Ti è mai capitato di trovarti in Cina e di pensare: “Quanto è strano questo?”
Oppure: “Perché mai questa persona pensa in modo tanto diverso dal mio?”
E la risposta che ti sei dato è sempre stata: “Sono differenze culturali”.
Ma in cosa consistono esattamente queste differenze culturali?
Oggi voglio provare a spiegare una piccola parte di questa enorme mole di differenze culturali.
Parleremo quindi di un tema molto importante nella cultura orientale e in particolare in quella cinese: il concetto di “Armonia”. Più precisamente parleremo delle relazioni che vi sono tra il “Tutto” e le “Parti” che lo compongono.
Come ben saprai la Cina ha circa 1 miliardo e 400 milioni di abitanti, suddivisi in 56 etnie ufficialmente riconosciute.
La maggior parte della popolazione cinese si trova sulla costa orientale e meridionale del paese. Ne deriva che le città che si trovano in questi luoghi sono densamente popolate. Pensiamo per esempio alla città di Shanghai, con i suoi 24 milioni di abitanti.
In queste città il traffico, le resse in metropolitana, il caos, la fanno da padroni. Quante volte ti è capitato di volere fare un giro in centro città di sabato pomeriggio e ritrovare folle oceaniche che impedivano ogni minimo movimento?
Quante volte sei rimasto bloccato nel traffico per andare a lavoro oppure hai dovuto fare a spintoni per salire in metropolitana?
Una città come Shanghai, con tutta quella popolazione, ha davvero pochissimo posti in cui si può dire che non ci siano persone. E’ molto difficile trovare posti in cui stare con sé stessi.
Abbiamo parlato di armonia, ma effettivamente è possibile osservarla quando ci si trova in città?
Anche all’interno del proprio nucleo familiare, complice il fatto che molte volte ci si trova nella situazione in cui una persona anziana (nonni) vive assieme a figli e nipoti, è molto difficile trovare una dimensione privata.
Ma in che modo è possibile trovare un principio o un elemento che riesca ad unificare tutta questa complessità?
Per provare a spiegarlo bisogna introdurre brevemente il concetto di Tao (道, Dào).
Il Tao (traducibile con “la Via”, “il Percorso”, o “il Sentiero”) è uno dei principali principi presenti nella storia cinese.
Esso rappresenta lo scorrere degli eventi, l’eterno fluire delle cose, la fondamentale forza che scorre attraverso tutta la materia dell’universo. Il Tao rappresenta lo scorrere della vita, il respiro di tutto ciò che ci circonda.
Alcuni degli elementi della dottrina del Tao, possono essere identificati tramite il simbolo rappresentante lo Yin e lo Yang (e non Ying e Yang, come a volte si sente dire).
Questo è un simbolo che sicuramente avrai visto nei luoghi più disparati, dai tatuaggi, ai film di Kung Fu, ai cartoni animati, eccetera.
E’ formato da due entità che assomigliano a due pesci, avvolte in un movimento circolare dinamico. E’ un simbolo indicante un principio secondo il quale ogni cosa si deve confrontare con il proprio opposto. Non indica solamente il dualismo tra bene e male come, alle volte, si usa credere in occidente.
Ha un significato molto più profondo perché indica gli opposti, il giorno e la notte, l’uomo e la donna, la luce e l’ombra, il sole e la luna, eccetera.
Non per nulla in cinese si usano i caratteri “阴” (yin) e “阳” (yang) per definirlo. Il primo rappresenta l’ombra, mentre il secondo rappresenta la luce.
Se osservi con più attenzione, nella parte destra di ogni carattere potrai leggere i caratteri 月 (luna) e 日 (sole, giorno). Probabilmente questo concetto è nato con l’osservazione dell’alternarsi del giorno e della notte, quando il primo diventa il secondo e viceversa.
Questo simbolo indica che la realtà non è come uno scaffale pieno di libri ordinati secondo un ordine temporale o secondo un ordine alfabetico.
E’ invece un grande calderone pieno di cose diversissime tra di loro che convivono insieme, condividono la stessa realtà ma che hanno fini e obiettivi diversi.
Queste entità non si rapportano tra di loro in maniera statica, ma lo fanno in maniere dinamica. L’una confluisce nell’altra e scaturisce dall’altra.
Indica che ognuna nasce dall’altra ma al contempo contiene il seme del proprio opposto.
Il simbolo esprime bene il concetto di eterno fluire delle cose.
Per parlarne in termini artistici, non stiamo parlando di Michelangelo che dipinge la Cappella Sistina con la creazione dell’uomo con Dio e Adamo che uniscono gli indici tra di loro. Non stiamo parlando di come quel momento sia bloccato affinché sia ricordato per sempre.
All’opposto, parliamo invece di quelle pitture cinesi tradizionali in cui le nubi circondano una montagna e in cui sembra che da un momento all’altro stia per cominciare a piovere.
La cultura orientale ci indica che tutto è un eterno scorrere, l’intera esistenza è come un respiro che alterna inspirazione ed espirazione.
Si tratta di un movimento ciclico che ritorna sempre al punto iniziale, con la differenza però di aver compiuto e terminato un ciclo.
Lo Yin e lo Yang simboleggiano quindi l’eterno mutare delle cose. Inoltre ci suggeriscono che per raggiungere l’armonia tra le cose bisogna essere in perenne movimento, invece di cercare la staticità.
Non bisogna cercare di paralizzare le cose allo stato in cui sono in quanto sicuramente cambieranno. E se non si è preparati al cambiamento di stato, ci si ritroverà in una situazione di non-equilibrio che sarà potenzialmente dannosa per tutti.
Proviamo a prendere questi concetti e a fare un confronto con la realtà attuale cinese
Abbiamo detto che ogni cosa è composta da sé stessa e dal proprio opposto. Noti qualche analogia tra quello che vedi nelle città cinesi?
La vicinanza tra edifici super moderni e antichi templi vecchi di secoli.
Persone in giacca e cravatta che magari hanno modi rudi (tipo sputare per terra o mettersi le mani nel naso).
Vicinanza tra quartieri ricchi e quartieri poveri.
Strade con negozi di lusso con, di fianco, vecchie bettole ammuffite (come Nanjing Road a Shanghai, dove affianco alla strada principale ci sono strade molto meno pulite e con edifici molto meno nuovi).
Il cinese è forse consapevole di tutti questi dualismi e li accetta a priori.
Il primo motivo è perché a livello culturale e inconscio riesce a comprendere tutto questo.
Il secondo motivo è perché la Cina viene da un boom economico senza precedenti, che ha allargato ulteriormente molti divari e ha accentuato ulteriormente tutte le differenze.
Sa però anche che in tutto questo serve armonia, serve equilibrio. Non può esserci troppo sbilanciamento da una parte o dall’altra.
Mi piace molto l’esempio dell’equilibrista sulla fune che non può spostare troppo peso da una parte o dall’altra. Deve dosare le sue energie affinché le due parti siano in perfetto equilibrio.
E al contempo non può nemmeno stare fermo perché, anche in quel caso, perderebbe l’equilibrio e cadrebbe.
Ma in tutto questo, la persona comune come si relaziona, a livello inconscio, con tutti questi massimi sistemi?
Proviamo a fare delle osservazioni su avvenimenti banali che possiamo vedere tutti i giorni in Cina.
Magari ti è capitato che un cinese su un motorino elettrico tagliasse la strada al taxi su cui viaggiavi, oppure che sempre lo stesso motorino di prima ti passasse a distanza troppo ravvicinata.
Oppure che due persone si mettessero a litigare in metropolitana e che qualcun altro gli dicesse di smettere.
Persone che litigano disturbano ovviamente l’armonia tra le persone accanto, soprattutto in ambienti chiusi quali autobus o metropolitane.
Ma che differenza c’è tra questi e i piloti spericolati in motorino?
I guidatori di motorino stanno semplicemente portando avanti le loro vite, lavorano, fanno cose, eccetera. Avrai sicuramente notato che raramente gli autisti si mandano a quel paese se gli viene tagliata la strada da un motorino oppure se fanno un piccolo incidente.
Davvero in pochi si arrabbiano in questi casi e il motivo, mi piace pensare, è per il fatto che ognuno di noi sta portando avanti la propria vita.
Siamo tutti parte di quel grande calderone che forma il tutto.
Siamo tutti parte di qualcosa di più grande di noi e non c’è motivo di arrabbiarsi se i nostri obiettivi o le nostre direzioni cozzano contro quelle di qualcun altro.
Soprattutto quando non c’è cattiveria nelle nostre azioni, quando stiamo facendo semplicemente il nostro lavoro e quando l’enorme numero di persone che ci sono attorno a noi non ci rende facili alcune cose.
Il cinese sa che la realtà è complessa e che è formata da moltitudini di aspetti.
E’ l’insieme di tutte moltitudini di aspetti che forma prima di tutto un enorme caos, ma se impariamo a guardare meglio e più da vicino, forse potremmo notare che in fondo è solamente un calderone di più elementi che cerca di raggiungere un equilibrio.
Non tramite la staticità, ma tramite il dinamismo.
E’ questa la vera essenza del rapporto tra le parti e il tutto in una realtà come quella cinese.
Sebbene le parti possano sembrare caotiche e molte volte disordinate, fanno tutte parte di un tutto alla costante ricerca di equilibrio dinamico.
Quando si parla di Asia, e soprattutto di Cina, come di un posto estremamente vibrante e brulicante, ci si riferisce a questo.
Al fatto che nonostante l’apparente disordine che si viene a creare quando ci sono miliardi di persone in poco spazio; ciascuna con i propri obiettivi, con il proprio modo di pensare, con il proprio lavoro, siamo tutti una piccola parte di un enorme tutto che in questo particolare momento storico è particolarmente attivo.
D’altronde i cinesi sanno che questo è il loro momento.
Prima è stato il momento degli americani, prima ancora degli inglesi, dei tedeschi, dei francesi, degli spagnoli, dei portoghesi, dei turchi, degli arabi, degli italiani, dei greci, degli egizi, eccetera.
Il mondo è in costante movimento e prima o poi toccherà a tutti il proprio turno per condurre le redini del gioco.
Forse però dobbiamo stare attenti a non volere troppo di una cosa, perché la Storia ci insegna che il troppo può essere dannoso.
La Cina deve trovare il suo equilibrio tra urbanizzazione troppo veloce, aumento della qualità della vita e invecchiamento della popolazione.
Ovviamente noi non possiamo giudicare la situazione in quanto viviamo all’interno di essa.
Solamente una massima occidentale può toglierci da questo impiccio:
“Ai posteri l’ardua sentenza”.
[Photo Credits (Creative Commons License):Hartwig HKD,DonkeyHotey]
Jappo dice
Gran bella analisi della Cina di (all)ora, la Cina che forse è sempre stata e sempre sarà, con i suoi mutamenti.
Se ricordo bene, i caratteri di yin e yang portano al loro interno il radicale del “doppio orecchio” ma in questo caso dovrebbe rappresentare una collina. La stessa collina che, illuminata dal sole, ha un versante in ombra ed un versante al sole.
Un saluto ed un augurio di buon anno… in divenire!
Furio dice
Buon anno caro!