Liqian Ancient City, Yongchang, Gansu by J-in-uk
Mentre facevo le mie ricerche per scrivere la guida ai viaggi nella provincia dell’Henan sono finito a leggere gli articoli più disparati, tra cui un articolo sulla via della seta che mi ha portato prima ad esplorare le relazioni sino-romaniche per poi atterrare su una storia curiosa dedicato a un villaggio chiamato Liqian.
L’articolo di oggi parlerà, appunto, di questo villaggio situato alle porte del deserto di Gobi, dove la storia si intreccia con la leggenda, gli interessi politici e quelli economici. Insomma, non proprio una novità quando si parla della Terra di Mezzo!
Cos’è Liqian?
Liqian (骊靬), che al giorno d’oggi si chiama Zhelaizhai (者來寨), è un villaggio situato nella provincia del Gansu, a circa 300 km da Lanzhou, la capitale della provincia, e a più di 60 km dalla città più vicina, che si chiama Jinchang (金昌市).
Questo paesello sperduto nell’ovest della Cina è balzato agli onori della cronaca negli anni quaranta, grazie a una teoria formulata da Homer H. Dubs, un professore di storia cinese dell’Università di Oxford che attribuì al villaggio origini romaniche.
La teoria delle origini romane di Liqian
Prima di illustrare la teoria del Professor Dubs, voglio presentarti i protagonisti di questa storia:
I romani: Ok, penso che non abbiamo bisogno di fare le presentazioni.
I cinesi: Quelli della dinastia Han.
I parti: Ovvero quei signori con la barba il cui impero si trovava esattamente tra Roma e la Cina. Erano loro, pertanto, a controllare la via della seta.
Gli xiongnu: Trattasi di una confederazione di popoli nomadi che arrivarono sino alle provincie settentrionali della Cina, alla Mongolia e alla Siberia meridionale. In Europa sono conosciuti come gli Unni. Sì, quelli di Attila.
Ecco la storia (versione secondo Sborto):
Passava l’anno 58 avanti Cristo quando l’uomo più ricco di Roma, Marcus Licinius Crassus (Crasso), che faceva parte del triumvirato romano insieme ai non meno illustri Gaius Julius Caesar (Giulio Cesare) e Gnaeus Pompeius Magnus (Pompeo), decise di intraprendere una campagna militare – senza peraltro attendere l’autorizzazione del Senato, – contro quei cattivacci dei parti, che non volevano saperne di smettere di lucrare dalle mercanzie che passavano attraverso la via della seta. Per utilizzare una metafora moderna, diciamo pure che Crasso voleva fare fuori l’intermediario e importare direttamente dalla Cina…
Così il nostro Crasso mise su un esercito di cinquanta mila uomini e marciò verso la Mesopotamia. Non sospettava certo che i parti possedessero un esercito di arcieri a cavallo estremamente efficace. La battagli che ne conseguì, passata alla storia come “Battaglia di Carre“, si trasformò in una delle sconfitte peggiori della storia di Roma: ventimila morti (tra cui lo stesso Crasso e suo figlio) e diecimila prigionieri.
Il destino dei diecimila prigionieri è ancora un mistero; da qui il nome di “Legione Perduta”. La teoria che va per la maggiore è che furono schiavizzati e mandati a proteggere la frontiera orientale dell’impero parto (nell’attuale Turkmenistan).
Ma i componenti Legione Perduta furono catturati di nuovo, questa volta dagli xiongnu, e arruolati nell’esercito unno. Ecco com’è che, sempre secondo il professor Dubs, la Legiona Perduta riapparse – vent’anni più tardi della Battaglia di Carre, – nella battaglia di Zhizhi, che si tenne tra gli unni e i cinesi in quella che oggi è diventata la provincia del Gansu.
Le cronache cinesi narrano della cattura di un gruppo di soldati veterani che lottavano organizzati in formazioni a squama di pesce che, secondo Dubs, corrispondevano alla formazioni a testuggine tipiche delle legioni romane.
Fu così che i poveri soldati romani, dopo essere stati catturati prima dai parsi, poi dagli unni e infine dai cinesi, decidettero di averne abbastanza della guerra e fondare Liqian.
Silk Road #7 by Jonathan Kos-Read
Le basi della teoria del Professor Dubs
La teoria si basa sia sulle notizie di cronaca che si sono tramandate sino ai giorni nostri che sulla fisionomia di alcuni abitanti del villaggio (come quello nella foto in alto, ad esempio) che hanno gli occhi verdi, il naso aquilino e i capelli biondi. Dubs ipotizzava, inoltre, che la traduzione di “Liqian” potesse essere “Legio”, ovvero legione. “Liqian” era infatti il nome utilizzato dai cinesi per indicare i romani che acquistavano i prodotti cinesi di lusso che arrivavano a Roma attraverso la via della seta.
Bisogna crederci?
Negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi studi allo scopo di invalidare la teoria del Professor Dubs. Tra questi, un recente studio genetico sembrerebbe smentire l’origine romana degli abitanti di Liqian.
Inoltre il fatto che gli abitanti della zona abbiano tratti somatici caucasici non è affatto strano in quanto la via della seta ha favorito i matrimoni interrazziali e, fatto più importante, gli abitanti originali della parte nord-occidentale della Cina possedevano, anch’essi, tratti somatici caucasici (come indicato dal ritrovamento delle mummie del Tarim).
Personalmente mi sembra una storia che merita la pena di essere raccontata. Inoltre gli abitanti di Liqian sembrano essere molto orgogliosi delle proprie pseudo-origini romani (qui trovi qualche foto divertente).
Vuoi saperne di più?
Per saperne di più puoi leggere i romanzi “L’impero dei draghi” di Valerio Massimo Manfredi o “La legione dimenticata” di Ben Kane, entrambi ispirati ai fatti che ho appena raccontato.
fabio dice
le legioni romane non erano enticamente omogenee per cui e’ difficile che l’analisi del dna porti qualsivoglia risultato. Un dubbio importante sono I 20 anni di distanza tra Carre e Zhizhi, sono tanti.
Furio dice
Agree!