Dopo più di cinque anni vissuti nella capitale cinese, ed averla lasciata anni fa, oggi sono tornato nella capitale cinese.
Per “festeggiare” il mio ritorno in quella che è stata casa mia nel corso di tanti anni, decido di fare una lunga passeggiata in una delle mie zone preferite della città, il quartiere di Gulou o della Torre del Tamburo.
Il quartiere di Gulou è vivace e unico al mondo, un labirinto di stradine che offrono un mix di tradizione e modernità difficile da immaginare se non lo vedi con i tuoi occhi. Le case tradizionali di questo quartiere, così difficili da vedere nella Pechino di oggi, hanno avuto dei destini molto vari.
Alcune sono malandate e sembra che il tempo si sia fermato per i suoi abitanti, altre sono state ristrutturate e abitate dall’élite, altre sono diventate locali moderni di un certo livello, negozi di souvenir, café “alternativi” e alcune accolgono anche la nuova scena underground.
Mentre cammino per una strada buia evitando di essere investito da un triciclo elettrico silenzioso che trasporta bombole di gas, comincio a ricordare la prima volta che misi piede in questa città, nel 2005, ormai quattordici anni fa.
Dopo anni in giro per l’Europa in treno, nell’estate del 2005, ho deciso che volevo ampliare i miei orizzonti e ho iniziato a cercare voli economici extraeuropei senza una destinazione specifica. Il destino capriccioso ha voluto che il volo più economico che ho trovato fosse per Pechino.
Contrariamente a quanto accade ora, nel 2005 era difficile da trovare su internet delle buone guide di viaggio per la Cina, così ho preso l’aereo solo con la prenotazione di una notte in ostello senza avere la più pallida idea di cosa avrei trovato in quel paese che non avevo mai immaginato avrei potuto visitare un giorno.
L’esperienza è stata così bella che ho deciso di tornarci dopo pochi anni per viverci. Quello che mi chiedo ora è: se avessi fatto questo viaggio oggi il risultato sarebbe stato lo stesso?
La Pechino del 2005 non aveva niente a che fare con la megalopoli attuale, in quel momento la Cina non attirava neanche lontanamente il numero di turisti stranieri che riceve oggi e molto meno lavoratori. Per avere un’idea approssimativa di cos’era Pechino in quel momento si dovrebbe andare in una città di terzo livello, come Zhengzhou e Shenyang, anche se queste città si stanno “modernizzando” a velocità vertiginosa.
Nel 2005 si poteva camminare in molte parti della città per ore senza incontrare un diavolo bianco e ci si sentiva osservati ad ogni passo. Ora mentre cammino per la strada malandata ho già incontrato diversi gruppi di occidentali e la gente del posto non mi presta più alcuna attenzione. In questi anni sono passato da essere una scimmia da circo che cammina per la città ad essere un abitante anonimo di una grande metropoli.
Non solo, quindici anni fa, l’ospitalità della città era estrema, a volte anche un po’ asfissiante. Qualsiasi problema avessi c’erano un sacco di persone disposte ad aiutarti. Ora è molto diverso e il trattamento è spesso di sfiducia nei confronti degli stranieri. Lo posso capire, visto che molti stranieri hanno abusato di questa ospitalità troppo a lungo e l’atteggiamento nazionalista del nuovo governo non aiuta neppure.
Essendo un caffè-dipendente, ricordo che la prima volta che ho messo piede in città era piuttosto difficile trovare la mia dose quotidiana per sopravvivere. Normalmente dovevo trovare un hotel a cinque stelle o addirittura mi è toccato insegnare come utilizzare la macchina per il caffè alla povera cameriera del nuovo bar “cool” della zona. Oggi durante la mia passeggiata devo aver visto già dieci caffetterie d’ispirazione coreana e altrettanti Starbucks.
Anni fa, anche i truffatori (o meglio le truffatrici) in cerca di turisti stranieri confusi erano molto più gentili. Nel 2005 il mio compagno di viaggio ed io siamo caduti in quello che oggi si conosce come la truffa del té, in cui alcune presunte studentesse con il pretesto che vogliono praticare l’inglese ti si avvicinano e senza sapere come si finisce in una casa da tè, con una fattura di un paio di migliaia di Yuan (oltre 200 Euro) e vari cinesi che ti guardano minacciosamente.
Quando le due studentesse ci hanno avvicinato nel 2005, dopo aver parlato a lungo con noi, ci hanno chiesto se avevamo fame e se ci andava di mangiare con loro. A noi, che cercavamo da giorni un posto per assaggiare la famosa anatra di Pechino, sembrava una buona idea andare a pranzo con loro. Sì, il cibo era abbastanza più costoso rispetto al solito e loro non hanno mai avuto la benché minima intenzione di collaborare per il conto.
Tuttavia, abbiamo mangiato tantissimo, abbiamo assaggiato l’anatra di Pechino e piatti che non avremmo mai provato se non fosse stato per loro. Sicuramente una serata non estremamente costosa e niente affatto sgradevole.
Mi vengono in mente migliaia di altri confronti ricordando tutta la mia storia in questa città, mentre saluto le sue strade cercando di trattenere le lacrime. Domani è un altro giorno e mi starò godendo il mare, il cielo azzurro e il sole che ti scalda, ma non brucia.
Alla fine decido si assaggiare un delizioso jaozi (raviolo) di strada prima di andare a dormire, e l’ultimo pensiero che mi viene in mente è di pena. La città candida e accogliente di cui mi sono innamorato nel 2005 è diventata una città fredda e “moderna” che ha perso molto del suo fascino. Tuttavia, Pechino sarà sempre la mia seconda casa, una città caotica che non smette mai di stupirti, una città in cui ogni giorno puoi trovare un delizioso piatto da provare e sicuramente una città che mi mancherà.
Photo Credits: Photos by Sapore di Cina
Marco dice
oggi con una prenotazione di 1 solo giorno in un ostello non avresti ottenuto nemmeno il visto
:P
Furio dice
Eh… son cambiati i tempi : )