Una signora nel pieno della pratica di Rou Li Qiu
Se il cellulare ha impigrito le nuove generazioni, la fascia degli –anta suonati ha deciso di recuperare il tempo mancato in gioventù. La medicina cinese lo suggerisce, quindi il bravo cinese esegue: bisogna 锻炼身体 (duanlian shenti), ovvero fare esercizio fisico, tenersi in forma.
Qualunque sia l’escursione dei tuoi movimenti e la tua capacità di perdurare nel tempo, non importa. Purché quotidianamente tu possa accedere alla piazza o al parco, e concederti una tra quelle che sono le sole attività collettive effettivamente ben viste in Cina.
La scelta è tra diverse nomenclature sportive, per cui anche i più incapaci sapranno individuare qualcosa che faccia al caso loro.
Danzatori in fila indiana
La danza
Di coppia, in formazione ordinata, con i ventagli, con le sciarpe, o con le mani a fiorellino: ballare, rigorosamente su note sparate a tutto volume da amplificatori che neanche gli Iron Maiden, piace tantissimo ai cinesi. Poco importa se si procede in fila indiana perché non c’è spazio di movimento, se si sta accrocchiate su di un marciapiede, schivando i piloni; davanti alla banca intralciando il passaggio all’ATM; all’ingresso della metropolitana così la calca di curiosi ti fa pure fare tardi. Dove c’è un posticino, lì si scatenano le danze!
La passeggiata
Perché camminare soltanto, quando si può associare un po’ di esercizio per le braccia, oppure un massaggio alle orecchie per stimolare non so quale punto energetico affinché il tuo qi ne benefici. Altrimenti, battiamo le mani: tra di loro, sulle spalle, sul petto, sulle gambe, sulla schiena, sul trapezio, il bicipite, il tricipite, e pure sullo sternocleidomastoideo!
O ancora, urliamo a squarcia gola e liberiamoci di tutte le negatività dello spirito, con estrema, suprema, gioia del vicinato. Ma se preferisci ascoltare, perché non portarti da casa la radiolina: una voce partecipata che commenta l’ultima disgrazia nazionale, o quell’altra che canta stridula l’opera cinese, o semplicemente racconta l’ultima puntata di non so quale storia infinita.
A tutto volume, chiaramente, così è di compagnia anche agli altri.
Una delle stazioni dei percorsi benessere dei parchi pubblici della Cina
Il circuito benessere
Nei parchi più forniti o ai bordi della strada; ma anche, a dire il vero, nei condomini più attrezzati: il percorso vita è un luogo di incontro di vecchie amicizie dove quindi si esercita il corpo e si rinnova lo spirito.
Chiacchiera e schiamazzo libero, mentre si roteano le manopole, si cammina nel vuoto, si sculetta regolarmente sulla pedana e si chiude poi con un po’ di stretching estremo. Che le mezze misure non ci piacciono.
Il tai ji chuan
Sono certa che questa è l’attività a cui approderò il giorno in cui mi sentirò mentalmente in pace con l’universo. Indubbiamente richiede memoria, costanza e motivazione: ma se nessuna di queste caratteristiche ti appartiene, non ti scoraggiare. Il mio vicino nonnetto col deambulatore sporty style, a causa appunto della sua ridottissima mobilità dalla cintola in giù, disegna i suoi eleganti movimenti di tai ji con i soli avambracci. E senza in realtà staccare eccessivamente il gomito dal fianco per non rischiare lo sbilanciamento.
Questo tutti i giorni, instancabilmente, con la neve o con 40°, dalle 16 alle 17.30 sotto l’ingresso di casa mia.
Due tiri a basket con gli amici, a qualunque età!
La pallacanestro
Grazie all’impresa memorabile in NBA di Yao Ming, ecco che tutti in Cina vogliono giocare a pallacanestro. Perché il nonno dovrebbe avere meno interesse del nipote?
Qual è la differenza? Il physique du rôle forse.
Lo shuttlecock
C’è quasi da considerarla un’attività ormai datata, che ha perso il suo fascino. Alcuni anni fa era molto più diffusa, adesso è stata superata da pratiche più strambe, dal mio punto di vista.
Si chiama jianzi (毽子) o jianqiu (毽球) quella specie di volano piumato e colorato, ma molto più pesante di quello usato nel badminton, che deve essere sempre tenuto in movimento e per aria. La regola generale è che non si devono usare le mani: perciò i giocatori più performanti si cimentano in ricercate piroette, all’altezza di calciatori esibizionisti. È uno sport nazionale in Cina, perciò non c’è turista o straniero che non si sia trovato almeno una volta coinvolto in uno scambio: non per nulla scontato tenere per aria quel coso, soprattutto se ti interessa il gioco di gruppo e non il dialogo in solitaria con il pavimento.
Un gruppo si esercita, presumibilmente al seguito di un insegnante, usando i ventagli
La danza tennis
Questo vi giuro è uno tra gli sport che ho scoperto in Cina, che più mi fa impazzire. Sembra una bambocciata da perditempo, invece è tra i gesti più complessi da eseguire decentemente. Nome proprio: rouliqiu (柔力球), ovvero qualcosa come la palla della forza e della flessibilità. Alé.
Il principio è: tu ti muovi e balli al ritmo di musica, e malgrado le evoluzioni, la pallina sta lì dov’è, sulla racchetta. Sia chiaro: la boccia non è di velcro, né la racchetta è adesiva. Sta tutto nel sottile equilibrio tra velocità di movimento, forza centripeta e sollevata noncuranza che se anche ti dovesse partire la palla e centrare il naso di qualcuno, ohibo che dire, capita, sono gli incidenti degli sportivi…
Ho avuto anche una lezione prova di dieci minuti dal nonnetto di turno, ma dopo aver rovinato la palla conseguentemente almeno dieci volte, ho deciso che sono più brava a colpirla con violenza che a coccolarla per aria.
Una lunga processione si esercita davanti alla Porta Han Zhong sotto le mura di Nanchino
Il ping pong
Ecco, se ti dovesse capitare di trovare un tavolo da ping pong al parco, non affrettarti. Sei in Cina, pensaci bene: l’uso di questo tipo di infrastrutture è concesso solo a coloro i cui colpi superano i dieci nodi e le cui schiacciate sfiorano la barriera del suono.
Il nuoto
No, normalmente non è un’attività da parco. E potrei raccontarvene diverse di avventure sulle piscine (magari me le conservo per un altro pezzo). Però, in alcuni anfratti, di cui sentirete parlare solo una volta ben ambientati nella vostra città, esistono le zone balneabili. Ovvero quelle che la saggezza popolare considera balneabili, non so se l’ARPA locale sia poi della stessa opinione.
Nel mio quartiere, quando arriva il caldo, spunta una testarda testolina che fa su e giù nel lago qui sotto, in orario proibitivo per il mio riposo: una andata, un ritorno e ciaone si va al lavoro.
Un solitario praticante di arte marziale con bastone
Le arti marziali
Non è mica che sia necessario essere dei campioni. L’arte marziale è un’arte appunto, e si può danzare prima di metterci al tappeto i nemici come Bruce Lee. Per questo, prendere lezioni di wushu o di tai ji è perfettamente normale e fattibile ad ogni età. E soprattutto, perché usare la palestra dove si è costretti a pagare l’affitto? Inoltre l’aria aperta è molto più sana. Poi, che tu sia un carapace che cerca di allungarsi come una gazzella, non sconvolgerà comunque i passanti; anche se comodamente seduti e attenti alla tua lezione. Ti sconsiglio tuttavia di cimentarti in queste lezioni open air se sei straniero: abbiamo una incredibile abilità nell’attirare l’attenzione…
L’allegra compagnia in chiacchera mentre il volatile sfoga l’ugula ai bordi della strada
L’uccellino-terapia
Ognuno ha la propria passione. C’è chi va a pescare e chi porta a spasso il proprio animaletto domestico. Nello specifico, le allegre compagnie di commilitoni appassionati di canti d’uccello, appendono ai rami le loro gabbiette colorate e si godono lieti il cinguettio dei loro volatili, che si sfogano durante l’ora d’aria concessagli. Sì non è tra le attività a più alto consumo energetico; forse si arriva alle 50 Kcal, a causa dell’uso ripetuto del dito pollice sull’accendino per accendersi le sigarette.
Vecchietti durante un ritrovo pubblico di Mah Jong
Il gioco da tavolo
Chiaro, c’è anche chi non si può muovere. O chi per un dopo attività fisica, sceglie il recupero riposante del gioco da tavolo. Vanno per la maggiore le carte e il majiang (Mah Jong). I gruppi di appassionati sono incredibilmente ben organizzati: quando scatta l’ora X, la piazzetta si allestisce alla velocità di un croupier che mescola il mazzo, e in men che non si dica le coppie sono ai tavoli, in un compìto e silenzioso mormorio. Solo il ticchettio delle tessere che prendono posto o vengono scartate, rimane.
Solitario artista che pratica la scrittura con l’acqua… in inglese!
La scrittura con l’acqua
Altra pratica di enorme utilità per lo spirito, è per antonomasia, svolta dal vecchietto solitario al parco. Cosa è necessario? Grande pennellone con punta morbida, secchio d’acqua e una estesa conoscenza di poesia cinese o chengyu (i “proverbi” cinesi). E chiaramente una pavimentazione piana e adatta a trattenere le lettere che vengono dipinte con l’acqua sulla sua superficie. Manovrare quel manico con delicatezza per far sì che il risultato sia una bella calligrafia e non un pavimento malamente spazzato, non è banale.
Ancora di più se si scrivono caratteri in cinese.
In realtà, ho trovato più interessante allegare questa foto: un simpatico personaggio che non spiccicava parola di inglese, ma scriveva sentenze a sfondo politico dicendo di saperne perfettamente il significato. Mah. E comunque, strive for democracy.
Stretching estremo e camminate sospese di prima mattina
Il karaoke
Sei convinto che non sia uno sport? Perché non hai visto con che carica e serietà lo fanno in cinesi! Prima di tutto, sia chiaro, non mi riferisco ai KTV di stanze chiuse dove di solito si svolge anche la maratona alcol; ma piuttosto al karaoke libero, quello che si tiene in piazza.
Funziona così: c’è il solito nonnino che si immola per la causa (e in realtà ci fa su due spicci dai cantori affiliati) e si scarrozza ogni sera la sua attrezzatura nel posto concordato. Quando si decide di partire, poi lì bisogna rimanere perché l’affiliazione procede per passa parola, mica si va distribuendo pubblicità in giro. Quindi ecco, una volta arrivato col suo carrettino, smonta l’imbragatura, sistema l’attrezzatura rigorosamente caricata la notte precedente, e attacca la musica.
Il kit del bravo karaokatore comprende una cassa autoalimentata, un computer portatile con ampia selezione di brani e testo scorrevole, almeno un paio di microfoni per i duetti, e sgabellini per le ugole in coda che attendono il turno di sfogo. Decibel alti: bisogna raggiungere la folla dall’altro lato della strada e superare preferibilmente la musica dei ballerini lì di fianco. A loro volta a tutto buco.
Sollevamento mattoni. Cos’altro dire…
Altro
La Cina è la patria delle stranezze. E soprattutto, è il posto dove chiunque abbia un’idea, anche la più criminale possibile, può cercare di renderla realtà e realizzarci una attività con i propri seguaci. Quindi se ti svegli la mattina e nel tentativo di organizzare una prova di forza tra amici e coetanei, ti va di sollevare un mattone, bè perché no. Magari a qualcun altro piace e scatta la sfida. Magari diventa una roba seria e il tuo braccio destro diventa il doppio di quello sinistro. Magari.
Photo Credits: Photos by Rita Andreetti
Boris dice
Bellissima lista. Mi permetto di aggiungere i nonni manovratori di aquiloni da competizione nei parchi e i giocatori che si sfidano nelle piazze, fruste alla mano, a far roteare delle improbabili trottole giganti.
Furio dice
E’ vero, me li ricordo anch’io, sopratutto nella piazza di Hangzhou, quella a nord di Yan’An Lu!