Siem Reap è una cittadina di poco meno di 200,000 abitanti, situata nel nord-ovest della Cambogia. E’ anche la seconda città più conosciuta del Paese, dopo la capitale Phnom Penh.
E’ famosa sopratutto per il complesso di templi spesso erroneamente chiamato Angkor Wat (che vedremo più in avanti essere in realtà il nome di uno dei templi facenti parte del sito archeologico di Angkor).
Il centro della città di Siem Reap è attraversata dall’omonimo fiume, lungo oltre 80 chilometri, che nasce nel parco nazionale di Phnom Kulen.
Nonostante non sia la capitale e nemmeno la città più estesa della nazione, Siem Reap è però la città più visitata della Cambogia, soprattutto grazie ai templi di Angkor. Nel 1992 l’UNESCO ha dichiarato le rovine archeologiche di Angkor come patrimonio dell’umanità, inserendole anche nella lista per diventare una delle sette meraviglie del mondo.
Il periodo migliore per visitare Siem Reap, e la Cambogia in generale, va da ottobre a marzo. Durante il resto dell’anno tutto il sud est asiatico è colpito da monsoni e piogge persistenti che rendono molto difficoltosa la vita dei turisti, specialmente in cittadine meno sviluppate come Siem Reap, dove ci sono strade non asfaltate e non esistono i tombini!
I documenti che ti serviranno per entrare in Cambogia sono il passaporto, con validità di almeno 6 mesi, ed il visto di soggiorno, che può essere turistico o commerciale.
Ci sono due modi per ottenere il visto turistico: il primo è il visto “on arrival”, ottenibile in tutte le dogane del Paese, compresi gli aeroporti. Il secondo invece è ottenibile direttamente in una delle ambasciate Cambogiane sparse per il mondo.
Il mio consiglio, se stai soggiornando in Thailandia, è quello di recarti personalmente all’Ambasciata Cambogiana a Bangkok, dove potrai ottenere visto in pochi giorni, evitando così di perdere tempo in dogana al tuo arrivo in Cambogia (specialmente se arrivi con l’autobus o con il treno).
Alcune cose importanti da ricordare prima di partire:
- Le leggi Cambogiane richiedono a chiunque entri nel paese con un visto turistico di soggiornare almeno una notte;
- Nonostante la Cambogia abbia una sua moneta ufficiale (il Riel), nei ristoranti, bar, hotel, ed anche ad Angkor, ti verrà sempre chiesto di pagare in Dollari Americani. Puoi facilmente cambiarli in qualsiasi banca della città, oppure prelevare dagli ATM. Quest’ultima scelta te la sconsiglio però, poiché così come in Laos, anche in Cambogia ci sono state molte truffe a danni di turisti che si sono visti clonare le proprie carte di credito.
Come arrivare a Siem Reap
Nonostante Siem Reap sia una città in continuo sviluppo (oserei dire che sia quella con il maggior tasso di urbanizzazione di tutta la Cambogia, forse seconda solo a Phnom Penh), l’aeroporto situato a pochi chilometri dal centro città, non è ancora sufficientemente attrezzato per poter ospitare voli a lunga percorrenza, come può esserlo ad esempio un volo dall’Europa.
Dalla Thailandia
In aereo
Raggiungere Siem Reap dalla Thailandia (senza nessuno scalo) è possibile solo da Bangkok. Le compagnie che offrono questa tratta sono diverse; tra quelle a basso costo ‘è la AirAsia, mentre dall’aeroporto centrale di Bangkok (il Suvarnabhumi) ci sono la Thai Airways e la Cambodia Angkor Air.
I costi con le compagnie low cost partono da 120 Dollari per un biglietto di andata e ritorno; partono invece da 250 Dollari invece se decidi di usare la Thai Airways. Sia la AirAsia che la Thai Airways offrono due collegamenti giornalieri per e da Siem Reap.
In autobus
La distanza tra Bangkok e Siem Reap è di 360 chilometri. L’autobus è quindi un mezzo di trasporto alternativo all’aereo.
Ho personalmente sperimentato questo tipo di viaggio a fine novembre 2016, quindi posso descriverlo in dettaglio.
Iniziamo con il dire che gli autobus diretti a Seam Reap partono dalla stazione degli autobus di Mo Chit (nord di Bangkok), raggiungibile prendendo lo Skytrain fino all’omonima stazione, e lo shuttle-bus gratuito, oppure un taxi.
Il costo del biglietto è di circa 800 THB a persona (acquistabili su 12go.asia) e l’autobus che prenderai avrà i servizi igienici e l’aria condizionata; ti verrà inoltre offerta una bottiglietta d’acqua e un pasto caldo (riso con verdure) poco prima di arrivare al confine Cambogiano.
Se preferisci invece acquistare il biglietto di persona, allora ti consiglio di recarti alla biglietteria della stazione di Mo Chit qualche giorno prima della partenza, in modo tale da preservare i biglietti, visto che la tratta Bangkok-Siem Reap è molto gettonata.
Ci sono soltanto due autobus al giorno che vanno a Siem Reap, il primo parte alle 8:00 e il secondo alle 9:00. Entrambe impiegano attorno alle nove ore per raggiungere la città.
Una volta salito sull’autobus a Bangkok ed aver depositato i bagagli più grandi nella stiva (ricordati sempre di portare con te tutti gli oggetti di valore ed anche un maglioncino a maniche lunghe, dato che sull’autobus c’è sempre un’aria condizionata impostata a temperature polari), potrai rilassarti fino all’arrivo al confine.
Una volta al confine Cambogiano di Poipet, l’autobus si fermerà davanti alla dogana Thailandese. L’edificio dell’immigrazione è a diversi piani, dovrai seguire i cartelli e le istruzioni dello stuart che era sull’autobus con te, e salire al secondo piano.
A questo punto metterti in fila davanti agli ufficiali Thailandesi che controlleranno il tuo passaporto e il tuo visto, ti scatteranno una foto, ti chiederanno il formulario d’uscita (quel foglietto bianco che hai dovuto riempire prima di entrare in Thailandia, solitamente te lo consegnano già sull’aereo) ed infine ti stamperanno il visto d’uscita.
A questo punto puoi scendere di nuovo al piano terra e camminare verso la dogana Cambogiana. Anche in questo caso segui i cartelli, o segui la massa, perché la situazione sarà abbastanza spartana: una strada non asfaltata trafficata da qualsiasi mezzo pubblico possibile ed immaginabile.
Alla tua destra vedrai una casetta con scritto “visa”, quello è l’ufficio immigrazione Cambogiano. Entra nell’edificio e prendi uno dei formulari che ti verrà dato da un impiegato, sul quale dovrai scrivere le solite informazioni: nome, cognome, numero di passaporto, presso quale hotel risiedi, e il motivo per cui intendi entrare in Cambogia.
Una volta completato il tutto, allega una foto formato passaporto, e consegna il tuo documento e il formulario ad uno degli sportelli. Qui ti verrà chiesto di pagare 1,000 THB oppure 30 Dollari per il costo del visto, e fin qui niente di strano. Ma una volta che l’ufficiale chiamerà il tuo nome per ridarti il passaporto con incollato il visto Cambogiano, ti verrà chiesto di pagare 100 THB “per spese amministrative”.
Questa spesa extra non è menzionata da nessuna parte, e infatti se fai qualche ricerca su internet, vedrai che si tratta di una tattica per spillare soldi sottobanco ai turisti. Nonostante tu possa chiedere spiegazioni o ribadire che non è scritto da nessuna parte che devi pagare quei 100 THB, loro continueranno ad insistere per averli; e solo dopo ti ridaranno il passaporto.
Dopo aver avuto indietro il passaporto esci dall’ufficio visti, cammina sempre dritto alla tua destra sino al posteggio dove l’autobus con cui sei arrivato al confine Thailandese ti starà aspettando.
A questo punto vedrai un’altra piccola casetta fatta di lamiere, dovrai entrare, metterti in fila, e una volta arrivato allo sportello ti verranno prese le impronte digitali di tutte e dieci le dita, e ti verrà controllato il tuo nuovo visto Cambogiano. Ad alcune persone, perlopiù di nazionalità indiana, è stato chiesto di pagare 10 Dollari (sempre sottobanco) prima di riavere il proprio passaporto indietro.
A questo punto torna sull’autobus, che ripartirà non appena tutti i passeggeri avranno ottunuto il visto. Dal confine sino a Siem Reap ci vuole circa un’ora di viaggio.
L’autobus si fermerà in un’agenzia turistica che ti offrirà un tuk-tuk gratuito (oltre che cercare di venderti qualsiasi tour possibile immaginabile) che ti porterà direttamente in hotel. Come detto, questo passaggio dall’agenzia all’hotel è gratuito, ma durante tutto il viaggio l’autista del tuk-tuk continuerà a chiederti cosa farai nei prossimi giorni e ti proporrà una vasta gamma di tour, specialmente quelli alle rovine di Angkor.
Il ritorno invece è un po’ più difficoltoso (a meno che non abbia acquistato un biglietto andata-ritorno prima della partenza).
In tutti gli hotel e guest house troverai i biglietti per tornare a Bangkok ad un costo di soli 10 Dollari, e quando chiederai informazioni sul viaggio ti verrà detto che è un viaggio diretto per Bangkok, che viaggerai in autobus e non in minivan, e che ti verrà servito il pranzo; purtroppo sono tutte bugie.
La mattina della partenza verrà a prenderti un tuk-tuk che ti porterà sulla via principale di Siem Reap. L’autobus che sarà ad aspettarti sarà probabilmente vecchio, con sedili vecchi e rotti, e senza aria condizionata.
Una volta partito si fermerà praticamente ovunque, per caricare il Cambogiano di turno che vuole recarsi nel villaggio vicino, così come in ogni stazione di benzina possibile e immaginabile, dove ti verrà fatta pressione per comprare cibo e sigarette varie, in cambio di poter usare gratuitamente i servizi igienici.
La chicca finale sarà quella di fermarsi in una vecchia stazione di autobus (molto vicino al confine con la Thailandia), nella quale ti verrà proposto di comprare il pranzo. Sull’autobus dove viaggiavo io nessuno ha preso da mangiare, probabilmente erano tutti visibilmente scocciati dal fatto di doversi fermare di continuo. Morale della favola: un viaggio che all’andata è durato un’ora, al ritorno è durato ben cinque ore.
Se sarai “fortunato” come me, l’autobus ripartirà dopo 10 minuti, e potrai finalmente raggiungere il confine per inizio pomeriggio. A questo punto dovrai fare gli stessi passaggi dell’andata: ti prenderanno di nuovo le impronte digitali, ti verrà stampato un timbro d’uscita dal Paese e dovrai fare il visto d’entrata per la Thailandia – se non lo possiedi già.
Presta molta attenzione ad una cosa: quando scendi dall’autobus al confine Cambogiano, ti verrà dato un autocollante colorato da attaccare sulla tua maglietta o sullo zaino. Una volta passata tutta la trafila di uffici immigrazione vari, arriverai in Thailandia e lì ci sarà una persona che lavora per le compagnie di trasporto, con un autocollante del tuo stesso colore. Dovrai rivolgerti a lui per trovare l’autobus che ti porterà a Bangkok, che guarda caso, non sarà un autobus, bensì un minivan.
Un ragazzo che era sul mio stesso autobus da Siem Reap non si è accorto del fatto che stessero distribuendo autocollanti, ed una volta arrivato al confine Thailandese nessuno voleva farlo salire sul collegamento per Bangkok (nonostante avesse il biglietto dell’autobus come prova). Una scena surreale, ma purtroppo non rara in Thailandia.
In treno
Dalla stazione di Hualamphong di Bangkok parte un solo treno giornaliero per la Cambogia. I biglietti costano 52 THB, e sono reperibili online su 12go.asia, oppure recandoti direttamente in una delle biglietterie della stazione ferroviaria. Se decidi di scegliere la seconda opzione, ricordati di portare con te il passaporto, perché i tuoi dati verranno stampati anche sul biglietto del treno che acquisterai.
Il treno che dovrai prendere non è diretto a Siem Reap, ma è diretto a Aranyaprathet (una piccola cittadina situata a 255 chilometri da Bangkok). L’unico treno che fa questa tratta è un convoglio di terza classe, senza aria condizionata e con le panche di legno. Il viaggio dura circa 5 ore e mezza, con partenza alle 5:55 e arrivo alle 11:35.
A dir la verità c’è anche un secondo treno che parte da Bangkok e si dirige al confine; il problema è che parte dalla capitale Thailandese alle 17:35 ed arriva a Aranyaprathet alle 22:00. Dato che il confine tra Thailandia e Cambogia è aperto solo dalle 7:00 alle 20:00, dovrai passare la notte a Poipet, cosa che sinceramente non consiglio, visto che a parte i vari casino, a Poipet non c’è nulla da fare.
Una volta arrivato ad Aranyaprathet, dovrai prendere un autobus o un taxi per arrivare alla dogana di Poipet, e seguire la stessa procedura che seguiresti se avessi preso un autobus da Bangkok, con la differenza che dovrai poi prendere un altro taxi che da Poipet ti porterà a Siem Reap.
Aranyaprathet e Poipet distano solo 6 chilometri, ed una volta sceso dal treno troverai moltissimi tuk-tuk pronti a portare i turisti al confine. Il prezzo si aggira solitamente tra gli 80 e i 100 THB, a seconda delle tue capacità di contrattazione. Stai attento a non farti fregare dai conducenti dei tuk-tuk, i quali cercheranno di portarti in qualche agenzia locale, dove cercheranno di rifilarti il visto Cambogiano per un costo ben superiore ai 1,000 THB.
Dalla Cina
Se ti trovi in Cina, la tua unica opzione per arrivare a Siem Reap è quella di prendere un aereo. Non essendo la Cina confinante con la Cambogia, non ci sono autobus che collegano i due paesi, probabilmente anche a causa delle interminabili ore di viaggio, se non addirittura giorni, che ci impiegheresti.
Le compagnie aeree collegano Siem Reap da città cinesi come Haikou, Shanghai, Kunming, Guangzhou e, dal marzo 2017, anche Shenzhen.
Dove alloggiare a Siem Reap
La città di Siem Reap ha circa 700 hotel, guest house, e ostelli. Il mio consiglio è quello di prendere una camera in centro, in modo tale che la sera puoi muoverti liberamente a piedi, senza dover dipendere troppo dai tuk-tuk.
Le strade del centro sono piene di bar, ristoranti, e negozi vari, dove vendono anche artigianato prodotto da organizzazioni non governative locali, le quali versano poi il ricavato alle persone più bisognose.
Quello di cui mi sono particolarmente stupita (o forse probabilmente dopo anni a Bangkok ho affinato le mie capacità!) è l’ampio margine con cui potrai contrattare sui prezzi, specialmente in luoghi come il mercato notturno.
A differenza della Thailandia, dove i prezzi sono sempre più in ascesa e l’indisponibilità dei commercianti a contrattare pure, in Cambogia puoi riuscire a contrattare il prezzo anche fino anche ad ottenere uno sconto del 70%-80% sul prezzo iniziale.
Una guest house carina a due passi dalla via principale è il Golden Papaya. Prenota sempre una camera con l’aria condizionata; l’umidità in città può arrivare anche a oltre il 90%, e dormire può risultare davvero un’impresa ardua, specialmente durante la stagione più umida, da aprile e fine ottobre.
Dove mangiare a Siem Reap
La città offre una varietà di cibo abbastanza amplia. La via principale del centro, che è anche quella più movimentata la sera, dove potrai trovare un tuk-tuk per farti portare a visitare Angkor, è piena di ristoranti di ogni tipo, compreso un buon buffet Cambogiano di pesce situato alla fine della strada, sulla parte sinistra.
Un ottimo ristorante e con prezzi veramente bassi, è il Dakshin’s. Questo locale serve cibo indiano, e per cena c’è bisogno della prenotazione perché i tavoli sono pochi ed è un ristorante molto gettonato.
Se invece desideri mangiarti una buona pizza, ti consiglio Il Forno. Il ristorante è situato in pieno centro, all’interno di un piccolo mercato coperto. Anche in questo caso è meglio prenotare, poiché i posti a sedere sono limitati ed è un ristorante particolarmente apprezzato sia dai locali che dagli stranieri residenti a Siem Reap.
I templi di Angkor
Un po’ di storia
Ho lasciato questa sezione per ultima perché è quella che merita più spazio.
La maggior parte dei turisti che arriva a Siem Reap lo fa per visitare il sito archeologico di Angkor, ed in particolare la sua costruzione più famosa: Angkor Wat.
Considerato come uno dei siti archeologici più importanti del sud est asiatico (e sicuramente uno dei più affascinanti assieme alla valle incantata di Bagan, in Myanmar), Angkor si espande per oltre 400 chilometri quadrati, spalmati tra zone montagnose, pianura, foreste, ed anche un lago.
La sua importanza a livello mondiale, tanto da essere inserito come patrimonio dell’UNESCO negli anni ‘90, è data dal fatto che il parco archeologico contiene palazzi e templi Khmer risalenti al periodo che va dall’800 al 1400.
Le tre costruzioni più importanti ed imponenti del parco sono Angkor Wat, Angkor Thom, e il Tempio Bayon. Proprio quest’ultimo è stato anche scenario del film “Lara Croft: Tomb Rider” con Angelina Jolie.
Per centinaia di anni Angkor era il centro dell’impero Khmer: un potente regno, esistito tra il IX e il XV secolo, che conquistò i territori che oggi corrispondono a Cambogia, Thailandia (un esempio di architettura Khmer è il tempio Wat Arun a Bangkok), Laos, e Vietnam.
L’importanza dell’antica città di Angkor e dell’Impero Khmer in generale, è data anche dallo straordinario sviluppo tecnologico nel quale viveva. Un esempio è l’avanzato sistema di irrigazione, tutt’oggi visibile lungo le strade che portano da un tempio all’altro.
Angkor Wat, Angkor Thom, e Bayon
I templi e le costruzioni archeologiche da visitare all’interno di Angkor sono moltissime e tutte straordinariamente belle e suggestive. Per descriverle tutte non basterebbe un libro; mi limito quindi a descriverti le quattro più importanti:
Angkor Wat è il tempio per eccellenza, adottato anche dal governo Cambogiano come simbolo della bandiera nazionale. Angkor Wat è l’unico tempio buddista all’interno del parco che non è mai stato abbandonato, e difatti dopo essere stato l’edificio-fulcro dell’impero Khmer, dal 1500 è diventato un monastero buddista.
Angkor Wat è circondato da delle mura a loro volta cinte da un fossato. L’intero edificio era considerato la casa degli Dei. Più nello specifico, Angkor Wat è una rappresentazione del Monte Meru, dove i nobili vivevano nelle zone più alte, mentre i ceti sociali più bassi nelle aree a piano terra.
La torre più alta delle cinque totali che compongono il tempio e tutt’oggi è aperta ai turisti. E’ alta 65 metri e, così come tutto il tempio, è orientata ad ovest (a differenza della maggior parte dei templi, che sono orientati a est).
Per visitarlo tutto ti ci vorranno un bel po’ di ore, visto che si estende per 820,000 metri quadrati. Oltre all’interno anche l’esterno offre una vista molto suggestiva, specialmente vicino al piccolo laghetto situato all’entrata del tempio, dove potrai ammirare tantissimi fiori di loto.
Un’altra meraviglia architettonica è Angkor Thom. Il suo nome significa “Grande Città”, ed è stato costruito alla fine del 1100 d.C. dal re Jayavarman VII dell’impero Khmer.
L’intero monumento rappresentava una vera e propria cittadina, e re Jayavarnman per proteggerla decise di costruirci attorno delle mura alte 10 metri, che vanno a formare un quadrato di 3 chilometri per lato.
All’interno del perimetro di 9 chilometri quadrati dell’Angkor Thom c’è il Tempio Bayon, un’antichissima costruzione Khmer famosa in tutto il mondo per via dei suoi tantissimi (216) visi di Avalokiteshvara intagliati nella pietra, che da qualsiasi angolatura li osservi sembra che ti stiano guardando con un sorriso menigmatico.
Dopo il declino dell’impero, e dei vari saccheggiamenti da parte di popolazioni come i Thailandesi e i Birmani, la città di Angkor e i suoi templi sono stati abbandonati a sé stessi, dando l’opportunità alla vegetazione di crescere all’interno delle rovine. Un chiaro esempio di ciò di cui la natura è capace è il tempio Tha Prom.
Anche il Tha Prom è stato costruito in stile Bayon, e al suo interno troverai immensi alberi di cotone. Così come il Bayon, anche questo tempio è comparso nel film Tomb Raider; sebbene non l’originale, bensì una replica costruita apposta per le riprese.
Al suo interno si è stimato che contenesse più di 600 camere, e potesse ospitare una popolazione di 70,000 persone. All’epoca dell’impero Khmer, nel Tha Prom vivevano frati e monaci che detenevano il controllo sulla produzione di gioielli ed oro.
Il Tha Prom, così come Angkor Thom, è stata l’ultima capitale prima della caduta del regno Khmer nel XIII secolo. L’intero sito archeologico di Angkor è stato scoperto nel 1860 dal francese Henri Mouhot e messo subito sotto lavori di ristrutturazione dalla EFEO.
Come visitare il parco
La soluzione migliore per arrivare ad Angkor dal centro di Siem Reap è quella di prendere un tuk-tuk. Il parco è enorme ed il sole è cocente; a meno che tu non abbia l’idea di visitarlo in una settimana e quindi di noleggiare una bicicletta o una moto elettrica, ti consiglio di affittare un tuk-tuk.
Puoi trovarne praticamente ovunque, soprattutto nelle vie del centro, dove ci sono negozi e ristoranti. Il prezzo che ti verrà chiesto è sempre attorno ai 14 Dollari per tuk-tuk, e nonostante tu possa decidere l’orario e il tour da fare, il tuk-tuk starà con te dentro Angkor, accompagnandoti da un monumento all’altro, per circa 5-6 ore.
Come entrare
Ogni mattina all’alba migliaia di turisti entrano ad Angkor per vedere il sole sorgere dietro le rovine di Angkor Wat. A mio parere questo è il tour più classico (ed affollato); se vuoi vedere il sorgere del sole da un’altra parte del parco, meno gettonata ma comunque suggestiva, recati al lago Srah Srang.
Molti conducenti di tuk-tuk chiedono un supplemento di prezzo per recarsi all’alba oppure per vedere il tramonto verso le 17:00. Quello che ti consiglio è di “affittare” lo stesso tuk-tuk per tutti i giorni che andrai a visitare Angkor, in modo tale da poter avere più margine sulla contrattazione del prezzo, e comunque creare anche un legame con il tuo “autista”, che molto spesso (come successo a me!) ne sa di più di molte guide turistiche.
Una volta trovato il mezzo con cui andare ed arrivato all’entrata del parco, dovrai comprare il biglietto. I prezzi fino a fine 2016 erano di 20 Dollari per 1 giorno, 40 Dollari per 3 giorni, e 60 Dollari per 7 giorni. I giorni non devono per forza essere consecutivi, poiché ogni volta che entri nel parco ti viene fatto un bollino sul biglietto corrispondente al numero di volte in cui sei entrato. I biglietti per 3 giorni sono spendibili all’interno di una settimana, mentre per quelli di 7 giorni hai un intero mese a disposizione.
A partire dal 2017 però i prezzi sono aumentati: per 1 giorno ti vengono chiesti 37 Dollari, 62 per 3 giorni, e 72 per 7 giorni. Gli orari di apertura sono invece rimasti invariati:
- 5:00-17:30 per i tempi dove guardare il tramonto e l’alba (Angkor Wat e il lago Srah Srang);
- 5:00-19:00 per Phnom Bakheng e Pre Rup;
- Tutti gli altri templi sono aperti dalle 7:30 alle 17:30, eccetto il Phnom Kulen e il Beng Mealea, dove per entrare devi acquistare un biglietto supplementare.
Una volta entrato dovrai metterti in fila per acquistare il biglietto in contanti, non c’è possibilità di pagare con la carta di credito; c’è però l’opportunità di prelevare Dollari in uno degli ATM situati vicino all’entrata.
Alla biglietteria ti verrà richiesto nome e cognome, e ti verrà anche scattata una fotografia digitale con una videocamera di quelle che si usano sui computer fissi. In questo modo il biglietto che ti verrà dato sarà esclusivamente ad tuo uso, ed ogni volta che entrerai nel parco ti verrà controllato dagli impiegati alla sorveglianza.
Due cose importanti:
- Nel caso tu perda il tuo pass ti verranno chiesti 100 Dollari per rifarlo; 200 per i biglietti da 3 giorni, e 300 per quelli settimanali;
- Essendo Angkor un luogo anche religioso, ricordati di coprire spalle e gambe, altrimenti potrebbe esserti negato l’accesso.
Una curiosità
Dal novembre 2016 la Angkor Enterprise ha dichiarato che su ogni biglietto acquistato verranno devoluti 2 Dollari all’ospedale pediatrico Kantha Bopha, fondato dal Dottor Beat Richner. Questo medico Svizzero si è occupato della costruzione di cinque ospedali infantili in tutta la Cambogia, i quali oggi curano più dell’85% dei bambini Cambogiani.
Nel solo mese di Dicembre 2016 ad Angkor sono stati venduti 249,482 biglietti; ognuno delle quali ha contribuito a donare 2 Dollari, per un ricavato di quasi mezzo milione di Dollari donati in beneficenza.
Photo Credits: Cambodia – Angkor Wat – sunset by Harshil Shah
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