Storia di un ristorante italiano in Cina narra le tragicomiche avventure di Giovanni Messina, un imprenditore che ha la bella pensata di aprire un ristorante italiano in un’imprecisata città di seconda fascia cinese.
Come aprire un ristorante in Cina
Il titolo del libro è tutt’altro che fuorviante. L’autore ci racconta in prima persona a cosa si va incontro quando si decide di aprire un’attività commerciale in Cina senza saper parlare una parola di mandarino.
Dall’assunzione di una traduttrice che non parla quasi italiano e con cui bisogna comunicare a gesti, passando per l’ottenimento dei permessi necessari, la ricerca di una ditta edile che non si rivelerà troppo seria (eufemismo), la corruzione dilagante, l’agognata apertura dopo mesi e mesi di ritardo e l’impossibilità di trovare una cameriera capace di servire ai tavoli senza combinare disastri.
Storia di un ristorante italiano in Cina è un romanzo che ho scoperto per caso durante le mie frequenti sortite su Amazon. L’ho comprato per due motivi:
- La versione Kindle su Amazon.it costa meno di tre euro, quindi non ci ho pensato troppo ad ordinarla (la versione cartacea costa 6.43 Euro).
- Ma, sopratutto, sono sempre alla ricerca di esperienze di prima mano di espatriati di lungo corso. Forse lo faccio per controbilanciare quello che leggo sulle testate giornalistiche principali, dove si trovano spesso articoli dedicati alla Cina che non corrispondo alle mie esperienze in loco.
La visione dell’autore
In Italia l’idea che si ha dei cinesi è quella dei lavoratori instancabili. Dalla storia di Messina emerge invece un ritratto del lavoratore cinese a dir poco impietoso.
L’autore ci spiega che, anche se i cinesi passano molto più tempo di noi sul posto di lavoro, non sono per niente produttivi. Anzi sono sempre concentrati nell’escogitare stratagemmi atti al lavorare il meno possibile.
Il libro punta molto sul sarcasmo, quindi contiene dei passaggi a mio parere un po’ forzati (ma questo è una caratteristica che mi sento di “perdonare” visto che la mia maniera di scrivere non è poi tanto differente).
Ma tralasciando il politically correct che non appartiene né a me né a Messina, abito in Cina da abbastanza tempo per sapere che buona parte di quello che ci descrive l’autore corrisponde alla realtà.
Eppure la percezione che si ha in Italia dei cinesi – quella di lavoratori irreprensibili – non è affatto sbagliata, se si prendono in considerazione i cinesi che si sono trasferiti da noi. Questa contraddizione si spiega probabilmente con il fatto che in Europa dalla Cina arrivano quasi solo imprenditori dalle grande ambizioni o disperati che hanno bisogno di lavorare per mantenere se stessi e la famiglia in patria.
Ma in Cina, sopratutto nelle città, le cose vanno diversamente.
L’altro punto cardine su cui ruota la storia è la corruzione diffusa a tutti i livelli della società cinese che, tra cambi di prezzo repentini e mazzette richieste da chiunque abbia il potere di timbro, fa lievitare i costi e impedisce di portare avanti qualsiasi attività nei tempi programmati.
La teoria di Messina – o perlomeno di un personaggio del libro di Messina – è che la colpa sia di Deng Xiaoping, il presidente che coniò la formula “arricchirsi è glorioso.” E poco importa se i metodi con cui ci si arricchisce, ad esempio ingrassare le zampe di gallina con il silicone, siano moralmente discutibili.
Anche questo punto mi trova abbastanza d’accordo con l’autore. Sospetto infatti che la “disinvoltura” dell’industria alimentare cinese sarà uno dei tre motivi – gli altri due sono l’inquinamento ambientale e l’impossibilità di ottenere una connessione internet degna di questo nome – per cui un giorno lascerò la Cina. Non ci si può mica avvelenare in eterno…
Uno stile enigmatico
Ho letto buona parte di Storia di un ristorante italiano in Cina all’ospedale di Cagliari, mentre aspettavo che i medici si decidessero a consegnare i risultati della radiografia a mia madre.
Vista la situazione – una sala d’aspetto piena di malati più o meno tristi – non potevo certo abbandonarmi in volgari risate. Però ho faticato a trattenermi.
Vi regalo due passaggi del libro, ma ce ne sono tanti, che mi hanno fatto sorridere:
“Di solito nelle contrattazioni dopo che uno ha offerto sessanta e l’altro ha chiesto ottanta, si suppone si debba discutere di un prezzo compreso tra le due cifre. Invece in Cina l’altro se ne viene il giorno dopo e chiede centoventi.”
“E’ un teorema ormai assodato. Affinché un operaio cinese possa realizzare un lavoro in maniera accettabile non deve trovare sulla sua strada più di un’opzione. Se ce ne sono due, è certo che sceglie quella sbagliata. Sempre. Non gli viene incontro nemmeno la statistica.”
Sbirciando le poche recensioni del libro che sono riuscito a trovare mi sembra di capire che tanti avrebbero voluto un libro più “corposo.” Personalmente apprezzo lo stile scarno adottato dall’autore, che va dritto al punto dilungarsi troppo in avverbi e scene interlocutorie.
Il difetto di tale scelta stilistica – se di difetto si può parlare – risulta però evidente se ci si mette nei panni di chi in Cina non c’è mai stato.
Mi spiego. Io riesco ad immedesimarmi nelle scene descritte dall’autore per il semplice fatto di averle vissute in prima persona. Penso ad esempio alle cameriere che si “perdono” durante la tua ordinazione e, anziché chiedere spiegazioni, per paura di perdere la faccia scappano in cucina e si ripresentano con un oggetto a caso, magari un posacenere, anche se tu avevi appena chiesto un piatto di broccoli al vapore.
Ma sospetto che chi non conosce l’Asia, e quindi non afferra pienamente cosa sia questa “faccia”, afferri a fatica dinamiche di questo tipo.
Photo Credits: Restaurant China Red, Italian Restaurant Etna by elisney
Moreno dice
Ciao a tutti…
..questo avevo promesso di scriverlo io e vi giuro avrei potuto stupirvi con effetti speciali..ahahh
Arrivato in China nel 1999 la prima volta a San Valentino del 2001 o aperto il mio ristorante (Papponi Osteria Italiania) in quel di ZhongShan (Canton) dove sono stato per 5/6 anni prima di spostarmi a Macau.
La prefazione offerta dal sito, ben fatta, sul libro e’ assoluatmente in linea con la realta’ anzi Furio si e’ contenuto credo riportando comunque episodi bellimi (oggi) e frequentissimi.
Vi posso solo dire che quando mi hanno fatto lo scarico del bagno (al secondo piano) hanno fatto passare lo scarico dell’acqua affinaco al tubo di quello di entrata che andava in alto (non si sa bene perche’ poi svoltava a destra per poi scendere in basso …fare un acurva a sinistra …ahahaha …della serie per portare la pupu’ alla pozza esterna ci voleva un taxi…ahahhaha.
Un altra e poi basta prima che mi si risveglia l’ulcera…in pieno servizio ultra busy faccio al ragazzo in cucina (io ai fornelli) vai in ufficio e vedi se ci sono i ravioli in congelatore che qui sono finiti (ne avevo uno in comanda) …dopo mezz’ora del giovine nessuna traccia …ho pensato sara’ scappato perche’ non li trovava (x non perdere la faccia appunto)…quindi vado sopra di corsa eh…lo trovo seduto beato di fianco al congelatore calmissimo e tranqiollissimo (in sala avevamo una 50ina di persone) ..lo guardo e gli faccio “oh allora ci sono i ravioli?” …lui serafico “si ci sono”…Io “e perche’ non me li hai portati?” Lui (giuro su mia madre) …”Tu mi hai detto di vedere se c’erano …mica di portateli…” ….il seguito meglio non raccontarlo va….ahahahh ahahahh ^_^
Furio dice
haha dopo di questa, se vuoi ti intervisto!
Moreno dice
Buongiorno Furio (ti scrivo dall’indonesia qui e mattino presto)
la vuoi sentire la perla delle perle ?
Allora avevo assunto un ragazzo Paco (davo sempre nomi da battaglia in cucina ai ragazzi e a loro piaceva) ….sto’ ragazzo c’e lo avevo a cuore (e’ stato con me quasi 3 anni) perche’ non aveva la madre…perche’ veniva al lavoro con la bicicletta (4 viaggi al giorno tra andata e ritorno)..e perche’ una volta lo accompagnato a casa e ho visto che il padre aveva una 60ina di mailai e lui praticamente ogni mattina prima di venire al lavoro doveva “governarli”..
Insomma gli volevo bene anche se a volte mi faceva un po’ incazzare perche’ si scordava le cose e/o tirava qualche cappella sul lavoro…
Insomma per fartela breve arriva un periodo che comincia a sbarellare un po’ piu’ del solito…molto di piu’…una mattina non riusciva ad infornare una pizza (lui era il mio pizzaiolo ed era bravissimo)…io penso ..mah forse devo dargli una settimana libera che riposa un po’ poverino…poi un giorno dopo una serie altre cappelle consecutive rientra una pizza mangiata manco a meta’…la guardo e dico “ma che mappero e’ sta pizza cia’ un aspetto mica come al solito..l’assaggio…una mezza schifezza…o Gesu’…
Chiamo Paco e gli faccio Paco ma questo e’ l’impasto nuovo che hai fatto? Lui: “si…” ..io: e che uallera ciai messo che fa cosi’ schifo?” …fammi vedere esattamente le dosi e quello che ciai messo dentro…niente ….NULLA a che vedere con la mia ricetta originale.
Incazzato (si puo’ dire si?) come una jena lascio perdere la questione e rifaccio io l’impasto..
Passano un paio di giorni ed io vado a comprare una 20ina di bottiglie di vino ad Hong Kong (un ora di traghetto) da smagling-llare in China …unico modo possibile al tempo per avere vino vero Iraliano (ecco questo sarebbe buona da spiegare…il perche’ e il percome…come funzionava e funziona in parte ancora oggi)..
Al ritorno…invece di farmi lasciare dal taxi davanti la porta del ristorante come al solito…gli faccio fare l’angolo e passo per la stradina che dava sul retro. Arrivo davanti alla porta della cucina e vede Paco gia’ cambiato (le 2:10 pm circa)…ero di buon umore e gli faccio “ah il gatto non c’e’ ..e i topi ballano neh” e tiro dritto per portare il borsone in ufficio…
Avevo notato che paco era un po’ sbiancato ma comunque non ci ho dato peso…insomma arrivo su apro la porta dell ufficio ….E TROVO PACO (in tenuta da cucina) con la testa dentro il congelatore che rovistava (sempre lo stesso congelatore …quello dei ravioli)…
In un attimo realizzo che era assolutamente impossibile che durante i 15 secondi che ho impiegato per fare le scale Paco avesse potuto volare da sotto a sopra in ufficio entrare per la finestra cambiarsi e cominciare a rovistare nel congelatore ..quindi ho poggiato il borsone (c’erano 5.000 RMB di vino) …
….E SONO USCITO URLANDOOO COME UN PAZZO DAL RISTORANTEEE!!
PRATICAMENTE PACO AVEVA UN FRATELLO GEMELLO IDENTICO A LUI COMPRESO IL NEO ALLA ROBERT DE NIRO….
Lo sapevano tutti…compreso mia moglie Cinese (well kind of..) e nessuno me lo aveva mai detto per paura che mi incazzassi…quanto invece a saperlo avrei dato lavoro ad entrambi.
Sono stato 3 giorni senza parlare con lo staff e una settimana con mia moglie…
Storia vera neh..!
Solo chi e’ stato in China puo’ credere a queste cose….ma ne avrei altre 1000 anche peggiori (nei risultati) …piu’ altre 10.000 che ho dimenticato (per fortuna)…6 anni di fila ..a Zhongshan….nel 2000 …cioe’ forse neanche chi c’e’ stato in China puo’ capire fino in fondo..
Ciao Furio un abbraccio dalla jungla di Jawa Timur (Indonesia)….si tutti io me li scelgo i posti…lo so quello che stai pensando…ma giuro non lo faccio apposta.
Moreno
Furio dice
hehe un classico : )
Grazie di nuovo per le storie divertenti!
F
Mauro dice
Ciao Furio
ho letto il libro tutto d’un fiato e mi sono ammazzato dalle risate… perché cose analoghe sono capitate anche a me.
Ti volevo chiedere, siccome avrei intenzione di aprire una gelateria in Cina, di che visto ho bisogno? Ho l’obbligo di avere un socio cinese. Dove potrei trovare info al riguardo? Grazie mille
Mauro
furio dice
Ciao, penso ti serva una società, una joint venture con socio cinese oppure una WFOE (100% tua). Una società ti può anche dare il visto.
Mauro dice
Grazie Furio
Marco dice
Ciao Mauro, hai aperto la gelateria?
Scrivimi una mail perche voglio conoscerti :)
[email protected]
Tiziana dice
Grazie Furio per aver segnalato questo libro! appena posso lo compro.
Sono “sbarcata” in Cina da 1 mese e gia’ mi ritrovo nei due passaggi che hai indicato!
Furio dice
Ciao Tiziana,
sei una tipa precoce allora haha
stefano dice
grazie della segnalazione..libro da leggere..curiosamente su ibs lo stesso libro dello stesso autore ha un titolo un po diverso e costa piu di 12 euro..per precisione la frase di deng fu riportata dai media occidentali ” essere ricchi e glorioso ‘ il pensiero di deng era : la poverta non e lo scopo del socialismo e il perseguimento della prosperita e patriottico ‘ ( DA JI CHAO ZHU- L UOMO ALLA DESTRA DI MAO PAG.353 ) il fatto che giovanni messina critichi deng e’ la battuta migliore…che ho sentito da anni…
Furio dice
Ciao Stefano,
grazie per l’approfondimento su Deng Xiaoping!
Io compro sempre su Amazon, di solito ha i prezzi migliori
hanyun dice
sembra interessante,quasi quasi lo leggo! ^^
Furio dice
Ciao Hanyun,
sì, il libro merita di essere letto : )