefoni pubblici, che se sei appassionato di manga o hai anche solo visto Kiss me Licia in giovinezza, riconoscerai al volo: oggetti cubiformi verde pisello fluo. Le chiamate internazionali però si fanno preferibilmente usando una carta prepagata, che puoi acquistare ai convenient store, tipo 7/Eleven. Capirai in fretta quali sono questi convenient store o conbini perché li trovi un po’ dappertutto, e ne farai sicuramente uso almeno una volta!
Moneta e carte di credito
La moneta in corso in Giappone è lo Yen. I servizi commerciali accettano carte di credito di circuiti internazionali (American Express, VISA, Master Card, Diners Club, JCB e Union Pay) e addirittura la Zhifu Bao cinese. Molto meno probabile che lo facciano i ristoranti fuori dalle vie principali, i ryokan e le minshuku.
Quindi, anche in un Paese super tecnologico come il Giappone, è essenziale non trovarsi a fare affidamento unicamente sulle carte per i pagamenti, anche perché per le piccole somme non sono benvenute.
Tieni sempre del contante con te (il Giappone è un Paese sicuro, quindi basta avere un po’ di riguardo per i propri averi per non incorrere in spiacevoli inconvenienti). Se prevedi di uscire dalle grandi città, a maggior ragione potresti trovarti in posti che non accettano per niente le carte, come accade sulle isole Ryukyu.
Il cambio denaro si effettua in banca oppure negli snodi, come gli aeroporti, anche quelli minori.
Stazione dello Shinkansen – Foto di Rita Andreetti
Mezzi di trasporto
Aereo
Di solito dall’Europa o dagli Stati Uniti si vola sugli aeroporti di Tokyo (Narita International Airport o Haneda Airport) o Osaka (Kansai International Airport). I voli internazionali raggiungono anche Nagoya (Central Japan International Airport), che è il terzo hub del paese.
Gli aeroporti più piccoli prevedono connessioni internazionali, ma spesso solo con l’Asia: Hong Kong, Shanghai, Pechino, Bangkok, Taipei e Seul sono tra le destinazioni più battute.
I voli diretti dall’Italia esistono solo su Tokyo, ma non è un volo facile quindi anche fare una tappa intermedia non è una brutta idea.
L’aeroporto Narita è connesso a Tokyo ottimamente ed è anche quello più usato; ti rimando alla nostra guida su Tokyo per ulteriori dettagli.
L’aeroporto di Kansai (Osaka) è la tua destinazione se programmi come prima (o unica) tappa Osaka, Kyoto, Nara o Kobe poiché è più vicino. Chiaramente anche da Tokyo si raggiungono tutte queste destinazioni, ma è un po’ più complicato e costoso.
La linea JR connette tutte le città che ho elencato sopra, ma puoi scegliere anche i limousine bus che sono appena più cari del treno (circa 4,000 Yen in più), ma hanno il vantaggio di non fare fermate intermedie. Il sito dell’aeroporto mette a disposizione una mappa molto precisa sulle varie connessioni a questo link
Non farti spaventare, le mappe dei trasporti giapponesi sono tutte molto dense di scritte. Serve un po’ di pazienza alla prima analisi, ma poi piano piano si entra nel meccanismo e vedrai che è tutto chiaramente descritto. Devi essere ben consapevole però dei nomi delle località che stai cercando.
L’aeroporto di Nagoya potresti utilizzarlo se ti interessano, ad esempio, le montagne, in quanto è ben connesso alla prefettura di Nagano. Controlla la tua destinazione precisa e valuta di conseguenza: il sito dell’aeroporto mette a disposizione un calcolatore di percorso molto utile.
Le connessioni interne, ad esempio sulle isole Ryukyu oppure verso Hokkaido, sono previste preferibilmente da Tokyo e Osaka.
Treni e Shinkansen
Prendere il treno in Giappone è un piacere, ed una esperienza tipica se si tratta dello Shinkansen, ovvero il treno ad alta velocità. Inoltre, spesso si tratta del metodo più rapido per raggiungere una data destinazione.
Come già, bisogna essere preparati per quanto riguarda i nomi delle destinazioni perché spesso la lettura dei tabelloni è… impegnativa.
Non esitare a chiedere in hotel prima di uscire e poi a domandare ai passanti in stazione: i Giapponesi sono un popolo particolarmente disponibile e non si tireranno indietro ad una richiesta di aiuto. La raccomandazione generale è di arrivare con largo anticipo sull’orario di partenza perché spaccano il secondo.
C’è ora da chiarire un dettaglio: in Giappone le ferrovie sono private, quindi ti troverai con tanti nomi diversi che non solo indicano la tratta ma anche il tipo di treno che dovrai prendere. Le più estese e rinomate sono le JR, ma ce ne sono altre e sono davvero numerose, anche di una sola tratta. Ecco perché non basta parlare di “treno” ma bisogna indicare anche la linea.
Fa eccezione lo Shinkansen, l’alta velocità, che è operato unicamente da JR e, inoltre, ha una stazione e dei binari dedicati. La linea di Shinkansen più popolare è la tratta Tokaido (Tokyo – Nagoya – Kyoto – Osaka), ma la rete attraversa tutte le isole principali in lunghezza e connette Hokkaido a Kyushu.
Ti consiglio di viaggiare in seconda classe, che è già un viaggio nella bambagia a confronto degli standard europei. Si può riservare il posto, ed è consigliabile se si viaggia a ridosso dell’alta stagione giapponese oppure nelle ore di punta. Se hai un Japan Rail Pass, riservare un posto sarà gratuito, se non ce l’hai sarà a pagamento in funzione del tipo di treno.
Tornando ai treni meno veloci, ne esistono di quattro tipi: Local, Rapid, Express e Limited Express. Sui binari, per accedere ai vagoni, bisogna seguire l’indicazione del numero stampato a terra, mettersi in fila senza spingere e in modo composto e attendere la discesa degli altri passeggeri.
Sui treni lo schiamazzo è davvero mal visto, così come l’uso di cellulari, anche se fatto in modalità silenziosa è tollerato.
Tutti i biglietti si possono comprare sia alla biglietteria sia ai distributori automatici, dove trovi anche l’inglese. I bambini sotto i 5 anni viaggiano gratis con un adulto, mentre fino agli 11 anni pagano metà biglietto.
Ora veniamo al tasto dolente, ovvero, capirci qualcosa delle tabelle orarie. La prima volta che ho maneggiato una tabella oraria in Giappone pensavo di farmela a piedi, piuttosto. Per fortuna, ci sono dei siti internet che ti eviteranno questo ripensamento, uno in particolare, Hyperdia.
Non partire quindi senza prima aver dato un’occhiata approfondita al funzionamento: potrai cercare tutte le modalità per raggiungere una destinazione, inclusi gli autobus notturni, e ti saranno elencati anche i prezzi e le durate del viaggio.
Se possiedi il JR Pass, ricorda di spuntare quello che non è incluso, ovvero Airplane, NOZOMI/MIZUHO/HAYABUSA, Liner, entrambi i Sleeper Trains e le Private Railway. In realtà la linea Hayabusa Shinkansen è inclusa, dipende quindi dalla tua destinazione.
Se Hyperdia non ti piace, c’è un altro sito, meno flessibile ma ben aggiornato, Jorudan.
Bus e simili
Se la tua destinazione prevede solo grandi città, difficilmente ti troverai ad usare gli autobus perché la metro è decisamente più comoda. Invece, ad esempio, a Kyoto la bici e l’autobus sono i due mezzi più gettonati.
Da sapere sugli autobus cittadini è che rientrano di solito nei biglietti cumulativi che trovi localmente nelle città e di cui parlerò nella sezione “Metro”. Invece quelli a lunga percorrenza e i limousine bus per i transfer dall’aeroporto non sono sempre inclusi; di solito a questi si preferiscono i treni, ma non per questo gli autobus sono meno efficienti.
Anzi, l’offerta è decisamente concorrenziale. Se invece hai intenzione di andare al mare sulle Ryukyu, l’autobus diventerà il tuo mezzo di trasporto, a meno che non ti affidi al noleggio di un auto.
Alcune regole fondamentali per l’uso degli autobus: rispetta la fila e attendi che i passeggeri siano scesi prima di infilarti (il che potrebbe anche voler dire attendere diversi minuti). Stacca il biglietto appena salito, lì trovi indicato un numero: al momento della discesa, sul monitor vicino al conducente in corrispondenza del numero del tuo biglietto ti verrà calcolata la tariffa proporzionale al numero di fermate.
Se paghi in contanti (monete!) devi metterle nell’apposito contenitore accanto al conducente; puoi anche cambiare i soldi, c’è una cambiamonete su ogni mezzo. Se invece usi una carta IC, passa semplicemente la carta sul lettore in salita e in discesa. La fermata si prenota con il tasto di chiamata.
Per quanto riguarda gli autobus per le tratte più lunghe, a volte sono una soluzione più economica dei treni Express. Ci sono numerose compagnie che svolgono anche servizio notturno e offrono soluzioni agevolate per i turisti.
Se hai in programma spostamenti e vuoi valutare una alternativa al costoso Shinkasen, gli autobus sono la tua soluzione: a questo link potrai calcolare la tratta, il costo e i tempi.
Sul sito di Kousokubus si effettuano prenotazioni delle linee gestite da JR; mentre Willer Express, che ha una copertura estesa, offre tariffe vantaggiose con il Japan Bus Pass, al punto che abbatte di oltre la metà i costi sostenuti dal JR Pass. E’ davvero la soluzione budget, se sei disposto a qualche rinuncia sui tempi di percorrenza.
Noterai che sugli autobus e anche sui treni è prevista una carrozza “Women only” allo stesso prezzo, che è generalmente utilizzata dalle donne che viaggiano sole per evitare di imbattersi nei palpeggiatori da calca metropolitana. Un turista raramente incappa in questo genere di inconvenienti, tuttavia se vuoi stare tranquilla, i posti sono a disposizione.
Il Palazzo Reale di Kyoto – Foto di Matteo Bosi
Metro
Ecco il mezzo di trasporto preferito nella grande metropoli Tokyo. La userai anche in altre località, ma la mappa delle metro di Tokyo diventerà il tuo Klimt preferito da tenere sempre in tasca. Le linee della metropolitana di Tokyo sono gestite da Tokyo Metro Line, Toei e JR (nella linea JR Yamamote, coperta dal JR Pass).
Per l’accesso alle metro ti consiglio di fare dei pass multi-giorno, se il tuo piano è quello di affidarti completamente a questo mezzo: sono rapidi, pratici e convenienti. Ricorda che nelle ore di punta l’ordinata metropolitana di Tokyo diventa un ordinato piccolo inferno.
Il sistema più pratico per fare uso della metro per lunghi periodi, sono le IC card: sono delle tessere prepagate che valgono su tutti i mezzi e di recente sono state rese compatibili in tutte le città (mentre prima, quasi ogni città aveva la sua). Ad esempio, a Tokyo trovi Suica e Pasmo, ad Osaka Icoca e Pitapa.
Se ti trattieni a Tokyo giusto per qualche giorno, forse non vale la pena, anche perché sono richiesti 500 Yen di deposito di attivazione; puoi valutare invece i biglietti multipli. Ma, c’è anche da dire che se ti innamori del Giappone e programmi di ritornarci, la tua tessere IC sarà valida per dieci anni e la potrai ricaricare al prossimo viaggio.
Attenzione, le IC non sono valide sugli Shinkansen né per i servizi di collegamento con gli aeroporti, ma offrono la possibilità di pagare in diversi esercizi commerciali. E, soprattutto, le tessere IC non sono biglietti cumulativi scontati!
Ora, se il tuo viaggio include una unica permanenza a Tokyo, ad esempio, e non vuoi pensieri sul come spostarti cambiando continuamente linea, allora la tua soluzione non è IC ma il Tokyo Combination Ticket: è un biglietto cumulativo che comprende JR, Tokyo Metro, Toei Metro, Toden e Tobus, all’interno del confine metropolitano (dove si trovano la più parte dei siti turistici). Se invece la metro è sufficiente, puoi considerare il pass giornaliero per Tokyo Metro oppure quello combinato con Toei.
Acquario Churaumi, Okinawa – Foto di Matteo Bosi
Taxi
I taxi in Giappone sono quasi sempre la soluzione più cara. A volte risultano essere anche la soluzione meno saggia, quando il traffico dell’ora di punta è capace di mandarti in fumo i programmi. Ovviamente, questo è un discorso valido per le grandi città, mentre per i centri più piccoli o i posti di villeggiatura, il taxi è ancora una soluzione salvatempo e talvolta salvadenaro.
A Tokyo i taxi diventano il mezzo notturno per eccellenza, quando il trasporto pubblico si ferma (nota che di notte i taxi alzano le tariffe di almeno il 20%).
I taxi giapponesi vantano una schiera di autisti dai guanti bianchi e dalla guida moderata che non parlano un fico secco di inglese e necessitano di un indirizzo scritto in giapponese. Non è sempre così, ma tu comportati come se lo fosse; infatti raggiungere una destinazione può essere anche terribilmente complicato per chi ti ci porta, quindi un bel foglietto con l’indirizzo, o un biglietto da visita, o una precisa indicazione sulla mappa, sono imprescindibili.
La cosa più importante da ricordare è che la porta si apre a comando dall’interno: il passeggero cioè non è tenuto a controllare la portiera, lo fa l’autista.
Bicicletta e bicicletta elettrica
La bicicletta ha indubbiamente conquistato Kyoto, ma altri itinerari si prestano, ad esempio la campagna di Asuka oppure gli scorci dell’Hokkaido. Il noleggio delle biciclette si fa comodamente in loco e il tuo hotel ti saprà segnalare il noleggiatore più vicino.
Sono sempre più diffuse le piste ciclabili soprattutto in queste mete che hanno sposato il turismo su due ruote, quindi non avrai problemi. Anche in città a Tokyo molti scelgono la bicicletta; anzi, una piacevole esperienza che ho avuto è stata proprio scegliere di visitarne una parte su due ruote, sotto la guida di Tokyo Great Cycling Tour. L’importante è rispettare le regole e non parcheggiare in maniera azzardata, ché se la bici viene rimossa poi la multa è salata.
Per quanto riguarda il cicloturismo su lunghe distanze, ti consiglio due risorse da consultare per farti un’idea degli itinerari: il sito web Cycling in the Kansai e il Japan Cycling Navigator, gestito più come un forum o una community di appassionati.
Noleggio auto
Questa sezione ti riguarda se prevedi una tappa nelle isole Ryukyu oppure esci dai sentieri battuti dello Honshu e vuoi esplorare il lato selvaggio e naturale del Giappone. Dimentica l’auto se ti limiti ai sentieri più battuti!
Anche se hai difficoltà o esigenze speciali, non ti preoccupare perché il Giappone con i suoi mezzi pubblici, ha un grande riguardo per chi è in queste situazioni.
Prima di tutto, la guida è a sinistra. Per guidare in Giappone poi, ti serve una patente internazionale che devi richiedere alla Motorizzazione Civile in anticipo. Normalmente ti viene fornito un GPS in loco al noleggio, ma ci vuole un po’ di elasticità e prontezza per gestire un simile aggeggio con mappe unicamente in giapponese.
Quindi astieniti se tutti questi dettagli ti paiono insormontabili. Per il noleggio, forse troverai utile consultare questo sito in inglese, Tocoo.
Il Grande Buddha di Kotoku-in, Kamakura – Foto di Rita Andreetti
Cosa visitare: Le tappe classiche
Sono dell’idea che la prima volta che visiti il Giappone devi partire con il binomio Tokyo-Kyoto di base, e poi sceglierti le altre tappe in base alle tue preferenze. Queste infatti offrono due punti di vista sulla “giapponesità” vicini e lontani allo stesso tempo.
Da lì poi, è pratico organizzare delle gite in giornata che esplorino anche altri angoli di questo mondo. Devi piuttosto decidere se quel che cerchi dal tuo viaggio in Giappone è la storia, il Giappone moderno, la natura o la tranquillità di una Onsen, magari.
Ad ogni modo le tappe più classiche, che ovviamente dipendono dalla disponibilità di tempo che hai, sono le seguenti:
- Tokyo: è la capitale, la città metropolitana dal perimetro più esteso al mondo, un meraviglioso esempio di caotica organizzazione dove potresti trattenerti anche settimane senza mai annoiarti e trovando sempre qualcosa di interessante da fare e vedere. Ti rimando alla guida di Sapore di Cina su questa città e ti invito a commentare se hai qualche curiosità irrisolta!
- Nikko: a due ore da Tokyo, è sede del santuario Toshogu che richiama turisti a fiumi.
- Kamakura: molto vicina a Tokyo, è un’altra possibile gita fuori porta dalla capitale; è una località estremamente pacifica, ricca di templi, dove si respira tutta la calma spirituale della cultura nipponica.
- Monte Fuji: un celeberrimo paesaggio e uno dei luoghi naturali più incantevoli, non lontano dalla capitale, per una fattibile esperienza di trekking.
- Yokohama: è la seconda città per dimensioni del Giappone, con una fervente vita notturna.
- Kyoto: è l’antica capitale e una città di mezzo tra cultura e sviluppo giapponese; personalmente trovo imperdibile seppure gettonatissimo, lo scintillante e sfarzoso tempio dorato di Kinkakuji.
- Nara: una tappa classica soprattutto per le famiglie con bambini, per via degli amichevoli cervi che scorrazzano liberi; in realtà anche questa cittadina ospita templi incantevoli e merita quanto meno una gita in giornata, se non una permanenza più lunga.
- Osaka: anche questa città può stupirvi per vitalità notturna; offre poi spiagge di sabbia fine, un imponente castello che di per sé vale tutta la tappa, così come la galleria commerciale più lunga del Giappone (Shotengai).
Quelle appena elencate sono solo alcune delle possibili tappe rimanendo tra il Kanto e il Kansai, con collegamenti agevoli e usando il Shinkansen. Non troverai in queste tappe né natura selvaggia né Onsen.
Però puoi scegliere di esplorare il Monte Fuji con una escursione in giornata da Tokyo, oppure il pernottamento in cima; o ancora, una fermata ai piedi del monte ad esempio al Parco di Hakone, rinomato per le Onsen.
Se il Monte Fuji ti pare troppo gettonato, sempre nelle vicinanze di Tokyo trovi il Monte Takao per un trekking moderato.
Se hai modo di spingerti più a sud e hai tempo, Hiroshima merita anche per quello che rappresenta per il passato del Giappone, e da lì si raggiunge la splendida isola di Miyajima.
Puoi arrivare qui nella prefettura di Chugoku, passando per l’incantevole Castello di Himeji.
Montagne interessanti si trovano nella zona centrale di Nagano, mentre per le spiagge ti consiglio Okinawa e la sua prefettura.
Le terme
Le Onsen sono una chicca della vacanza in Giappone: si tratta di acque termali organizzate in strutture private, spesso associate ad un Ryokan. Sono diffuse un po’ ovunque tra le isole, data l’origine geologica della zona. Alcune sono più memorabili di altre, ma aspettati comunque posti raffinati dove vigono regole ferree di utilizzo e si va più che per far chiasso con gli amici, per raggiungere il Nirvana.
Il dettaglio fondamentale da tenere presente è che si entra nelle acque delle terme giapponesi, nudi, lindi e puliti (dopo accurata doccia) e le vasche vengono usate separatamente da uomini e donne. C’è qualche differenza quindi rispetto ai bagni termali italiani aperti al pubblico.
Esistono bagni termali pubblici anche in Giappone, ma se vuoi fare un’esperienza fatta bene, concediti la permanenza in un Ryokan dove ti vizieranno da vero giapponese. Le acque benefiche del Giappone contengono minerali differenti a seconda della zona e sono quindi suggerite per patologie o condizioni diverse.
Sono davvero numerosissime: Kusatsu e Hakone sono tra le più quotate, ma non ti vorrai far scappare le segrete acque termali del Monte Nyuto.
La montagna
Hai mai pensato al Giappone per sciare? Forse no, perché dirai, già è costoso arrivarci, sarà follemente costoso aggiungerci la settimana bianca! Indubbiamente non è il posto più a buon mercato che ci sia, e probabilmente la sola settimana bianca è un po’ poco per farti attraversare due continenti. Ad ogni modo, il Giappone, come per tutte le cose, mette insieme servizi eccellenti e un ambiente spettacolare, quindi anche la montagna d’inverno è preziosa. E i costi si stanno abbassando.
Il miglior sito da consultare al riguardo è Snow Japan website. La zona di Nagano è la meglio servita, ma anche Niigata è molto ben attrezzata.
Ovviamente una permanenza sportiva sugli sci (o sullo snowboard) può essere associato ad una rilassante bagno termale: ci sono ryokan un po’ ovunque e i resort spesso offrono trattamenti.
I musei
Da appassionata, non posso non dedicare alcune righe alla ricchissima offerta di splendidamente allestiti musei del Giappone. Troverai musei su qualunque argomento, perché in effetti tutti gli orgogli nazionali sono stati trattati da allestimenti museali: da Doraemon al ramen, passando per il sake e la storia del passato imperiale, senza dimenticare lo Shinkansen o il Museo della Scienza. Di frequente le città ospitano un “proprio” museo, dove sono raccolte le testimonianze dello splendente passato, soprattutto se per un periodo la città è stata capitale.
Uno scorcio del mare dell’isola di Okinawa, Ryukyu – Foto di Matteo Bosi
Guida di base alle questioni culturali
Buone maniere
Viaggiare in Giappone comporta il rispetto della loro peculiarità culturale che comprende una serie di regolette di comportamento. Alcune ti potranno sembrare esagerate, altre incoerenti (ad esempio nessun rumore quando si mangia, eccetto sorbire il brodo o risucchiare lo spaghetto!); in linea generale, basta il buon senso del bravo turista. Ma, per non farsi scappare nulla e non arrecare offese, eccoti ciò che non dovrai dimenticare.
- Ovunque ci sia un tatami, le scarpe non sono ammesse. Al ristorante, nella stanza da letto del ryokan, a casa di un amico: bisogna, prima di entrare, sfilarsi le scarpe o depositare le ciabattine poiché vi si può soltanto camminare scalzi.
- Il Giappone è un Paese molto pulito, quindi bisogna seguire fiscalmente questa condotta nelle strade, nei bagni pubblici e nei locali: non si butta spazzatura a terra, tanto meno mozziconi di sigaretta; i bagni vanno utilizzati con molta cura, soprattutto le turche che hanno una direzione precisa di utilizzo poiché hanno…il paraschizzi! La carta igienica si getta nel water come in Occidente (mentre più spesso nel resto dell’Asia si butta nel cestino). Nelle toilette troverai il sedile radiocomandato supertecnologico mega chiropratico: si riscalda, ti lava, ti asciuga, accompagna con musichetta le tue naturali produzioni rumorose. Forse ci metterai qualche giorno a capirlo, ma una volta preso confidenza, sarà un giro in tagadà.
- Se sei fumatore, puoi fumare soltanto nelle zone adibite non solo nei locali, ma soprattutto per strada. Capirai in fretta come identificarle. Ovviamente su tutti i mezzi di trasporto e nei luoghi pubblici è severamente vietato.
- Sui mezzi di trasporto bisogna rispettare le file e le priorità dei posti a sedere. Non si spinge no no no. Anche per l’accesso ai binari, le scale mobili devono essere usate a modo facendosi da parte e lasciando passare quindi i più frettolosi; gli ascensori ugualmente vanno usati solo se ne hai davvero necessità e permettendo prima la discesa. Non si può fare un uso rumoroso del cellulare, né tanto meno infastidire gli altri passeggeri (ma in realtà, un po’ ovunque bisogna rimanere “vocalmente” morigerati). Ti renderai conto infatti che malgrado sia un Paese davvero affollato in città, il livello di stress è molto più basso che altrove perché la gente non si affanna, ma rispetta l’altro nell’ora di punta come in piena notte. Oppure la prende persa prima di partire, chissà.
- Rispetto a quello a cui siamo abituati, i giapponesi tollerano meno il soffiarsi il naso e le effusioni tra fidanzati nei luoghi pubblici. Invece, come si diceva, non c’è problema per i rumori prodotti nel sorbire il brodo o risucchiare gli spaghetti.
- A tavola: le bacchette non si piantano nel riso e i piatti vanno ripristinati come alla consegna una volta terminato il pasto. In linea generale, mentre noi portiamo il cibo alla bocca dal piatto, i giapponesi tendono ad avvicinare la ciotola al volto per tutti quei cibi che potrebbero essere “pericolanti” o difficili da raccogliere. Inoltre, bere il brodo dalla ciotola non è reato. Ah già, la salvietta umida che trovate sul tavolo è da usare prima del pasto per pulirsi le mani (sfatato ogni dubbio al riguardo!).
- Il sushi va mangiato con le bacchette o con le mani (sì hai capito bene, se la bacchetta non ti sconfinfera, puoi usare il tuo pollice opponibile): purché non ti azzardi a morderlo! Di sushi e di sashimi si fa un sol boccone. Mi raccomando, la salsa di soia va versata nel piattino dedicato, non sul trancio di pesce direttamente; inoltre, dovresti evitare di far galleggiare i risini nella salsa perché hai temporeggiato troppo nell’azione del pucciare… Fai un uso consapevole del wasabi, e di entrambe le salse a contatto col pesce: se ne metti troppo potrebbe rovinare il sapore del pesce! Se qualcosa non ti piace, lascialo a parte nel piatto, non ti preoccupare, ma cerca di non essere troppo schizzinoso e soprattutto, non smontare le composizioni di sushi e onigiri e simili se non vuoi trovarti a discutere con il Maestro dietro al banco.
- Ti sconsiglio nei ristoranti di optare per la seduta tradizionale se non sei pronto a rimanere a gambe incrociate o in ginocchio tutta sera se sei maschietto, e in ginocchio o di lato se sei femminuccia. La maggior parte dei ristoranti ha i tavoli “all’occidentale”, quindi non ti rovinare la serata solo per giocare a chi resiste di più a fare il giapponese…
- Ti troverai presto a chinarti di qua e di là senza neppure renderti conto che lo stai facendo. I giapponesi usano questo inchino in segno di saluto, di ringraziamento, di scusa… e anche un noncurante gaijin (straniero) viene presto contagiato dal gesto, a rischio di essere un po’ goffo e assolutamente incapace di eseguirlo a modo. Non provare a stringere la mano se non ti viene offerta, piuttosto prosegui con l’inchino goffo. Se ti dovessi trovare nella condizione di doverti scusare, accentua e rallenta l’inchino sempre con le braccia lungo i fianchi, e non sbaglierai.
Giardino giapponese – Foto di Matteo Bosi
Giardini e ikebana
Il giardino in stile giapponese è una vera e propria arte che si esprime nel comporre l’ambiente del giardino come fosse una miniatura della natura, conciliando gli elementi (l’acqua, la sabbia, la costruzione, gli alberi, eccetera) e favorendo la funzione per cui il giardino è stato pensato (meditativa, ricreativa, o altro).
Potrai visitare questi splendidi giardini in qualunque angolo del Giappone. Nelle grandi città sono molto famosi e curati, specialmente a Kyoto. Ti consiglio quindi di non partire senza esserti concesso almeno due puntate in questi angoli di verde; scegli bene, soffermati, guarda, annusa e ascolta.
L’arte della disposizione dei giardini va a braccetto con un’altra tradizione locale che si chiama ikebana, ovvero l’arte della disposizione dei fiori, anch’essa concepita in modo olistico dando valore non solo al fiore, ma anche a tutte le sue componenti.
La forma finale ha un significato legato alla natura. Esistono corsi di ikebana nelle grandi città, anche in lingua inglese (a Tokyo sono presso le scuole Sogetsu e Ohara)!
Kimono e yukata
Il kimono è l’abito tradizionale giapponese; è talmente rinomato in tutto il mondo che questa semplice presentazione sarà bastata per risvegliare nella tua testa la sua chiara immagine. Se è il tuo primo viaggio in Giappone, sono certo che non saprai resistere dal seguire col naso le meravigliose signore e signorine che passeggiano per le strade con l’abito tradizionale.
Perché è ancora indossato per le occasioni speciali, fortunatamente. Ai turisti è concesso noleggiare i kimono (e questa amenità sta avendo sempre più successo) e farsi un giro da veri giapponesi, come ovviamente acquistarli. Il posto migliore per tutto questo è Kyoto, ma non è l’unico; anche a Tokyo, Nara, Kamakura, ad esempio, troverai la medesima possibilità.
La versione informale dell’abito è la yukata, ed è probabile che se alloggi in un ryokan e fai uso della onsen, ti verrà proposto di indossare questa veste anche dopo il bagno.
Signore in kimono a passeggio per Kyoto – Foto di Rita Andreetti
Geisha
Donne dalle incredibili doti artistiche che studiano anni per diventarlo: si chiamano Geisha e sono una tradizione del Giappone che sta ahimè tendendo a scomparire. Assistere ad uno spettacolo di una Geisha è una opportunità che è difficile da cogliere per un turista di passaggio, perché queste si esibiscono durante costosissime cene dove intrattengono i commensali con i loro balli e giochi. Tuttavia di recente è possibile trovare degli appuntamenti aperti anche ai turisti: informati in hotel perché non tutte le agenzie hanno questi servizi.
Il quartiere più rinomato dove le Geisha lavorano è Gion a Kyoto. Passeggiando per quelle strade può succedere di imbattersi in una di loro, ma dal mio punto di vista trovo che il “Geisha-watching”, o peggio l’inseguimento della Geisha nascosta, non sia di molto rispetto. Se la cosa ti appassiona e vuoi essere sicuro di apprezzarne a pieno l’arte, piuttosto recati al festival che si tiene ogni aprile a Gion, il Miyako Odori.
Sumo
La prima volta che sono stata in Giappone ho trovato esilarante vedere con quanta passione sia trattato il sumo, lo sport nazionale, che ai miei occhi di profana aveva al tempo qualcosa di grottesco. In realtà, vedrai che c’è sia un ossequioso rispetto nei confronti di chi esercita questa antica attività sportiva, che una nutrita ambizione per lo status di lottatore professionista: non a caso, Tokyo sfoggia un piccolo monumento al lottatore di sumo.
In tv ci sono programmi che raccontano non solo delle competizioni, ma anche di come ad esempio, piccoli lottatori delle scuole elementari crescano. E, effettivamente, è uno sport davvero faticoso.
Gli atleti professionisti vivono in edifici simili a comunità dove esercitano la mente e il corpo e…mangiano. Se a Tokyo vuoi sbirciare nelle residenze di questi enormi figuri, devi andare al quartiere Ryoguko, dov’è anche un imponente stadio del sumo, il Kokugikan, che nelle giornate delle competizioni si satura di appassionati.
Se ti capita di poter assistere ad un match, non tirarti indietro: si tratta di un’esperienza di people watching estremamente ricca di spunti! Per i biglietti, chiedi direttamente al Kokugikan con anticipo, oppure in hotel, dove potranno darti una mano con l’acquisto (ma vedi che vanno a ruba!). Se l’incontro è troppo per le tue orecchie, in certe palestre è possibile assistere gratuitamente agli allenamenti.
Conbini
In Giappone quando ti dimentichi di comprare qualcosa, anche se sei nel cuore della notte, puoi sempre trovare un conbini aperto.
I department store, o conbini, sono negozietti che hanno di tutto un po’ e nei quali puoi sempre riuscire ad arrangiare un pasto di tutto rispetto o trovare il prodotto che hai finito, magari proprio mentre eri sotto la doccia. Cerca quindi Lawson, 7/Eleven o Family Mart, anche se più probabilmente saranno loro a trovare te! Nei conbini c’è la connessione internet, vendono biglietti, ricaricano cellulari… ecco appunto, di tutto un po’.
Ristorantini di soba e udon al mercato – Foto di Matteo Bosi
La cucina
La più parte di noi associa il Giappone al sushi. E’ giusto, certo, ma le variabili sono tante e ciò che talvolta noi chiamiamo indistintamente sushi, nasconde una sua varietà. Inoltre, ci sono altre prelibatezze di cui è bene conoscere l’esistenza: per poterle assaggiare, per variare la nostra dieta una volta là, e perché molti sapori sono simili a ciò che noi siamo abituati, quindi in situazioni di nostalgia papillo-gustativa o bambini urlanti, si può ricorrere a queste pietanze! Ovviamente, in Giappone troverai anche molti ristoranti all’occidentale, tra l’altro la cucina italiana va fortissimo ed è largamente apprezzata.
Ecco quello che potrai aspettare dalla cucina giapponese:
- Il sushi più famoso è una composizione di pesce crudo e riso aromatizzato. Ne esistono però anche delle versioni con pesce bollito o scottato a fiamma, quindi se ne trova per tutti i palati. Si mangia intingendolo rapidamente nella salsa di soia mista a wasabi. A proposito di wasabi, attenzione a questa pasta ricavata dalla radice di rafano: se non sei abituato e ne fai un uso sconsiderato, rischierai di avere le allucinazioni per qualche minuto data la piccantezza. Per fortuna si esaurisce in fretta. Puoi rifugiarti nello zenzero sott’aceto per alleviare un po’ il fastidio. Quando il pesce crudo sta per conto suo si chiama sashimi. Se invece è avvolto nell’alga, si chiama norimaki o temaki o nigiri. Se invece è cotto alla piastra, quello è yakizakana.
- Altre pietanze col riso sono ottime soluzioni per pasti a buon mercato e la cui consistenza e il sapore sono facili per un palato occidentale: riso al curry (kare raisu) e riso saltato (chahan), molto simile a quello che impropriamente si chiama “riso alla cantonese”. Anche il donburi (riso bianco con un contorno di carne, uova o pesce) ha delle versioni ben appetibili. Questi sono piatti unici, economici.
Ingresso di un ristorante a Tokyo – Foto di Rita Andreetti
- Veniamo adesso agli spaghetti: i noodles giapponesi sono numerosi come quelli cinesi. Originari del Giappone sono i soba, fatti di grano saraceno. Sono uno dei pasti veloci del mezzogiorno, che spesso i lavoratori si trovano a mangiare in ristorantini che potrebbero sembrare un po’ anonimi; o addirittura in piedi al bancone. Personalmente, ho assaggiato i migliori infilandomi in posti affollati dove la gente non si tratteneva a lungo e senza capire un’acca di quello che c’era scritto nei menu pendenti dal soffitto. Il modo migliore, in questi casi, è il buon vecchio dito che indica il piatto altrui, che dovrete aver identificato con molto pudore, senza cioè infilare la testa nel tavolo degli altri troppo evidentemente… Come i soba, anche gli udon sono spaghetti, ma più grossi dei primi e soprattutto fatti di grano. Entrambi si trovano in brodo o asciutti (ovvero saltati), caldi o freddi con salsa a parte. Spesso si combinano alla tempura. La via di mezzo tra questi due sono i ramen, che sono in realtà originari della Cina, ma che il Giappone ha adottato e fatti suoi, cucinandoli a modo proprio e arricchendoli di ingredienti più locali (sono ottimi quelli nella zuppa miso!). Tutte queste sono soluzioni economiche e ghiotte; se ti capita di fallire un ordine una volta perché, che ne so, ti trovi un uovo crudo infilato dentro e non l’avevi programmato, non desistere! Ce ne sono veramente di mille tipi e pure tra regioni differenziano (quelli che ho mangiato ad Okinawa, ad esempio, non mi hanno convinto), quindi si tratta solo di trovare quello che più si addice al tuo palato.
- La cucina giapponese, sebbene abbia ampia disponibilità di pesce e sia soprattutto famosa per questo, offre in realtà anche una certa varietà di carne alla piastra. Ricorda quindi questi tre nomi se sei disperato: yakitori, yakiniku e teppanyaki. Gli yakitori sono spiedini di pollo alla griglia; yakiniku è carne grigliata e si mangia in ristoranti attrezzati per una “grigliatura autonoma” degli ospiti al tavolo; all’opposto invece è il teppanyaki, dove uno chef privato offre le meglio specialità alla piastra. Di solito quello che combina lo chef vale già di per sé la cena, ma la cucina teppanyaki è generalmente molto gustosa e simile alla nostra.
- Ovviamente c’è molto altro in cucina in Giappone; in chiusura di questa sezione aggiungo i gyoza, che sono la versione giapponese (fritta) del raviolo cinese, molto saporiti seppur non dietetici; altra specialità fritta è la tempura, di solito di pesce o verdure, un manicaretto che fa a gara con i nostri fritti misti o verdure pastellate. E lo shabu shabu, il famoso hot pot giapponese.
- Andrò controcorrente forse nel dire che il mio piatto preferito è la zuppa miso! Un brodino gustoso e saporito che utilizza la pasta miso, derivata anch’essa dalla soia, corroborante d’inverno e risvegliante d’estate.
La Tokyo Skytree nella nebbia – Foto di Matteo Bosi
Vita notturna
La vita notturna in Giappone offre una vasta e curiosa serie di possibilità. Naturalmente, Tokyo funziona alla grande in quanto intrattenimenti vivarecci, ma altre grandi città come Osaka (la via Dotonbori a Nanba è popolarissima) e Yokohama non sono da meno. Anche a Kyoto mi sono divertita moltissimo, ma mi ero affezionata alla modalità izakaya. Mi spiego meglio.
Chiaramente puoi scegliere serate classiche, le medesime che potresti avere anche a casa tua in locali conosciuti, soprattutto a Tokyo dove l’offerta è enorme. Per i rockettari, dovete fare una tappa al Bauhaus di Roppongi! Sempre nello stesso quartiere c’è l’Hard Rock Café (molto meno rock del primo…). Tuttavia, nella capitale ogni quartiere offre una sua night life, si tratta solo di scoprirla.
Se però cercate una modalità più locale per spendere la serata, le proposte sono:
- Izakaya: di solito, subito dopo il lavoro, i giapponesi si recano in questi pub che alla lontana mi ricordano il caña y tapas spagnolo. Qui si beve birra, sake, vino di prugna e altro di locale, accompagnato da qualcosa da mangiare di poco impegnativo. Infuriano gli edamame, ovvero i fagioli di soia, ma anche qualche piatto più elaborato come pesce alla piastra o noodles. Ci si intrattiene anche fino a tardi in chiacchiere e sigarette.
- Golden Gai: si trova a Shinjuku, Tokyo, ed è un distretto fitto di barettini che ammettono pochissimi clienti alla volta. Di solito ma non unicamente, preferiscono gli habitué e gli stranieri sono tollerati. Sebbene Shinjuku sia la zona più tipica, di bar simili dalle dimensioni ridicole se ne trovano un po’ ovunque in Giappone: se allunghi il braccio puoi servirti in autonomia e di solito la chiacchiera coinvolge anche il barista.
- Cena in cima: moltissimi grattacieli offrono panorami mozzafiato di cui è possibile godere mentre si sorseggia un buon vino o si gusta un pasto prelibato; alcuni ospitano catene alberghiere di lusso, e quindi hanno prezzi da medio-alto in su: è il caso del Park Hyatt (dove è stato ambientato “Lost in Translation”). Sempre a Tokyo, lo Skytree accoglie un ristorante a 350 metri di altezza. Se la vista ti interessa, ma la cena un po’ meno, allora punta sul Tokyo Metropolitan Government Building che è gratuito. Ad Osaka, invece, è l’Umeda Sky Bulding ad unire al meglio gastronomia e panorama.
- Karaoke: come in Cina, anche in Giappone il karaoke in versione privata è un passatempo molto comune. Si affitta una sala provvista di impianto su base oraria, si pagano bevande e cibo a parte, e si scelgono e cantano canzoni fino a sgolarsi.
Una sala da Pachinko sbirciata dall’ingresso – Foto di Rita Andreetti
- Pachinko: per gli appassionati del gioco d’azzardo, questo è un tipo prettamente giapponese. Si trova nelle sale da pachinko, appunto, simili a casinò nostrani, dove si sta seduti di fronte alla proprio macchinetta durante la partita: visti da fuori, questi enormi spillasoldi sono un po’ inquietanti, con giocatori silenziosamente chiusi in se stessi. Nulla ti vieta di provare la calma e placida ebrezza (perché è un gioco relativamente lento) del gioco d’azzardo locale!
- Manga café e maid café: ecco la soluzione per chi è appassionato di fumetto giapponese e universo manga. Nella prima realtà è possibile godere di tutto lo scibile fumettoso: i manga café funzionano un po’ come biblioteche, a cui si aggiunge la possibilità di navigare in internet o, come si diceva sopra, pernottare. Mentre ai maid café troverai le cameriere vestite proprio come personaggi dai fumetti che tendono a servire con movenze coerenti.
Scolari in gita – Foto di Mirco Ruggeri
Consigli per famiglie con bambini
Un po’ di consigli per chi si sposta con piccoli, piccolissimi o meno piccoli. Prima di tutto, il Giappone è un luogo ideale dove andare in vacanza con la famiglia. Offre tantissime opportunità e altrettante comodità. E soprattutto, è un Paese sicuro.
Al punto che rimarrai stupito nel notare che ci sono molti bambini di età anche inferiore ai dieci anni, che scorrazzano soli per le strade tornando dalla scuola o durante il gioco. E’ una peculiarità della cultura giapponese, che responsabilizza i piccoli sin da subito e in un certo senso, confida nella comunità per un eventuale aiuto o sostegno in caso di bisogno.
In linea generale, i bambini sotto i 6 anni entrano gratis; i bambini tra i 7 e gli 11 anni pagano metà prezzo; i bambini di 12 o più anni pagano prezzo intero.
E’ un po’ difficile, ma non impossibile, trovare delle stanze multiple negli hotel, dati i limiti di spazio. I ristoranti sono generalmente equipaggiati con seggioloni e alcuni offrono anche il menu bambini.
In Giappone è poi diffusissima la presenza di comodità per donne incinte e con neonati: a partire dai posti a sedere dedicati sui mezzi pubblici, fino ai bagni esclusivi e alle stanze per l’allattamento in, azzarderei, tutti gli edifici pubblici. Non ho mai trovato un Paese così preparato e disponibile verso la maternità.
Inoltre, ci sono numerosi parchi a tema per intrattenere la famiglia mentre si fa un tuffo nell’universo, ad esempio, dell’animazione dello Studio Ghibli (Ghibli Museum, Mitaka), oppure tra i manga (ad esempio, la One Piece Tower all’interno della Tokyo Tower), o ancora nella storia dell’Impero giapponese (Edo Wonderland, Nikko).
Non mancherò di nominare il Disneyland di Tokyo e quei meravigliosi acquari che sono l’orgoglio rispettivamente di Okinawa e Osaka. La peculiarità di questi musei e parchi, è il fatto che siano interattivi, e a misura di famiglie, quindi godibili a tutte le età.
Ecco, adesso sai tutto quello che ti serve per programmare la tua avventura nella Terra del Sol Levante.
Fai tesoro della differenza culturale che incontrerai! Buon viaggio!