Quando si parla di lingua cinese una delle “notizie” più sconvolgenti riguarda la mancanza di un alfabeto. “Ma allora come fanno? Ogni parola è diversa? E come fanno a ricordarsi come si scrivono?”
Non è facile dare una risposta a queste ed altre domande simili senza capire un po’ di più la scrittura cinese. In questo articolo cercherò di parlare del sistema “alternativo” all’alfabeto, quello dei radicali: forse, dopo averlo letto, riuscirai anche tu a capire meglio la logica della lingua cinese!
I radicali – Indice
L’unità più piccola
Qual è l’unità più piccola della lingua cinese? Per noi è la lettera: un simbolo grafico che indica un suono (tecnicamente chiamato fonema). Questo fa dell’italiano (così come dell’inglese, dello spagnolo, del tedesco) una lingua alfabetica.
L’unità più piccola della lingua cinese è invece la sillaba: questo vuol dire che i caratteri (le unità della scrittura, che hanno la funzione delle nostre lettere), in cinese 汉字 (Hànzì, “caratteri Han”), corrispondono non ad un singolo suono, ma ad una sillaba – il che fa del cinese una lingua sillabica.
Ci sono pochissime eccezioni, come ad esempio 儿 (r), usata per indicare la “r” retroflessa del dialetto di Pechino e嗯 (ń), che indica un’espressione non verbale, una specie di mugugno (come il nostro mmh di affermazione o di dubbio).
Questo rende difficile, ad esempio, trascrivere le parole e i nomi in lingue straniere utilizzando i caratteri cinesi, perché in cinese esiste solo un numero limitato di sillabe.
Quindi, l’unità grafica più piccola della lingua cinese, che corrisponde alla sillaba, è il carattere, a volte chiamato anche sinogramma. Ogni carattere corrisponde poi, oltre che ad un suono sillabico, anche a un significato. Si tratta quindi di un’unità “a tre facce”: suono, segno grafico e significato (per questo si parla spesso anche di semema, in opposizione a fonema, o di grafema).
Per fare un paragone, le nostre lettere hanno solo le prime due “facce”, il segno grafico e il suono. Per avere un significato bisogna solitamente mettere insieme più lettere (con qualche eccezione: “a” nel senso di “moto a luogo”, “o” nel senso di “oppure”, “e” per “insieme a”).
I caratteri, però, sono scomponibili in unità più piccole, che sono semplicemente i tratti di penna (o di pennello) necessari per scriverli.
I tratti
I tratti (笔画 bǐhuà, scritto anche 笔划 con la stessa pronuncia) sono le singole linee da cui un carattere è formato. Gli otto tratti fondamentali, insegnati in qualunque corso di lingua cinese e soprattutto di calligrafia, sono:
1. il puntino 点 (diǎn)
2. il tratto orizzontale 横 (héng)
3. il tratto verticale 竖 (shù)
4. l’uncino 钩 (gōu), che può essere aggiunto ad altri tratti
5. il tratto ascendente da sinistra a destra che finisce a punta 提 (tí)
6. la curvatura 弯 (wān), anch’essa da combinare ad altri tratti
7. il tratto discendente da destra a sinistra, che termina a punta 撇 (piě)
8. il tratto discendente da sinistra a destra, che termina “piatto” 捺 (nà)
Questi sono i tratti di base dei caratteri cinesi, che sono tutti contenuti nel carattere 永 (yǒng). Se hai fatto un corso di calligrafia cinese (anche di una sola lezione) lo avrai sicuramente incontrato!
Gli altri tratti sono il risultato della combinazione di queste otto linee fondamentali. È importante notare che i tratti, come le nostre lettere, quasi sempre non hanno un significato proprio (un’eccezione, l’unica che sono riuscito a trovare, è 一 yī, “uno”, che corrisponde al tratto orizzontale 横 héng).
Tuttavia, anche se hanno un nome (che serve soprattutto per identificarli quando si chiede di scrivere un determinato tratto o si descrive il processo di scrittura di un carattere), i tratti non hanno un suono: si tratta soltanto di una serie di segni grafici da mettere insieme per realizzare i caratteri.
Ti sarai accorto però che i caratteri si possono, molto spesso, scomporre in due o più parti nettamente distinte, e che queste parti si ripetono all’interno di altri caratteri.
Per rimanere solamente fra le prime parole che si studiano quando si inizia ad imparare il cinese, avrai sicuramente fatto caso che la parte sinistra di 你 (nǐ, “tu”) è identica a quella di他 (tā, lui), o che la parte sinistra di好 (hǎo, “bene”) è uguale a quella di她 (tā, “lei”). Inoltre, la parte di destra di 他 è uguale a quella di 她: ecco, quindi, che ci sono delle unità, non minime come i tratti, in cui è possibile suddividere i caratteri.
I “componenti” (per ora chiamiamoli così) qui utilizzati sono 亻, 尔, 也, 女, 子, e sono certo che potrai trovare tantissimi altri caratteri che li contengono; gli ultimi tre, anche presi da soli, sono dei caratteri comunissimi (也 yě “anche”, 女 nǚ “donna”, 子 zǐ “figlio”). Ma quali funzioni hanno questi componenti? Come si chiamano? Possono essere paragonati alle nostre lettere?
Le “parti”
A metà tra il tratto e il carattere c’è un’altra unità in cui si possono dividere i sinogrammi. Esistono vari termini per designare questa unità, a seconda dell’aspetto che se ne evidenzia.
Il termine 部件 (bùjiàn) può essere utilizzato per indicare una “parte”, senza specificarne la funzione; analogamente, come vedremo più avanti, può essere usata la parola 偏旁 (piānpáng). Essenzialmente sono delle parti riconoscibili e separabili, come quelle viste sopra.
Si dividono in 成字的部件 (chéng zì de bùjiàn), ovvero parti che possono essere anche caratteri, e非成字的部件 (fēi chéng zì de bùjiàn), che non possono essere caratteri autonomi. Per fare un semplice esempio女 (nǚ) e 子 (zǐ) sono due caratteri autonomi, che significano rispettivamente “donna” e “figlio”, ma diventano componenti all’interno del carattere 好 (hǎo).
Altre componenti, come il tratto verticale丨 (gùn), il punto 丶 (diǎn o zhǔ) o il tratto ricurvo a sinistra 丿 (piě), compaiono esclusivamente nei composti e non esistono come caratteri singoli, rappresentando un singolo tratto, così come宀 (mián) tetto, 彡 (shān) radicale per linee, capelli ecc., 阝(fù) città, non esistono come caratteri singoli (o almeno non nel cinese moderno).
Alcuni caratteri hanno forme diverse quando compaiono come componenti, che sono essenzialmente degli adattamenti o delle compressioni grafiche: 亻 = 人 (rén), persona; 灬 = 火 (huǒ), fuoco; 刂 = 刀 (dāo), coltello.
Infine, alcuni radicali possono a loro volta essere scomposti in altri componenti, come 音 (yīn), “suono”, formato da 日 (rì) “giorno/sole” e 立 (lì) “stare in piedi”. I caratteri non “semplici” possono essere quindi composti non solo da un insieme di radicali, ma anche da altri caratteri già esistenti, a loro volta scomponibili in parti più piccole.
Bisogna infine tenere conto della semplificazione dei caratteri avvenuta nella Cina continentale a partire dagli anni Sessanta, che è intervenuta anche sulle componenti, che hanno cambiato il loro aspetto in tutti i caratteri che le contengono. Alcuni esempi sono 門 → 门 (mén, porta), 見 → 见 (jiàn, vedere) e 馬 → 马 (mǎ, cavallo): se ti interessa l’argomento puoi trovare tutti i dettagli sulla semplificazione in questo articolo.
I radicali
Se con 部件 (bùjiàn) ci riferiamo alle “parti” in maniera molto generica, il discorso cambia quando si parla di 部首 (bùshǒu), cioè dei radicali. Questo termine viene dal primo dizionario cinese, lo 说文解字 (Shuōwén Jiězì), compilato da Xu Shen 许慎 (Xǔ Shèn) nel 121 d.C., in cui i caratteri erano raggruppati tenendo conto di “parti” in comune: i 9353 caratteri che il dizionario includeva venivano così classificati sotto 540 radicali.
Per fare un esempio, i caratteri 妈 (mā), 妹 (mèi), 妙 (miào), 姑 (gū) e molti altri erano raggruppati in una parte (部分 bùfen) del dizionario sotto il carattere 女 (nǚ), che fungeva da “primo” (首 shǒu) della sezione (部 bù), e da qui il termine 部首 (bùshǒu, il “primo della sezione”).
I radicali nascono, quindi, proprio con la funzione di ordinare i caratteri, essendo impossibile un ordine alfabetico (per saperne di più sul funzionamento dei dizionari cinesi puoi leggere questo articolo).
Attualmente lo standard comprende 214 radicali. Furono ufficializzati nel dizionario Kāngxī (康熙字典 Kāngxī Zìdiǎn), compilato durante l’epoca Qing (清朝 Qīngcháo, 1644-1911 d.C.), per questo motivo vengono detti anche radicali Kangxi (康熙部首, Kāngxī bùshǒu). Possono essere formati da un numero di tratti che va da uno a 17; alcuni, soprattutto fra quelli con un numero più elevato di tratti, sono molto rari. Puoi trovare una tabella dei 214 radicali Kangxi qui.
In realtà, anche per i cinesi, quando si parla di “radicali” c’è un’ambiguità, perché questa parola viene oggi usata indifferentemente per indicare due concetti diversi: vediamo quali.
“Radicali per consultare il dizionario”
La funzione fondamentale dei radicali, quella per cui il sistema stesso è stato creato, è la consultazione del dizionario. In questo caso si parla di “radicali per consultare il dizionario” 检字部首 (jiǎnzì bùshǒu).
La maggior parte dei dizionari cinesi inizia con un indice dei radicali (部首检字表, bùshǒu jiǎnzìbiǎo), nel quale sono raggruppati i caratteri sotto il radicale di riferimento, come nei primi dizionari.
Nel dizionario la sezione di tutti i caratteri contenenti un dato radicale viene chiamata con il nome del radicale seguito da 部 (bù). Nella sezione “言部” (yán bù), ad esempio, saranno raccolti tutti i caratteri contenenti il radicale di parola, sotto “雨部” (yǔ bù) tutti quelli con il radicale di pioggia e così via. Di solito il radicale sotto cui si trova il carattere è quello a sinistra o in alto (ma non necessariamente).
I caratteri composti, a volte, compaiono nelle sezioni di entrambi i componenti. Ad esempio, con una semplice ricerca in un dizionarietto tascabile, ho potuto verificare che 和 (hé, “e”) compare sia nella sezione 口 (kǒu) che sotto il radicale 禾 (hé).
Tutti i caratteri cinesi hanno un radicale “da dizionario”, anche se spesso si tratta di un criterio puramente grafico. I tratti dei caratteri semplici (cioè non scomponibili in altre parti), i tratti dei caratteri composti e i componenti dei caratteri composti possono tutti rappresentare il radicale di indicizzazione di un carattere, che può essere quindi sia un singolo tratto che una parte complessa.
L’indicizzazione è l’unica funzione di questo tipo di radicali. Ad esempio, sapere che il carattere 恭 (gōng) appartiene alla sezione “—部” non ci dà altra informazione sul suo significato, sull’aspetto o sulla pronuncia, possibilità che invece il secondo tipo di radicali offre.
“Radicali per imparare i caratteri”
In Cina, quando gli studenti delle elementari imparano i caratteri, iniziano ad apprendere termini come 三点水 (sāndiǎn shuǐ) “i tre puntini dell’acqua”, cioè il radicale 氵, o il “radicale di mano” 提手旁 (tíshǒu páng) (扌), i “quattro punti in basso” 四点底 (sì diǎn dǐ) (灬) o il “radicale di cuore verticale” 竖心旁 (shùxīnpáng) (忄). Questi radicali sono chiamati “radicali per imparare i caratteri” 识字部首 (shízì bùshǒu).
Le due tipologie di radicali nella maggior parte dei casi coincidono, nel senso che indicano quasi i medesimi componenti. I radicali per il dizionario, tuttavia, hanno un’unica funzione, cioè l’indicizzazione nel metodo di ricerca per radicali dei dizionari (部首查字法 bùshǒu cházìfǎ), e si basano solo sull’elemento grafico.
I radicali “degli studenti” hanno invece molte funzioni, che vedremo qui di seguito e che ti potranno essere estremamente utili nello studio della lingua cinese.
Funzione 1: indicare la forma di un carattere
Avrai sicuramente notato che i radicali non sono disposti in modo lineare, come le nostre lettere, ma possono essere distribuiti in vari modi nello “spazio quadrato” occupato dal carattere.
Esistono dei termini, in cinese, per indicare la posizione (部位 bùwèi) di un radicale all’interno del carattere, che possono essere usati per descrivere a voce il suo aspetto, da quali parti è composto e come esse sono disposte. Sono raggruppati per coppie:
- “旁” (páng) a sinistra, come il radicale di cuore verticale 竖心旁 (shùxīnpáng) nel carattere 性 (xìng)
“边” (biān) a destra, come il radicale di legno木字边 (mù zì biān) nel carattere 体 (tǐ)
- “头” (tóu) in alto, come il radicale otto 八字头 (bāzì tóu) nel carattere分 (fēn)
“底” (dǐ) in basso, come il radicale cuore 心字底 (xīn zì dǐ) nel carattere 想 (xiǎng)
- “框” (kuàng) all’esterno, come il radicale di porta 门字框 (mén zì kuàng) nel carattere 闷 (mēn)
“心” (xīn) all’interno, come il radicale di giada 玉字心 (yù zì xīn) nel carattere 国 (guó)
- “腰” (yāo) al centro, che può essere in senso orizzontale come il radicale di “antico” 古字腰 (gǔzì yāo) nel carattere 湖 (hú), oppure in senso verticale, come il radicale di quattro四字腰 (sì zìyāo) nel carattere曼 (màn)
“角” (jiǎo) agli angoli, come il radicale di bocca 口字角 (kǒu zì jiǎo) nel carattere器 (qì)
Queste espressioni si possono utilizzare per descrivere come è formato un carattere, anche a voce, e fungono da veri e propri “nomi” dei radicali:
分 (fēn) 八字头,刀字底 (la parte di sopra è 八 bā, la parte di sotto è刀 dāo)
骂 (mà) 双口头,马字底 (la parte di sopra ha un doppio 口 kǒu, la parte di sotto è 马 mǎ)
晴 (qíng) 日字旁,青字边 (la parte di destra è 日 rì, la parte di sinistra è 青 qīng)
囚 (qiú) 人字心,大口框 (la parte centrale è 人 rén, la parte esterna è un 口 kǒu grande)*
湖 (hú) 米字旁,古字腰,月字边 (a sinistra c’è 米 mǐ, al centro 古 gǔ, a destra 月 yuè)
曼 (màn) 曰字头,四字腰,又字底 (sopra c’è 曰 yuē, al centro c’è 四 sì, in basso c’è 又 yòu)
器 (qì) 口字角,犬字腰 (agli angoli ci sono quattro 口 kǒu, al centro 犬 quǎn)
*口 (kǒu), “bocca” e 囗 (wéi), “contorno”, differiscono soltanto nella dimensione, e il secondo molto spesso, come in questo caso, è chiamato 大口 (dà kǒu). 囗 (wéi) compare, ad esempio, in 国 (guó) “paese” e 园 (yuán) “giardino”.
Uno stesso radicale può comparire in diverse posizioni, come puoi notare soffermandoti su 口 (kǒu), presente in alto, come cornice e agli angoli, ma che può comparire anche al centro (ad esempio in 问 wèn) o a sinistra (come in 吗 ma). Alcuni radicali hanno una “preferenza” per una determinata posizione, in cui compaiono più spesso.
Ad esempio, i radicali 邑/⻏ (fù), relativo a città e a posti in generale, e 阜/阝(fù), legato al terreno e alla natura, sono molto simili e si differenziano soltanto per la posizione: mentre il primo compare sempre a destra, come in 都 (dū, metropoli), il secondo si trova a sinistra, come in 院 (yuàn, cortile).
Altri radicali che è facile confondere sono 礻 (shì, altare) e 衤 (yī, vestito), che si differenziano solamente per un tratto in più (l’ultimo puntino da destra), e “luna” 月 (yuè) e “carne” 肉 (ròu), che vengono scritti entrambi comunemente 月, anche se la grafia corretta del secondo sarebbe ⺼ (compare ad esempio in 脸 liaň, viso e 脚 jiǎo, piede).
Conoscere questi componenti è fondamentale per chi studia la scrittura cinese. Dal punto di vista grafico, si tratta di elementi “fissi”: sapendo come si scrive un radicale, si sa già l’ordine e il numero dei tratti di quella parte in tutti i caratteri che la contengono; suddividere un carattere in parti, poi, aiuta a comprenderne meglio la struttura e facilita una scrittura chiara e leggibile.
Infine, i radicali aiutano anche la memorizzazione, in quanto non si imparano linee “casuali” ma una serie di grafemi (segni grafici) da combinare per creare i caratteri: basti pensare che i caratteri contenenti i “tre puntini dell’acqua” 三点水 (sāndiǎn shuǐ) sono più di 500!
Funzione 2: suggerire il significato di un carattere
Un’altra funzione dei radicali è quella di suggerire il significato e la pronuncia del carattere. Ho usato di proposito la parola “suggerire”, perché non si tratta di una regola assoluta, come vedremo.
I radicali e i caratteri inseriti come componenti in altri caratteri hanno, ovviamente, un significato e una pronuncia propri, che spesso sono in qualche modo collegati a quelli dei caratteri in cui compaiono.
Per quanto riguarda il significato, ad esempio, in tantissime parole collegate all’acqua compare il radicale dei “tre puntini dell’acqua”, 三点水 (sāndiǎn shuǐ) (氵), come in 海 (hǎi, mare), 江 (jiāng, fiume), 洋 (yáng, oceano), 港 (gǎng, porto).
Ma ci sono eccezioni che fanno anche sorridere: ad esempio 沙漠 (shāmò), “deserto”, luogo notoriamente privo di acqua, che invece ha il radicale dell’acqua in entrambi i caratteri che compongono la parola. Solitamente il radicale che indica il significato si trova a sinistra o in alto.
I “tre puntini” sono la versione “stilizzata” del carattere 水 (shuǐ, acqua). Altri radicali che suggeriscono il significato molto comuni sono 女 (nǚ, donna), di cui abbiamo visto qualche esempio sopra, ma che è contenuto ad esempio anche in 妈妈 (māma, mamma) 妹妹 (mèimei, sorella minore) 姐姐 (jiějie, sorella maggiore) 奶奶 (nǎinai, nonna paterna). Vedi la somiglianza “grafica”?
Grazie ai radicali, puoi “vedere” che queste parole “hanno a che fare” con un qualcosa di femminile, anche se non puoi saperne il significato preciso.
Spesso si tratta di elementi pittografici, che derivano direttamente da primordiali “disegnini” che rappresentavano la natura. Così molte parole con significati legati a “chiarore, luce” o al tempo conterranno il radicale 日 (rì, sole/giorno) oppure月 (yuè, luna), una su tutte 明 (míng), “luminoso”; tantissime particelle della lingua parlata (吗 ma, 呢 ne, 哪 nǎ) e parole che hanno a che fare con l’azione di parlare (说shuō) o mangiare (吃 chī) invece contengono il radicale di bocca 口 (kǒu).
木 (mù, albero) è contenuto in molte parole riguardanti varie specie di alberi (树 shù),目 (mù, occhio) in parole riguardanti la vista, come i verbi guardare (看kàn) e vedere (见 jiàn, nella sua forma tradizionale見); 火 (huǒ, fuoco), anche nella sua forma alternativa 灬 nelle parole con significati legati al calore (热 rè, caldo), 山 (shān, montagna) in parole che suggeriscono altezza come 峰 (fēng), “vetta”. Sul carattere 心 (xīn, cuore, anche scritto 忄 oppure ⺗) c’è un intero articolo qui.
Sono sicuro che ti saranno venute in mente molte altre parole che li contengono! Grazie ai radicali potrai “intuire” quale sia il significato di una parola che non conosci, se essa contiene una parte che hai già visto.
Funzione 3: suggerire il suono di un carattere
Il radicale 人 (rén, persona, scritto anche 亻) compare a sinistra in 他 (tā, lui) 们 (men, suffisso del plurale) 你 (nǐ, tu); tuttavia compare anche a destra, ad esempio nel carattere认 (rèn) contenuto nelle parole 认为 (rènwéi, pensare) e 认识 (rènshi, conoscere). Ci hai fatto caso? La pronuncia è uguale! O meglio… non proprio.
Un altro termine per indicare le componenti dei caratteri, utilizzato fra gli altri nello 现代汉语 (Xiàndài Hànyǔ, “Il Cinese Contemporaneo”), una autorevole grammatica della lingua cinese, è 偏旁 (piānpáng), cioè “componenti”.
Come hai potuto vedere sopra, la parte sinistra di un carattere è chiamata 偏 (piān) e la parte destra 旁 (páng), da cui la parola che le indica entrambe.
Oggi, tantissimi caratteri sono formati da una parte semantica 形旁 (xíngpáng), che ci suggerisce il significato del carattere, e da una parte fonetica 声旁 (shēngpáng), che invece ci dà indicazioni sul suono; il termine 偏旁 è passato quindi ad indicare l’insieme delle due parti.
La parte semantica corrisponde ai radicali visti sopra, quando vengono intesi come parte del carattere che ne suggerisce il significato; per non confondersi, basta pensare che i radicali sono componenti, ma non tutte le componenti sono radicali.
La parte semantica, come abbiamo già visto, tende a comparire in alto o a sinistra; la parte fonetica, invece, compare spesso sulla destra, in basso o all’interno del carattere.
Qualche esempio:
- Il carattere 语 (yǔ, lingua) è formato dalla parte semantica 言 (yán, parola, semplificato dalla forma originale 語 e diventato 讠) e dalla parte fonetica 吾 (wú, una forma antica per dire “io”). La parte semantica ci dice che il carattere ha a che fare con l’ambito delle “parole”, mentre la parte fonetica ci dice che ha un suono “simile a wú”;
- il carattere 盆 (pén, bacinella) è formato dalla parte semantica 皿 (mǐn, utensile) e dalla parte fonetica 分 (fēn, frazione);
- il carattere 问 (wèn, chiedere) è formato dalla parte semantica 口 (kǒu, bocca) e dalla parte fonetica 门 (mén, porta).
Hai sicuramente notato qualcosa che accomuna la pronuncia di una delle due parti a quella della parola; si tratta dell’unico modo per “intuire” la lettura di un carattere nella lingua cinese: purtroppo, non c’è una corrispondenza univoca fra carattere e pronuncia (come avrai notato dal grande numero di parole omofone, cioè che si pronunciano allo stesso modo), ed inoltre ci sono i toni a complicare il tutto.
Così come il “suggerimento” sul significato, neppure quello sul suono può essere accurato, a causa di due importanti problemi con questo sistema che lo rendono non completamente affidabile. Il primo è che non abbiamo modo di conoscere il tono del carattere derivato: può essere uguale o meno, senza un criterio preciso.
Il secondo, invece, è che non sappiamo “quanto simile” sia la pronuncia: potrebbe essere uguale, come fra come fra 木 (mù) “legno” e 沐 (mù) “lavarsi i capelli” oppure, come in 人 (rén) e 认 (rèn) visti sopra, o in 们 (men) e 门 (mén, porta), essere scritta uguale ma cambiando il tono.
C’è infine la possibilità di una somiglianza parziale fra le due pronunce, solitamente nella parte finale della sillaba, che spesso coinvolge coppie di suoni molto simili, come nelle coppie viste sopra盆 (pén)/分 (fēn) e 问 (wèn)/门 (mén).
Ovviamente un’ultima possibilità è che, nell’evoluzione naturale della lingua, che nel caso del cinese spesso ha portato ad una pronuncia molto diversa da quella originale, si sia persa qualsiasi somiglianza e quindi non ci sia alcun “indizio fonetico”.
I radicali di uso comune (cioè le parti semantiche) non sono più di un centinaio; le componenti fonetiche, chiamate anche chiavi di lettura, sono invece più di un migliaio. Di esse, quasi il 90% sono anche caratteri autonomi (成字声旁 chéng zì shēngpáng).
Impararne qualcuna ti potrà essere molto utile se ti capiterà di dover leggere un testo che non hai mai visto prima ad alta voce: potrai “improvvisare” una pronuncia possibile delle parole che non conosci, ed eventualmente scoprire che è molto simile a qualche parola che hai già imparato (qualche volta anche indovinare la pronuncia giusta!).
Ecco alcune delle “chiavi di lettura” più frequenti con relativi esempi, anch’essi molto comuni:
巴 (bā): 吧 (bā), 把 (bǎ), 爸 (bà), 爬 (pá)
包 (bāo): 炮 (bāo/pào), 饱 (bǎo), 抱 (bào), 泡 (pào), 跑 (pǎo)
方 (fāng): 芳 (fāng), 房 (fáng), 放 (fàng), 仿 (fàng)
马 (mǎ): 码 (mǎ), 玛 (mǎ), 蚂 (mǎ), 骂 (mà)
青 (qīng): 清 (qīng), 情 (qíng), 晴 (qíng), 请 (qǐng), 睛 (jīng), 精 (jīng)
中 (zhōng): 忠 (zhōng), 钟 (zhōng), 种 (zhǒng), 冲 (chōng)
Le funzioni dei radicali
Avrai capito che il sistema di scrittura/lettura cinese non è solo molto diverso da quello a cui siamo abituati, ma è anche molto meno “certo”. Dove noi abbiamo delle lettere corrispondenti a dei suoni (in modo molto fisso in italiano, in maniera più libera in altre lingue, come l’inglese), i cinesi hanno un sistema parecchio più complicato che coinvolge scrittura, lettura e significato.
In italiano potremmo saper leggere una parola ma non saperne il significato; in cinese sarebbe possibile intuire il significato di una parola senza poterla leggere.
Le cause sono varie e non ci addentreremo oltre in questo argomento abbastanza complesso; prima di lasciarti, però, ecco un piccolo riassunto di tutte le funzioni dei radicali, sicuramente utilissime per chi studia la lingua cinese.
1. La prima è la funzione per cui sono stati creati, cioè l’indicizzazione nei dizionari. Anche le app come Pleco hanno la funzione di ricerca per radicali, che però viene quasi sempre snobbata in favore della scrittura a mano, decisamente più pratica e intuitiva.
2. C’è poi la loro funzione di unità grafica: imparando a scrivere un singolo componente, seguendo il giusto ordine dei tratti, lo si potrà scrivere correttamente anche quando compare in un carattere mai visto prima.
3. La funzione semantica permette di intuire il significato di un carattere osservando il radicale (solitamente posto a sinistra o in alto), in modo molto generico.
4. La funzione fonetica ci fornisce invece delle indicazioni, per quanto non precise, circa la pronuncia del carattere. La componente fonetica di solito compare a destra, in basso o all’interno.
5. Infine, i radicali hanno anche una funzione mnemonica, sfruttata dai piccoli cinesi quando imparano i “componenti” di cui i caratteri sono composti. Ricordando da quali “parti” un carattere è costituito sarà più semplice ricordarne l’aspetto e il significato e riuscire a leggerlo.
Il processo per imparare a scrivere e leggere il cinese è molto più laborioso di quello delle scritture alfabetiche, ma è forse proprio quello il fascino della lingua cinese… spero che dopo aver letto questo articolo ti sarà tutto un po’ più chiaro.
Se ti è stato utile, lasciaci un commento!
v dice
grazie,
Carlos Adamo dice
Credo che mi butterò a imparare come piacere e sfida,ti chiedo come posso cominciare .Ho una buona memoria ,dimmi se posso imparare da autodidatta e cosa mi servirebbe. Grazie Carlos
Riccardo dice
Per passione si può fare e è molto stimolante, ogni giorno fai un passo indietro e il giorno successivo due avanti. Per poi scoprire che in Cina paese che vai , sottoinsieme della lingua cinese che trovi. Vale a dire , non puoi conoscere tutte le forme espressive.
Lavoro? Quale? Loro usano l’inglese
Olga dice
Grazie mille per la spiegazione semplice e chiara. Il tuo blog è migliore per chi vuole studiare il cinese.
D’alrtonde ho trovato tanti informazioni utili su Cina.
Grazie per il tuo impegno!
Marina Bigagli dice
Grazie Aldo, questo suo articolo mi e’ utilissimo!
Ora non mi resta che cominciare a memorizzare I radicali, ahime’.
Per fortuna prima del difficile compito ho incontrato questo articolo, via, un passetto in piu’…
Grazie
Aldo Terminiello dice
In realtà non so se convenga “studiarli” sistematicamente. Io consiglio di procedere con le parole e imparare, man mano, i radicali che si incontrano, facendo caso a quelli che si “ripetono” nelle parole nuove. Grazie per il commento!
Mirko dice
Gli ideogrammi non hanno suono. Si possono leggere in qualsiasi lingua, esattamente come i segnali stradali.
Aldo Terminiello dice
In generale è vero, e la metafora mi sembra molto calzante. Tuttavia, all’interno della lingua cinese non è esatto dire che non hanno suono, come penso di aver dimostrato abbastanza dettagliatamente nell’articolo. Grazie del commento!