L’apprendimento della lingua inglese è, per i cinesi, una specie di priorità.
Eppure, nonostante tutto il tempo, il denaro e la fatica investiti, la Cina davvero non riesce a formare un gran numero di persone che parlino bene l’inglese. Ma c’è anche il rovescio della medaglia, dal momento che il cinese viene costantemente classificato tra le lingue più difficili da imparare per un madrelingua inglese. Il numero dei programmi cinesi inseriti nel campo dell’istruzione superiore americana è in rapida crescita, di conseguenza sempre più persone “combattono” con il mandarino, così come molti dei nostri lettori.
In questo e nel prossimo articolo ho intenzione di cimentarmi nello spiegare perché accade tutto ciò – a partire dal motivo per cui l’inglese è un vero e proprio incubo per gli studenti cinesi.
Problema 1: Ci sono troppe parole e troppi suoni
Nello studio dell’inglese, la quantità di informazioni che un madrelingua cinese deve imparare è piuttosto sconcertante. Sappiamo tutti che il cinese è tristemente famoso per il fatto che ha migliaia e migliaia di caratteri ma, a conti fatti, tutti li disegnano, estrapolandoli da un gruppo limitato di sillabe che, per essere precisi, sono 412..
Quando un anglofono comincia ad imparare il cinese, deve imparare solo un numero piuttosto ridotto di nuovi suoni – la “q” della parola 请, la “x” della parola 许, l’umlaut nelle parole come 绿 e pochi altri. Ciononostante, uno studente cinese si trova ad affrontare, fin dalla prima lezione, tutta una serie di suoni mai pronunciati prima.
Ti sei mai accorto che i cinesi sembrano dire “Hallo”, piuttosto che “Hello”? Questo accade perché “ha” (come in “哈”) è un suono cinese, ma la “e” di “hello” non lo è. La prima parola che uno studente cinese deve imparare, lo costringe ad emettere un suono mai pronunciato prima.
E non sono solo i nuovi suoni. La lamentela che, di solito, sento più di altre provenire dagli studenti cinesi è che, in generale, esistono troppe parole. Ed è vero che l’inglese ha un vocabolario piuttosto ampio e moltissimi vocaboli derivano dal latino, dal tedesco, dall’olandese e dal francese.
Inoltre, in quest’epoca moderna di globalizzazione e di immigrazione di massa, soprattutto l’inglese americano ha assorbito innumerevoli parole appartenenti alle lingue in tutto il mondo – finanche dal cinese (vedasi: kung fu, chi, feng shui, gung ho, mu shu, tai chi ed yin yang).
E quando il tuo punto di partenza è il cinese, il vocabolario necessario per capire – molto meno per parlare – l’inglese può apparire piuttosto complesso. Il cinese è una lingua super-contestuale e, spesso, utilizza una parola per indicare un sacco di cose diverse. Ad esempio: 场 (chang) è un carattere che, in pratica, indica un qualsiasi grande spazio all’aperto, utilizzato per qualche scopo particolare. “ice ball 场” significa pista di hockey, “competition 场” significa stadio, il “basketball 场” è un campo sportivo, “golf 场” è il campo da golf, “plane 场” è l’aeroporto, “fire bury 场” è il forno crematorio e…
Beh, hai capito. Spiegare ai bambini che devono imparare una nuova parola (plurisillaba) per ciascuna di queste cose è come se, in qualche modo, si dicesse loro che Babbo Natale – che loro chiamano “Christmas Old Man, by the way” – non esiste.
Problema 2: Imparare l’ortografia
Questo è uno dei numerosi aspetti dell’apprendimento del cinese-inglese che, nel frattempo, è stato facilitato da computer e smartphone. Detto questo, può essere difficile per i madrelingua apprezzare quanto sia strana (per usare un eufemismo) la nostra ortografia.
Se vuoi, prendi in considerazione il fatto di insegnare ad un gruppo di ragazzi la frase seguente: “I don’t know why this goddamn language is often quite odd” (Non so perché questa cacchio di lingua sia spesso così strana…) (P.S. Sapore di Cina non consente di insegnare ai ragazzini questa frase. Va’ avanti a tuo rischio e pericolo).
Questi ragazzi hanno passato ore a declamare e a copiare l’alfabeto e tu devi comportarti seriamente come se abbia perfettamente senso che “damn” sia, in realtà, solo “dam” e “know” non venga pronunciato “keh-now”. Quando ci riescono, devi spiegar loro che “qu” e “gu” sono molto simili a “qw” e “gw”, che la “t” di “often” può sparire e che, per qualche motivo, la lettera “y” ha un suono del tutto simile a “w”, “h” e “y” messe insieme (per non parlare di chieder loro di “queue”, ovvero, il mettersi in fila).
Se spiegare tutte le diverse parole è come dire ai bambini che Babbo Natale non esiste, è anche come se si dicesse loro che il golden doodle Benny doveva andare in una grande fattoria del nord.
E questo riguarda solo le lettere mute di base e quelle regole che i madrelingua fanno proprie in giovane età. Lo studente medio cinese tende ad arrendersi con la stessa rapidità con cui tu cominci ad appassionarti all’ortografia dei plurali.
Quando di qualcosa ce n’è più di una, basta aggiungere una “s” o “es”, giusto? Sbagliato! Un “mouse” diventa due “mice”, una “goose” diventa due “geese”, per non parlare di “octopi” e “moose”. E che dire di “ie” vs “ei”? Credo che l’antica regola sia la seguente: “la i prima della e, tranne dopo la c, come in science, oppure neigh, weird, caffeine e vai a farti fo####e”. La triste realtà è che la nostra lingua, derivante dal melting pot, va oltre ogni limite quando si trattava di uniformare le regole.
E parliamo delle regole…
Problema 3: La nostra grammatica è assurda
La nostra raccolta di regole grammaticali è piuttosto assurda, ma, se qualcuno volesse dimostrare il contrario, può inserire la propria idea nella sezione dei commenti.
Scherzi a parte, però. Non ho intenzione di spendere troppo tempo a parlare di vere e proprie regole grammaticali perché a.) Sono un incubo per tutti, non solo per i cinesi e b.) Una discussione approfondita sulla grammatica inglese potrebbe curare anche il peggiore caso di insonnia. Andiamo avanti.
Problema 4: I tempi verbali sono un concetto completamente nuovo per uno studente cinese
Più tempo investi nell’insegnamento della lingua inglese in Cina – almeno in base alla mia limitata esperienza – più ti preoccupi delle difficoltà tecniche e delle differenze fondamentali, ed apparentemente insormontabili, che esistono non solo tra le nostre lingue, ma anche nel modo in cui noi ed i cinesi percepiamo il mondo. Forse sto facendo il melodrammatico, ma dammi retta.
Il cinese non ha tempi verbali. Le parole non cambiano in alcun modo in base a quando qualcosa accade, è accaduta, o sta per accadere. Ci sono, naturalmente, parole che significano “futuro” e “passato”, ma la struttura di base di una frase, necessaria ad indicare quando hai fatto qualcosa, è la seguente: sostantivo-tempo-verbo-oggetto.
Per questo motivo, la frase “I ate a hamburger yesterday” diventa “I-yesterday-eat-hamburger”. Esiste la particella 了, che indica il completamento di un’azione e questo è tutto.
Se vuoi che qualcuno sappia quando qualcosa sta avvenendo, basta inserire il tempo nella frase. Semplice, no? SBAGLIATO – ma questo è un argomento trattato nell’articolo sul perché il cinese è difficile, perciò per ora andiamo avanti.
In un primo momento, dovrebbe essere chiaro come l’aggiunta dei tempi verbali crei agli studenti cinesi maggiori difficoltà con l’inglese. Ancora una volta, si tratta di troppe informazioni: per tutta la loro vita se la sono cavata utilizzando un unico verbo per tutte le situazioni.
Prendiamo, ad esempio, la parola “swimming”. In cinese “swim” è 游泳, oppure yóuyǒng (somiglia a yo-yawng). Pertanto, la frase “I went for a swim yesterday” è, per un cinese, “I-yesterday-go-游泳” e la frase “I like swimming” corrisponde a “I-like-游泳”. Se vuoi dire “I swam from China to Australia”, basta dire “I-from-China-游泳-go/arrive-Australia” e la frase “She swims everyday” diventa “She-everyday-游泳”. Trovi l’esempio molto calzante?
Nient’altro che 游泳. 游泳 per giorni, per così dire.
Abbiamo già detto ai bambini che Babbo Natale non esiste e che il loro cane è morto. Preparati a ferirli, ed a versare il sale nelle loro ferite, perché ora devi spiegare loro che per dire 游泳, devono imparare le varie forme del verbo: “swim”, “swims”, “swimming”, “swam” e, naturalmente, “swum”, se si dà il caso che questo verbo sia preceduto da un verbo ausiliare (perché la grammatica inglese è super intuitiva!).
E perché?
Per i tempi verbali! Lo sai: per te si tratta di un concetto del tutto nuovo ed estraneo! Bene, rendi più naturale la pronuncia dei suoni. Talvolta dipende dalle situazioni. Devi esercitarti per prenderci la mano.
Però può essere difficile…
Problema 5 – 1,000,000: Fin dal primo giorno tutto va contro gli studenti cinesi
Nonostante tutte le bizzarre difficoltà dell’inglese, la gente di tutto il mondo riesce ad impararlo. I cinesi però sembrano avere più problemi degli altri.
In base alla mia esperienza, il personale dell’aeroporto di Ulaan Baatar, in Mongolia – una città di poco più di un milione di abitanti, distribuiti in un Paese che conta la più bassa densità di popolazione al mondo – parlano l’inglese meglio del personale dell’Aeroporto di Pechino – uno dei più grandi e dei più trafficati al mondo.
Nell’EF English Proficiency Index, la Cina si classifica dopo Uruguay, Russia, Vietnam, Bosnia, Giappone, Corea del Sud e, forse più significativamente, dopo Hong Kong e Macao. La Cina conta la popolazione più numerosa e l’economia più grande del mondo ed investe denaro e sforzi nell’insegnare l’inglese ai propri giovani, più di quanto facciano gli altri Paesi!
E il Giappone, la Corea, Hong Kong e Macao dimostrano che essere madrelingua di una lingua dell’Asia orientale – finanche il Cantonese – non può essere l’unico fattore.
Se questa ti è sembrata un’introduzione eccessivamente prolissa, è perché volevo edulcorare la seguente dichiarazione: il sistema educativo cinese è arrivato al punto di non ritorno. Questo è un parere che sei libero di non condividere, ma dammi la possibilità di dimostrarti quello che affermo.
In realtà, fammi indorare un po’ la pillola: non dimentichiamo che la Cina si pregia di una delle storie accademiche più imponenti del pianeta – sono stati i precursori del concetto di esame per il servizio civile ed hanno formato dei ricercatori straordinari prima che la maggior parte dei nostri antenati (europei ed americani) capissero a cosa servissero i libri.
Tutti d’accordo? Ok.
Il mondo è cambiato, ma, ad essere sincero, il loro sistema non ha seguito tali cambiamenti. L’insegnante fa la sua lezione e lo studente impara a memoria. I bambini devono ripetere e copiare. Non possono mai mettere in discussione i loro insegnanti, e cosa ancor più devastante, il concetto di chiedere “perché” è per loro completamente estraneo.
Se sono molto fortunati, incontrano una volta alla settimana un madrelingua che, di tanto in tanto, potrebbe proporre loro un po’ di nuove idee. Ma per il resto della della settimana, due volte al giorno, “studiano l’inglese” con un insegnante cinese che, 9 volte su 10, non ha mai messo piede fuori della Cina ed insegna alla classe parlando in cinese (tranne per le frasi esemplificative che i bambini devono ripetere come una cantilena).
Gli studenti ripetono dei brani senza mai conoscerne il significato, imparano a memoria, per gli esami, delle frasi che non useranno mai più ed apprendono un modo *corretto*, per affrontare ogni situazione, che li lascia completamente disarmati di fronte ad una qualsiasi forma di comunicazione del mondo reale, che si discosti anche di un 1% da quello che hanno imparato a memoria. Hai mai passato un po’ di tempo a parlare con uno studente cinese? La cosa strana è che questo studente ha superato tutti i test standard ed ha memorizzato migliaia di parole assurde del vocabolario, eppure incontra un’enorme difficoltà finanche con la più semplice forma di comunicazione in inglese.
E questa è la situazione, se tutto fila come dovrebbe – eppure, la corruzione e la sciocca burocrazia fanno sì che i ragazzi ricchi, che rovinano le classi, non vengono mai tolti dai corsi avanzati, che insegnanti non qualificati (sia cinesi che stranieri) non riescono ad insegnare assolutamente nulla ai loro alunni e che uno scopo completamente dogmatico dell’insegnamento, mirato al superamento dei test (una colpa che noi americani ben conosciamo e di cui siamo colpevoli), significa che si debba osteggiare qualsiasi tentativo volto all’introduzione nel curriculum di capacità pratiche mirate alla comunicazione.
Altre difficoltà
Hai bisogno di qualche altro motivo? Eccone tre!
- Come abbiamo già detto, non ci sono quasi più stranieri in Cina, e ancora meno di madrelingua inglese, pertanto è diventato quasi impossibile esercitarsi trattando argomenti legati alla vita reale.
- Imparare a scrivere il cinese è, sostanzialmente, un lavoro a tempo pieno dalla nascita fino ai 18 anni (e, credimi, ne parleremo nel prossimo articolo), perciò, studiare una qualsiasi altra lingua porterebbe distogliere l’attenzione.
- La censura complica, più di quanto già non lo sia, l’avvicinarsi ai film/alla musica/alla TV/eccetera in inglese.
Conclusione: Immagino che siano fregati
Sì. Purtroppo lo studente medio cinese, che vuole imparare l’inglese, sta per affrontare un gran numero di problemi. Ciò non vuol dire che nessuno riuscirà mai a superarli, ma è più difficile di quanto ogni ragazzo possa immaginare, o meritare.
Ma, ancora una volta, stiamo andando contro corrente: gli esseri umani che hanno sviluppato le altre civiltà dall’altra parte del mondo sicuramente non potevano parlare tra di loro. Cavolo, grazie agli strumenti di cui il progresso ci ha forniti ci piacerebbe trascorrere tutta la nostra vita alla ricerca l’uno dell’altro.
Può sembrare banale, ma mi sento come tutti gli studenti cinesi, quelli che lottano per imparare l’inglese, che somigliano un po’ ai pionieri del volo e della navigazione – nel vero senso della parola, ciascun elemento naturale sta suggerendo loro di darci un taglio, ma loro non si scoraggiano. E con l’aiuto della tecnologia, della globalizzazione e della riduzione dei costi di viaggio, diventeranno ogni anno più bravi.
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Claudio dice
Piccola osservazione sulla grammatica. Le sffermazioni che classificano più complessa quella tedesca poi l’italiana e poi quella inglese per arrivare alla cinese priva addirittura di grammatica e di tempi verbali, sono errate. Intanto il cinese non è privo di tempi verbali, ma, soprattutto non è privo di grammatica, come pure l’inglese può esser ridotto ad una grammatica semplice.
Lettore derivazioni dalla riduzione del concerto di grammatica alla sola morfologia dimenticando che la grammatica competence anche la sintassi. Laddove la morfologia è ridotta (come in inglese) o assente (come in cinese) la sintassi è altamente complessa e questo spiegare perché malgrado l’inglese venga classificano come lingua ‘semplice’ si dimostri poi essere una fra le lingue più difficili da apprendere a livello pratico. Idem con il cinese. Con l’aggiunta per entrambe delle difficoltà di rapporto scritto-orale, come notato.
Furio dice
Ciao Claudio, l’articolo è scritto da Taylor, che è americano. Quindi, quando afferma che “la nostra grammatica è assurda”, si riferisce a quella inglese, non a quella italiana o tedesca.
A mio modesto parare la grammatica cinese è più semplice a un livello di base, mentre diventa più complessa quando si “avanza” nello studio della lingua, proprio per i motivi che hai spiegato tu
Jappo dice
mmmm, personalmente non mi trovo d’accordo con l’articolo. O meglio, a parte i punti 4 e 5, non mi trovo d’accordo.
1. “troppi suoni”. Sì e no… diciamo che è la stessa difficoltà che un italiano (o un parlante inglese) incontra nello studiare il cinese. Non è il problema del “troppo” ma del “diverso”. Un processo che passa nello studio di qualunque lingua straniera. Inoltre, è vero che i cinesi dicono “halou”, ma non è che non abbiano il suono “he” 呵, semplicemente i calchi fonetici che fanno usando i caratteri sono diversi. Più che altro il problema che riscontro è che le parole straniere sono generalmente lunghe, perché i cinesi sono abituati a parlare con parole mono o bi-sillabiche.
2. L’ortografia inglese è assurda. Punto. Non ha un metodo logico per essere imparato e trascritto. Vogliamo invece parlare di come sia complicato per uno straniero imparare i caratteri cinesi? beh…mi pare che non ci sia storia.
3. La grammatica non mi pare assurda, la grammatica cinese è quasi inesistente, ma comunque è abbastanza “complicata”. Non nella sua semplicità della creazione della frase, ma proprio perché non essendoci molte regole, la stessa frase può essere fatta in diversi modi, tutti giusti, per trasporre lo stesso significato.
Il 4 e 5 mi trovo abbastanza d’accordo, e su questo c’è poco da aggiungere rispetto a quello già scritto.
Furio dice
Ciao Jacopo,
Sul punto uno sono d’accordo con te. Sui due e tre non troppo visto che non si tratta di decidere se i caratteri cinesi / la grammatica cinese è più complessa; bensì di spiegare perché per i cinesi quella inglese risulta complessa
Jappo dice
Eheh, hai ragione. Semplicemente però non credo che la grammatica inglese nel suo complesso sia complicata (anche per i cinesi). Perché comunque ha una costruzione SVO, proprio come il cinese. Forse è il plurale a creare un po’ di scompiglio ma neanche tanto. Poi, sulla sezione dei tempi verbali.. ecco, lì alziamo le mani perché il cinese non ha i tempi (come dice bene l’articolo) e quindi mi trovo 100% d’accordo. É molto più difficile la grammatica italiana dove abbiamo anche il maschile femminile e molti più tempi verbali.
Poi magari una cosa che mi viene in mente adesso, i nostri amici cinesi hanno un sacco di problemi con i numeri grandi (e noi con i loro), perché procedono in basi di 4 cifre e non di 3 come noi. Così che per loro un milione è “100 da 10mila”… non ti dico quanti mal di testa quando discuto dei contratti in Cina. Ahahah
Furio dice
Sì, OK, se il tuo argomento è che la grammatica italiana è più complicata di quella inglese, sono d’accordo. Ma allora potrei dirti che quella tedesca è ancora peggio : )
Considera che Taylor, l’autore dell’articolo, è americano. Quindi il suo punto di vista è un po’ diverso dal nostro, però l’articolo mi sembrava interessante quindi l’abbiamo tradotto lo stesso.
Sì, quella dei numeri è un’altra porcheria!