Prima di visitare un paese o una regione, ho sempre una vaga idea di quello che mi aspetta. Idea che si rivela invariabilmente sbagliata.
Mi aspettavo di arrivare in Tibet e trovare una terra brulla, montagne e rocce. Al contrario, l’altopiano tibetano orientale è un susseguirsi di campi verdeggianti dove i laghi la fanno da padroni.
Ci sono nove laghi sacri in Tibet. Oggi ti voglio parlare dei due che ho visitato, Lago Namtso e Lago Yamdrok. Si tratta, insieme al Lago Manasarovar, dei laghi tibetani più importanti.
Lago Namtso
Arrivare al Lago Namtso
Partiamo da Lasa molto presto e non abbiamo idea di dove siamo diretti. Sono le gioie di chi ha scelto di affidarsi a un’agenzia di viaggi pechinese quando ancora parla cinese a stento (questo viaggio risale a ottobre 2010, quando abitavo in Cina da appena cinque mesi). Scopriremo presto che dovremo passare la maggior parte della giornata sull’autobus. La nostra destinazione?
Il Lago Namtso, che si trova 260 Km a nord di Lasa, a 4,718 metri d’altitudine. Per raggiungere il lago bisogno inoltre oltrepassare un valico montagnoso che si trova oltre i 5,300 metri.
Ci vogliono circa cinque ore per arrivarci. Il manto stradale è perfetto e la strada è sicura (se sei in vena di un po’ di pericolo ti consiglio di visitare Lago Lugu).
Uno yak al Lago Namtso
L’unica difficoltà che mi trovo ad affrontare è rappresentata dalla necessità di bere quantità industriali d’acqua per re-idratare continuamente il cervello (e quindi limitare i sintomi del mal d’altitudine) e, allo stesso tempo, dover aspettare ogni volta due ore per svuotare la vescica (ovvero quando l’autista decide di fermarsi).
Ho già discusso quali sono i metodi migliori per minimizzare i sintomi del mal d’altitudine nella mia guida al Tibet quindi non penso ci sia bisogno di ripetersi.
Bandiere tibetane al Lago Namtso
Lago Namtso
Butto giù qualche pensiero a caso, mi sembra il modo migliore per ricreare sulla carta le sensazioni provate durante la gita al lago.
Quando ti avvicini ai 5,000 metri inizi a sentirti mortalmente stanco. Camminare diventa una sfida, scalare la roccia che si trova sulla destra del lago (quella della foto in alta) una fatica immane.
Nonostante nevicasse, il sole splendeva forte e non c’era neppure bisogno di una giacca. Paradossi climatici possibili solo a queste altitudini, suppongo.
Se osservi la giacca del ragazzo vedrai qualche fiocco di neve
Mentre facevo qualche ricerca per scrivere quest’articolo mi sono imbattuto in una storia interessante. Sembra infatti che le cinque isolette che spuntano dal lago Namtso fossero utilizzate come ritiro spirituale. I pellegrini le raggiungevano camminando sul lago ancora ghiacciato prima dell’arrivo della primavera, vi passavano l’estate e ritornavano sulla terra ferma solo all’inizio dell’inverno successivo, quando l’acqua del lago, gelando, ne permetteva il ritorno. Sembra che oggi il governo abbia proibito questa pratica.
Le montagne dietro il Lago Namtso
A parte godersi il paesaggio e la neve sotto il sole non c’è tanto da fare al lago. Puoi però sempre farti scattare una foto in groppa a uno yak o con uno dei tanti personaggi caratteristici che vivono, appunto, facendo i modelli (si fanno pagare tra i 10 e i 20 RMB per una foto).
Puoi anche decidere di passare la notte in una delle tende disponibili e ammirare l’alba dalla cima della collina che si trova sulla sponda del lago.
Un’ultima raccomandazione: nonostante alcune agenzie di viaggio non si faranno nessun scrupolo a portarti al lago indipendentemente dalle condizioni climatiche, d’inverno può essere pericoloso a causa della troppa neve sui valichi di montagna. Meglio evitare!
Un altro yak!
Un’ultima foto prima di ritornare a Lasa!
Lago Yamdrok
Il giorno dopo aver visitato Lago Namtso intraprendiamo il nostro lungo viaggio che da Lasa ci porterà a Shigatse, una città abbastanza popolare tra i turisti visto che è un passaggio quasi obbligato per chiunque voglia spingersi sino al Campo Base Everest e oltre, sino a Kathmandu, la capitale del Nepal.
Il primo scorcio del Lago Yamdrok (se si arriva da Lasa)
Se si parte da Lasa ci vogliono tre-quattro ore di viaggio per raggiungere la montagna che domina il Lago Yamdrok. Anche se, arrivati in cima, ci troviamo a 4,441 metri di altitudine, durante questa seconda gita in montagna mi sento molto meglio. Non so se dipenda dal fatto che il Lago Namtso si trovasse trecento metri più in alto o se invece il mio corpo ha finalmente accettato di sopravvivere con una quantità di ossigeno ridotta.
Anche i monaci fanno i turisti!
Apprendo che non esiste un punto da cui poter ammirare il lago Yamdrok nella sua interezza. Uno dei motivi è circondato da montagne. L’altra ragione è che è lungo 72 Km. Dopo aver scattato qualche foto ci rimettiamo in marcia e discendiamo lungo il versante opposto della montagna sino a raggiungere la sponda del lago.
Lago Yamdrok
Avanziamo sulla strada che costeggia il lago per circa due ore, fermandoci di quando in quando per una passeggiata sulla spiaggia e una visita ai bagni peggiori del pianeta.
Il bagno peggiore del mondo
Lago Yamdrok
Lago Yamdrok
La prossima tappa è il ristorante lungo la via che porta a Shigatse. Ma questa è una storia che ti racconterò nelle prossime settimane.
Photo Credits: Photos by Sapore di Cina & Florian Hudelist
Davide dice
Ciao! molto interessante la pagina:)…volevo chiederti, per fare un viaggio del genere, da solo, è strettamente necessario sapere la lingua? o magari facendo un tour ci sono guide apposta per tutto quello che c’è da sapere? grazie
Furio dice
Ciao,
per andare in tibet è obbligatorio farlo con una guida. con l’inglese non avrai problemi!
Stefano dice
salve Furio,
molto molto interessante..qualche info sui cibi e bevande ?
un saluto stefano
Furio dice
Mah… direi che il Tibet è uno dei posti dove ho mangiato peggio in vita mia (a parte i jiao zi e gli hamburger di carne di Yak). Inoltre il fatto di passare il tempo viaggiando di lago in lago e di ghiacciao a ghiacciao non aiuta….