In un articolo precedente, (Perché imparare l’inglese è così difficile per i cinesi?), abbiamo esaminato le tante ragioni per cui gli studenti cinesi incontrano grandi difficoltà nell’imparare l’inglese: troppe parole e suoni nuovi, il concetto dei tempi verbali, regole senza senso, un sistema educativo non adatto alle loro esigenze e così via.
E’ stata una specie di delusione. Capirei appieno se tu sperassi in una seconda parte un po’ più edificante.
Beh… continua a sperare.
In questo articolo parliamo del motivo per cui il cinese è così difficile non solo per i madrelingua inglesi, ma anche per quasi tutti quelli che non lo hanno praticato fin dalla nascita. Questo articolo, naturalmente, fa riferimento ad un numero di persone infinitamente più piccolo – ricordati che il Presidente Obama si era prefissato l’obiettivo di avere, entro il 2020, un milione di studenti americani che studiassero il mandarino, anche il numero di cinesi che iniziano a studiare l’inglese supera di circa dieci volte ogni anno il numero dei futuri studenti di inglese.
Detto questo, c’è da considerare che in Occidente stanno sviluppando rapidamente alcuni programmi soddisfacenti grazie ai quali imparare il mandarino, perciò fammi andare avanti a distruggere le speranze ed i sogni di ogni aspirante studente.
Dichiarazione di non responsabilità: Da qui in avanti voglio solo parlare di “cinese”. Dal momento che in questo articolo non parlo di cantonese o shanghainese, o di altre lingue cinesi, spero vorrai perdonarmi questa generalizzazione.
Problema 1: Non riesci a gestire i toni
Usando un eufemismo, posso dire che il cinese ha la reputazione di essere una lingua dai suoni un po’ strani. So che stiamo facendo tutti del nostro meglio per smettere di essere degli sciocchi razzisti, ma cerchiamo di non permettere agli stereotipi ed alle brutte storie di interferire sui fatti. Il cinese e le altre lingue tonali sembrano oggettivamente strane ai madrelingua di linguaggi non tonali e viceversa.
Con questo non voglio dire che il cinese non possa sembrare bello o che tu possa non rispettarlo – calmati, per esprimere le tue opinioni hai a disposizione la sezione commenti – ma, se mi stai dicendo che non hai riso la prima volta che un insegnante cinese ti ha fatto ripetere a cantilena “mā, má, mǎ, mà”, allora va’ all’inferno, perché sei un gran bugiardo.
Il cinese ha quattro toni e la loro migliore descrizione che abbia mai sentito è quella che li paragona ad un aereo: il primo tono somiglia al rullaggio, il secondo al decollo, il terzo tono somiglia ad una turbolenza ed il quarto è simile al rumore dell’atterraggio.
Il primo ed il quarto tono sono piuttosto semplici: il primo somiglia al cantare la parola su una sola nota, il quarto è un enfasi a decrescere. Imparare la distinzione tra il secondo ed il terzo tono fa venire il mal di testa: il secondo è, semplicemente, un suono in crescendo, come un confuso “eh?”, mentre il terzo ha un’intonazione che va verso il basso per poi salire di nuovo. E, naturalmente, le versioni tonali di ogni sillaba hanno un significato diverso (talvolta radicalmente diverso).
Anche se non sei mai stato in Cina o non hai mai seguito una lezione di cinese in vita tua, probabilmente avrai sentito raccontare un aneddoto o lo scherzo di qualcuno che, per errore, dice qualcosa di offensivo in cinese.
Tanto per fare un esempio, la sillaba per “erba” (cao) è racchiusa in un singolo cambiamento di tono, ben lontano dal significato del vaffa##@@@lo, e la parola “cavallo” (ma) ha un tono ben diverso da quello che significa “madre”. Ti do questi input e ti lascio riflettere su come la semplice frase di un cavallo che mangia l’erba acquisti rapidamente un significato molto negativo.
Dato che non possiamo ancora entrare nella testa degli altri, è praticamente impossibile comprendere appieno come noi ed i cinesi sentiamo questi toni. Per fortuna, la scienza può entrare nella testa degli altri e la ricerca dimostra che il nostro cervello si illumina in modi completamente diversi quando elabora le lingue tonali.
Nelle lingue occidentali (ancora una volta eccedo nella generalizzazione), i “toni” rappresentano solo il modo che abbiamo per enfatizzare ed aggiungere emozione, ma, in cinese, essi hanno il potere di determinare il significato di una parola o di una frase.
Potresti fare una smorfia – e, siamo sinceri, io lo faccio – quando un cinese spiega con entusiasmo che no, il “mǎ” che significa “cavallo” è un suono completamente diverso dal “má” che significa “hascisc” che, a sua volta, è completamente diverso dal “mà” che significa maledire o giurare, eppure, per quella persona, queste parole hanno tra loro un suono completamente diverso, senza nemmeno doverci riflettere. E, purtroppo, per le tue aspirazioni linguistiche solo un’infanzia trascorsa con la full-immersion nel cinese può programmare in quel modo il tuo cervello.
Purtroppo i tuoi problemi stanno appena cominciando perché…
Problema 2: Il fatto che non ci siano abbastanza suoni e toni significa che tutto è contestuale (e tu non hai il contesto)
Sei pronto a vedere il tuo mal di testa trasformarsi in un’emicrania? Certo, quei toni importantissimi si distinguono tra diversi significati … tranne quando non lo fanno. La prima versione di tono della parola “shan”, ad esempio, significa “montagna” (山), ma significa anche “ventaglio” (煽) ed “odore di carne di montone” (膻), perché…. perché no?
La realtà è che ogni conversazione in cinese è piena zeppa di suoni identici, o quasi identici, che potrebbero significare una dozzina di cose diverse, ma anche significare solo una cosa specifica in un determinato contesto.
Ti faccio qualche esempio di vita quotidiana: ordina una birra e, probabilmente, il cameriere ti chiederà se ne vuoi una fredda (凉). Quella parola si pronuncia “liáng”. Secondo tono. Ricordi quanto sono simili il secondo ed il terzo tono? Beh, sai cosa significa “liǎng”(terzo tono)? 两: la parola che indica due unità di un qualcosa.
Perciò, se chiedi tre birre fredde ed il cameriere ti dice: “Oh, le vuole “liáng de” (fredde), potresti a ragione interpretare la frase come “liǎng ge” (due birre) e dire di no con la testa. Ora hai birre calde, amici arrabbiati ed un cameriere molto confuso.
Grazie mille, cinese.
Ecco una delle mie situazioni preferite: la parola cinese per “carta” è 纸 e la parola per “punto” è 指, ma entrambe vengono pronunciate esattamente allo stesso modo: “zhǐ”. Quindi, se vuoi dire ad uno studente di indicare un pezzo di carta, le cose si confondono molto velocemente. Se vuoi anche dirgli di indicare (只/zhǐ) la carta (纸/zhǐ) e che toccarla è vietato (禁止/jìnzhǐ), l’*emicrania* può trasformarsi velocemente in un epocale *vaffan@@#o*.
Non sei ancora convinto? Ecco qualche altro esempio:
- kuài: 快 (veloce), 块 (classificatore di masse o pezzi di qualcosa) e 筷 (bacchette). Usa velocemente le bacchette per prendere un pezzo di carne: kuài usa il kuàizi per prendere il kuài di carne.
- dàn: 但(ma), 蛋 (uovo) e 淡 (insipido, privo di gusto). Ma queste uova sono troppo insipide: dàn queste dàn sono troppo dàn.
- bǎo: 保 (proteggere), 堡 (castello) e 饱 (sazio). I soldati sono troppo sazi per proteggere il castello: i soldati sono troppo bǎo, non riescono a bǎo(hu) il bǎo.
Credi che ti stia elencando solo gli esempi più estremi? Pensaci un’altra volta – questo è quello a cui servono gli scioglilingua cinesi (è sicuramente piuttosto impressionante). Da’ uno sguardo a quanto segue:
四是四,十是十,十四是十四,四十是四十,四十四是四十四,四十四只狮子死了。
Messo tutto insieme, significa: “4 è 4, 10 è 10, 14 è 14, 40 è 40, 44 è 44, 44 leoni morti”. Ecco come lo pronunci:
“sì shì sì, shí shì shí, shísì shì shísì, sìshí shì sìshí, sìshísì shì sìshísì, sìshísì zhǐ shīzi sǐle”.
Per guadagnarti un bonus per l’emicrania, spostati nella Cina meridionale dove molte persone non distinguono effettivamente tra “s” e “sh”, il che significa che una frase già infernale diventa – quasi letteralmente – solo un puro sibilo.
Perciò, se il tuo tassista sembra essere del sud, faresti meglio a sperare non ci sia nessun 4 nella tariffa che devi pagargli.
Problema 3: Fonetizzazione e “Chinglish”
Posso scrivere un paio di articoli, scagliandomi contro tutto questo ed, effettivamente, l’ho già fatto.
Problemi da 4 a 1000: Il fo##@@o sistema di scrittura
Come al solito, togliamoci dai piedi la dichiarazione di non responsabilità: I caratteri cinesi sono incredibili. Sono, di per sé, delle opere d’arte – considerato che non li so scrivere – ed è strabiliante il modo in cui tutti questi pittogrammi si uniscano per formare una lingua che più di un miliardo e mezzo di persone può utilizzare per scambiarsi facilmente idee ed informazioni.
Il problema è che, praticamente, non lo fanno.
Piuttosto che sfogarmi con i miei amici e la famiglia, lasciami analizzare questo sistema in maniera fredda e razionale.
Prima di tutto, esiste un carattere diverso per ciascuna parola, comprese tutte le varianti tonali della stessa sillaba. Ciò significa che possono esserci facilmente oltre 10.000 caratteri che condividono tutti gli stessi 412 suoni di base – circa 1600 se si contano i diversi toni.
Eppure, i caratteri hanno qualche o nessun collegamento fonetico con le parole che rappresentano, il che significa che, prenderne in considerazione uno, non ti rende l’idea di quello che sembra. Un cinese (o un insopportabile studente straniero) ti dirà con enfasi che no, la parte destra del carattere molto spesso ti dice quello che sembra.
È pur vero che alcune parti dei caratteri appaiono più volte nelle parole che condividono la stessa sillaba: ad esempio, 高 e 搞 e 稿 usano tutti la sillaba “gao” e puoi notare che tutte hanno lo stesso piccolo aspetto di una torre.
Eppure i cinesi usano anche toni diversi e dal momento che, sicuramente, ti ricorderai che i toni differenti comunicano significati completamente diversi, si tratta, in effetti, di parole del tutto diverse e questa cosa è quasi mai (leggi: mai) utile come potresti sperare.
Inoltre, le parole “gao” rappresentano più un’eccezione che la regola. Spesso il lato destro del carattere offre più di un suggerimento generale sulla pronuncia di una vera e propria sillaba mentre, altre volte, non ti dà un bel niente.
Per ciò che concerne il significato, la situazione è ancora più disperata. Il lato sinistro del carattere (la radice) dà, generalmente, qualche piccolo suggerimento sul significato, ma viene così ampiamente adoperata che hai pochissime possibilità, talvolta nessuna chance, di poter mai indovinare che cosa un dato carattere voglia effettivamente dire, se ciò che esprime è un po’ più complesso.
Se dai uno sguardo a 把, 打, 找, 提, 拉, 报, noterai che tutti questi caratteri hanno la medesima radice sinistra che significa “mano”. Eppure, i loro rispettivi significati sono “tenere/prendere”, “colpire”, “cercare”, “stringere/sollevare”, “tirare” e “riferire”.
Sì, tutte queste parole possono essere sicuramente collegate ad una mano – ma questo è il genere di cose che risulta essere interessante per qualcuno che conosce già la parola, non per qualcuno che cerca di capire il significato della parola.
Diventare competente – non un esperto, ma semplicemente fluente a livello base – della lingua scritta cinese è, in sostanza, un lavoro a tempo pieno che termina quando muori. Se vuoi vedere quanto sia intenso l’impatto che la difficoltà dello scrivere in cinese ha sulla vita reale, osserva i bambini:
Un bambino di circa 8 anni, proveniente da un posto in cui utilizza l’alfabeto, mette per iscritto i suoi pensieri. Probabilmente non dispone di un vocabolario molto ampio, oppure non ha grosse capacità di scrittura creativa – ma riesce a comunicare con una matita.
Se il piccolo Timmy è depresso per la mancanza di manicaretti a casa, può attaccare un biglietto sul frigorifero che dice: “Mom, pleez buy candee.” Se vuole che il suo insegnante sappia che il suo cane gli ha strappato un pezzo del compito di matematica, può scarabocchiare la frase “sorry! dog tryed eat my homewurk” su un lato della pagina.
Se vuole chiedere ai suoi genitori il permesso di stare un po’ di più a casa di un amico, può scrivere “can I hav dinnr at johns hause?” Tutte queste frasi non sono perfette, eppure sono un mezzo assolutamente comprensibile per comunicare delle idee.
C’è anche il rovescio della medaglia: finanche un bambino cinese di 8 anni, estremamente vivace ed agiato, riesce a malapena a comunicare qualcosa utilizzando i caratteri. Quando insegno, ho l’abitudine di scrivere il significato cinese accanto alle parole difficili in inglese, pensando che questo sarebbe un buon modo per migliorare contemporaneamente le note dei bambini e la mia tremenda grafia cinese.
Questa prassi ha subìto una battuta d’arresto quando mi sono reso conto che la maggior parte dei ragazzi non riuscirebbe a scrivere la maggior parte delle parole cinesi e trascorrerebbe 5 minuti ignorandomi, tentando di copiare il carattere dalla lavagna.
Ad eccezione della situazione più semplice, non puoi solamente *tirare a indovinare* e *sbagliare a scrivere” un carattere in maniera che sarebbe ancora sicuramente comprensibile il modo in cui riesci a gestire una lingua basata sull’alfabeto. Perciò, se qualcuno non ricorda come scrivere un determinato carattere, semplicemente non lo scrive. (Da tener presente: l’epoca degli smartphone e delle tastiere dotate di pinyin sono l’unica ragione per cui uno come me è in grado di comunicare scrivendo in cinese).
Non stiamo nemmeno parlando di inaudite parole incomprensibili. I caratteri non aumentano di difficoltà man mano che il loro significato diventa più incomprensibile. La parola “caramella” somiglia a: 糖. Topo somiglia a: 鼠. Imbroglione assomiglia a: 作弊. Aquila: 鹰. Vincere: 赢.
E prima di mal interpretare tutto ciò, considerandolo una sorta di giudizio sui bambini cinesi o, addirittura, sul sistema educativo cinese, siamo sinceri: riusciresti a scrivere a memoria una di queste parole solo dopo qualche giorno, o qualche settimana di pratica? Che dire di centinaia, o di migliaia di caratteri?
Tuo figlio o tua figlia di 8 anni ci riuscirebbero? Ora immagina di COMINCIARE ad imparare questo sistema di scrittura a 18 anni (magari dopo una sbornia), cercando di rispettare il tuo credito linguistico. Non sorprende il fatto che le lezioni di cinese non abbiano grandi risultati nella fidelizzazione di principianti ed intermedi…
Ora andiamo avanti, perché non abbiamo ancora finito.
Problema 1001: Il razzismo e l’applicazione di due pesi e due misure
Prima di cominciare ad offendere tutti (o continuare a farlo), ecco alcuni fatti basilari che possono essere confermati da una qualsiasi fonte affidabile sui dati demografici cinesi e/o dal senso comune:
- Ci sono e, storicamente, ci sono sempre stati pochissimi stranieri in Cina.
- Ci sono e, storicamente, ci sono sempre stati pochissimi stranieri (soprattutto bianchi e di colore) che parlano cinese.
- E’ estremamente difficile che (almeno fino a poco tempo fa) un cinese medio incontri stranieri che parlano un decoroso cinese
- Lo studente cinese medio trascorre gran parte della propria infanzia ad essere sottoposto al processo, incredibilmente stressante e che richiede molto tempo, di memorizzazione di un numero sufficiente di caratteri cinesi, affinché diventi funzionalmente fluente, di modo che l’adulto medio abbia un’idea superiore alla media di quanto la propria lingua sia difficile.
Ok, facciamolo:
In Cina, quasi nessuno potrà mai credere che tu possa parlare cinese, a volte anche dopo averti sentito parlarlo.
Come sa chiunque abbia mai studiato una seconda lingua, muovere i primi passi nella comunicazione reale con persone madrelingua può essere tremendo, finanche per le persone più estroverse e – non c’è davvero nessun modo per edulcorare tale concetto – la Cina rende questi piccoli passi davvero terribili.
Una volta tornato negli Stati Uniti, ho avuto la fortuna di studiare con insegnanti gentili – beh, comprensivi -, ma non posso dirti quanti amici ho visto provare le loro prime parole in cinese qui a Pechino, ottenendo risultati prevedibilmente deprimenti.
Ecco un tipico esempio:
A: Nǐ shì nǎ guórén? Di dove sei?
B: Wǒ shì méiguóré.n Sono americano (c’è il piccolo errore del secondo anziché del terzo tono sulla sillaba “mei” di America, eppure, se ci pensi un attimo, è del tutto comprensibile).
A: Shénme? Méi guó? Shénme guójiā? Shénme yìsi? Zhège lǎowài shuō shénme, wǒ tīng bù dǒng… Cosa? meiguo? Quale Paese? Che significa? Non capisco cosa dica lo straniero…
IO: SITUAZIONE, FIGLIO DI PU@@##A. PUOI USARLO?
Tutto ciò non è limitato ai principianti terrorizzati. Non posso dirti quante mie conversazioni ho visto andare completamente male perché, dopo cinque minuti di un buon dialogo, ho mandato all’aria una parola, facendo giungere il mio interlocutore alla domanda “COSA STA DICENDO LO STRANIERO?”
Se in America tendiamo ad essere troppo condiscendenti sul parlare mooooooolto lentamente ed a voce alta con qualcuno, per di più con un accento marcato, i cinesi sono tutto il contrario. Ironia della sorte, anche se tutti danno per scontato che non sei in grado di usare la loro lingua, proprio nessuno ti darà corda.
Tutto si riduce alla tua faccia bianca/di colore/cinese. Trascorrere quasi tutta una vita senza mai sentire la tua lingua uscire dalla bocca di una persona dall’aspetto diverso è, chiaramente, uno straordinario manuale.
Non è che ci sia una certa predisposizione genetica cinese nei confronti del razzismo – un’idea che dovrebbe essere di per sé dannatamente razzista – c’è solo una vita di esperienza che deve essere superata quando inizi una conversazione con una persona cinese che non hai mai incontrato prima.
Ma anche una volta che hai un sacco di amici cinesi meravigliosi, felici di fare pratica con te, ti auguro buona fortuna con la gente del tuo Paese…
Problema 1002: Sei un tipo strano e solitario
Se leggi l’articolo precedente sul perché l’inglese è così difficile per i cinesi – grazie, lettore zelante! – sai già che uno dei maggiori ostacoli che i cinesi devono affrontare è il loro sistema educativo che, sostanzialmente, li mette nei guai fino a portarli a non riuscire ad imparare l’inglese.
Tutti i ragazzi sono costretti a studiare l’inglese fin da piccoli, eppure a nessuno di loro viene data l’opportunità di esercitarsi nel parlato quotidiano.
Il nostro sistema educativo, d’altra parte, non è molto diverso. Praticamente, tutti gli studenti di cinese che abbia mai incontrato hanno iniziato nello stesso modo: hanno scelto una lingua di loro interesse al liceo o all’università e sono stati coinvolti in una combinazione di grande entusiasmo e perseverante fallimento (ad esempio “ho già sprecato 1000 ore della mia vita a copiare 中国中国中国中国, ma ora non riesco a smettere”).
Anche nelle migliori scuole americane i ragazzi, che seguono con attenzione le lezioni di cinese, sembrano un po’ strani. Non posso parlare dei Paesi non anglofoni, ma quando la tua lingua madre già domina il mondo, investire un numero infinito di ore ad imparare una delle lingue più difficili della terra può, sicuramente, dare l’impressione di essere una cosa un po’ eccentrica.
Quando frequentavo il college, ho potuto contare sulle dita di una mano il numero di amici che, me escluso, si impegnava seriamente a studiare cinese. Se pensi che sia stato troppo duro con la Cina in questo articolo (o in tutti i miei articoli), lasciami la possibilità di concludere con una riflessione decisamente pro-Cina: loro hanno capito che apprendere la lingua più importante sulla terra è, come sai, fondamentale.
Noi *occidentali* parliamo sempre di come la Cina si stia sviluppando, di come stia conquistando il mondo, di come tutto venga prodotto in Cina, di quanti miliardi di abitanti vivano lì eppure, nonostante tutto ciò, ancora non sembra che nutriamo un interesse collettivo nella formazione di un numero concreto di persone che parlino fluentemente cinese.
Voglio dire: usiamo la parola “cinese” come sinonimo di qualcosa di assolutamente incomprensibile, ad esempio: “sembra che tu mi stia parlando in cinese”. Finanche nei nostri film e negli spettacoli televisivi di maggior successo non riusciamo ad ascoltare delle frasi pronunciate in un cinese decente da personaggi che, si suppone, siano dei geni.
Nelle nostre scuole lo studio di una seconda lingua è cosa rara fino a quando i ragazzi giungono al liceo, inoltre ti sarà molto più semplice trovare caffetterie biologiche/squadre straordinarie che praticano il polo in acqua /un edificio adibito a studio d’arte nel college che frequenti, che non un dignitoso programma di insegnamento del cinese. Perciò, se hai intenzione di dedicarti seriamente a questa lingua, tieniti pronto a prendere l’iniziativa ed a trascorrere un sacco di tempo sentendoti un deficiente che perde tempo (in generale, io mi sento ancora tale).
Se sei d’accordo con me, ecco la mia conclusione un po’ generalizzata: l’inglese è davvero difficile e non ha alcun senso. Anche il cinese è molto difficile e non ha alcun senso. Il cinese costringe tutti a cercare di imparare l’inglese, senza avere un’idea sul come ottenere risultati concreti. Non proviamo nemmeno a cercare di far imparare il cinese a qualcuno, quindi non otteniamo risultati concreti.
Eppure stiamo migliorando.
…molto, molto, molto lentamente.
Photo Credits: Flag by thepismire
Jappo dice
ahahaha, questo articolo mi pare colga molto nel segno.
Tralasciando le considerazioni sull’America e l’inglese che l’autore, in quanto americano, pare tenga un po’ troppo in alta considerazione, mi pare che il resto sia condivisibile al 100%.
Ricordo ancora con odio il personaggio cinese che veniva ogni sera a fare amicizia con il gruppo di stranieri seduti sui gradini dell’università di Nanchino, se non fosse che se non avevi tutti i toni e le pronunce perfette ti guardava con un punto interrogativo stampato sul volto. Oppure il fatto che avendo un buon cinese, quando sei al telefono ti parlano tranquillamente, ma una volta che ti hanno di fronte non capiscono nulla di quello che dici perché nella loro testa il volto bianco non può parlare il cinese…
Devo ammettere che con l’avanzamento del livello di cinese si riesce a comunicare bene e a non incontrare questi problemi, ma non è facile. Ovviamente poi ti può capitare di incontrare quelli che vedono l’occidentale che parla il cinese come la scimmietta ammaestrata che sa fare qualche gioco e ripetono a pappagallo tutto quello che dici e poi ridono. Ecco, ho litigato con più di una persona per questo ma, nonostante ritenga che il tutto sia molto fastidioso, la maggior parte dei cinese sono abbastanza comprensivi e gentili nei noi confronti
-Jappo
Furio dice
Ciao caro,
forse lo conosci già perché è famosissimo, in caso contrario ti consiglio anche quest’articolo di David Moser, chiamato “Why Chinese is So Damn Hard”: http://pinyin.info/readings/texts/moser.html
jappo dice
Da sinologo ammetto la mia ignoranza: non conoscevo l’articolo che hai linkato. Un po’ lungo ma ben fatto.
Mi sembra di focalizzi un po’ troppo sulla parte scritta, ma in effetti è forse la parte più complicata del cinese (più i toni).
PS significativa la parte in cui dice di leggere il giornale in spagnolo senza averlo mai studiato e realizzare che capisce più lo spagnolo che il cinese dopo averlo studiato 3 anni… (e l’autore è americano, non italiano) :D
Furio dice
Sip, articolo interessante. Non ho resistito e l’ho riletto a distanza di 5 anni!