L’opera in questione – si tratta di un’antologia di racconti pubblicati tra il 1989 e il 1999 con il titolo Racconti Fantastici – è del celeberrimo autore cinese Su Tong (蘇童) conosciuto su larga scala per il film Lanterne Rosse (1991) e per i romanzi La casa dell’oppio (1995) e Mogli e concubine (Theoria 1992, Feltrinelli 1996). La prima edizione della suddetta antologia è stata pubblicata nel luglio 2017 e la traduzione dal cinese è a cura di Rosa Lombardi.
Su Tong nasce nel 1963 a Suzhou, città nel sud della Cina, vive attualmente a Nanjing ed è il vicepresidente dell’Associazione di scrittori della provincia del Jiangsu.
I racconti di questa antologia sono stati pubblicati in un decennio passato alla storia come quello del miracolo letterario, caratterizzato non soltanto da una fioritura di nuovi stili artistico-letterari, ma anche dall’affermazione di una nuova generazione di giovani scrittori tra i quali Su Tong.
I sette racconti presenti nella raccolta sono legati da una sorta di fil rouge che funge da forza motrice di ciascun racconto e che si manifesta sotto forma di una molteplicità di elementi soprannaturali e fantastici che fanno sì che la storia si concluda sempre con un esito imprevedibile e il più delle volte drammatico.
Fra questi elementi ricordiamo spiriti, angeli, mostri, ma anche oggetti simbolici della vita quotidiana che a primo impatto sembrano essere innocui e privi di qualsivoglia forza spirituale, ma in corso d’opera si rivelano fatali e, quindi, testimoniano ancora una volta l’esistenza di un confine labile tra il reale e l’allucinazione o sogno.
Nel primo racconto dal titolo Il compimento del rito il protagonista è uno studente di folclore che giunge in uno sperduto villaggio di campagna, Otto Pini, per fare delle ricerche su dei riti locali. Qui si imbatte in un certo Wu Lin il quale gli racconta di un tale rito del passato che consisteva nell’estrarre a sorte tra gli abitanti un Uomo Demone. Lo studente si incuriosisce a tal punto da supplicare il vecchio a inscenare il rito e, per ironia della sorte, sarà proprio lui ad essere estratto come Uomo Demone.
In Carte ritagliate, l’elemento fantastico è rappresentato dal fantasma di una giovane ragazza uccisa da un proiettile vagante durante l’occupazione giapponese, che appare più volte al protagonista intimandolo a bruciare il cavallo di carta da lui preso nella bottega di suo padre, poiché costituisce un oggetto per i morti. Codesto cavallo di carta porterà il protagonista ad avere una febbre alta e, su reiterati suggerimenti del fantasma, verrà bruciato.
In Farfalle e weiqi, il protagonista è un entomologo che si reca in un villaggio del sud per cercare una rara specie di farfalla. Nella lugubre locanda dove pernotta conosce un giocatore che vuole sfidare gli Immortali del weiqi. Durante la notte verrà svegliato dal pianto a dirotto di una donna che indossa una mantella rossa di plastica. Il mattino seguente vi sarà un vero e proprio scambio di identità – ci rimanda al famoso sogno di Zhuangzi – tra l’entomologo e il giocatore di weiqi, che poi sarà costretto a sposare quella donna che in realtà è uno spirito farfalla.
In Yingtao, Ciliegia il protagonista è un postino apatico e flemmatico di nome Yinshu. Un giorno, durante il suo consueto giro di consegne, nei pressi di un ospedale incontra una ragazza dalla veste bianca di nome Bai Yingtao che gli chiede se vi sono lettere da parte di sua madre. La stessa scena si ripeterà più volte finché la ragazza si innamorerà di lui a tal punto da chiedergli qualcosa in regalo. Il postino le regalerà un suo fazzoletto bianco, elemento tanto simbolico quanto determinante ai fini della storia.
In Il cibo dell’angelo, si narra la storia di un fantomatico angelo che giunge in un villaggio con un carro pieno di riso e comincia a donarlo alla popolazione senza chiedere nulla in cambio, eccetto le loro lacrime. L’angelo andrà in giro con una giara di terracotta nera dinanzi al suo petto chiedendo loro di versare lacrime o di gioia o di disperazione. Purtroppo, però, nessuno ne sarà in grado perché i loro animi sono notevolmente inariditi.
In Dite che sono andato via con la gru bianca, viene narrata una storia crudele che ha come protagonista un bambino e suo nonno. Il bambino aiuterà il nonno a scavargli una buca per sotterrarlo vivo, in attesa di una gru bianca, simbolo di purezza e immortalità taoista.
In Il bambino gigante, viene narrata la ferocia e la crudeltà di un bambino gigante dalle fattezze simili a un mostro nato misteriosamente, forse grazie a un decotto per la fertilità, da una donna dal volto mostruoso. Il bambino verrà usato dalla madre come strumento di violenza e vendetta per tutti gli insulti ricevuti nel tempo.
In Lo spirito del fiume, la protagonista è una bambina a dir poco strana che trascorre le sue giornate su un ponte a fissare l’acqua del fiume in attesa dello spirito che lì governa. Alla fine ella dirà di averlo visto e ricevuto in dono un fiore di loto rosso.
Lo stile di Su Tong risulta essere elegante, con molteplici rimandi alle storie tradizionali e folcloristiche. Le ambientazioni sono solitamente villaggi sperduti, villaggi di montagna, fiumi, laghi e sentieri; i personaggi, invece, nella maggior parte dei casi sono umani, ma talvolta con fattezze mostruose. Le trame sono piuttosto scorrevoli, semplici e facilmente comprensibili.
In conclusione, consiglio fortemente questa antologia agli appassionati di cultura e letteratura cinese per due motivi: il primo, perché possono dilettarsi nel leggere queste storie con plurimi rimandi alla narrativa popolare e al fantastico; il secondo, perché possono trarne degli insegnamenti morali da seguire nella vita quotidiana.
Le uniche due pecche di questo libro sono la non chiara distinzione fra discorso diretto e indiretto – le battute del dialogo non sono evidenziate da alcun tipo di punteggiatura e, a mio avviso, il lettore può confondersi – e il fatto che le pagine sembrano dei monoliti di testo con un impatto visivo non molto accattivante. Voto: 7.
Riferimenti bibliografici
- Su Tong, La casa dell’oppio, traduzione dal cinese di Rosa Lombardi, Roma, Libreria Editrice Orientalia.
- Su Tong, Mogli e concubine, traduzione dal cinese di Maria Rita Masci, Milano, Feltrinelli, 1996; Su Tong, Mogli e concubine, traduzione dal cinese di Maria Rita Masci, Roma, Theoria, 1992.
- Su Tong, Racconti Fantastici, traduzione dal cinese di Rosa Lombardi, Roma, Elliot Edizioni.
Photo Credits: Crane fishing by Rafael Saldaña