Ti piace la birra?
Non dico quella roba che è stata inventata perché più sana dell’acqua, mi riferisco alla buona birra! Forse non hai mai assaggiato un birra di complessità ed equilibrio tale da poter essere gustata come un vino pregiato. Una birra che ha bisogno di “aprirsi” un po’ nel bicchiere e il cui primo sorso ti fa respirare odore di luppolo e malto.
Una birra a cui, come il vino, ti devi un po’ educare per gustarla a pieno (o fare affidamento su un cameriere esperto) e trovare i sapori che pizzicano il tuo palato unico. Se non l’hai ancora fatto, allora dovresti. Non sarai da solo, puoi unirti alle centinaia di milioni di cinesi che non hanno ancora scoperto la birra artigianale.
Come in tante parti del mondo, la Cina produce birra da sempre. Beh, almeno da un tempo necessario a far nascere un dibattito. E come in tante parti del mondo, dopo avere fatto il suo dovere è caduta in disgrazia in favore di qualche altra bevanda alcolica. Eppure oggi la Cina è tornata a preferire la birra, diventando il paese con il più alto consumo di birra nel mondo.
Certo, è vero, se conti più di un miliardo di abitanti, sei il più grande consumatore di tante cose. Ma questo significa anche che è un periodo entusiasmante per i produttori di birra artigianale in Cina. Comunque soltanto il tempo saprà dirci se la Cina seguirà la stessa tendenza di altri paesi in cui si beve birra come Stati Uniti, Giappone e tanti altri.
Cina, è facile, segui la moda!
Negli Stati Uniti, il movimento della produzione di birra ha guadagnato terreno nel 1979 dopo la deregolamentazione dell’industria della birra. A quel tempo c’erano meno di 90 birrifici negli Stati Uniti. Fu una crescita lenta ma consistente in principio, spinta dalla birrificazione fatta in casa e i birrifici artigianali. Negli anni ’90 i produttori di birra artigianale avevano trovato una nicchia. All’epoca la birra artigianale occupava circa l’1% del mercato della birra statunitense, ma era abbastanza per farsi notare dai grandi della birra che da allora comprano birrifici artigianali.
Chi beveva da sempre lager americane leggere come Budweiser, Coors e Miller si sentì obbligato a dare almeno un’occhiata a cosa fosse tutto quel clamore. Alcuni, come me, non sono più tornati indietro. Da quel lento inizio, la nicchia della birra artigianale ha costantemente guadagnato quota di mercato anche se gli americani consumano meno birra in generale.
Al 2014, ci sono più di 3.000 birrifici artigianali in attività negli Stati Uniti, il 99% dei quali di piccoli produttori indipendenti come stabilito dalla Brewers Association.
Nel 1994, mentre l’industria della birra artigianale negli Stati Uniti prendeva in via, ha anche attraversato il Pacifico per arrivare in Asia, nello specifico in Giappone, un paese ben predisposto verso la birra. Da allora il Giappone ha visto una tendenza simile a quella americana. Ha deregolamentato la produzione della birra e ha visto una lenta ma costante ascesa della birrificazione fatta in casa e dei birrifici artigianali.
Nel 2013 i birrifici artigianali giapponesi hanno guadagno circa l’1% del mercato. E le grandi aziende giapponesi produttrici di birra se ne sono accorte così tanto che hanno iniziato a lanciare le loro etichette di birra artigianale e a comprarne di altre. Inoltre, anche se il consumo di birra in Giappone è in decrescita, le aziende produttrici di birra artigianale vedono ancora una crescita positiva. Suona familiare?
La Cina ama la birra, ma è pronta per la birra artigianale?
Sapresti dire qual è la birra più venduta al mondo? Si chiama Snow, ed è prodotta in Cina. Ne hai mai sentito parlare? No? Neanche io, e vivo in Cina. Se ti può far sentire meglio, ha recentemente superato la Tsingtao, della quale avrai sentito parlare visto che rimane la birra cinese d’esportazione più conosciuta. Sono entrambi lager leggere, simili alla Budweiser americana. E’ meglio bere queste birre che l’acqua del rubinetto cinese, ma, a mio avviso, non sono molto più buone.
Nel report del Dicembre 2014 della Kirin Beer University sul consumo di birra mondiale per paese, la Cina non è solo la prima come quota di mercato e consumo, ma è anche uno dei due paesi tra i primi 13 consumatori di birra nel mondo con una crescita in positivo nel consumo anno dopo anno. Tuttavia, il consumo di birra pro capite della Cina non compare neanche nel report della Kirin, cosa che significa che esistono molti cinesi a cui non importa cosa si produce attualmente. Per cui se unisci questi numeri alla crescita della ricchezza nella classe medio/alta, e gli aggiungi un pizzico di innato classismo, hai un bel po’ di potenziali bevitori di birra artigianale.
Il consumatore della classe medio/alta cinese è la chiave per i produttori di birra artigianale, perché anche se AMANO i loro bevitori stranieri espatriati e esperti, sanno che sul lungo periodo il loro futuro dipende dai consumatori cinesi.
Il palato cinese si sta aprendo lentamente ai gusti occidentali, e i giovani cinesi che ritornano dal college estero sono tra i primi clienti dei birrifici artigianali. Secondo il “Great Leap Brewing” di Pechino, “I giovani cinesi si stanno unendo ai clienti stranieri. [In poco tempo] stanno diventando il 70% della base di clienti della birreria. Arrivano, bevono e ‘stranamente’ vanno via dopo una sola consumazione”. Ma poi tornano il giorno dopo e quello dopo ancora, e portano anche i loro amici.”
Dove si produce birra artigianale oggi in Cina?
Proprio come negli Stati Uniti o in Giappone nei primi anni, la produzione di birra artigianale in Cina non è importante… per il momento. Comunque, la birra fatta in casa è al suo massimo. A Shanghai, storicamente aperta all’occidente, ci sono una manciata di birrifici che sono sorti negli ultimi cinque anni, come Shanghai Brewery, Boxing Cat Brewery, The BREW, and Dr. Beer. A Pechino i birrifici come Great Leap Brewing e Slow Boat Brewery sono ugualmente nati da meno di cinque anni. E sempre il fratello minore, nella mia nuova casa d’adozione, Shenzhen, ne abbiamo uno, Bionic Brew, se il governo locale non lo ha chiuso questa settimana.
La storia del Bionic è davvero una metafora della produzione di birra artigianale in Cina. “Bionic Joe” (come lo chiamo io) ha aperto il Bionic Brewpub a Luglio 2014. Mi ricordo di averne sentito parlare a Settembre tra gli espatriati. Dopo poco, io e un mio amico tedesco abbiamo girato tra vie e viuzze per un’ora solo per trovarlo chiuso. Da allora, il Bionic ha aperto in altre due sedi. Ogni volta la polizia l’ha fatto chiudere. Anche se la polizia non ha mai dato a Joe una motivazione, ho sentito un birraio dire che “il governo proprio non sa come classificare il processo di birrificazione che vi si svolge.”
Perciò, come negli Stati Uniti e in Giappone, la birra fatta in casa in Cina continua a guadagnare popolarità, i birrifici aprono continuamente, e i festival della birra di Shanghai e Pechino, nati soltanto nel 2012, sono sempre più frequentati ogni anno.
Quest’anno il Bionic ha ospitato i primo festival annuale della birra di Shenzhen. “Il Festival della Birra è esploso oltre il parco. A tutti i birrifici coinvolti è piaciuto e ci vogliono tornare. E tutti abbiamo fatto il tutto esaurito nella vendita della birra. Ai clienti è piaciuto e sono venuti da tutta la Cina (continentale) e Hong Kong. L’anno prossimo possibilmente lo dovremo prolungare a due giorni.”
Se c’è una cosa che so dei birrai è quanto siano appassionai alla propria birra e credano che se gli concedi un’opportunità, anche tu amerai la birra artigianale.
Alla salute!
La birrificazione e la birra esistono da sempre, dunque è difficile individuare quando tutto è cominciato. Eppure per me la birra artigianale è parte della cultura culinaria nei due posti che chiamo casa. Ad oggi entrambi sono diventati i due maggiori punti nevralgici degli ultimi trent’anni per la produzione di birra negli Stati Uniti; Portland, in Oregon (l’Oregon è secondo per birrifici pro capite) e Boulder, in Colorado (patria dell’Associazione di Produttori di Birra e del Great American Beer Festival dal 1982).
Anche se non mi definirei un esperto di birra, ammetto di essere un po’ “snob” sulla birra. Per cui, dopo quattro anni in Cina a lamentarmi sulla qualità della birra cinese e di quelle importate, sembra che possa avere il piacere di assistere al lancio di un’industria di produzione della birra per la seconda volta.
Photo Credits: Photos by Blue Heron MacCormack
Giusy Camozzi dice
Siano una piccolo Società Che produce birra artigianale da 3 anni!
Abbiamo im produIone 5 Birre artigianale certificate!!!
La prestigiosa guida Slow Food, ci ha fatto l’onore di inserire le nostre Birre.
Vorremmo proporre la nostra productions in Cina!
Cosa ne pensate?
Grazie
Furio dice
Che potrebbe funzionare, se trovate il partner adatto! Buona fortuna : )
Jappo dice
Slowboat, 京A, Great Leap.
Quelli a pechino li ho provato praticamente tutti e praticamente tutte le birre del menù, la verità è che nessuno (per me) batte la Honey Ma Gold del Great Leap Brewery (GLB).
Tra l’altro da 3 mesi a questa parte hanno aperto la terza sede dall’altro lato rispetto alla strada di casa mia.
Io ringrazio, pancia e portafogli un po’ meno. :)
Furio dice
haha personalmente non sono affatto un esperto; ho sempre bevuto la mitica Tsingdao…
Jappo dice
nuooooooooooooo.
Ti perdono questa bestemmia solo perché sei simpatico.
Quando mai ripasserai da Pechino te li faccio provare tutti (in una sola sera)
Furio dice
haha ok, attento perché te lo ricorderò!