Questo articolo è stato scritto da Ángel Lázaro co-fondatore di An Na (安娜), un progetto che si definisce così:
L’unione del nostro sapere, delle conoscenze, culture e lingue per istaurare una connessione culturale e aziendale – soprattutto a livello locale (Barcellona e Xiamen) – tra due città dai profili molto simili (turismo, feste, tradizione marinara e commerciale, nuova economia caratterizzata dall’apertura), senza dimenticare la cornice culturale (ispano cinese).
Introduzione a Xiamen
Xiamen (厦门市), Amoy in lingua “Minnan”, fa parte di quelle città cinesi che non sono meta turistica o economica principale per i turisti o investitori stranieri, ovvero delle cosiddette città di “seconda fascia”. Di questo gruppo fanno parte anche Qingdao (in Shandong), Hangzhou (in Zhejiang), Chengdu (in Sichuan) o Kunming (in Yunnan).
In generale, sono grandi città in cui si svolge un’intensa attività commerciale o edilizia, caratteristiche tipiche di quasi tutte le città cinesi, ma che si sforzano (realmente o soltanto nelle pubblicità) di sembrare vivibili. Questa non è una cosa da poco, se consideriamo i gravi problemi ambientali del paese.
Per questa ragione, alcune di queste città compaiono in classifiche come quelle del quotidiano “China Daily” (“Le migliori città per vivibilità”). Questa classifica ha avuto un certo peso nel “processo di selezione” per il nostro progetto cinese (nel mio caso, conoscere il paese, studiare cinese, stabilire contatti culturali e aziendali…) e, a parte considerare seriamente Qingdao, mia moglie Na (di Pechino) ed io abbiamo scelto Xiamen.
Dopo vari mesi qui, la prima impressione è positiva, con alcune sfumature…
Clima e stile di vita
Il clima è mite in inverno (lo confermiamo) e caldo e umido in estate (proviamo ad indovinare), cioè quello tipico di questa zona costiera del sud soggetta ai venti monsonici nella stagione delle piogge (a quanto dicono ci sono tra i 2 e i 4 tifoni all’anno). Noi abbiamo scelto il quartiere di Huizhan (会展), tranquillo, con vista sul mare nella costa est dell’isola principale, molto ventilato così che tutto sia ancora più mite.
Lo stile di vita è indiscutibilmente del sud, nel senso che, è senza dubbio cinese però con caratteristiche proprie. Mia moglie, del nord, lo conferma: cucina varia e delicata, poco piccante; grande passione per le feste dei dragoni e delle lanterne; profonda cultura del tè nelle riunioni formali di gruppo (il famoso tè “oolong” delle montagne del Fujian), influenza del pop di Hong Kong e abbondanza di KTV (ovvero i karaoke cinesi).
Il Fujian si caratterizza per due culture proprie e differenti, ognuna con la sua lingua, il suo stile artistico e la sua cucina: la cultura storica Minnan, di origine Ming “pura” (non Ming-Qing, quella dominante per il resto degli Han), che gli emigranti della provincia hanno portato in luoghi tanto distanti come la Malesia e Taiwan; e la cultura etnica della minoranza Hakka, con le sue famose case circolari.
Turismo e gastronomia
Xiamen è una meta popolare tra la gente cinese. Il suo simbolo turistico è l’isola di Gulangyu, un antico quartiere occidentale del periodo delle concessioni (XIX-XX secolo), oggi diventata un’isola interamente pedonale (!), accessibile solo in barca, con spiagge, negozietti, scuole e musei di musica, abitazioni centenarie di architettura occidentale, vegetazione varia… uno spettacolo! (a parte nei periodi di vacanze cinesi, come puoi immaginare).
Gulangyu conserva anche uno spazio per l’eroe locale, Koxinga, un generale della dinastia Ming del secolo XVII che ha resistito vent’anni al dominio Qing, ma che riuscì a liberare l’isola di Taiwan dal controllo olandese (per questo è considerato un eroe anche lì) e a dare il via all’emigrazione dal Fujian e dal Guangdong e all’influenza culturale Han.
Le principali attrazioni e aree commerciali sono concentrate a sud-ovest dell’isola principale (distretto di Siming): il tempio buddista di Nanputuo (restaurato ma elegante), il Giardino Botanico e la Zhongshan, la famosa Università di Xiamen, la via Zhongshan Lu e il rilassante lago Yundang, con la zona per il tempo libero in stile occidentale vicino all’hotel Marco Polo.
Consiglio anche i colorati quartieri di pescatori di Zengcuo’an e Shapowei, dove si concentrano nelle strade strette e molto vivaci giovani studenti e famiglie, ristoranti di cibo locale e case da tè, piccoli alberghi e negozi di souvenir. Ricorda un po’ lo stile da zaino in spalla di Yangshuo.
Nelle vicinanze ci sono le spiagge infinite del sud e dell’est dell’isola principale, generalmente in buone condizioni, con parchi, piste ciclabili e percorsi pedonali.
Eppure, la città cura molto i suoi parchi e viali, con l’aiuto del clima, la biodiversità della zona e le emergenti limitazioni del traffico (ad esempio, a differenza di Quanzhou, nel nord, il traffico delle moto è molto controllato). Il sanjiaomei (fiore rosato di città) o gli osmanthus (alberi di fiori aromatici molto tipici anche di Guilin, per esempio) regalano quasi tutto l’anno un forte impatto visivo e olfattivo.
Xiamen è anche un punto di partenza ideale per escursioni – che consiglio fortemente – di uno o più giorni a Quanzhou (porto di partenza nel Medioevo della storica via della seta marittima), i villaggi Hakka del sud, con i suoi tulou o abitazioni comuni circolari o la magnifica riserva naturale di Wuyishan.
Come i conoscitori della Cina sanno, mangiare è un’attività quasi sacra in questa parte del mondo. Xiamen è nota per i suoi piatti di pesce, in generale poco piccanti, per i suoi dolci di Gulangyu e le sue caratteristiche zuppe (tang, 汤), “baozi”, “jiaozi” di frutti di mare e noodles, con particolare predilezione per il pollo agrodolce.
La cucina Minnan offre sapori forti con i suoi ripieni di tofu e carne di maiale, piatti di lombrichi di mare o stufati di carne di anatra accompagnati da verdure e un curioso tofu di sangue (xuedoufu), realizzato con il sangue di animale (vedi foto in basso)
Trasporti ed economia
La città è nel complesso ben collegata. L’aeroporto internazionale di Gaoqi si trova sull’isola principale, a nord, così come la stazione ferroviaria centrale (collegamento ad alta velocità) e le fermate del traghetto da Taiwan. C’è il collegamento con autostrade nord-sud, una linea di autobus urbani veloci su cavalcavia (BRT) e stanno costruendo tre linee della metropolitana e un secondo aeroporto.
Tuttavia, una parte del centro è fortemente influenzata dalla spinta urbanistica tipica di un’economia in forte crescita, e non pensare neanche per scherzo di lasciare l’isola in auto nelle ore di punta, visto che i ponti di Haicang e Jimei connessi ai distretti del continente, diventano impraticabili.
Per il resto e riassumendo, l’isola principale (Xiamen) è commerciale, turistica e basata sui servizi. D’altro canto i distretti continentali, in particolare Haicang, sono residenziali e industriali. Haicang merita particolare attenzione perché è la base del porto commerciale (uno dei dieci più grandi in Cina), della Zona Economica Speciale istituita nel 1983 (come Shenzhen) e della futura Free Trade Zone, dedicate tutte al commercio e agli investimenti che vengono da Taiwan. Il distretto sta costruendo quello che sarà il più grande porto turistico della regione (una cosa in stile Dubai).
La città sembra stia scommettendo su quella che potremmo chiamare “nuova economia” e dispone di un parco industriale dedicato alla biotecnologia, uno dei più grandi in Cina. Per motivi di lavoro abbiamo potuto anche percorrere i suoi due parchi tecnologici di software, con tante piccole e grandi imprese che progettano dalle applicazioni agli effetti di animazione per Dream Works (Star Wars).
Il turismo d’affari è anche un punto di forza, e il suo Palazzo dei Congressi, situato a est, è stato premiato lo scorso anno come come migliore destinazione in Cina per le conferenze.
Lo sviluppo della città è recente, come in molte città cinesi. Xiamen era abitata da 200.000 persone negli anni Ottanta, e ora ce ne vivono circa tre milioni, di cui un milione con residenza temporanea e circa 15.000 “laowai”, in gran parte studenti universitari e professionisti. In breve, poca è la gente “di origine” locale. Per esempio, nessuno degli imprenditori con cui siamo entrati in contatto in questi mesi è di qui.
Un dettaglio storico generalmente poco conosciuto. Sun Yat Sen, il fondatore della Repubblica Cinese, sognava nel 1920 di trasformarla in una seconda Hong Kong, ma la vittoria comunista nel 1949 e l’occupazione di Taiwan delle isole Kinmen o Jinmen, a tre miglia costa orientale (da dove abitiamo, le vediamo perfettamente dal balcone, vedi foto), ne fece una zona militare. I bombardamenti erano frequenti e ancora oggi ci sono bunker e missili (si ricorda ancora il “quasi incidente” nucleare Cina-USA del 1958). Tutto è finito con Deng Xiao Ping, molto ammirato al sud per le sue idee, il quale decise che era meglio il commercio piuttosto che le bombe.
Maggiori informazioni su Xiamen
Personalmente non abbiamo trovato molte informazioni di qualità su Xiamen in inglese. Le guide generalmente non le dedicano molto spazio, anche se la mia preferita, per il suo stile critico, pratico e spigliato, è la Lonely Planet. Le informazioni di base si possono trovare nell’articolo in inglese Wikipedia, il più completo.
A continuazione alcuni consigli:
- AmoyMagic: sito del professore Bill Brown, dell’Università di Xiamen, un ex militare che vive da 30 anni in città e ha visto la sua spettacolare trasformazione. Bill Brown, un sito caotico e molto anglosassone, ma anche molto completo. Sono anche consigliatissimi, per essere colti e allo stesso tempo divertenti, i suoi libri (ad esempio Magica Xiamen o Scoprendo Gulangyu). Le sue guide mi hanno permesso di familiarizzare con il nome della città “Minnan” (Amoy).
Vi lasciamo con l’immagine seguente:
Yī guó liǎng zhì, tǒng yī zhōng guó, 一国两制,统一中国. Un paese, due sistemi, una sola Cina.
Questo è lo slogan, a grandi lettere, illuminato di notte, che si trova in via Huangdao, ad est dell’isola principale di Xiamen, con il quale la Cina continentale cerca di convincere Taiwan ad accettare la sovranità della Repubblica Popolare. Oggi è diventata una curiosa attrazione inclusa nei “tour” per i turisti cinesi.
Photo Credits: gulangyu island, xiamen, china by Jake
Alessandra dice
Ciao Furio! Grazie mille per il bellissimo articolo, l’ho trovato davvero ben scritto e con tante info utili!
Io vorrei andare a studiare un semestre in Cina, sono però indecisa tra Nanchino e Xiamen. Mi sapresti dire qualcosa in più sui corsi di cinese che si tengono all’università di Xiamen? Sono buoni? Conta che io parto da una base piuttosto buona (ho vissuto 2 anni a Pechino), vorrei più che altro rispolverare il mio cinese.
Per caso sapresti anche fornirmi qualche dettaglio in più sulla vita culturale di Xiamen? Ci
sono teatri, musei e quant’altro?
Grazie in anticipo per qualsiasi info vorrai/potrai darmi e complimenti ancora per il blog!
Alessandra.
Furio dice
Ciao Alessandra,
non so molto su Xiamen, quest’articolo non l’ho scritto io!
Emilio dice
Buongiorno a tutti, mi chiamo Emilio e sono un giovane medico Italiano,
Secondo voi, ci sono possibilità di lavoro e di crescita nel campo sanitario in Cina??
Grazie di cuore
Furio dice
Sì, c’è un vero e proprio boom, sopratutto per quanto riguarda la cura degli anziani. Però immagino che se non parli cinese potresti lavorare solo in cliniche internazionali!
Roberto dice
È fatto molto.bene ed esauriente.
Mi piacerebbe sapere se è possibile per un 35enne Italiano poter lavorare nell ambito Dell istruzione. Anche se ho dubbi che ai cinesi serva studiare italiano.
I tifone sono pericolosi?
La sanità cinese come funziona?
Grazie.
Roberto
Furio dice
Sì, ci sono possibilità per lavorare come insegnante di lingue, se hai esperienza.
In generale i tifoni non sono un grosso cinese. Sulla sanità, trovi vari articoli qui sul sito!
stefano dice
articolo piacevole, ben scritto ed esauriente, in poche parole ha fatto una buona ed intelligente descrizione di Xiamen, belle anche le foto spero di leggerne altri simili, un saluto Stefano
Furio dice
Ciao Stefano, l’ha scritto un nostro lettore spagnolo. Anch’io penso sia ottimo!
Giovanni dice
Carissimo, sono un tuo fedele lettore e ti scrivo per chiederti di aiutarmi a lanciare una campagna nei confronti di wikipedia italiana che tratta i luoghi e i nomi cinesi in modo delirante scrivendo ancora molte voci di città e di personaggi con il vecchio sistema di translitterazione wade-giles. Per esempio fino all’altro giorno Mao Zedong era Mao Tse-tung e per convincerli a cambiare ho dovuto non solo presentare abbondantissima letteratura ma anche beccarmi minacce di blocco dell’utenza e insulti di ogni genere e, nonostante, grazie alla capacità intellettuale di uno dei moderatori il cambio sia stato fatto (adesso è Mao Zedong), molti altri moderatori continuano a protestare e scrivere che no, Mao è Tse-tung! ho visto che anche Qingdao è scritto Tsingtao e chissà quante altre stupidaggini ci sono. Per fare un altro esempio da chissà quanti anni c’era una categoria chiamata “prenomi cinesi” che trattava i cognomi cinesi come fossero nomi etc. etc. Ora, poiché facendo un giro nelle altre Wikipedie solo quella italiana sembra rimanere legata ai nomi antichi, quasi fossero rimasti fermi al sessantotto, che ne pensi di lanciare una campagna di protesta contro wikipedia perché si adeguino al mondo e si rendano conto che se restano fermi al ’68 fanno solo la figura degli ignoranti, e la fanno fare a tutti gli italiani?
Cordialmente
Giovanni
Furio dice
Ciao Giovanni,
concordo pienamente con te ma non ho assolutamente il tempo per lanciarmi in una campagna contro i contributori italini di Wikipedia… mi hai però dato un’ottima idea per un articolo : )
David dice
Ciao,
Io mi chiamo David sono un vostro iscritto e leggo sempre i vostri articoli. Vivo come te a Xiamen ( Haicang District ) con mia compagna Xiuli e la bimba Vittoria, e speriamo anche di poterci incontrare.
E’ dal 2005 che frequento questo posto e da un paio di anni ci vivo in pianta quasi stabile. Posso confermare quello che tu hai scritto in ogni sua parte e devo dire che alcune cose non le sapevo nemmeno.
Posso confermare che la vita sull’Isola grande è molto caotica specialmente nelle ore di punta, ma nei distretti come quello dove vivo si sta decisamente bene, strade larghe e traffico tutto sommato scarso.
Se posso aggiungere qualcosa in merito alla Sanità, devo dire che quà ” Vicino ” nel distretto di Haicang c’è un bellissimo ed efficiente ospedale gestito credo da Taiwanesi, dove c’è un reparto dedicato ad i Bambini e molti del personale che ci lavora pala Inglese ( Meglio del Mio ), ma ce ne è uno molto bello ed efficiente anche sull’Isola grande ” Women and Children ” nel distretto di Siming.
Sono molto contento di abitare a Xiamen e spero di rimanervi a lungo.
Grazie dei vostri articoli sempre molto attendibili.
Saluti,
David
Furio dice
Ciao David, grazie per il commento!