Chinese character dictionary by Ian Lamont
Perché migliorare la tua memoria dovrebbe interessarti
La ragione per cui le persone dotate di una buona memoria siano in grado di imparare le lingue più facilmente dovrebbe essere chiara a tutti. Indipendentemente dalla lingua che stai studiando, se vuoi raggiungere un certo livello devi ricordarti una marea di parole: sostantivi, aggettivi, verbi, avverbi e preposizioni. E poi bisogna imparare le regole grammaticali e di pronuncia.
Il cinese poi richiede uno sforzo particolare. Non solo sarai costretto a imparare un sistema di pronuncia completamente alieno, il pinyin, e fare i conti con i famigerati toni. Ma dovrai anche ricordarti i caratteri (se stai pianificando di imparare il cinese trascurando i caratteri sei fuori strada).
Cos’è Quantum Memory Power?
La gente spesso pensa che c’è chi nasce con una buona memoria e chi no. Ecco, questa è una baggianata. C’è chi nasce con dei bei capelli (le cinesi per esempio) e chi no. La memoria invece si può migliorare. Oggi voglio introdurti a un sistema pensato per allenare la tua memoria.
Si chiama Quantum Memory Power ed è stato sviluppato da O’Brien, l’otto volte campione mondiale di memoria (sì, ormai c’è un campionato mondiale proprio per qualsiasi materia).
Inizierò presentando i principi fondamentali del metodo di O’Brien per poi passare a un esempio (tutto mio) che illustra come utilizzare queste regole per imparare il cinese.
Anche se decidi che questo metodo non fa per te quest’articolo ti aiuterà a capire come il nostro cervello lavora e quindi come migliorare la tua memoria con il minimo sforzo.
I tre ingredienti del processo di memorizzazione
Quando pensiamo alla nostra memoria immaginiamo spesso una zona di stoccaggio dove è possibile depositare le informazioni che impariamo e che ci sia un limite al numero di informazioni che possiamo immagazzinare. Questa è una leggenda metropolitana paragonabile al fatto che la grande muraglia cinese si veda dalla luna. Non esiste nessuna zona di stoccaggio e non c’è nessun limite alla quantità di informazione che il nostro cervello è in grado di apprendere e ricordare.
La nostra mente è un motore molto più potente di quello che pensiamo. Poi che a scuola nessuno ti insegni ad utilizzarla è un altro discorso.
O’Brien sostiene che per memorizzare una data informazione abbiamo bisogno solo di tre ingredienti: Associazione, Posizione e Immaginazione.
Associazione
L’associazione è un concetto che incontriamo ogni giorno. Se dico “mp3” probabilmente penserai alla “musica” mentre se dico “Michael Jordan” è più probabile che ti venga in mente il “basket.”
Non ci impadroniamo di una nuova informazione immagazzinandola in una ipotetica zona di stoccaggio. Il nostro cervello non è una chiavetta USB.
Siamo solo in grado di memorizzare qualcosa che è associato a un’informazione o, meglio, un’esperienza sensoriale che già ci appartiene (ad esempio un odore o un sapore).
Così se io ti dico “pizza quattro stagioni,” per capire di cosa sto parlando tu non hai bisogno di ricostruire il fatto che una “pizza” sia una sfoglia di farina mischiata con acqua sulla quale vengono posati degli ingredienti specifici. No, è più probabile che ti torni in mente l’esperienza di una pizza che ti è particolarmente piaciuta (l’immagine, l’odore o magari la consistenza).
L’associazione è l’elemento chiave della nostra memoria. Questo spiega perché il “contesto” gioca un ruolo così importante nell’imparare una lingua. La gente pensa che sia più facile imparare il cinese a Pechino piuttosto che a Lumezzane perché si “pratica” di più lingua. Questo è vero solo in parte. Il dettaglio più importante è che a “Pechino” si ha la possibilità di avere delle esperienze in cinese.
Qualche esempio
Facciamo un esempio pratico con la parola “pijiu,” che in mandarino significa “birra.” Se la impari a scuola ma non hai mai bevuto una birra in Cina probabilmente la dimenticarai presto. Il motivo è che ti manca il “contesto” legato alla parola “pijiu.”
Supponiamo invece che tu sia a Shanghai, che tu vada al bar con quattro amici cinesi e chieda a uno di loro come dire “birra.” Immaginiamo anche che ti avvicini al bancone e dici al barman “qing gei wo si ping pijiu” (“mi potresti dare quattro birre?”) e poi, mentre stai tornando dai tuoi amici, inciampi e rovesci mezza birra sulla maglietta di una bellissima ragazza (o di Brad Pitt se preferisci). Diciamo che questa donzella (o Pitt) inizialmente si innervosisca ma poi ti perdoni, ti dia il suo numero di telefono e diventi la tua ragazza (o ragazzo).
Adesso sei in grado di associare la parola “pijiu” a una esperienza di vita e quindi ricordarla diventa facile come farsi rubare il portafoglio nella metropolitana di Parigi.
L’esperienza è il modo migliore per creare un’associazione perché è estremamente difficile dimenticare qualcosa che hai fatto. Questo è il motivo per cui impariamo sopratutto “facendo” e sbagliando. Ti è mai capitato di dimenticarti come guidare o andare in bici?
Questo è vero per ogni tipo d’informazione e rappresenta anche il limite maggiore delle flashcards. Se ti affidi solo alle flashcards per aumentare il tuo vocabolario al tuo cervello mancherà il contesto e quindi non sarà in grado di connettere la nuova parola a qualcosa che conosce già e, a lungo termine, si rifiuterà di andare avanti così semplicemente filtrando le informazioni che stai cercando d’imparare.
Ecco perché spesso percepiamo lo “studio” come una tortura. In effetti stiamo realmente torturando il nostro cervello cercando di costringerlo a immagazzinare informazione in una zona di stoccaggio che non esiste.
La prossima volta che ti accorgi che la tua mente sta saturando non prendertela con la sua limitata capacità di stoccaggio. Prenditela piuttosto con te stesso per non aver avuto la pazienza di fornirle il giusto contesto per quello che stai imparando.
Una raccomandazione importante è quella di avere fiducia nel tuo istinto: la prima associazione che ti viene in mente è spesso la più potente e facile da ricordare. La ragione è che il nostro inconscio si affida all’esperienza passata per creare nuove connessioni. Se ti sembra di no è perché la parte cosciente del tuo cervello ha dimenticato quell’esperienza.
Facciamo un altro esempio. Prima di continuare a leggere prova a creare un’associazione tra le parole “albero” e “cioccolato.”
Io penserei al volo a un banano da cui, anziché pendere delle banane, spuntano delle barrette di Duplo. Non sono sicuro del perché, ma posso azzardare di aver pensato a un banano perché sono tornato da poco dal Vietnam dove ho visto una marea di alberi di banane (almeno penso fossero dei banani) e il Duplo era il cioccolato che mangiavo da bambino. Ma magari tu hai pensato a una barra di Kinder Cerali con un albero disegnato sulla confezione (al posto di quel bambino con la faccia da secchione). Non c’è una associazione “migliore” in senso oggettivo, dipende solo da te.
Posizione
Per usare le parole di O’Brien, la posizione è la mappa della tua memoria, la chiave per accedere alle informazioni.
Se ad esempio ti chiedo com’eri vestito/a giovedì scorso, probabilmente non sarai in grado di rispondermi immediatamente. Ma se pensi a dove ti trovavi e a cosa stavi facendo quel giorno, ti sarà più facile ricordare che vestiti avevi. Magari capita che giovedì era proprio il giorno in cui hai visitato una spiaggia per nudisti…
Immaginazione
“Ma io non abito in Cina, tutto quello che mi hai appena spiegato è inutile,” starai forse pensando. Non proprio ; )
L’immaginazione è il collante che ti permette di fissare le informazioni nella tua memoria.
Prendiamo il carattere 站 (zhàn), che significa “stazione.”
Se lo vedi abbastanza spesso finirai per impararne il significato. Ma c’è una scorciatoia, e a crearla è la tua immaginazione (beh ad essere precisi in questo esempio è la mia ma fa lo stesso).
Forse non dovrei dirlo perché adesso penserai che sono un alcolizzato, ma il carattere 站 mi fa chiaramente pensare a un bicchiere (la parte sinistra) e a una bottiglia di vino (a destra). Posso quindi immaginare un signore che si sta versando un bicchiere di vino da una bottiglia all’entrata della Stazione Centrale di Milano.
Sto utilizzando il principio di associazione perché sto collegando il carattere a una mia esperienza di vita passata (quando sono andato a Milano l’entrata della stazione pullulavo di ragazzi che bevevano vino). Come vedi non mi serve abitare in Cina.
Sto sfruttando il principio di posizione perché mi sto servendo di un luogo che conosco (la stazione di Milano) per ricordare il significato del carattere.
E sto adoperando la mia immaginazione perché sono partito da un carattere cinese e ci ho costruito su un’immagine che include tutte le informazioni di cui ho bisogno per ricordarmi il significato del carattere.
Sì, sono arrivato a un principio simile a quello descritto Remembering the Hanzi, il best seller che insegna come memorizzare i caratteri che ho recensito qualche mese fa (clicca sul link per leggere la recensione).
Ci sono però due differenze fondamentali. Prima di tutto su Remembering the Hanzi non si parla di “posizione,” che secondo me invece è un concetto chiave. E poi, mentre Heisig (l’autore del libro) si limita a illustrare un metodo atto a ricordare il significato dei caratteri, io mi sento di andare un po’ oltre.
Spingermi ai limiti della mia immaginazione
Al posto di limitarmi a immaginare un generico bevitore di vino, potrei immaginare il mio amico francese Jean Baptiste seduto all’uscita della Stazione di Milano che si versa un bicchiere di Bordeaux Saint Emilion.
Perché voglio spingermi a un tale livello di dettaglio?
Ci sono due ragioni.
Primo, costruire una scena che comprende una persona che conosco e una bottiglia di vino che compravo spesso in Francia richiede molta più immaginazione. Quindi la storia che sono in grado di creare è molto più vivida e facile da ricordare.
E poi, e qui è dove la questione si fa interessante, il suono francese “jean” è abbastanza vicino al suono cinese di “zhan,” cioè alla pronuncia del carattere 站.
Quindi questa breve storia mi permette non solo di ricordare il significato, ma anche la pronucia e la forma del carattere (un bicchiere e una bottiglia di vino).
Utilizzare il mio amico Jean Baptiste probabilmente potrebbe funzionare anche per te ma sarebbe meglio se t’impegnassi a trovare un esempio tratto dalla tua vita privata.
Applicazioni pratiche di Quantum Memory Power
Il programma contiene otto CD e fino ad ora ho parlato solo della prima parte del primo CD. O’Brien va avanti a spiegarti tutta una serie di operazioni che puoi realizzare con la tua memoria, tra cui come memorizzare i numeri di telefono, ricordare i nomi della gente che incontri, memorizzare l’ordine di un intero mazzo di carte mischiate in maniera casuale o vincere a blackjack (chi riesce a contare le carte ha più possibilità di vincere).
Imparare questo genere di tecniche richiede tempo e lavoro e ho il sospetto che solo i più motivati possano riuscirci.
Ma secondo me il valore reale di questo programma è racchiuso nei primi, semplici esercizi (per esempio come ricordare una lista di dieci oggetti utilizzando i principi di associazione, posizione e immaginazione) che t’insegnano come allenare la tua memoria e come sfruttarla al massimo delle sue potenzialità.
Imparare una lingua straniera con Quantum Memory Power
Quantum Memory Power contiene anche un capitolo dedicato alle lingue straniere. O’Brien ha qualche consiglio interessante ma secondo me le sue idee sono più adatte alle lingue europee.
L’anno scorso, ispirato dall’ascolto di questo programma, ho speso un po’ di tempo a sviluppare un sistema per ricordare parole cinesi composte da più caratteri (la maggior parte delle parole del cinese moderno sono composte da più di un carattere). Ho cercato di prendere in considerazione il significato, la pronuncia, i toni e la forma del carattere.
Conto di scrivere un articolo su questo tema appena avrò abbastanza esempi a disposizione. Se sei interessato a saperne di più ti consiglio d’iscriverti alla newsletter che si trova alla fine di questo post.
Alcune lezioni che si possono imparare da O’Brien
- Le flashcards da sole non funzionano. Hai bisogno di un contesto. Anche se la cosa migliore è quella di attingere alla nostra esperienza personale, la nostra immaginazione può ancora fare miracoli.
- La nostra mente è più potente di quello che pensiamo. Utilizza la tua immaginazione e non c’è limite a quello che puoi imparare.
- Apprendere nuova informazione richiede un sforzo attivo. Il nostro cervello non è un disco rigido e non c’è modo di imparare in maniera passiva.
Imparare il cinese: La via dell’indolenza (nono mese)
Se sei appena atterrato su questo website a questo punto ti starai chiedendo:
1) Perché sto leggendo un articolo scritto da uno sfasato che parla di strane tecniche mutanti?
2) Cos’è La via dell’indolenza?
Sorry, alla prima domanda non so rispondere. Però ti posso dire che La via dell’indolenza è il metodo con cui sto cercando d’imparare il cinese (ho iniziato a Marzo 2012). Clicca qui per conoscere i dettagli.
In tutta onestà ottobre è stato il mio mese peggiore. Ho perso il mio iPod e quindi ho smesso di ascoltare regolarmente Chinesepod, il podcast di cinese a cui mi sono abbonato l’estate scorsa. Mi sono lasciato con la mia ragazza (lei è cinese e parlavamo spesso in mandarino) e, per finire, mi sono trasferito a Shanghai (particolare che ha forse contribuito alla fine della mia relazione) dove è difficile trovare qualcuno che non parli inglese (a parte il fruttivendolo).
Il risultato pratico di questa congiunzione astrale è stato che ho parlato pochissimo cinese (mentre la mia consumazione di vino italiano è salita alle stelle ma questa è un’altra storia).
L’ambiente è importante ma penso che, dopo otto mesi di studio, avevo bisogno di staccare un po’.
A novembre ho continuato con le mie sessioni di flashcards (clicca sul link sopra per saperne di più) ma ho guardato film cinesi, ascoltato i miei podcast o parlato in cinese solo quando ne avevo realmente voglia (non molto spesso).
Diciamo che preso una pausa. Con un po’ di forza di volontà avrei potuto andare avanti allo stesso ritmo ma, guardandomi dentro, l’unico motivo che avevo per farlo era l’impegno che avevo preso su questo blog a marzo 2012 (che prevedeva un anno di studio ininterrotto). E non penso che a lungo termine questo sarebbe stato salutare. Anzi, avrei corso il rischio di odiare il cinese e di abbandonarlo del tutto tra qualche mese.
E infatti dopo qualche settimana di stop la voglia mi è tornata e ho deciso, un po’ di getto, di sottoscrivere a un abbonamento con Skritter. Nel caso non lo abbia mai sentito nominare, Skritter è un programma simile ad Anki che però ha anche il vantaggio di insegnarti a scrivere i caratteri (lo svantaggio è che si tratta di un prodotto a pagamento ma non si può avere tutto).
Sino ad oggi non avevo mai provato a imparare a scrivere in cinese perché, per ovvi motivi pratici, ero più interessato a migliorare la mia capacità di comunicazione orale.
Devo dire che questo nuovo progetto mi attira molto perché la ragione principale per cui iniziai ad interessarmi al cinese fu proprio la sfida rappresentata dal capire e padroneggiare i caratteri.
Decifrare il cinese per me è un po’ come imparare a giocare a scacchi o risolvere equazioni differenziali di secondo grado (sì, so fare entrambe le cose, sotto sotto sono un po’ nerd). I cinesi ci hanno regalato un sistema di scrittura così pazzo e complesso che, solo per questo, avranno per sempre la mia stima : )
Tu invece perché stai studiando il cinese?
[Photo Credits (Creative Commons License):thepismire]
Chiara dice
Ciao a tutti, studio cinese da tre anni e vorrei sapere il nome di libri che riguardano appunto l’apprendimento di un linguaggio visivo come il cinese, i processi che avvengono all’interno del cervello, e i vari metodi per la memorizzazione. Grazie mille anticipatamente
Furio dice
Ciao,
qua trovi tutti gli articoli sul tema: http://www.saporedicina.com/category/imparare-il-cinese/
boe2k2 dice
Ciao, complimenti per il sito in generale (commento su questo articolo solo perchè è n momento che mia figlia mi lascia in pave, ma sto leggendo tutti i tuoi testi). Come ovvio ti ho trovato cercando risorse per l’apprendimento del cinese (forse mi illudo), non escludo un cambio di vita nella mia seconda parte di carriera, anche se capirai che a 37 anni ed una bimba di 3,5 è ancora più complicato. Grazie per il materiale, bel lavoro davvero.
Furio dice
Ciao caro,
a 37 anni sei, al giorno d’oggi, ancora giovane. Dipendo un po’ da cosa vuoi fare : )
Grazie per la visita e il commento!
Furio
Ivano dice
Ciao Furio, si io sono ad hz dove studio in una università e lavoro in una compagnia tutta cinese :D
Furio dice
OK, salutami l’Ellens Bar ; )
Ivano dice
Fossi in te non andrei a shang hai è una città in cui è facile perdere i proprio obiettivi e alla fine torni con un un pugno di mosche. Ci sono tante città carine e soprattutto più economiche.. considerando che città come shanghai e beijing ci sono tanti ma tanti occidentali.. hang zhou anche ha una bella schiera di diavoli bianchi ma sostanzialmente meno io nella mia università ad esempio sono l’unico italiano..
sh e bj lasciamola ai lao wai.. :D
Furio dice
Ciao Ivano, dipende da quali sono i tuoi obiettivi : )
Al momento io aspiro a perdermi in una metropoli enorme, conoscere tanta gente nuova e vivere un’infinità di avventure. E poi sono in Cina da tanto quindi mi mancano i diavoli bianchi.
Ecco perché mi piace Shanghai.
Poi appunto ho vissuto ad Hangzhou per quasi due anni e un periodo progettavo di trasferirmi in un villaggio dello Yunnan (progetto mai realizzato ma che potrebbe tornare in voga hehe).
A Valentina ho consigliato Shanghai perché se non hai specializzazioni e vuoi trovare un lavoro è probabilmente il posto più facile da cui partire.
Poi certo, per imparare il cinese è meglio abitare nel villaggio dello Yunnan : )
Tu studi ad Hangzhou?
Alex dice
Ciao
ma una città come Shanghai è abbordabile come costo della vita?
Intendo dire, anche con un lavoro per esempio come insegnante di italiano (ma c’è veramente tanta gente in Cina che vuole imparare l’italiano?) si riesce a vivere bene o solo a sopravvivere?
Grazie
Furio dice
Ciao, io vivo a Shanghai (bene) con meno di mille euro al mese. Poi dipende da cosa tu intendi per “bene.”
Non mi dilungo sul costo della vita perché siamo andati veramente off-topic. Se t’interessa l’argomento apri pure una discussione sul forum : )
Valentina dice
Infatti sto mettendo da parte un po’ di soldi e cercando qualche stage…poi con l’anno nuovo vorrei partire!
Anzi se conosci qualche società che offre qualche stage sul territorio cinese fammi sapere.
Furio dice
Che tipo di stage vorresti fare?
La maggior parte si iscrive a una scuola di cinese (per avere il visto e migliorare la lingua) e poi si trova un lavoro qua (tipo insegnante di Italiano etc.).
Certo se hai competenze più specifiche (designer, ingegnere, pizzaiola) allora è più facile.
Valentina dice
No in effetti non ho nessuna competenza specifica..quindi credo che dovrò trovare qualcosa sul posto. Per i corsi di lingua ne ho visti molti in varie università. A me piacerebbe andare ad Hangzhou però forse per iniziare credo sia meglio Pechino, Shanghai, Tianjin.. Etc. Tu che ne pensi?
Furio scusami se ti sto tartassando…:-P
Furio dice
Hangzhou va bene, io ci ho vissuto tanto tempo : P
E poi è a soli 45 minuti di treno da Shanghai. Certo se vuoi lavorare come insegnante di lingue, interprete etc Shanghai e Pechino offrono più opportunità.
Io inizierei da Shanghai (città più vivibile della mastodontica Pechino) e poi, una volta capito come muovermi, magari mi sposterai.
Però stai attenta con Shanghai, una città che ti prende e non ti molla più ; )
Valentina dice
Haha ok allora starò super attenta. Grazie mille per le info e per la disponibilità!
A presto.
Valentina dice
Grazie Furio per i tuoi articoli . Li trovo molto interessanti e per niente noiosi.
Sono laureata in cinese alla triennale e capisco quanto sia difficile memorizzare gli ideogrammi soprattutto per chi come me vive in Italia e non parla il cinese quotidianamente.
La tecnica di associare i caratteri a immagini di vita vissuta è vera (spesso provo ad associare un’intera frase a delle immagini).
A mio avviso non è sufficiente solamente imparare i caratteri, associarli e contestualizzarli, serve comunque la comunicazione orale costante e se non vivi in Cina non la puoi avere.
Mi ritrovo ora con un pezzo di carta (diploma di laurea), con tanti caratteri per la testa, regole di grammatica (che il cinese ne ha pochissime) che conosco bene…ma quando è ora di arrivare al dunque, di parlare in cinese con qualcuno.. ho serie difficoltà…:-((
furio dice
Ciao Valentina,
in Cina conosco tanti ragazzi che avevano il tuo problema. Loro si sono curati con un biglietto sola andata Milano – Shanghai : P
Non hai mai pensato di trasferirti in Cina per un po’?
valvola dice
ciao Furio (I),
sei forte di leggo in un fiato, dici tante cose stimolanti e interessanti e non chiedermi perchè trovo mio il tuo modo di scrivere….. probabilmente perchè anch’io inizio sempre da una buona bottiglia di vino (non dal bicchiere), gioco a scacchi ( ti consiglio chesspresso su android anche se a Dongguang non funziona). per finire in bellezza, Amarone 2007, per l’incredibile cena di stasera a Chang an. wo ai Zhong guo
a presto valvola
furio dice
Ciao Valvola,
grazie per il commento.
“Quando scrivo tento sempre di evitare quelle parti che la gente di solito non legge”
La battuta è di Elmore Leonard ma diciamo che anch’io tento di rispettare la sua filosofia ; )
Al momento sono in Italia, quando passerò per il Guangdong mi offrirai un bicchiere di Amarone haha
A presto,
Furio