Oggi intervistiamo Antonella Moretti, autrice del romanzo “Prezzemolo e Cilantro – Storie di donne italiane in Cina” e fondatrice del blog CuCINAnto.
La famiglia
Antonella, quando sei arrivata in Cina e perché.
Sono arrivata in Cina, per l’esattezza a Suzhou, nel 2012 al seguito del lavoro di mio marito. Era la nostra prima esperienza all’estero ed è arrivata in un momento favorevole al cambiamento: io ero stufa di fare la pendolare (facevo la contabile) e programmavo comunque di cambiare lavoro, mio marito lavorava in proprio in un settore che non andava alla grande. I bambini erano piccoli e ci siamo detti che era il momento giusto per provare!
Ti sei trasferita in Cina a causa del lavoro di tuo marito. Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato inizialmente?
In realtà ci siamo trovati subito bene: viviamo in un quartiere moderno e funzionale dove si trova tutto e la comunità straniera è molto numerosa. A parte le prime difficoltà a trovare i posti adatti dove fare la spesa devo dire che mi sono ambientata in fretta.
La prima cosa che ho cercato di fare una volta arrivata è stata quella di crearmi un giro di amicizie: mio marito viaggia molto per lavoro e quindi sono spesso sola coi bimbi, sapere di avere una rete pseudo-familiare sulla quale fare conto è importante!
E i tuoi figli? Hanno avuto problemi ad adattarsi?
Quando ci siamo spostati dovevano compiere rispettivamente due e quattro anni e quindi per loro è stato facile adattarsi: i bambini riescono a stupire per la loro capacità di abituarsi al nuovo, la loro flessibilità e l’entusiasmo col quale riescono sempre ad affrontare le cose.
Forse per loro è stato anche importante il fatto che io stessa fossi felice del cambiamento: non ho mai parlato con nostalgia dell’Italia davanti a loro e ho sempre messo in rilievo i lati positivi della nuova avventura. E’ stato stupefacente poi con quanta velocità abbiano assorbito l’inglese (complice l’asilo internazionale al quale li avevo iscritti): nel giro di sei mesi sapevano già parlarlo meglio di me!
Hai da poco avuto il tuo terzo figlio, che è nato in Cina. Quali sono state le difficoltà maggiori di portare avanti una gravidanza in Cina?
La difficoltà maggiore è stata la barriera linguistica: avendo partorito in un ospedale “normale” e non in una clinica ho avuto a che fare con personale medico che parlava un inglese a stento e comunicare in sala parto attraverso lo schermo del traduttore non è il massimo! Devo dire però che medici e infermiere non hanno smentito la percezione generale che ho del popolo cinese: sono stati tutti gentilissimi e hanno sempre cercato di farsi capire e mettermi a mio agio.
L’esperienza di vivere gravidanza e parto in un “vero” ospedale cinese è stata intensa, alle volte esilarante, come quando mi hanno chiesto di firmare un documento nel quale dichiaravo che non volevo prendermi la mia placenta e la donavo all’ospedale. Nel complesso posso dire però che è stata un’esperienza positiva e bella.
Che consigli hai per le donne che, come te, seguono i mariti in Cina?
Consiglio di fare un buon lavoro preparatorio: cercare più informazioni possibili sulla città nella quale si andrà a vivere, cercare su internet o su Facebook se esistono dei gruppi di espatriati o di italiani, possibilmente contattare già qualcuno per avere informazioni o i primi agganci, che saranno poi preziosi per estendere la rete di amicizie.
Un proverbio cinese dice “In casa conta sui genitori, fuori casa conta sugli amici” e per chi si trasferisce così lontano dalla madrepatria poter contare su conoscenze fidate è essenziale. Consiglio inoltre, se si hanno figli, di portarsi in valigia una piccola scorta di cibi collaudati, finché non si imparerà a fare la spesa nella nuova città: i bimbi sono abitudinari ed essere in grado di presentar loro un piatto di spaghetti al pomodoro può salvare da una crisi!
In Cina si vive bene ma ciò non toglie che non sia un paese per tutti: ci vuole spirito di adattamento e flessibilità. Non di rado ho visto occidentali arrabbiatissimi inveire contro comportamenti considerati illogici: ma in Cina alle volte bisogna lasciar correre, farsi trasportare dalla corrente e, anziché voler cambiare a tutti i costi i loro atteggiamenti, cercare di smussare ed adattare i nostri. Consiglio quindi di tralasciare per un momento la nostra mentalità occidentale, cercare di entrare nel flusso del pensiero cinese e lasciarsi trasportare senza opporre resistenza: ci si guadagnerà in serenità!
Il romanzo
Come hai iniziato a scrivere?
Arrivata in Cina sono diventata una “taitai”, ovvero una “signora”: senza più lavoro, i bimbi a scuola a tempo pieno, un’ayi (la famosa governante tuttofare delle famiglie cinesi) che mi dava una mano in casa. Insomma un sacco di tempo libero. Cercare nuovamente un lavoro da contabile non era cosa semplice e non ne avevo nemmeno un gran desiderio, così ho iniziato a dedicarmi alla mia passione di sempre: la scrittura.
Ho iniziato a scrivere un blog e a collaborare per alcuni giornali on line, sempre su temi legati all’espatrio. Dall’esperienza del blog è nata poi la voglia di fare qualcosa di più ed ecco allora che ho sfruttato tutto il materiale a mia disposizione per scrivere un romanzo.
Di cosa parla il tuo romanzo, “Prezzemolo e Cilantro”?
Il libro racconta le vicissitudini di alcune donne italiane che, per necessità o scelta si trasferiscono in Cina. Molte di loro hanno lasciato l’Italia per seguire il lavoro dei mariti e tenere unita la famiglia ma ci sono anche altri personaggi e ognuna di loro affronta la realtà dell’espatrio da un diverso punto di vista. La storia tocca temi che un po’ tutte hanno provato sulla loro pelle: il senso di perdita di un ruolo (dovuto alla mancanza di un lavoro), la fatica del trasferimento, la necessità di andar oltre ai propri timori e paure.
Parli solo di donne italiane o ci sono anche donne cinesi?
Ho deciso di raccontare la storia di un gruppo di espatriate italiane in Cina perché io stessa sono una di loro e quindi conosco bene l’argomento!
Nel libro c’è un solo protagonista cinese (anche se molto importante per la storia) ed ero piena di timori mentre lo delineavo: se parlare delle donne italiane è stato facile perché sono assolutamente in linea con i loro pensieri, mettermi nei panni di una persona nata e vissuta in Cina è stato più difficile, temevo di creare un personaggio poco credibile. Chi l’ha letto l’ha trovato invece molto “cinese” e questo mi ha dato coraggio.
Sarebbe molto bello in futuro poter scrivere qualche altro racconto con personaggi del luogo, raccontare tramite storie quello che finora ho imparato della loro complessa società, di come si pongono ad esempio nei confronti del matrimonio, del lavoro, dei figli.
Come è stato accolto il romanzo?
Ho presentato il libro alle donne di Suzhou e di Shanghai e la soddisfazione più grande è stata quella di sentirmi dire che sono riuscita ad esprimere le emozioni che tutte, prima o poi, hanno provato. Penso quindi che il libro possa essere una lettura utile per le donne che sanno di dover venire in Cina: possono avere un’anticipazione di quella che sarà la vita qui! Chi invece ci ha già vissuto, troverà il colore e le atmosfere dei giorni cinesi. Lo sto presentando anche in Italia e, nonostante l’argomento sia un poco “settoriale”, sto avendo anche qui una buona accoglienza.
Il tuo blog, CuCINAnto, di cosa parla invece?
Il blog è nato come diario familiare per poi, nel tempo, crescere e maturare. Nel mio piccolo, cerco di capirci un poco sulla cultura e sulla società cinesi, cercando di andare un po’ a fondo nelle differenze che ci sono con quella italiana. Non è sempre facile, poiché le ragioni che spingono i cinesi a comportarsi in un modo piuttosto che in un altro hanno molteplici motivazioni che alle volte sfuggono completamente alla nostra logica occidentale: non di rado ci sentiamo frustrati dalla differenza di mentalità.
Mi rivedo parzialmente nella tua storia visto che anch’io ho iniziato a scrivere solo dopo essermi trasferito in Cina (sì, su questo sito). Pensi che, se fossi rimasta in Italia, saresti riuscita comunque a realizzare il tuo sogno?
Questa è una domanda molto interessante: anche io me lo sono chiesto e sono arrivata alla conclusione che no, se fossi rimasta in Italia non sarei riuscita a fare questo “salto”. Le ragioni sono molteplici: in Cina ho trovato un argomento interessante da raccontare, ma soprattutto ho trovato un’atmosfera dinamica che mi ha dato la sensazione del “tutto è possibile”!
In Italia gli ostacoli da superare sono molti, soprattutto mentali e di atteggiamento, e se non avessi avuto la possibilità di darmi una bella scrollata con l’avventura del vivere all’estero penso che avrei trovato mille scuse e non avrei mai realizzato questo sogno.
La Cina
La tua città cinese preferita e perché.
Direi che Suzhou, la città dove viviamo, per ora è il posto in Cina che preferisco. Nonostante sia moderna e funzionale è meno caotica e rumorosa di Shanghai (città che in ogni caso mi affascina!). E poi Suzhou viene chiamata la “Venezia d’Oriente” a causa dei suoi canali ed ha una zona vecchia suggestiva e romantica! Ogni volta andare a farci un giro è per me un piacere.
Domanda classica a SDC: il tuo piatto cinese preferito.
Io adoro la cucina cinese e non saprei davvero scegliere un piatto in particolare. Amo molto i “fried noodles” e il pollo cotto nel tè che mangio spesso al ristorante “Grandma”, secondo me uno dei migliori! E come non menzionare l’anatra alla pechinese?
Quanto pensi di restare in Cina?
Sebbene vivere in Cina abbia anche grossi difetti, come l’inquinamento e la poca sicurezza per il cibo, per il momento vogliamo restare qui: i bambini stanno frequentando una scuola internazionale ed hanno un sacco di opportunità e anche per noi la vita è più dinamica. Di tornare in Italia definitivamente per il momento non c’è progetto, magari nel futuro ci piacerebbe cambiare zona dell’Asia ma si vedrà!
Progetti per il futuro?
Mi piacerebbe portare avanti il progetto legato alla scrittura, scrivere un secondo romanzo e continuare il lavoro sul blog e sui magazine. Il sogno nel cassetto è che questa attività si possa trasformare in un lavoro vero, anche se è un processo lungo e difficile. Ma per ora non demordo!
Antonella, grazie per la bella intervista e buona fortuna con i tuoi progetti!
Photo Credits: Photos by Antonella Moretti
Micaela dice
Ciao! È davvero molto bello leggere queste storie piene di entusiasmo per la Cina, completamente diverse dalla mia, seppur brevissima, esperienza di soggiorno in Cina. Grazie per questo punto di vista, la cosa che mi affascina e mi nutre sempre è avere l’opportunità di vedere le cose da altre prospettive. Leggerò sicuramente il tuo libro. Un abbraccio , Micaela
Marta dice
Ciao! Se volessi acquistare il libro di Antonella in Italia dove posso trovarlo?
Grazie.
Marta
Jappo dice
Ciao Marta, lo trovi qui https://www.amazon.it/Prezzemolo-Cilantro-Storie-donne-italiane-ebook/dp/B01F2Y4PZY
Ho letto la recensione di questo libro quando era appena uscito e mi ero incuriosito molto…purtroppo non ho ancora avuto occasione di acquistarlo e leggerlo, ma dopo questo articolo l’ho messo sulle “cose da fare”. Sara’ il prossimo libro che leggo!
Furio dice
Ciao Marta,
su Amazon, come ha detto Jappo