La campagna di Sidemen nell’entroterra di Bali e alle spalle il Monte Agung – Foto di Matteo Bosi
Non è infrequente sentir accostare al nome di Bali quello di “paradiso”. Questo spicchio di Indonesia si è guadagnato la fama di essere uno dei posti di villeggiatura dell’Asia più memorabili. Indubbiamente, è il connubio tra un territorio variegato e adatto a qualunque forma di turismo, e una innata attitudine all’ospitalità, ad avere reso Bali così rinomata.
Inoltre, negli anni l’offerta è migliorata al punto da essere adatta a qualunque tasca. Da… Obama ai backpackers!
Un’isola sì, ma dove
Bali fa parte dell’arcipelago dell’Indonesia. In particolare, si trova tra l’isola maggiore di Giava e quella più piccolina di Lombok. Lo stretto di Bali separa Giava da Bali ed è facilmente percorribile in barca. I collegamenti con Lombok e le isole Gili sono migliorati negli ultimi anni e aumentati.
Bali è un’isola vulcanica. Buona parte delle sue spiagge sono quindi di sabbia tipicamente scura, mentre la parte sud-ovest offre scogliere scoscese sul mare con piccoli angoli sabbiosi. Le spiagge dell’area sud-est sono artificialmente mantenute, il ché vuol dire che sono piuttosto tranquille o in altri termini, noiose. Dipende dai punti di vista.
Pescatori sulla scogliera vicino a Padang Padang – Foto di Matteo Bosi
Bali inoltre è un’isola davvero piccolina, 140 km di lunghezza e 80 km altezza, per semplificare. Tuttavia, non posso dire si giri “comodamente” in auto, ma di questo parlerò a seguire.
Due sono i vulcani attivi dell’isola: il Monte Agung, è quello che ha catturato l’attenzione anche di recente, a fine 2017, rovinando i piani di molti turisti. Insieme ad Agung, svettano il vulcano Batur (anche questo attivo) e il Monte Abang. Queste cime mantengono il clima dell’entroterra umido e piovoso. E, avviso a te, possibile turista, mantengono allegra l’allerta eruzioni e terremoti…
Accanto alla montagna, un’estesa foresta tropicale abbraccia l’isola e si intreccia agli insediamenti abitativi, creando un panorama complessivo affascinante e selvaggio. L’agricoltura, inoltre, ha plasmato l’aspetto di Bali e i terrazzamenti di riso sono un’attrazione e una bellezza in certi punti, come a Jatiluwih, che è stata addirittura iscritta al Patrimonio dell’Umanità.
Quando andare a Bali
Essendo una meta molto famosa e davvero battuta da certi popoli, tra cui cinesi e australiani, l’alta stagione è in realtà un calendario un po’ complesso. Prima di tutto, è alta stagione l’estate, luglio e agosto, quando cioè la stagione secca arriva e garantisce lunghi periodi a digiuno di piogge. In realtà, a seconda delle aree, si possono avere temporanei acquazzoni, ma nulla che vada a rovinare la vacanza.
A questi due mesi di picco, si aggiungono giugno, settembre e ottobre dove l’affluenza è minore ma il clima ancora perfetto. Oltre a questi frangenti, vanno poi considerate le vacanze scolastiche australiane e le festività nazionali cinesi. Inoltre, è in aumento il turismo locale: quando sono stata io, all’inizio di maggio, a parte non aver visto una goccia, la zona era trafficatissima di indonesiani, e in special modo i templi. Le code!
Comunque, qualunque sia il periodo in cui scegli o sei costretto ad andare, le temperature sono miti tutto l’anno; ovvero, fa caldo ma non in maniera insopportabile (da 24° a 32°) e questa è una delle tante ragioni che rende Bali una meta speciale.
Una cerimonia induista diretta a Besakih che occlude la strada – Foto di Rita Andreetti
In secondo luogo, se ti interessa visitare Bali per le numerosissime attività che vengono tenute sull’isola, informati con largo anticipo sul quando si svolgono: c’è il festival degli aquiloni durante l’estate, il festival del blues e del cibo a maggio; oppure, le cerimonie sacre ai templi, che colorano e animano anche le città. E altre ancora.
Come ottenere il visto per l’Indonesia
Il Visto è semplice tanto quanto un affare burocratico insopportabile. Per i cittadini italiani, il Visto turistico di durata massima 30 giorni, si fa all’arrivo e non costa nulla (salvo ovviamente, la validità del passaporto di almeno ulteriori 6 mesi, e l’assenza di elementi pregiudiziali). Non ci sono inoltre richieste particolari (fototessere o altro).
Il tribolo riguarda piuttosto la infinita fila in cui, una volta scesi dall’aereo, ci siamo trovati invischiati. E per fortuna che mia figlia ha meno di due anni, per cui abbiamo vinto la “fast lane”, dalla quale ci siamo liberati in soltanto mezzora. Le coppie giovani, i gruppi, i viaggiatori singoli, si sono trovati avviluppati in un serpentone senza fine e sì, probabilmente ne avranno avuto per un paio di ore.
Il Pura Uluwatu sul calar del sole – Foto di Matteo Bosi
Se vuoi evitare la coda all’arrivo, oppure hai intenzione di permanere più di trenta giorni in Indonesia, in quel caso puoi (anzi devi per i soggiorni lunghi) richiedere un Visto a pagamento. Se hai tempo da perdere, puoi fare un primo visto di trenta giorni a 35 $ all’arrivo, e poi richiederne l’estensione. Oppure, prima di partire ti rivolgi all’Ambasciata o agli Uffici consolari indonesiani o alle agenzie che si occupano di sbrigare le pratiche per i visti. Bada che a seguito dell’entrata in vigore di nuove normative, per i visti di lunga durata è vincolante il porto o aeroporto di ingresso e di uscita. Consulta questa pagina per maggiori informazioni.
Indirizzi utili
A Bali ha sede un ufficio consolare, mentre l’Ambasciata si trova invece a Jakarta.
Consolato di Jimbaran:
Sig. Giuseppe CONFESSA
Lotus Enterprise Building
Jl. By-Pass Ngurah Rai, Jimbaran BALI
Tel. Ufficio: +62-361-701005 . Fax: +62-361-701005
Cellulare: 0812-3904471 (per chi chiama dall’Italia: 00.62.812.390.44.71)
Home page: http://www.italconsbali.org
E-mail: [email protected]
Ambasciata di Jakarta:
Jalan Diponegoro no. 45,
Menteng
Jakarta 10310, Indonesia
Tel.: (+62-21) 319.374.45
Fax: (+62-21) 319.374.22
Ufficio Consolare: Tel./Fax (+62-21) 319.234.90
Cellulare di emergenza: 0815 181.13.44 (per chi chiama dall’Italia, 0062.815.181.13.44).
E-mail: [email protected]; [email protected]
Numeri utili:
Ambulanza: 118
Croce Rossa: +62 361 480282
Polizia: 110
Polizia turistica: +62 361 754599 e +62 361 763753
Fedeli al tempio – Foto di Matteo Bosi
Ecco poi una breve lista delle App che puoi prepararti sul cellulare prima della partenza; magari non le userai tutte, ma alcune ti risparmiano tempo e altre ti risparmiano fatica:
My Blue Bird: è il servizio taxi più affidabile in Bali, specialmente quando sei in cerca di un ritorno da Kuta la sera tardi oppure necessiti di un transfer dall’aeroporto all’hotel. Poiché è diffusamente conosciuto il fatto che il servizio sia il più ricercato, spesso le auto si “truccano” da Taxi Blue Bird anche se non lo sono. Per sfuggire alle fregature, usa la App. Oppure presta attenzione al logo ufficiale che deve essere posto: in cima all’insegna “taksi”, sul fianco dell’auto, sul parabrezza all’interno dell’abitacolo, sui poggiatesta e l’autista deve indossare la divisa Blue Bird.
La App My Blue Bird, dopo una facile registrazione, ti consente di rintracciare il taxi e fare una stima del costo del viaggio. Controlla sempre, anche se hai preso un taxi Blue Bird, che il taxista effettivamente attacchi il tassametro. E soprattutto, prenota la macchina con anticipo se puoi. La App si scarica qui se hai un iPhone oppure qui per il tuo cellulare Android.
- Go-Jek: è una piattaforma multiservizio che assomiglia un po’ ad Alipay o Wechat cinese, se non che il suo core business nasce nelle consegne e nei trasporti, e poi si è allargato. In quanto turista, immagino potrai fare largo uso del passaggio in motorino o della consegna del tuo spuntino sotto l’ombrellone, o ancora della spesa porta a porta. Scarica la App qui se ha un iPhone e invece a questo link se hai Android.
- Uber: se sei tra coloro che ancora non conosce Uber, si tratta di una piattaforma di servizi di trasporto (passaggi in auto) offerti da privati che si trasformano a pieno titolo in autisti. Offrono anche tratte lunghe, tuttavia per queste ti invito anche a considerare i viaggi in auto privata degli autisti che ti fermano per strada o che ti indicano all’hotel: sono tra i mezzi più usati a Bali, e quindi più economici. Uber si scarica qui se hai un iPhone e qui se hai un Android.
- Grab: altra App per la chiamata dei taxi; funziona in diverse parti dell’Asia e non poteva mancare a Bali. Per darti un’idea, usa un sistema simile a Uber. Anche questa sta allargando il suo giro seguendo l’esempio di Go-Jek, ma su Bali i servizi non sono ancora tutti disponibili (almeno al momento della stesura di questa guida). Per scaricarla clicca qui se hai un iPhone, invece clicca qui per il tuo cellulare Android.
- Tokopedia: è il più grande negozio online indonesiano e funziona come Taobao o Ebay. Si trovano molti prodotti importati, quindi se ti trovi nella necessità di cercare qualcosa in particolare, questa risorsa potrebbe fare al caso tuo. Ovviamente fai riferimento al sito internet oppure, come sopra, alla App, per Android o per iPhone.
Assicurazione di viaggio e medicine
Il livello della sanità a Bali è migliore di quello del sud-est asiatico, ma gli standard non sono paragonabili all’Italia. Nell’isola puoi trovare diverse cliniche private o internazionali, localizzate per lo più nell’area Denpasar-Seminyak-Kuta, ma non solo. Per trattamenti speciali o straordinari, è possibili che i prezzi richiesti siano vertiginosi e il pagamento necessario in anticipo sull’ospedalizzazione. Perciò, in questa situazione una adeguata assicurazione di viaggio è indispensabile.
Il sito della Farnesina raccomanda di dirigersi verso Singapore per situazioni speciali o urgenti, che le connessioni aeree con Singapore sono frequenti e rapide.
Una anziana signora si riposa durante l’estenuante raccolta manuale del riso – Foto di Matteo Bosi
Sebbene le farmacie siano un po’ ovunque (occhio, alcune hanno sembianze di profumeria/farmacia), certi trattamenti sono più cari. Perciò ti consiglio di dotarti di un kit di farmaci standard per il viaggio, più rifornirti dei medicamenti di cui fai uso specifico. A questo aggiungere:
- un repellente per zanzare a largo spettro (o tropicale)
- una crema solare a protezione molto alta
- una dotazione completa per la dissenteria del viaggiatore (fermenti lattici in capsula, un antidiarroico, minerali solubili)
Mi sono trovata nella situazione di dover acquistare qualcosa per alleviare la tosse di mia figlia (2 anni): in farmacia a Ubud mi hanno dato uno sciroppo, un prodotto naturale locale, di 125 ml, al costo di circa 10 Euro. Rapportato al costo della vita locale, praticamente un nettare degli dei!
Clicca qui per leggere i nostri consigli su che assicurazione da viaggio utilizzare.
Vaccinazioni
Il sito della Farnesina raccomanda le vaccinazioni per tifo, paratifo, epatite A e B, vaccinazione antitetanica e contro la febbre gialla.
Dopo la stagione delle piogge si sono registrati degli aumenti di dengue che è trasmessa da una zanzara; così come si sono verificati in passato molti casi di febbre aviaria, quindi è bene evitare inutili esposizioni a pollai o mercati di uccelli. Se stai pensando anche alla malaria, no per fortuna Bali è considerata “malaria-free”.
Un cane randagio appisolato al tempio di Tirta Empul – Foto di Matteo Bosi
Altra cosa, e questa è una raccomandazione speciale per le famiglie, a Bali troverai molti cani randagi. La maggior parte di loro non mostrano carattere aggressivo perché molto abituati a stare in mezzo alla gente; ma veicolano malattie, tra cui la rabbia e diversi problemi della pelle. Ovviamente, se affamati, cambiano completamente atteggiamento. Quindi giraci alla larga, i Balinesi per primi tendono a cacciarli e non ne troverai proprio nei resort e negli alberghi di livello. Oltre ai cani, ci sono scimmie un po’ ovunque, in particolar modo a Ubud: sembrano animali socievoli e innocui, ma non lo sono come ti verrà spiegato. Se diventano aggressivi, possono essere davvero un rischio per la salute.
Internet e telefonia
La connessione internet è generalmente diffusa in tutti gli hotel; pure i ristoranti tendono a rendere disponibile la password al tavolo. Non avrai problemi di copertura nei resort e negli hotel di lusso, ma può succedere che gli homestay e i B&B non provvedano ad una adeguata connessione nelle camere (specialmente se sei in mezzo alle risaie!). Questo è tra i commenti negativi più presenti nelle recensioni degli alloggi. Tuttavia, è generalmente un po’ lentina rispetto alle abitudini nostrane.
È quasi d’obbligo, anche per una permanenza breve, dotarsi di una SIM card locale: prima di tutto per poter usare agevolmente le App che ti ho elencato qui sopra senza incorrere in sovraprezzi da roaming internazionale; e poi perché se ti vuoi muovere in libertà con i motorini, o la bicicletta, non puoi prescindere dalle mappe. Non è che a Bali ci siano tutte queste strade, ma alcune di quelle che ti potrebbero apparire come mulattiere senza traccia umana, sono magari arterie principali…
Inoltre, per i contatti con gli autisti, si fa largo uso di WhatsApp. Perciò è bene essere raggiungibili a qualunque ora e in qualunque angolo.
Il primo consiglio che ti posso dare è: evita di acquistare una SIM card in aeroporto, soprattutto prima dell’uscita. Sono capaci di sovraccaricare il prezzo della SIM di qualcosa come 150.000 IDR (rupie indonesiane), che in altre parole significa che potresti pagare 20 Gb di traffico internet 13 Euro anziché 5 Euro! Secondo punto, verifica attentamente che cosa include l’offerta e non lasciarti abbindolare dal numero di Gb: non sempre al traffico dati è associato il traffico voce. E questo significa che il tuo telefono indonesiano potrebbe essere del tutto tagliato fuori dal fare telefonate; essere abilitato solo a riceverne. Ma onestamente, non puoi non avere una disponibilità di chiamate, anche se minima; è utile nei casi di emergenza.
Le compagnie telefoniche che hanno la copertura più estesa sono Telkomsel (la SIM si chiama simPATI) e Indosat (con IM3); lascia perdere altri fornitori di servizio perché nelle zone remote non sono attivi e il tuo telefono diventa un soprammobile. Il prezzo medio di una carta con internet e una manciata di minuti di chiamate, va da 85.000 IDR a 120.000 IDR.
Moneta e carte di credito
In Indonesia si usa la rupia indonesiana, IDR . Questa moneta ha per lo più tagli in carta moneta, mentre le monetine (o piuttosto, monetone), non ti capiterà di maneggiarle di frequente, a meno di non saltare su di un bemo.
Il servizio degli ATM e dei cambia valute è diffusissimo specialmente nelle zone turistiche del sud e a Ubud. Rivolgiti sempre a quelli ufficiali. Non ti consiglierei di cambiare i soldi prima della partenza, ma è possibile che per prelevare direttamente in aeroporto tu debba fare un po’ di coda.
Se vuoi evitare questo contrattempo e la possibilità che il cambia valute dell’aeroporto facciano prezzi poco onesti, puoi partire con una somma minima giusto per cavarci fuori il taxi fino all’hotel e un margine di sicurezza. Per tuo riferimento, il costo del transfer dall’aeroporto a Ubud è di 350.000 IDR e invece verso Nusa Dua è di 200.000 IDR.
A Bali ho avuto modo di utilizzare il circuito Mastercard e Visa senza problemi. La cinese Unicom invece non è stata accettata ovunque come mi aspettavo, quindi se quella è la tua carta di credito magari portati un’alternativa.
La delicata questione dei trasporti e delle strade
Arrivare a Bali è molto più facile che spostarsi a Bali!! L’isola è ben collegata perché è una meta turistica estremamente rinomata, ma la condizione delle infrastrutture non è al passo con la massiccia affluenza. Le strade sono strette e frequentatissime da un traffico molto eterogeno: auto, pullman, bemo, e cospicuo flusso di moto motorini e motorette che non hanno alcuna corsia dedicata, e si riversano sulla medesima via d’asfalto delle auto. Nelle strade che attraversano i centri abitati, molto di rado si trovano i marciapiedi, oppure se ci sono, sono solo da un lato o sono malmessi, e quindi i pedoni sono costretti ad un certo zig zag e sali e scendi dalla strada. E poi non dimentichiamo la fauna selvaggia!
Fedeli (e turisti) immersi nelle acque sacre di Tirta Empul – Foto di Matteo Bosi
Tutta questa viabilità minore tocca e influenza la velocità e la fluidità del traffico su gomma. Quindi se sulla carta l’isola è piccola e i chilometri pochi, nella realtà le distanze sono dilatate, e lo scorrimento a singhiozzi. Questo è un dettaglio fondamentale da tenere in considerazione nel pianificare gli spostamenti e i tour giornalieri: i trasferimenti inefficienti o male calcolati potrebbero rovinarti la vacanza! Non peccare di ingordigia da turista pensando di poter gestire più di una, massimo due tappe in una stessa uscita; e confrontati sempre con i locali, per verificare che quei 10 km di cui ti parla Google Maps, non siano in realtà un cammino segnalato del CAI. Inoltre, controlla che il tuo autista sia informato a dovere sulle strade, i tempi di percorrenza e i piani B nelle situazioni impreviste. Perché lui è la tua ancora di salvezza!
Aereo
Per raggiungere Bali dall’Italia si arriva necessariamente all’aeroporto di Denpasar, il Ngurah Rai International Airport. È l’unico scalo dell’isola e serve sia i voli internazionali che quelli domestici. Ma, c’è un ma.
E te lo racconto così: siamo in viaggio da circa 6 ore perché arriviamo da Hong Kong, e mia figlia inizia a mostrare evidenti segni di agrezza da aereo. La distraggo, quando vedo che ci stiamo approcciando a terra, raccontandole cosa vediamo dal finestrino: “ecco, guarda, stiamo per atterrare, ora l’aereo scende, tira fuori le ruote e la pista si avvicina…” Ma in realtà mi sorge un dubbio, siamo ancora un po’ in alto… e infatti l’isola che pensavo fosse Bali era probabilmente Giava, perciò ce la lasciamo alle spalle e sotto di noi inizia una distesa di acqua blu profondo rigata da qualche scia di barca; mentre l’aereo si abbassa sempre di più.
“Ah no, non era quella Bali, ma ora ci arriviamo eh! Cioè questo è mare, stiamo ancora sorvolando il mare, ancora mare, un altro po’ di mare…però siamo ben bassi eh…” Quando già mi stavo domandando se per caso l’aereo non fosse un idrovolante, e con il piedino verificavo con nonchalance il giubbotto sotto il sedile, ecco spuntare una lingua di terra e in tre secondi tre, ci appoggiamo con grazia sull’asfalto.
La pista del Ngurah Rai nasce quasi dal blu delle acque ed è relativamente corta al punto da avere alcune limitazioni nell’accettazione dei velivoli. Perciò dall’Italia non esiste un volo diretto su Bali, ma è necessario fare scalo a Dubai, Doha o Singapore, per citarne alcuni.
L’aeroporto di Ngurah Rai è molto efficiente e relativamente nuovo. Si trova a venti minuti di auto da Nusa Dua e Sanur, ben collegata dalla nuova autostrada. Facilmente raggiungibili anche Seminyak e la costa a ovest, così come pure Jimbaran e Uluwatu. Per Ubud, conta almeno un’ora e mezza di tragitto per via del traffico, e per il nord anche fino a tre ore di auto.
Il panorama del Lago e Monte Batur – Foto di Matteo Bosi
Ti consiglio di organizzarti in anticipo per il trasporto fino all’hotel: tantissimi alloggi hanno il proprio driver o quanto meno una schiera di auto private che li aiutano a scarrozzare i turisti; quindi non esitare, come prima soluzione, a chiedere proprio all’albergo. Ti suggerisco infatti di evitare di cercarti un autista all’uscita dell’aeroporto perché, soprattutto se arrivi in alta stagione, la sera o peggio la notte, l’uscita degli arrivi può essere davvero affollata e frastornante. Pensare di doversi destreggiare anche nell’individuare un passaggio potrebbe farti iniziare male la vacanza. Tra l’altro i balinesi, sebbene educatissimi, sanno anche essere insistenti. Quindi, la soluzione migliore è o un autista pre-organizzato o un taxi preventivamente prenotato. C’è inoltre il servizio bus, ma non pare essere così capillare; controlla le tre linee disponibili a questo link.
Auto con autista e taxi
Preciso subito che sì, è possibile noleggiare un’auto e guidare a Bali con la patente internazionale; ma che, no, non è saggio farlo. Il traffico è troppo particolare, potresti rischiare un inutile accumulo di stress che in vacanza non auguro a nessuno. La guida è a sinistra, quindi al contrario dell’Italia. Questo per rendere le avventurose strade locali ancora più frizzanti.
Le auto private con autista si trovano con estrema facilità e quindi non c’è bisogno di tentare la strada dell’avventura locale. Se proprio ci tieni, piuttosto noleggiati un motorino che anzi è l’ideale per le distanze brevi.
Distanze medio lunghe e spostamenti notturni sono ottimamente coperti da autisti e taxi. Gli autisti li trovi, come dicevo qui sopra, chiedendo al tuo hotel oppure ad amici che siano già stati là e abbiano qualcuno di fidato da consigliarti.
Se fai richiesta con anticipo, ti recuperano anche il seggiolino auto per il pupetto, sebbene non sia obbligatorio sulle strade balinesi.
L’autista privato ad uso giornaliero costa 550.000 IDR, a volte richiedono una aggiunta per il noleggio del seggiolino. In tanti hanno auto sette posti quindi i bagagli ci stanno sempre problemi. Per una mezza giornata o per una serata senza troppi chilometri, calcola 400.000 IDR (ad esempio, da Nusa Dua a Uluwatu e ritorno). Gli autisti sono generalmente d’accordo ad aspettarti anche per alcune ore, cioè fa parte del loro servizio ed è incluso nella somma. E alcuni più capaci o disponibili offrono nell’ordine:
- servizio di guida turistica all’interno dei siti
- baby-sitting mentre la figlia dorme in macchina
- servizio taglia code e acquisto biglietto per spettacoli, mentre tu ti visiti il tempio
Discuti e decidi insieme al tuo driver le tappe e le dinamiche delle gite: ti saprà consigliare sui tempi e sulle aeree da visitare. Inoltre, certe zone sono un po’ “vietate” ai taxi per via di una specie di cricca degli autisti che controlla la zona e ne previene l’accesso. Stesso problema in alcuni templi dove loschi figuri piantano grane nel tentativo di spillarti una mancia non dovuta: fatti accompagnare dal tuo autista, fatti scortare durante l’acquisto del biglietto e non lasciare mance a quelli a cui non ti senti di darle.
In ultimo, la visita ai luoghi d’interesse di solito prevede il pagamento del parcheggio, quindi chiarisci subito se la somma è inclusa o esclusa dal vostro accordo.
Motorino
È il principe dei trasporti, perfetto se sei da solo o in coppia, ma ci ho visto anche delle famigliole spostarsi. In particolare nei dintorni di Ubud o sulla costa di Seminyak se vuoi cambiare aria rimanendo nelle vicinanze (ma la sera qui il traffico impazzisce, stai attento!). In realtà sta prendendo il controllo delle strade, si potrebbe dire, e i turisti lo scelgono anche per tragitti lunghi (o meglio, “lunghi”, perché come si diceva le distanze sono relative). E così, i balinesi ormai lo usano anche per tragitti che potrebbero tranquillamente percorrere…a piedi.
Tuttavia, non mi sento di dire che sia il viaggio più salubre possibile, specialmente se si rimane intrappolati in qualche ingorgo da processione o il sabato sera verso Kuta. Capaci di respirare davvero i peggio fumi dalle auto e dagli altri motorini.
L’uso del casco è obbligatorio, fanne richiesta, e in teoria, al noleggio, dovrebbero volere anche la patente internazionale. In teoria… I prezzi variano ma la media è sui 50.000 IDR al giorno. Controlla sempre il mezzo che andrai ad usare perché passano di mano in mano e attraversano tutta Bali e le sue strade travagliate, quindi la prudenza non è mai abbastanza.
Ma soprattutto, se non hai un minimo di confidenza sulle due ruote, non mi sentirei di consigliarti l’avventura. Specialmente se carichi qualcuno sul retro: ho visto realizzarsi sorpassi veramente millimetrici, e i balinesi usano un codice di comunicazione che ovviamente non ci appartiene, alternando clacson luci o frecce. La strada, insomma, ha le sue regole non scritte e richiede un po’ di dimestichezza e forse, una vena di incoscienza.
Vuoi mettere quanto è più comodo sedersi sul retro e guardare qualcun altro guidare??
Un’ultima raccomandazione: se esci dalle città, potresti dover fare benzina nei distributori casalinghi. I distributori veri e propri sono solo nei centri maggiori, mentre fuori la benzina la trovi dentro bottiglie di vetro esposte sulla strada, e si paga chiaramente un po’ di più.
Bicicletta
La biciletta è perfetta a Sanur e Nusa Dua, ma meno favorita tra Kuta-Legian-Seminyak-Canggu. Sarebbe il mezzo perfetto anche per esplorare i dintorni di Ubud, se non fosse che è un tantino sali-scendi quindi è un’opzione solo per ciclisti capaci. Non puoi aver problemi a trovare chi ti noleggia una bici perché le agenzie sono ovunque per strada, e tutti gli hotel sono informati e preparati se non per noleggiartela direttamente quanto meno per suggerirti chi lo può fare.
È molto diffuso anche il cicloturismo organizzato, dove una guida ti preleva all’hotel e unisce alla strada da percorrere la scoperta della vegetazione, dei villaggi nascosti e magari anche un pasto tipico.
Bemo
I bemo sono dei furgoncini multiposto dalla forma simpaticissima – infatti sono di fattura giapponese – che rappresentano quel che rimane del trasporto pubblico balinese. Stanno infatti per essere tristemente soppiantati dalle due ruote di cui tutti i locali sono muniti.
I bemo sono il mezzo indigeno per eccellenza, perciò se un turista li sceglie può succeder che gli venga applicato un prezzo “turistico”. Per questo è bene guardare quanto pagano gli altri e preparare le famose monetine che di rado maneggerai. Di solito non partono se non sono al completo o molto pieni, di qualunque forma di vita necessiti trasporto… Hanno tragitti prestabiliti e si fermano con un cenno della mano.
Dove alloggiare a Bali
L’offerta alberghiera di Bali è straordinariamente variegata. Si va dagli ostelli con stanze dormitorio, ai bed & breakfast, agli homestay gestiti sempre dalle stesse sorridenti facce, fino appunto ai resort e gli hotel di lusso. Di recente poi, si è diffusa tantissimo la forma della permanenza in villa, affittata anche per lunghi periodi, dove davvero c’è da sentirsi proprio come a casa.
Clicca qui per trovare le migliori sistemazioni a Bali.
Ti consiglio di fare le dovute ricerche prima di prenotare una villa, e sincerarti che tra i commenti non ci siano esperienze di delocalizzazioni dell’ultimo minuto o location introvabili. Ci sono stati precedenti su questo punto.
Spettacolo di danze Kecak al Pura Uluwatu – Foto di Matteo Bosi
I problemucci più frequenti nelle residenze un po’ più economiche sono legati agli insetti e all’umidità. Zanzare e formiche (grandi almeno un centimetro) sono le compagne di tutti i giorni, perciò fai un attento uso delle zanzariere e delle porte. Inoltre, ovunque sono piscine, e quindi come potrai immaginare ci potrebbero anche essere topolini amanti dell’acqua: è indispensabile che controlli che l’acqua della vasca sia filtrata e clorata (basta sentirne l’odore).
Non è raro inoltre, che i servizi della stanza siano organizzati…all’aperto! O quanto meno, la doccia spesso si trova con vista cielo. Se ti preoccupa che rumori e odori possano disturbare i vicini, controlla prima le immagini di presentazione.
Il dove pernottare poi, dipende dal tipo di vacanza che stai cercando. Il mio consiglio generale è quello di non fermarti solo ad una unica destinazione, ma magari di spezzare la permanenza su più location. Senza esagerare! Se ti interessa visitare l’entroterra, non puoi pensare di farlo facendo base a Uluwatu, per intenderci: sempre per i soliti trasporti impossibili che ti costringerebbero a perdere mezza giornata per strada. Quindi decidi in anticipo lo “stile” della tua vacanza perché il dove soggiorni implica anche a quali gite giornaliere puoi avere accesso.
L’ultima dritta, per te che sei backpacker: le zone più economiche sono Kuta e Legian sulla costa est, oppure le isole Nusa Lembongan e Nusa Ceningan a ovest.
Clicca qui per le tariffe più conveniente su Kuta.
Clicca qui per le tariffe più conveniente su Nusa Lembongan.
Un’isola, tanti viaggi
La bellezza di Bali sta nel fatto che è un luogo duttile e variegato, impregnato di cortesia e sorrisi locali. I servizi sono di altissimo livello perché i balinesi sono molto capaci di far sentire a proprio agio il turista. Inoltre, i prezzi sono decisamente abbordabili anche per chi non può permettersi soggiorni dispendiosi.
Clicca qui per le tariffe più conveniente su Nusa Lembongan.
Quindi ecco il prontuario delle destinazioni in base agli interessi che muovono la tua vacanza. Sia ben inteso che questa non esaustiva lista non va letta come esclusiva; ogni destinazione è aperta ad accogliere chiunque, semplicemente i servizi sono più attenti nei confronti di una categoria di clienti rispetto ad un’altra. Inoltre, spesso le condizioni ambientali (e del mare soprattutto), restringono le possibilità o destinano una località a qualcosa in particolare.
Con queste indicazioni intendo indirizzarti verso quei posti che si adattano meglio alle tue esigenze, ma vale il consiglio indicato sopra: almeno due tappe per soggiorni brevi, in modo da apprezzare i diversi aspetti dell’isola.
Uno scorcio della spiaggia di Nusa Dua – Foto di Rita Andreetti
Perciò se ti piace…allora…
- Relax, sole e mare da solo o in coppia: il tuo posto è la costa Kuta-Legian-Seminyak-Canggu, e in particolare più ti avvicini a Kuta e più festaiola sarà la tua vacanza
- Relax, sole e mare in famiglia: le due località più kids-friendly sono decisamente Sanur e Nusa Dua; anche Canggu ha ottimi servizi , ma più adatta a bimbi grandini e magari interessati al surf, perché il mare può diventare a tratti pericoloso
- Ancora più relax, sole e mare e sabbia vulcanica: Amed è la tua zona, perché ancora conserva la forma del villaggio di pescatori e sebbene sia ben servita, non è stata “deformata” in nome dell’accoglienza di massa com’è invece Nusa Dua
- Storia e cultura: ovviamente Ubud, città Patrimonio dell’Umanità e cuore antico di Bali.
- Trekking, risaie e passeggiate: le risaie sono un po’ ovunque, ma Ubud e i dintorni sono molto popolari, e ancor di più lo è Jatiluwih. Il Monte Agung e il Monte Batur, sono speciali invece per il trekking in salita
- Immersioni per esperti o anche battesimi e snorkeling: per chi è amante della profondità, consiglio di stare alla larga dalla penisola Bukit, perché il meglio si trova altrove: le isole Nusa Lembongan e Nusa Penida sono una scelta superba (che scende dai 5 ai 40 mt); la costa tra Amed e Tulamben dove ha sede il famoso The Wall (un fondale a picco che cade per 75 mt) e le rovine della nave cargo giapponese, ora habitat di una fauna straordinaria; in ultimo, l’isola Menjangan, parco naturale, a nord vicino al canale di Giava
- Golf: ci sono ben sei campi da golf a Bali, la maggior parte nel sud tra Nusa Dua e Sanur
- Surf: decisamente sei sull’isola giusta, Bali è il paradiso dei surfer ed è agibile tutto l’anno; la costa ovest a partire da Kuta fino a Uluwatu offre onde per tutti i livelli
- Acque termali: Lovina è una destinazione alternativa e molto tranquilla che ha un centro termale (Air Banjar)
- Vacanza spirituale: oltre alle numerose attività legate allo yoga e alla meditazione, Bali sfoggia numerosissimi templi induisti, alcuni dei quali mozzafiato; facendo base a Ubud sei vicino ai più celebri: Besakih sopra a tutti. Tuttavia, conta che sono disseminati su tutta l’isola dall’est al sud-ovest passando per l’entroterra, quindi ogni angolo ne ha qualcuno con il suo che di speciale. A Sud, ricorda Uluwatu e Tanah Lot, in faccia al mare e a tramonti perfetti
Il tempio di Besakih con alle spalle il Monte Agung – Foto di Rita Andreetti
Pianificare il tuo viaggio
Come avrai potuto capire, puoi scegliere di vivere Bali visitando le attrazioni del posto, oppure in modalità lucertola finché il sole non sparisce, o ancora, saltando da una attività all’altra senza sosta.
Ecco la lista delle attrazioni principali di Bali; in una settimana, di solito si punta ad Ubud con qualche gita fuori porta da lì, e poi ad una località di mare tra le varie disponibili. Più giorni hai a disposizione, più puoi spingerti lontano o aggiungere tappe o semplicemente, riposarti più a lungo.
Cosa vedere
- Ubud: centro culturale dell’isola; si visitano il centro e i templi, anche se la passeggiata è un cammino impegnativo perché un po’ in salita e trafficatissima dalle auto e dai motorini. Vicino a Ubud, la famosa Monkey Forest e alcuni musei di arte contemporanea, che a Bali è molto florida perché probabilmente, è tra i posti migliori per ispirare gli artisti. Tra questi: Agung Rai Museum of Art, Neka Museum e The Blanco Renaissance Museum.
Dintorni di Ubud: la città è circondata dalle risaie e sono numerosissimi i cammini per scooter, biciclette e anche i sentieri per le passeggiate. Sulla strada che punta verso nord est si arriva a Tampaksiring e al tempio delle acque sacre Tirta Empul, fermandoti se hai tempo alle grotte di Gunung Kawi. Invece a sud, trovi a distanza di viaggio in motorino le Grotte dell’Elefante e i villaggi di Peliatan e Bedulu.
Sulle vie che partono da Ubud e raggiungono altre località interessanti, ci sono numerosissimi villaggetti che hanno la straordinaria peculiarità di offrire un artigianato specializzato in un unico prodotto: maschere di legno (Penusuan), piatti e lavorazioni smaltate (verso Besakih), grandi sculture, strumenti musicali a corda, batik… Se ti interessa approfondire, parlane con la tua guida/autista e valuta uno stop prima della meta.
Scimmie della Monkey Forest di Ubud – Foto di Matteo Bosi
Lago e Monte Batur: salire sul Monte Batur ti permette in meno di due ore di scalare uno dei vulcani più attivi di tutta l’Indonesia; dalle sue pendici arrivano poi acque calde di cui a valle è possibile godere. Fermati quindi a Toya Bungkah (Air Panas) per le terme e poi l’indomani risali il vulcano. Chiedi rigorosamente al tuo hotel per il trekking guidato perché, sebbene sia fattibile anche in autonomia, c’è la solita cricca locale che tenta di ingannare i turisti. I sentieri sono diversi, ma il più celebre parte da Air Panas.
Al lago invece si fa canoa oppure visite guidate in barca. O ancora, se non hai tempo per nessuna di queste attività, sull’altro lato del monte si trova Kintamani, dove ha sede il tempio che è sopravvissuto miracolosamente alla furia della lava per ben due eruzioni dello scorso secolo: qui puoi pensare ad un pranzo con maestosa vista del paesaggio dominato dal grande Batur.
La punta est, dall’entroterra fino ad Amed: a est di Ubud nell’entroterra, è una tra le zone più calme e pure di Bali. Si tratta della campagna a terrazze di Sidemen, dove le coltivazioni di riso si intrecciano alla foresta tropicale punteggiata da villaggi in cui la vita scorre a ritmi ben diversi dalle aree più turistiche. Alle loro spalle, l’imponente Monte Agung.
Non distante (in linea d’aria) da Sidemen c’è il meraviglioso e imponente tempio tripartito di Besakih: un luogo sacro fino al midollo, e purtroppo sfruttatissimo da guide turistiche più o meno ufficiali.
La costa che comprende Amed e Tulamben, è decisamente la più frequentata dagli appassionati di immersioni. Secondariamente, e più sotto, anche il piccolo golfo tra Padang Bai e Candi Dasa offre punti di esplorazione sottomarina.
La campagna di Sidemen e alle spalle la vetta del Monte Agung – Foto di Matteo Bosi
- Le stazioni balneari di Sanur e Nusa Dua: sono le concorrenti più borghesi della costa di Kuta; offrono hotel e resort di lusso, ma anche ville eccellenti in affitto. Per aver reso la spiaggia così vivibile e sicura, è stato operato un massiccio intervento di modifica del paesaggio. Quindi sono zone sconsigliate ai surfisti e battute dalle famiglie.
- Tanah Lot e la costa da Kuta: il tempio di Tanah Lot è molto famoso e trafficato, ma la sua posizione a ridosso sul mare e gli avvolgenti tramonti, ne fanno comunque una tappa immancabile. La costa a sud del tempio è…il tempio del divertimento. È una delle zone meglio servite ed organizzate di Bali: Kuta e Legian sono “giovini”, economiche e festaiole; mentre Seminyak, Kerobokan e Canggu sono più adatte alle famiglie o a chi ha un budget più nutrito. Questo anche perché, sebbene la lunga lingua di sabbia che si snoda da nord a sud sia una delle spiagge meglio curate, il mare è invece abbastanza feroce; pertanto i surfisti a Kuta si divertono l’anima, mentre le famiglie fanno quel che possono verso Canggu. Sono, in linea generale, località turistiche di mare e di svago, con una vasta scelta di attività anche sulla terra ferma e negozi.
Uluwatu e Jimbaran: nella costa ovest della penisola Bukit, si trova Jimbaran che è celeberrima per le cene in spiaggia. Una ventina di ristoranti, tutti uguali, che offrono il pesce a peso e lo grigliano sul momento, mentre tu ti godi l’arrivo della marea con i piedi a mollo e soprattutto, il tramonto sul mare. Meglio farti condurre e non scegliere autonomamente perché, sebbene i ristoranti siano tutti uguali, sono anche diffuse le fregature.
Più a sud ancora, la zona di Uluwatu e Padang Padang Beach: la prima è la sede del Pura Uluwatu, tempio a strapiombo sul mare, anche questo frequentatissimo al tramonto; la seconda, fu la location del film Mangia, Prega, Ama che accese i riflettori su questo paradiso indonesiano. Uluwatu sta diventando sempre più popolare di recente, specialmente per chi cerca un alloggio abbastanza defilato e le spiaggette di sabbia candida che si aprono tra le scogliere. Chiaramente se scegli queste zone sei vincolato ad un mezzo su ruote per qualunque spostamento.
- Il nord e il Parco Nazionale dell’Isola Menjangan: di solito le rotte turistiche si spingono al nord per apprezzare le risaie di Jatiluwih, Patrimonio dell’Umanità. Oppure, come si diceva sopra, per fare un tuffo nelle acqua calde di Lovina. Le spiagge non sono così ben tenute e attrezzate come al sud, ma è una soluzione diversa se sei in fuga dalla folla: calma, strade non battute da masse di vacanzieri e una Bali più rurale e selvaggia. Il meglio della sua condizione naturale lo dà certo al Parco dell’isola Menjangan, mentre il trekking più raffinato è la salita del Kawah Ijien; se poi cerchi un tempio dove riconciliarti col tuo lato spirituale, ricorda questo nome, Pura Rambut Siwi.
Le isole, o meglio, le isole ancora più piccole: Nusa Penida e Nusa Lembogan sono affascinanti fughe dal traffico, dove è ancora in vita una Bali più genuina. Immersioni, surf, ma anche qualche (poca) spiaggia di sabbia cristallina dove fare il bagno.
C’è chi, in visita a Bali, si spinge fino alle Isole Gili, a Lombok, perché in questi piccoli angoli di paradiso con la sabbia candida c’è forse quello che manca a Bali. Sono tre: Gili Trawangan, più attiva e meglio servita, Gili Air e Gili Meno, dove quest’ultima è davvero l’isolotto in mezzo al nulla per chi non cerca altro che il sole e il mare. Queste isole si raggiungono via mare o via aria: fast boat, traghetto pubblico oppure aereo su Lombok da Denpasar. Non è una passeggiata, mezza giornata di viaggio via mare e trenta minuti in aereo, quindi è preferibile una fuga di qualche giorno se queste mete spettacolari ti attirano.
Cosa fare
- Danze: quello che non puoi mancare se vuoi immergerti nella tradizione di Bali, sono gli spettacoli di danza tradizionale; sono un po’ ovunque ad Ubud, ma le compagnie più accreditate sono quelle del Ubud Palace (danze Legong), del Museo Agung (danze Kecak e Legong) e la suggestiva esibizione del sud presso il Pura Uluwatu (danze Kecak). Le danze iniziano tutte sul calar del sole, i biglietti vanno a ruba e i posti sono distribuiti al “chi primo arriva meglio alloggia”.
I famosi cestini votivi che vengono offerti la mattina nei templi e in prossimità degli ingressi, per strada; ne vedrai ovunque in giro per Bali – Foto di Matteo Bosi
- Animali: la fauna di Bali, soprattutto quella marittima, è molto varia. Le scimmie saranno le tue compagne curiose (e spesso sfacciate, fai attenzione!) delle tue giornate a Ubud. Mentre i cani randagi lo saranno in tutta l’isola, purtroppo.
Lo snorkeling e le immersioni ti mostreranno una fauna marina strepitosa e colorata. Ma oltre a questi ci sono altre attività che sono molto pubblicizzate, ma non proprio rispettose dell’ambiente. Una su tutte, l’avvistamento dei delfini in barca, perché dal tranquillo “-watching” è diventato un inseguimento a motori spiegati. Altro trattamento in cui il turista finisce immancabilmente complice, spesso involontario, è la segregazione dei Luwak (in italiano, civetta dalle palme comune o musang): sono animaletti notturni che vengono coinvolti nella produzione di una specie pregiata di caffè. Forzatamente nutriti a chicchi di caffè, i Luwak non digeriscono il chicco ma lo emettono nelle feci e qui viene recuperato e trattato per la produzione di una polvere di caffè costosissima e dall’aroma intenso. È indubbiamente una bevanda pregiata, ma la dinamica con cui viene ottenuta fa rabbrividire anche i meno animalisti…
- Massaggi e cura del corpo: Bali ha la più alta densità di centri estetici del mondo! E la qualità è altissima. Un massaggio corpo costa dai 100.000 IDR fino al 1.000.000 IDR negli hotel più chic, ma i trattamenti sono di vario tipo e c’è da uscirne rigenerati e ripitturati. I centri sono parecchi e nelle zone turistiche, localizzati veramente ovunque; se non puoi farti consigliare da amici che sono già stati o dallo staff del tuo alloggio, anche provarne uno a caso di solito paga.
- Yoga: quale posto migliore per cercare di riconnettere corpo e spirito! Sono circa una cinquantina i centri yoga registrati, come una fitta concentrazione nella zona di Ubud. Ce n’è per tutti i livelli e le tasche. Addirittura, alcuni organizzano ritiri rigeneranti dove in sostanza, ti fanno da agenzia di viaggi e pianificano la tua settimana integrando la pratica alle visite e al buon cibo.
Sport acquatici: usando impropriamente questo vocabolo, posso elencare tutte quelle attività che vanno dai dei dignitosi kite surf o windsurf, al banana boat. Lungo le spiagge si trovano i baracchini di chi propone attività ludiche nell’acqua, così come gli hotel sono spesso ben organizzati sotto questo fronte.
Data la reputazione di Bali, puoi considerare di usare la tua vacanza per imparare il surf: le onde più adatte ai principianti (e quindi le scuole di surf) si trovano a Kuta, Legian e Seminyak Beach. Se invece della superficie preferisci il fondale, le scuole di sub sono parecchie e forniscono tutti i brevetti PADI e SSI. Il momento migliore per fare queste esperienze va da settembre a novembre.
Cosa portare
Sebbene il clima sia “estivo” tutto l’anno, ricorda che se hai in programma un trekking sul vulcano l’infradito e il pantaloncino sono decisamente fuori luogo. Ti serve una scarpa solida da camminate anche se pensi, ad esempio, di visitare Ubud tutta a piedi.
Se invece sei più votato alle notti brave, considera che in certi locali è richiesto il dress code, perciò anche lì prepara un’alternativa alla ciabatta e alla canotta a coste.
In acqua, se scendi per fare sport, la maglia di lycra è sempre una scelta saggia, se non proprio necessaria. Così come il copricapo, specialmente per i bambini.
Se viaggi in famiglia e con bimbi piccoli, necessiti di un marsupio o di uno zaino per il trasporto dei figli. In qualche zona, ma proprio poche, ce la si fa con il passeggino. Ad esempio Ubud, per una parte, o il tempio di Tirta Empul. Meglio se un passeggino jogging perché sì, si torna sempre sulla stessa questione: le strade fanno schifo. Inoltre, conta che passeggiare a Ubud significa percorrere marciapiedi che filano accanto le uniche arterie disponibili alle auto: in altre parole, vuole dire respirarsi tuto quello che queste auto emettono, specialmente quando si bloccano in coda. E se questo ti preoccupa relativamente, pensa a tuo figlio che nel passeggino è esattamente all’altezza dei tubi di scappamento…!
Questioni culturali
Gli scontri culturali più frequenti si verificano in realtà per strada: il codice della strada a cui sei abituato a Bali non si applica e i contenziosi non vengono mai presi troppo sul personale. In linea generale tutto ciò che ti sta di fronte è tua responsabilità, quindi anche quello che si immette senza guardare. Perciò affronta la strada balinese con lentezza di velocità e di spirito e senza prepotenza. Se sorpassi, devi usare il clacson. Se quello davanti gira, potrebbe usare la freccia. Quindi, respira.
Uno scorcio delle risaie nei dintorni di Ubud: per esplorare la zona abbiamo dovuto versare delle donazioni “volontarie” numerose volte lunga il tragitto – Foto di Matteo Bosi
L’abbigliamento e il comportamento moderato è sempre sempre richiesto, anche nei quartieri festaioli di Kuta. Fuori dalla spiaggia non è ammesso il costume, e il topless non è ben visto. Nei templi, in molti templi, è richiesto il sarong (gonna/tunica tipica) o la cintura di arancio vivo, che il più delle volte è prestata o noleggiata all’ingresso. Il mio consiglio però, è di acquistare subito un tuo sarong e di indossarlo sempre prima delle visite nei centri sacri. Io ho semplicemente riciclato un longy birmano che avevo acquistato in una viaggio precedente: le fantasie non si sposeranno perfettamente con la moda corrente, ma la funzionalità è la medesima.
Evitare le effusioni: i balinesi sono morigerati e pudichi, non c’è alcun bisogno di “sfidare” la morale comune. Evita inoltre di toccare la testa delle persone, che è un gesto non ben visto.
Se intendi visitare Bali a marzo, informati molto attentamente sul calendario della festività induista Nyepi, ovvero il nuovo anno balinese. Se da una parte è un’occasione per incontrare il miglior folklore locale, dall’altro le rigide regole che governano questo momento sacro dell’anno coinvolgono anche il turista, quindi devi per forza esserne informato. Nyepi vuol dire “fare silenzio”, ed è proprio quello che succede il primo giorno dell’anno secondo il calendario balinese: sono proibite tutte le attività e le famiglie si raccolgono in casa per un momento di lunga preghiera, digiuno e commemorazione. I negozi quindi sono chiusi e per le strade girano queste pattuglie incaricate di mantenere la sacra tranquillità della festa. Se sei a Bali in quel giorno, il terzo giorno dei sei giorni di festa, non puoi che prepararti e adeguarti al rito. Niente escursioni, niente ristoranti, goditi la stanza d’hotel e il sole.
Durante le altre giornate della festività, invece, preparati ad assistere a parate colorate e momenti chiassosissimi.
Prodotti tipici e fregature
A Bali l’artigianato è di ottima qualità. Come dicevo sopra, spesso la scelta più ampia c’è nei villaggi specializzati in un certo prodotto.
Il mare della spiaggia di Padang Padang – Foto di Matteo Bosi
Quali i prodotti della zona? Ecco una lista dei più importanti:
- argento: si paga a peso di solito; il posto migliore è il villaggio di Celuk.
- batik: una stoffa decorata e colorata con un metodo tradizionale di immersione nel colore, dove i disegni si creano grazie alla grande abilità dell’artigiano. Il più grande centro produttivo è Yogyakarta.
- coltelli: si chiamano kriss e sono oggetti finemente lavorati, dalla lama ondulata o dritta, che appartengono alla tradizione balinese; un ottimo souvenir insomma.
- legno: straordinari a lavorare e plasmare figure su questo materiale; infuriano le maschere di legno e le riproduzioni di animali. Attorno ad Ubud i centri maggiori.
- vestiti: a Kuta ci sono tantissimi negozietti e boutique con prodotti raffinati e davvero alla moda.
La contrattazione è ammessa, anzi richiesta. Spesso il primo prezzo che il negoziante spara è molto superiore al valore attuale della merce. Tuttavia, abbi sempre rispetto del fatto che anche 10.000 rupie sono di enorme valore in un paese che ancora deve battersi per sconfiggere la povertà delle fasce più basse. E se il prodotto non ti interessa seriamente, non sprecarti in una contrattazione infinita, non è rispettoso nei confronti di chi vende.
Segni particolari
L’acqua del rubinetto non è potabile, tuttavia l’uso quotidiano delle bottigliette di plastica (e non solo di questi prodotti) ha creato e sta creando grossissimi problemi di riciclo nell’isola. Le capacità di smaltimento sono ridotte, quindi ti consiglio se puoi di “ricaricare” le bottiglie e non ricomprarne una dopo l’altra ogni giorno.
I ristoranti locali e il cibo di strada prendono il nome di warung: ci sono warung di diversa qualità, nelle zone turistiche sono di solito ristoranti a conduzione familiare, a tutti gli effetti. Ma warung è anche il carrettino sul marciapiedi, che vende la zuppa tipica o gli spaghetti di riso. E che magati lo serve dentro una busta di plastica… In linea generale il cibo è sicuro; ma fino agli spuntini ambulanti per strada, personalmente, non mi sono mai avventurata.
Un esempio dei tramonti di cui potrai fare esperienza a Bali – Foto di Matteo Bosi
In chiusura, un appunto del tutto personale. Il sorriso dei balinesi ti rimarrà nel cuore, non c’è dubbio; ma se vai a Bali per cercare la stessa magia del Sud-Est Asiatico, ti stai sbagliando: c’è una enorme differenza tra la cultura buddista della Thailandia, per esempio, o della Birmania, e la tradizione induista balinese. La mia personalissima opinione è che io mi sono trovata meglio in Thailandia: più coccolata, riverita e mai e poi mai minacciata, neanche da un punto di vista “economico”. Perciò se hai visto altro in Asia, probabilmente anche tu ti farai una tua opinione al riguardo. Non ti sto scoraggiando dal visitare questa terra assolata, ma solo onestamente ammettendo che non è la destinazione dei miei sogni e se dovessi scegliere, preferirei…l’”Indocina”.
Detto questo, goditi Bali e rispettala!