Negli ultimi anni, in molte scuole “occidentali” è stato avviato l’insegnamento della lingua cinese e io sono stato uno di quei fortunati che ha avuto la possibilità di insegnarlo alle scuole superiori (in Italia).
Confesso che mi sono trovato parecchio spiazzato perché non avevo la benché minima idea di come poter insegnare questa lingua così difficile a discenti così giovani. Per questo motivo, i primi anni mi sono rifugiato nel metodo d’insegnamento universitario e ho utilizzato un approccio grammatico-traduttivo che, mi sono reso conto solo più avanti, non dava i risultati sperati.
In questa sede vorrei condividere qualche tecnica che proviene dalla mia esperienza e dalla frequenza di un Master di secondo livello in Didattica della Lingua Cinese.
Premessa per chi sogna di diventare un Docente
Occorre innanzitutto fare una premessa indispensabile: per qualsiasi intervento didattico (non soltanto per l’insegnamento della lingua cinese) dobbiamo scegliere le strategie più opportune, possedendo la consapevolezza che ogni contesto richiede una soluzione pensata appositamente in base a chi si ha di fronte, al tempo che si ha a disposizione, e agli strumenti didattici in nostro possesso. Quindi non esiste un unico stile e un’unica risposta per quanto concerne l’insegnamento e l’apprendimento.
Penso che siamo tutti concordi che, per essere competente e professionale, un buon docente non deve andare a memoria, non può entrare in classe e improvvisare una lezione, ma deve sicuramente preparare la lezione almeno un giorno prima, cercando di avvicinarsi il più possibile ai bisogni e alle attitudini dei discenti.
Sebbene ogni docente scolastico inquadri la questione metodologica relativa alla didattica dalla propria prospettiva, si possono comunque riscontrare alcune tendenze comuni relative a due fattori in particolare: il ruolo del docente – docente come regista (导演) e non protagonista dell’azione didattica – e il contesto d’insegnamento.
Influenza indiretta dall’insegnamento universitario
Come quasi tutti gli studenti universitari di lingua cinese di una gran parte di università occidentali, anche io ho ricevuto un’istruzione improntata sull’approccio formalistico e quindi su un metodo grammatico-traduttivo. Il focus dell’apprendimento della lingua cinese era dato dalle regole grammaticali che venivano apprese attraverso la traduzioni di frasi dal cinese alla mia lingua madre.
Tutti i miei insegnanti di lingua cinese hanno sempre ritenuto che la correttezza grammaticale fosse prevalente rispetto all’uso vero e pratico della lingua, prediligendo così una conoscenza passiva e metalinguistica di questa piuttosto che una vera e propria padronanza comunicativa.
Per questo motivo, sono stati scritti moltissimi manuali di grammatica cinese e ne continuano a sfornare senza sosta (specie in inglese). Pur di apprendere le regole della grammatica, i miei insegnanti erano soliti farci lavorare su frasi surreali che non avrebbero mai avuto alcuna utilità pragmatica nel contesto socio-culturale che ci circonda.
Si pensi, per esempio, alle famose relative “il libro del professore della sorella maggiore del mio amico che si trova sul tavolo rosso accanto alla sedia è interessante”; relative, tra l’altro, che poi non sono altro che determinanti, rendendo il discente perfettamente in grado di enunciare tutte le regole grammaticali del cinese ma impossibilitato a chiacchierare per qualche minuto con un madrelingua cinese.
Tuttavia, come dice il prof. Balboni, la traduzione serve per verificare il livello linguistico di uno studente, non deve essere uno strumento per arrivare alla padronanza linguistica. Per riassumere, ho riscontrato una tendenza a complicare il più possibile la lingua cinese nella convinzione che ne avrebbe agevolato l’acquisizione.
Motivazione: la chiave per l’apprendimento?
L’approccio derivante dall’insegnamento universitario non è possibile nelle scuole secondarie perché i discenti sono diversi dagli universitari sotto molti aspetti: prerequisiti, motivazione e concentrazione. A causa di quest’ultimo punto, è chiaro che quando si insegna nelle scuole bisogna soffermarsi sulla necessità di motivare i ragazzi ancora immaturi per lasciare che la concentrazione rimanga alta.
Per esempio, per apprendere il 把, si potrebbe partire da giochi sulle ricette dei piatti cinesi che coinvolgono un uso reale della lingua e che stimolano la curiosità degli studenti.
Ribadisco, inoltre, l’importanza del motivare gli studenti! Raccontare aneddoti, esperienze, far vedere video, film, cartoni animati, far fare escursioni e visite guidate ai ragazzi (per esempio all’Istituto Confucio), possono rivelarsi tutti ottimi metodi per stimolarli a studiare.
Non dimenticare di prepararli per l’esame HSK: non c’è niente di più motivante del conseguire una certificazione linguistica, in quanto è il risultato più concreto che possono ottenere in quel momento grazie allo studio della lingua.
Un’altra bella attività potrebbe essere un Chinese Bridge inter nos in cui gli studenti possono esibirsi in lingua cinese senza ansie (tutti devono vincere un premio, se lo meritano!) oppure dei camp estivi, come premio per chi si è impegnato di più. Altre attività stimolanti possono essere delle gare di cinese tra classi diverse ma dello stesso anno.
Materiale audio-visivo e applicazioni per smartphone
Dal momento che, contrariamente a quanto si pensa, ricordiamo meglio in primo luogo ciò che udiamo e in secondo luogo ciò che vediamo, in accordo con la teoria gestaltica della percezione, si possono usare materiali di supporto audio-visivi e applicazioni per smartphone, in modo da tenere alta la motivazione degli studenti di scuola superiore.
Al giorno d’oggi ci sono tantissime app che consentono un miglior apprendimento con una grande economia del tempo, visto che potenzialmente si potrebbe studiare in ogni momento e in qualsiasi luogo. È mia opinione che bisognerebbe dedicare un po’ di tempo delle lezioni per presentare e illustrare il funzionamento di queste app, così come si dovrebbe sicuramente insegnare come utilizzare i motori di ricerca cinesi.
L’uso dei software è una grandissima novità a cui non si pensa. La generazione attuale è quella dei nativi digitali, perché non sfruttare cellulare e computer per l’insegnamento? I software e le applicazioni per cellulare sono strumenti molto usati dagli studenti per tutte le materie, quindi perché non usarli anche con il cinese? L’uso delle glottotecnologie va assolutamente incoraggiato.
Il gioco e le attività ludiche
Prima dell’inizio del Master in didattica della lingua cinese ho insegnato per 5 anni. In questi anni di insegnamento, anche io sono stato fermamente convinto dell’utilità di un approccio formalistico che ho adottato in quasi tutte le lezioni, riscontrando anche un grande interesse da parte dei discenti. Ho aggiunto qualche attività farina del mio sacco, ma non mi sono mai allontanato da quest’approccio formalistico, ritenendo, per esempio, che il gioco fosse una perdita di tempo (niente di più sbagliato!).
Il gioco e le attività ludiche abbassano il filtro affettivo, spezzano la monotonia e consentono di imprimere meglio e in maniera più duratura quanto si sta cercando di apprendere. Una vasta gamma di giochi e attività da poter proporre la puoi trovare nel libro “汉语课堂教学技巧325例”, in cui sono contenuti 325 esempi di efficaci attività facilmente proponibili agli studenti.
Ho capito che il gioco non è assolutamente una perdita di tempo, ma anzi fa dimenticare che lo studio in fondo è anche un obbligo visto da molti come un peso insostenibile; giocando, invece, lo studente impara divertendosi. Il filtro affettivo viene abbassato notevolmente, così come lo stato di stress che rende più difficile la memorizzazione. Se poi il professore si inserisce nel gioco, lo studente ricorderà che il professore in primo luogo è una persona, poi un professionista.
Ricordare che il professore è stato anch’esso studente può essere molto utile, specie con una lingua difficile come il cinese (della serie, se ce l’ha fatta anche lui, perché io no?).
Focus sull’uso della lingua
Una cosa a cui non si pensa mai è il mettere il focus dell’insegnamento sull’uso della lingua invece che sulla grammatica, nonché il conseguimento di quest’obiettivo attraverso una semplificazione della lingua raggiungibile attraverso una grande varietà di giochi e attività ludiche volte anche a motivare lo studente.
Perché un insegnante preferisce di gran lunga spiegare la grammatica e non la lingua in uso? Ci sono diverse motivazioni che sottendono a questa domanda. Innanzitutto, la mancanza di tempo: un insegnante di lingua competente padroneggia benissimo la grammatica ed è in grado di entrare in classe e improvvisare in quattro e quattr’otto qualsiasi spiegazione di regole grammaticali; in secondo luogo, il parlante di lingue europee non può fare a meno di regole linguistiche, di schemi certi e sicuri in cui potersi appigliare, e lo stesso accade per lo studente!
Bisogna sicuramente insistere sulla funzione comunicativa orale piuttosto che su quella scritta, attraverso esercizi molto utili che implicano soltanto l’utilizzo del pinyin e non dei caratteri cinesi. Ho già propinato quest’ultima tipologia di esercizi ai miei studenti e si è rivelato un gran successo, anche perché lo studente si sente motivato perché si sente a suo agio usando qualcosa che si può leggere senza fatica, al posto dei complicati caratteri cinesi.
L’utilizzo di materiale autentico
Un’altra cosa a cui non si pensa mai è l’utilizzo di registrazioni reali (pubblicità, spezzoni di film, telegiornali) piuttosto che utilizzare esclusivamente le tracce audio contenuti nei libri di testo. Restando in tema fonetica, se prima, in mancanza di esperienza, concepivo la fonologia come regole di pronuncia facendo paragoni con la mia madrelingua (dicendo, per esempio, che la c del pinyin va pronunciata come il fonema contenuto nella parola italiana “pazzo”), adesso chiedo agli studenti di imitare semplicemente i suoni delle parole quando le si incontrano, mettendo in contrapposizione due parole che contengono suoni simili (BP, DT, GK, JQ, ZC, ZH/CH).
Ho anche rimesso in discussione la tradizionale sequenza con cui vengono studiati i toni di solito, preferendo questa sequenza alternativa: 1° Tono, 3° Tono, 2° Tono e 4° Tono. Questa nuova sequenza può essere molto d’aiuto agli studenti perché li agevola nel distinguere meglio le differenze tra i toni.
L’interlingua
Un altro aspetto a cui non avevo mai prestato attenzione è l’uso dell’interlingua (中介语) da parte degli studenti. Prima pensavo che l’interlingua andasse corretta sin da subito, ma questo serve soltanto a demotivare lo studente facendolo sentire un incapace. Adesso ho capito che lo studente ha il diritto di sbagliare quel che ancora non ha acquisito ma che acquisirà in modo naturale.
Per far ciò, dobbiamo insistere affinché lo studente arrivi da solo alla correzione del proprio errore. Dopotutto, anche noi, studenti con tanta esperienza della lingua cinese, utilizziamo ancora una sorta di interlingua quando parliamo in cinese. Solo chi ha vissuto anni e anni in Cina è in grado di parlare come un cinese in tutto e per tutto… sei d’accordo?
La scrittura
Per quanto riguarda la scrittura, emerge un grosso problema da parte degli studenti che solo con l’esperienza si può riscontrare: la tendenza degli studenti a scrivere i caratteri basandosi su come vengono scritti al pc, quindi in 打体字. In effetti, questo è un problema che riscontravo spesso, specialmente con il radicale delle tre gocce d’acqua.
Nonostante abbia corretto più e più volte errori di questo tipo, non avevo mai pensato di dedicare una lezione relativa alla differenza dei caratteri scritti alla lavagna e quelli scritti al computer. Eppure moltissimi studenti di superiori faticano a riconoscere i caratteri perché abituati a vederli soltanto sulla lavagna o soltanto al computer.
Insegnare lingua cinese avanzata nelle scuole
Per quanto riguarda l’insegnamento della lingua cinese avanzata,consiglio di evitare la traduzione immediata di frasi complesse, preferendo in alternativa un’analisi dettagliata delle classi grammaticali ivi presenti. Per far ciò, si possono proporre attività di skimming alla ricerca dei marcatori sintattici/particelle di funzione (在,的,了,就) che danno preziosi informazioni circa l’importanza o la priorità delle parole.
Con questo metodo si abitua lo studente a pensare in lingua cinese piuttosto che arrivare alla comprensione di una qualsivoglia frase attraverso la traduzione dal cinese all’italiano. Quindi la traduzione (considerata da molti la quinta abilità linguistica) non deve essere usata per apprendere la lingua ma soltanto come strumento di autoverifica. Un esercizio molto utile può essere la traduzione dalla propria lingua al cinese perché si possono applicare le regole grammaticali e si può ricordare più facilmente il lessico.
Insegnare il lessico
Per quanto riguarda il lessico, se non si vuole ricorrere esclusivamente alla ricopiatura dello stesso carattere per centinaia di volte in stile amanuense (aspetto che, ahimè, non si può assolutamente saltare), si può pensare di usare le famose flash cards o, di nuovo, le app per smartphone. Di app ce ne sono tantissime e molte sono anche gratuite (assolutamente valide!).
Insegnare la cultura
Questo è un aspetto molto delicato perché è imprescindibile dallo studio della lingua, anche se spesso lo si dimentica. Ricorda sempre che la lingua è una convenzione che presenta tratti fortemente culturali, ma allo stesso tempo è anche veicolo di queste convenzioni culturali. La cultura va insegnata per poter meglio comprendere la forma mentis del parlante di una data lingua.
Come insegnare la cultura cinese? Secondo me bisognerebbe partire da testi semplificati in lingua cinese con temi che presentano connessioni con gli studenti per motivarli allo studio. I testi devono quindi essere belli e significativi e, cosa importantissima, devono essere privi di inutili digressioni che appesantiscono soltanto il testo e che, anche se studiati molto bene, verranno dimenticati il giorno dopo la verifica!
Conclusioni
Per concludere, vorrei sottolineare l’importanza del soffermarsi in primo luogo sulle abilità di ascolto e di parlato, per poi passare alla lettura e alla scrittura; inoltre, è molto importante trasformare gli input in intake (摄入 o 纳入) per poter arrivare a quella che Krashen definisce acquisizione (习得).
In che modo? Bisogna che le spiegazioni siano semplici, che siano sempre diverse, che si basino su quanto già acquisito, tornando spesso indietro sugli stessi argomenti nella consapevolezza che l’apprendimento è un processo a spirale. Infine, vi consiglio di non usare esageratamente il 了 e di non trasmettere questa nostra “cattiva” abitudine agli studenti.
Photo Credits: Wang Qinsong’s “follow me” by michael davis-burchat
Hairong dice
Complimenti Armando!
Sono una conversatrice di lingua cinese in un liceo linguistico di Roma.
你把目前意大利高中的汉语教学问题总结的非常全面,而且也给出了有效解决方案。
希望意大利的汉语老师都能针对学生的实际情况和学习需求做出一些反思和改进。
其实,如果能用好正确的教学方法,高中5年的汉语学习可以也完全能达到一个很好的效果。只可惜,大部分学生经过5年的汉语学习,很多收获微微,很多学生只有痛苦的回忆,只有少数想在将来继续学汉语了。
希望能就非目的语环境下的汉语教学与你交流。
Riccard Antonietti dice
Purtroppo in Italia è quasi impossibile praticare il cinese standard perché parlano quasi tutti un dialetto tipico della terra di origine.
Laura dice
E bravo Armando, riesci sempre a sorprendermi! Se penso alle mie esperienze di studentessa di cinese negli anni ottanta, mi viene da piangere. In Cina poi non era cert meglio. Rimpiango però la libertà di associazioni che c’era allora, oggi tutto appiattito dagli istituti Confucio. Bene alla prossima Laura