Museo Edo-Tokyo, particolare di un modellino – Foto di Matteo Bosi
Perla del Giappone, città unica e assolutamente eterogenea, Tokyo è una esperienza molto diversa rispetto alla più parte di Asia che avrai, o hai già avuto, occasione di visitare. In realtà, lo è il Giappone tutto, un’affascinante cultura che ha mantenuto moltissimo della sua tradizione attraverso il trambusto della storia, per arrivare ai giorni nostri con una eccezionale e unica modernità.
Di solito si arriva a Tokyo e qui si rimane un tempo troppo breve per rendere merito a tutta la metropoli; la città, inoltre, si presta a visite su misura adatte a tutte gli interessi e le esigenze: i suoi quartieri offrono ognuno una risposta alle richieste del turista, sia esso con famiglia, o in solitaria ma appassionato di manga, sportivo e amante della bicicletta, affascinato dai grattacieli e dalla maestosità della metropoli.
Ecco perché sicuramente, Tokyo non ti deluderà.
Quando andare a Tokyo
Il clima del Giappone offre estati calde e mezze stagioni miti. Quindi la primavera e l’autunno sono ugualmente dei bei momenti dove concedersi l’esplorazione di Tokyo. Non bisogna però dimenticare che si tratta di zone piovose, dove la possibilità di imbattersi in acquazzoni aumenta dalla primavera fino al picco dell’autunno. Personalmente, ho visitato Tokyo in ottobre e molte delle mie foto hanno il cielo grigio.
Per alcune zone è purtroppo una vera perdita, ma la città non diventa impraticabile come spesso succede nel Sud Est Asiatico; perciò si tratta soltanto di arrivare preparati all’acqua senza dimenticarsi l’ombrello qua e là. Inoltre non scordiamo che Tokyo è straordinariamente servita dai mezzi pubblici, quindi anche nelle giornate di pioggia si può optare per visite un po’ più “asciutte”.
Se ti interessa sapere come visitare altri Paesi del Sud-Est Asiatico, qui trovi le informazioni per la Birmania (Myanmar).
Una menzione particolare, immancabile, va fatta alla primavera locale. Negli anni, la tradizione legata alla fioritura del ciliegio (Hanami) è diventata il sigillo di questa città prima che del Giappone stesso. I posti dove trovare questi meravigliosi alberi in fioritura (e in Giappone se ne trovano di diversissime specie, se sei un amante!) sono davvero numerosi: dal giardino con un unico albero secolare che convoglia l’attenzione, alle sponde del fossato Chidorigafuchi del Palazzo Imperiale, dove oltre duecento alberi di ciliegio si allungano sull’acqua. Senza dimenticare l’imperdibile Parco Ueno, dove ogni anno si tiene il Festival della Fioritura, ovvero i suoi sentieri vengono presi d’assalto da locali e fiumi di turisti.
Attenzione, se stai cercando di organizzare il tuo viaggio proprio a ridosso della fioritura, devi essere consapevole che il Giappone è davvero frequentato in questo periodo e le prenotazioni vanno fatte con largo anticipo. Metti in conto anche un fisiologico aumento dei prezzi. Per quest’anno, l’inizio della fioritura nella zona di Tokyo è prevista per il 26 marzo, con il picco di bellezza (e affluenza) tra il 2 e il 10 di aprile.
Un negozio di manga ad Akiba – Foto di Matteo Bosi
Un altra festività che interessa il Giappone e che fa facilmente schizzare i prezzi è la cosiddetta Golden Week, che quest’anno cade a ridosso della fine di aprile-inizio maggio. E’ una festa nazionale di più giorni. Anche settembre è un momento critico; talvolta per una decisione legata al calendario nazionale, si tramuta facilmente in una Silver Week: ci sono due giorni festivi che cadono nella seconda metà di settembre (nel 2016 sono 19 e 22 settembre) e che possono essere fusi da un ponte. In quel caso vale il suggerimento di cui sopra.
Esistono altre festività, ma queste due sono quelle che più influiscono sull’andamento dei prezzi e delle prenotazioni per il turista Gaijin (straniero).
Come arrivare
Tokyo è ottimamente servita dai voli intercontinentali. Le compagnie che hanno le offerte migliori sono Aeroflot e Air China, ma anche Alitalia offre prezzi ragionevoli. Si trovano voli diretti da Roma e Milano con la stessa Alitalia.
Dalla Cina ci sono voli diretti pressoché da tutti i maggiori centri; Shanghai offre le tariffe migliori con la super low cost Juneyao Airlines.
Arrivare all’aeroporto di Tokyo ti darà già un imprinting essenziale su quella che è la realtà che incontrerai al di fuori. L’aeroporto è immenso, perfettamente organizzato e funzionante, con percorsi segnalati al punto che anche l’attesa delle valigie è regimentata.
Ma soprattutto, ti renderai conto di come ti sia sempre mancato il “giratore di valigie” alla cintura di ritiro bagagli: colui che si adopera affinché il manico di ciascuna valigia sia correttamente voltato verso il passeggero che lo aspetta, per diminuire i tempi di recupero e le goffe manovre di trascinamento sulla cintura rotante.
Il quartiere di Ginza – Foto di Matteo Bosi
I voli internazionali atterrano per lo più al Narita International Airport (Narita Kūkō, NRT) che si trova 60 km fuori città. Lo stesso aeroporto è ben servito e connesso al centro e da ogni terminal trovate le stazioni dei mezzi: ti consiglio di arrivare all’aeroporto già preparato sulla posizione del tuo hotel.
Infatti scegliere un mezzo piuttosto che l’altro per raggiungere il centro non è solo una questione economica o di tempo (tant’è che la differenza talvolta è irrisoria), ma piuttosto della necessità di cambiare i mezzi e magari trovarsi dentro la metro giapponese più satura al mondo in piena ora di punta. Capirai a quel punto, la dura realtà delle sardine.
Le modalità più pratiche per raggiungere Tokyo sono:
- La linea Jr Narita Express (NEX): due ogni ora, un’ora di viaggio, connessa a Tokyo Station, 3000 Yen. Ci sono sconti con i biglietti A/R o il Japan Rail Pass.
- La linea Keisei Skyliner Airport Express: tre ogni ora, 40 minuti di viaggio, connessa a Ueno e Nippori, circa 2500 Yen.
Il taxi è sconsigliato perché il traffico può rendere il viaggio molto più lungo dei treni e soprattutto il prezzo può arrivare alle stelle. Si può risparmiare prendendo le linee meno veloci di JR (JR Sobu Line Rapid Service) e Keisei (Keisei Limited Express), pure meno frequenti, ma alla metà del costo. Ci sono anche diverse tipologie di autobus (fino ai cosiddetti limousine bus): i tempi di percorrenza sono più lunghi, ma i limousine bus fermano davanti ai maggiori hotel. I prezzi per questi ultimi sono pari ai treni.
I mezzi che userai di più per spostarti tra i quartieri della metropoli saranno sicuramente la metropolitana e il treno. Con treno intendo quelle linee nominate JR, non quelle marcate Tokyo Metro. Ti consiglio di visionare il sito della Tokyo Metro per essere aggiornato sulle tariffe e fare un calcolo della possibilità di comprare dei pass giornalieri o multi-giorno validi per la metro; mentre per i pass che interessano i treni dovrai rifarti al sito Japan Rail Pass. Valuta bene questa seconda soluzione soprattutto se intendi muoverti altrove, anche al di fuori di Tokyo.
Non è così scontato il pass neppure per il centro città, perché un’altra soluzione che si può valutare è quella di utilizzare la bicicletta per esplorare una parte della città. Soprattutto nel weekend, ci sono zone, come ad esempio il circuito attorno al Palazzo Imperiale, che vengono chiuse al traffico e si prestano perfettamente alle scorrazzate su due ruote. Io l’ho fatto seguendo le dritte di Tokyo Great Cycling Tour.
Visto e moneta
Rilassati: per l’accesso in Giappone con fini turistici e per un periodo compreso entro i 90 giorni, non è richiesto alcun visto. Si fa soltanto una procedura di registrazione all’arrivo con emissione del timbro sul passaporto. Ovviamente, il tuo passaporto deve essere in regola e in corso di validità.
Per quanto riguarda lo Yen, questa è l’unica valuta accettata. Puoi cambiare i soldi ovunque, anche alla partenza, o prelevare in loco. Tutti i maggiori circuiti sono accettati (VISA, Master Card, eccetera), compreso il cinese Union Pay. Nei piccoli ristoranti non contate di poter usare la carta di credito, ma in tutti gli altri posti, compresi i negozi per gli acquisti dei souvenir, io non ho mai avuto problemi.
Asahi Beer Tower e Asahi Super Dry Hall – Foto di Matteo Bosi
Cosa vedere a Tokyo
Ti renderai conto che la tua visita a Tokyo non potrà fare a meno di procedere per quartieri, ognuno dei quali si distingue per la sua particolarità. Perciò anche per questa guida, ho preferito dedicare un riassunto conciso a quelli che sono i quartieri di principale interesse turistico.
Quartiere di Akihabara
E’ connessa dalle linee Yamanote e Sobu. Raccoglie tutto quello che un nerd ha sempre sognato di vedere e/o comprare, e in questo quartiere trovi anche esagerazioni confuse dove la realtà si mescola con la fantasia, ma soprattutto…i manga. E’ uno dei quartieri dove potrai fare le prime esperienze di Cosplay (soprattutto nel weekend).
Maid café e sale giochi ad Akiba – Foto di Matteo Bosi
Quel che si fa ad Akihabara (o più informalmente Akiba) è perdersi tra i centri di elettronica e i negozi specializzati manga. Se sei interessato, qui vanno fortissimo i Maid Café, dove giovanissime cameriere servono e intrattengono i clienti imitando le protagoniste dei fumetti, talvolta ai confini della provocazione. Non tutti i Maid Café sono di questo stampo, però. Per quel tipo di esigenze, puoi rifarti sui numerosi sexy shop del quartiere…
Se sei intenzionato a comprare, ti consiglio di evitare i grandi centri e cercare tra i negozietti le offerte migliori.
Quartiere di Asakusa
E’ connessa dalle linee Ginza e Asakusa. Asakusa viene spesso definita come il quartiere dei templi, dove avrai modo di visitare una Tokyo storica (l’antica Edo), completamente differente da quella appena descritta di Akiba.
Le due attrazioni più rinomate sono il Tempio Senso-ji e il portale d’ingresso Kaminarimon con la sua grande lanterna rossa, che sono un po’ il simbolo di Asakusa. Il quartiere è attraversato dal fiume Sumida su cui si affaccia l’edificio della birra Asahi: niente di straordinario, ma ti troverai sicuramente a domandarti cos’è quel baffo dorato che troneggia (Asahi Beer Tower e Asahi Super Dry Hall). In realtà, è la Tokyo Sky Tree a svettare ancora più in alto; nelle giornate nuvolose, la cima si perde tra le nuvole stesse.
Asakusa – Foto di Matteo Bosi
Ad Asakusa puoi permetterti uno stop acquisti e per questo il posto più adatto è Nakamise, a ridosso della porta Kaminarimon. Anche nella Nuova Nakamise troverai souvenir interessanti.
Quartiere di Ginza
E’ connessa da numerose linee della metro, tra cui Ginza, Hibiya e Marunouchi, e dalla linea Yamanote. Ginza è il quartiere di lusso per eccellenza, famoso per i suoi edifici “firmati” e per gli acquisti placcati d’oro che qui si possono fare. Per gli appassionati, qui l’enorme Sony Store, più una rifornita serie di negozi di fotografia (Nikon, Canon e Laica, con sala esposizioni). A Ginza ha sede anche il teatro Kabuki-za dove anche un turista può assistere a spettacoli di opere Kabuki.
Quartiere di Harajuku
E’ servita dalla Yamanote, e dalle linee Chiyoda e Fukutoshin. Harajuku è un quartiere affollatissimo dove potrai fare un’altra esperienza di Cosplay; la strada più calpestata è sicuramente la Takeshita dori, dove troverai tantissimi negozi stilosi, originali e pure a buon mercato. E’ uno dei miei posti preferiti di Tokyo per la quantità di snack in vendita e per la variegata umanità che cammina per le strade: la vera gioventù giapponese, che sfila in divisa o con tenute originalissime kawaii, per le quali io non azzarderei mai! Poco più in là c’è un altro lungo viale, molto più ampio di Takeshita, per gli acquisti di lusso: Omotesando. In linea generale ti sconsiglio di fare questo tipo di acquisti in Giappone poiché è tutto mediamente più caro che in Italia, ma il viale è carino.
Harajuku e la Takeshita dori – Foto di Matteo Bosi
Quartiere di Ikebukuro
E’ connesso dalle linee Yamanote, Saikyo, Shinjuku e Shibuya; e poi la metro
Fukutoshin, Yurakucho e Marunouchi: non c’è da stupirsi, la stazione di Ikebukuro è una tra le più grandi e congestionate di Tokyo. Questo quartiere non è tra i miei preferiti, anzi è un po’ ubriacante, dal momento che qui si apprezza la vera metropoli; sarà una tua tappa obbligata se ti interessi di architettura dal momento che qui ha sede una famosa creazione di Frank Lloyd Wright, il Jiyu Gakuen Myonichikan. Io rimango più affezionata ad angoli di verde nascosto, come i Giardini Rikugien.
Quartiere di Marunouchi
E’ connesso comodamente da JR e metro tramite la fermata Tokyo Station. E’ in questo quartiere infatti che ha sede questa costruzione in stile europeo che imita la stazione di Amsterdam e, come ti renderai conto, si distingue per la sua originalità.
Il palazzo Imperiale dall’esterno – Foto di Matteo Bosi
A Marunouchi si trova anche il Palazzo Imperiale, casa della famiglia imperiale del Giappone; sorge sulle rovine del Castello di Edo e risale al periodo della Restaurazione Meiji in cui la famiglia si spostò da Kyoto a Tokyo. Non è visitabile liberamente, se non due volte l’anno (il 23 dicembre e il 2 gennaio), eccezion fatta per i Giardini Orientali (Kōkyo Higashi Gyoen) che sono invece accessibili. Il quartiere è stato il primo centro moderno della città, e ancora oggi si ammirano architetture che ne hanno fatto la storia, tra cui il Mitsubishi Ichigokan in stile europeo e il più moderno Marunouchi Building. Ci sono degli incantevoli localini all’aperto che offrono ristoro nelle giornate di calura.
Quartiere di Roppongi
E’ connesso dalla linea Hibiya. Questo è il quartiere della vita notturna soprattutto per gli stranieri: è saturo di gente fino all’alba, e si trovano discoteche, pub, locali di ogni genere in stile occidentale e musica per tutti i gusti. Lasciate perdere l’Hard Rock Café e dirigetevi al Bauhaus, un posto storico della Roppongi by night che solo i veri rockettari sapranno apprezzare. Per abbattere i costi, la compagine di musicisti di ogni età che qui suona, si alterna con il servizio bar. Quindi non stupitevi se quello che vi ha portato la 0.4, tre minuti dopo imbraccia il basso sul palco e salta come un forsennato suonando gli AC/DC.
Un cantante di esibisce al Bauhaus di Roppongi – Foto di Matteo Bosi
Attenzione alle fregature a Roppongi: per quanto siano rare, a causa dei fiumi di alcool che scorrono in queste vie, è facile cadere nelle truffe da bar. Non seguire i PR che ti promettono locali da storia, donne da favola e fiumi di alcool: sono il Gatto e la Volpe e quello è il Paese dei Balocchi che tramuta tutti in ciuchini!
Prima di fare tardi nei pub e nelle discoteche, puoi concederti uno scorcio panoramico dalla Mori Tower oppure cena + film altrove presso la Roppongi Hills.
Quartiere di Ryogoku
E’ connesso dalla linea Sobu. Ryogoku è il quartiere del sumo, dove non solo si tengono i match presso l’enorme Stadio del Sumo Kokugikan, ma gli stessi lottatori si allenano nelle residenze della zona. Non è raro vederne girare per strada e, se sapete farvi indicare, potrete sbirciare all’interno dei loro rifugi e vederli all’opera, chessò, nei lauti pasti che gli competono. Non li confonderete certo con la popolazione locale…
La statua alla disciplina del Sumo di Ryogoku – Foto di Matteo Bosi
Quartiere di Shibuya
E’ connessa dalle linee Yamanote e Ginza ma non solo. E’ ovviamente uno dei quartiere più conosciuti di Tokyo, perché amato dai giovani, sorvegliato dalla statua di Hachiko e utilizzato come immagine (nel suo famoso incrocio) della vita frenetica della metropoli. E’ un altro di quei posti dove non c’è realmente “qualcosa” da vedere, ma bisogna “essere” lì almeno una volta nella vita per respirare quel che c’è di tipico in queste vie (e a Tokyo!). Qui ho trovato il mio ristorante sushi preferito, Midori, e qui ho capito che un sashimi di tonno può sciogliersi in bocca.
Il quartiere di Shibuya e la statua di Hachiko – Foto di Matteo Bosi
Quartiere di Shinjuku
E’ connesso dalle linee Yamanote e Chuo, ma anche Marunouchi, Shinjuku, Oedo e Fukutoshin. Se Ikebukuro è un grande stazione, Shinjuku è decisamente la più grande. In una lista non alfabetica probabilmente Shinjuku comparirebbe al primo posto essendo il quartiere che meglio rappresenta la firma autentica di Tokyo.
Sulla zona svettano le torri del Tokyo Metropolitan Government Building, alte oltre 200 mt. Golden Gai è la via dove fare acquisti che di notte si rianima, ma qui hanno sede anche i giardini più grandi di Tokyo, i Shinjuku Gyoen (ingresso a pagamento, aperti fino alle 16.30).
Accanto a questi, a Shinjuku si trova anche il quartiere gay più famoso di Tokyo, il Shinjuku Ni-chome (Nicho per gli amici), e pure quello a luci rosse ufficialmente sotto l’egida dalla Yakuza: ecco, per questa ragione Kabuki-cho non è esattamente il posto più tranquillo di Tokyo né il più raccomandabile. Ma non si sfugge al suo fascino!
Un piccolissimo bar di Tokyo – Foto di Matteo Bosi
Tornando un attimo a Golden Gai: è un posto speciale per scoprire il bar in stile giapponese. Ti renderai conto immediatamente che lo spazio, in quest’isola e in questa metropoli, ha una accezione tutta speciale. E anche quando si tratta dell’uscita con gli amici, potrai scoprire la tradizione dei loro microscopici pub dove al bancone stanno giusto 5-6 sgabelli e se volessi, allungando il braccio potresti servirti da solo. Non adatti ai claustrofobici, e soprattutto non tutti aperti ai gaijin. Sono ambienti talmente informali che alcuni non si trovano a proprio agio nel far entrare lo straniero in questi confini, quindi non è scontato avervi accesso.
Quartiere di Shiodome
E’ connessa più comodamente dalla metro, linee Oedo, Asakusa e Mita. Non sono una fan di questo quartiere perché è un altro di quelli della sezione “metropoli”. Alti grattacieli, che si prestano a punti di vista elevati sulla città o a scatti schiaccianti nelle giornate di sole. Qui puoi trovare la copia della Torre Eiffel, ovvero la Tokyo Tower, o la Nippon TV Tower o il Dentsu Building. La Tokyo Tower è ormai del tutto rimpiazzata dalla Sky Tree, una tra le costruzioni più alte al mondo (un primato in continuo cambiamento, soprattutto in questo lato di mondo…).
La perla verde della zona sono i giardini Hama Rikyu, nascosti tra i grattacieli, mentre il centro spirituale è il tempio Zojoji, rinomato per la sua porta centenaria.
Quartiere di Tsukiji
Il mercato del pesce di Tsukiji – Foto di Matteo Bosi
E’ connesso dalle linee Oedo e Hibiya. Tsukiji è il famosissimo ed enorme mercato del pesce, dove ogni mattina all’alba si tengono le aste per i tonni. Anche senza svegliarsi all’alba e lasciando gli affari dei tonni a chi meglio ne capisce, il mercato è un posto caratteristico dove vagare: metti in conto che è un mercato, quindi sebbene mediamente pulito perché siamo pur sempre in Giappone, c’è acqua dappertutto e un forte e avvolgente odore.
Ma è pur sempre un posto curioso dove perdersi prima di buttarsi su uno dei tanti ristorantini di sushi che circondano l’area e che sono presi d’assalto tutta la mattina ininterrottamente per le colazioni/brunch/pranzi (e che personalmente ho trovato molto più interessanti della contrattazione di pesci…). Questi piccoli (piccoli!) ristoranti, si riempiono facilmente e hanno metri di coda all’ingresso.
Se hai tempo per aspettare, non è una tattica insensata infilarsi in una di queste nutrite code. Ma io personalmente che di voglia di aspettare non ne avevo, ho sbirciato la faccia del maestro sushi che c’era all’interno e non ho fallito. In linea di massima, vista la vicinanza con il mercato e il via vai di clienti, qui si mangia il meglio del sushi di Tokyo un po’ dappertutto.
Quartiere di Ueno
E’ servito dalle linee Yamanote e Ginza. Ti troverai in questa stazione se hai in programma di viaggiare in Shinkansen, l’alta velocità giapponese, essenziale per percorrere la tratta fino a Kyoto. Ueno è conosciuto per il parco omonimo che ospita anche uno zoo, e ovviamente una quantità incalcolabile di ciliegi e… musei, di cui accennerò più sotto.
Ti capiterà inoltre di imbatterti nel mercato di Ameyoko, un tempo mercato nero della città e sede di arrivo di molti prodotti di importazione americana (ecco perché Ame-); vacci di giorno ma senza eccessive pretese.
Questi sono i quartieri più popolari nelle rotte turistiche. Io ho avuto la fortuna di passare (quasi per caso, lo ammetto) nelle zone di Yanesen (Yanaka, Nezu e Sendagi), un trio di quartieri interessante perché durante la guerra fu poco colpito dai bombardamenti e per questo offre scorci ancora intatti.
Inoltre, accanto alla “terra ferma”, c’è la Tokyo dell’acqua, potremmo dire: Odaiba, dove ha sede il centro fieristico e tanti altri centri commerciali e di notte offre una passeggiata molto suggestiva; ma soprattutto gli arcipelaghi Izu e Ogasawara, che sono una di quelle tappe fuori dai sentieri battuti, che tuttavia offrono acque cristalline, paesaggi incontaminati e un inaspettato clima temperato.
Probabilmente per dedicarsi a tutta la Tokyo che ciascuno sogna di vedere, una settimana non sarebbe sufficiente. Soprattutto perché alle passeggiate col naso per aria, è possibile affiancare l’offerta dei musei, dei parchi e dei templi, che a Tokyo è enorme e crea dipendenza.
Tutte le altre dritte: dal kawaii all’izakaya
Come già citato all’interno della descrizione dei quartieri, i posti dove dedicarsi allo shopping sono numerosi e l’offerta estremamente varia, quindi ti rimando nuovamente all’elenco qui sopra. Per riassumere brevemente: ti consiglio di non cedere ad uno shopping di lusso di marche di importazione perché sono vertiginosamente care. Al contrario invece, su tutta l’elettronica di produzione locale vale la pena dedicarsi alla ricerca, soprattutto se sei un amante. Al palazzo della Sony a Ginza sono spesso esposte le novità in anticipo sull’uscita mondiale, ma per gli acquisti è Akiba il tuo quartiere. E lo è pure se è l’universo manga che ti interessa, comprese le sale giochi e il pachinko.
Un negozio di abbigliamento ad Harajuku – Foto di Matteo Bosi
La patria del “movimento” kawaii è sicuramente Harajuku, ma qui ho visto anche moltissimi negozi di biciclette, visto che Tokyo è una delle grandi città più cycle-friendly che io abbia mai attraversato. Imperano i modelli a scatto fisso fatti a proprio gusto.
Per apprezzare invece la Tokyo by night, ti consiglio una puntata in ciascuno dei quartieri che offrono la movida serale perché hanno tutti un loro fascino. Shibuya è una buona scelta notturna, ma non così ricca la notte come invece è Roppongi; e ovviamente non tralascio Ginza e Shinjuku con la sua Golden Gai.
Ricorda di non limitarti al sushi perché le specialità giapponesi sono molte. Se vuoi lasciarti andare per una sera un po’ commerciale, viviti la location che ha inspirato Tarantino per “Kill Bill”: il posto si chiama Gonpachi Nishiazabu e al di là dell’atmosfera, è un locale molto particolare. Ricorda di prenotare! Altro consiglio, è quello di infilarti nelle stradine nell’ora di punta ed aprire una qualsiasi porta scorrevole dove hai visto entrare dei giapponesi incravattati: avrai molto probabilmente la possibilità di assaggiare un gustoso piatto di soba, di udon o di tempura.
Inoltre, c’è anche l’esperienza izakaya: sono pub dove la gente si ritrova dopo il lavoro che servono anche cibo e snack ma in una atmosfera più informale. La combinata sake + edamame è stata uno degli aperitivi che più ho amato sul calar della sera a Tokyo.
Per quanto riguarda gli appassionati di musei, Tokyo vi farà girar la testa! I musei sono troppi per essere riassunti in questa guida, quindi mi limito a citare i principali; però, considera che c’è una offerta così varia che qualunque sia il tuo interesse (la fotografia, la scienza, il costume…), Tokyo ce l’ha!
Giusto per rendere l’idea, solo all’interno del Parco Ueno se ne contano cinque di rilievo, più il Ueno Zoo (Il Museo nazionale, il Museo Nazionale di Arte Occidentale, il Tokyo Metropolitan Art Museum, il Museo Nazionale della Scienza)! Il Museo Nazionale è di primaria importanza, così come il Museo Edo-Tokyo che piacerà anche ai bambini per le sue ricostruzioni folkloristiche. Per passione personale poi, non posso mancare di citare il Museo Ghibli che espone il meglio della produzione dello studio di animazione giapponese (NB: chiuso fino a luglio!), a cui fa concorrenza in realtà anche la Toei Animation Gallery, ma senza lo stesso risultato (pure questa chiusa per restauri!). Per accedere al Museo Ghibli occorre prenotare con larghissimo anticipo.
Le aziende storiche giapponesi hanno a loro volta delle gallerie espositive, come si diceva per Sony, Nikon, Canon, ma anche Mitsubishi (dentro l’Ichigokan). Se non vuoi saltare da una parte all’altra e ti interessa l’arte moderna e contemporanea, a Roppongi, vicinissime l’una all’altra, ci sono tre gallerie notevoli: il Museo Mori, il Centro d’Arte Nazionale e il Museo d’Arte Suntori.
Un’altra dritta per chi vuole ubriacarsi di musica dal vivo e cinema, è il quartiere meno conosciuto di Shimokitazawa. E’ sopravvissuto faticosamente alla modernizzazione e quindi è una passeggiata interessante anche dal punto di vista architettonico: ma il meglio sono i locali dove si suona, i negozi di seconda mano, i teatri e il movimento hipster tutto di Shimokita. Una chicca.
Uno scorcio sul loto a Parco Ueno – Foto di Matteo Bosi
Infine, per quanto riguarda i giardini e i parchi: onestamente, ogni angolo di verde ha qualcosa da ammirare perché è la cultura del verde giapponese a renderlo unico e perfetto. Tuttavia, se dovessi scegliere, sono i Giardini Rikugien a Ikebukuro i miei preferiti. Se cerchi i fiori di ciliegio, allora punta sul Parco Ueno, sui Giardini Shinjuku e il lato Chidorigafuchi del fossato che circonda il Palazzo Imperiale. Se ti interessa un angolo nascosto e magico, i giardini Hama Rikyu sono particolari per via della loro posizione e della cura. I colori, chiaramente, cambiano con le stagioni.
Tutta la zona di Tokyo è poi circondata da monti che sono un appuntamento speciale per gli amanti del trekking, nonché posti che talvolta nascondono storie inquietanti perché nascosti e impenetrabili. E’ il caso della foresta Aokigahara, chiamata anche Foresta dei Suicidi per la terribile pratica di cui è di frequente teatro.
Dove pernottare
La permanenza a Tokyo è abbastanza costosa. Anche gli ostelli sono sopra la media dei prezzi. Non provare a paragonare alcun posto in Asia con il costo del Giappone e di Tokyo in particolare perché ne rimarresti deluso. Si tratta piuttosto di un viaggio…in Svizzera. O a New York.
Nel scegliere l’alloggio devi considerare due fattori: la tipologia e il quartiere, poiché entrambi hanno grossa influenza sul prezzo.
Queste le tipologie di alloggio che puoi incontrare:
- Stile giapponese, ovvero futon srotolati su tatami; detta in parole tremende, si dorme per terra. Si cammina scalzi e spesso non esiste un tavolo con sedie, ma nuovamente si siede a diretto contatto con il pavimento. Una esperienza estremamente culturale e tradizionale, ma che spesso non fa per la colonna vertebrale occidentale per più notti di fila. A questa sezione appartengono le meravigliose Ryokan e Minshuku che in pieno centro di Tokyo è un po’ più difficile trovare: sono alloggi tipici giapponesi dove è richiesto anche di attenersi alle regole della casa; spesso includono i pasti. In città è possibile fare una esperienza simile anche affittando una casa intera.
- Stile occidentale: ecco i letti così come li conosciamo. Esistono hotel per tutte le tasche, fermo restando che per quelle più vuote comunque non si tratta di sistemazioni veramente “budget”. Scendendo sul prezzo si scende anche nei metri quadri della stanza: la mia personale esperienza di un ostello a Tokyo includeva un bagno in stanza delle medesime dimensioni di quello di un aereo. Una persona per volta, doccia ed evacuazione allo stesso momento: non consentite.
- Stile originale, ovvero ciò che potresti trovare solo qui. A questa categoria appartengono i famosissimi hotel capsula, sconsigliati al mille per mille a chi soffre di claustrofobia. Anche i manga café offrono alloggi, ma risulta difficile per un gaijin accedervi perché non sono quasi mai bilingui.
Stazione di Tokyo in stile europeo – Foto di Matteo Bosi
Per quanto riguarda i quartieri dove pernottare, Ikebukuro, Ueno e Asakusa sono i luoghi dove trovare sistemazioni a buon mercato; qui si trovano anche alloggi in stile giapponese tradizionale. Shibuya e Shinjuku sono perfettamente servite, quindi ottime per visitare la città, ma il costo è mediamente più alto. Ti metto in guardia soltanto su di un dettaglio: se l’indicazione fornita dall’hotel è “check-in ore 15.00”, non tentare di arrivare alle 14 sperando nella comprensione del receptionist. Qui non esiste eccezione. Né all’ingresso né all’uscita. E in linea di massima questa legge vale per tutte le regole scritte o sottintese del Giappone.
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Gap culturale
Eccoti ora un piccolo vademecum di promemoria su quelle che sono le regole sociali da non dimenticare. Perché in effetti, i giapponesi sono abbastanza fiscali su questo (anche se non ti verrà inflitta alcuna diretta condanna sociale per comportamenti fuori dalle righe…).
Prima di tutto, sii discreto: per strada, nei luoghi pubblici, nei ristoranti, negli alloggi. Voce alta, modi evidenti, contatto diretto, non sono generalmente graditi. Anche per soffiarsi il naso è bene usare discrezione, e le effusioni tra fidanzati è meglio lasciarle ai quartieri e agli orari più libertini; oppure alle stanze chiuse. Inoltre, in Giappone è richiesta una certa cortesia: in altre parole ai passaggi pedonali o sui mezzi non bisogna spingere, bisogna lasciare il posto a chi ne ha diritto, farsi da parte sulla scala mobile per lasciare defluire i frettolosi e rispettare le zone d’attesa sulle piattaforme dei mezzi.
Sushi – Foto di Matteo Bosi
A tavola valgono le regole del resto dell’Asia per le bacchette, con l’aggiunta del fatto che di solito esiste un paio di bacchette per il servizio dai piatti comuni. Un maestro sushi poi mi ha fatto notare che come io stavo addentando il mio sashimi era profondamente sbagliato: in linea di massima, il sushi e il sashimi non si mordono. Il sushi si può prendere con le mani e il sashimi non va inzuppato a lungo nella salsa di soia perché è sintomo che non si sta gradendo il pesce; né la salsa di soia va riempita di wasabi per lo stesso motivo. I nigiri godono del diritto di tuffarsi nella salsa da entrambi i lati, ma sempre per un tempo ridotto. Se sei un po’ incapace nell’uso delle bacchette, in ogni caso, non verrai deriso, tranquillo.
Mi raccomando anche nell’uso dei bagni pubblici che in Giappone sono molto ben curati. Le toilette con la turca hanno un verso di utilizzo (!!!!).
Attenzione se sei un fumatore: questa categoria è, oserei dire, ghettizzata in Giappone, con enorme gioia dei non viziosi. Per strada è assolutamente vietato fumare se non in circoscritte e ben delimitate aree che capirai presto essere attorno ai cestini della spazzatura. In nessun altro luogo si può fumare liberamente se non esplicitamente indicato. E non sia mai che si buttino i mozziconi per terra! Nei locali, dipende, ma qualunque sia il segnale indicato, consideralo legge marziale!
Divieto di fumare per strada – Foto di Matteo Bosi
Questi i dettagli più importanti; ho tralasciato le solite regole relative ai templi e altre maniere più specifiche che si possono apprendere per imitazione… o semplicemente perché non sono così fiscalmente richieste ai gaijin!
Ora sei pronto per tuffarti nella Tokyo che più ti pare! Ma non dimenticarti che perdervisi è il metodo migliore per scoprirne la vera natura. Buon viaggio!
camilla dice
Vivo a Shanghai e ho in programma di andare a Tokyo la prossima settimana. Grazie per il tuo articolo! Consigli utilissimi!
Rita Andreetti dice
Prego Camilla! Goditi questa bellissima città :-)
Luna dice
Non ho in programma a breve un viaggio in Giappone ma ho letto d un fiato il tuo articolo, bellissimo e interessante. Se mai dovessi decidere di partire per il Giappone ( che è comunque nella lista dei desideri) avrò una guida completa e molto esaustiva. Grazie!
Rita Andreetti dice
Grazie mille Luna! Un meraviglioso incoraggiamento per chi scrive :-)