Questo post è stato scritto da Giovanni Lovisetti
Free Trade Zone in Cina
Fin dall’epoca della “politica della porta aperta”, inaugurata da Deng Xiaoping a cavallo tra gli anni 70 e 80 del secolo scorso, la Cina ha mostrato grande pragmatismo nello sperimentare politiche mirate alla creazione di aree geografiche con regole di mercato particolari, volte a favorire il flusso in entrata di investimenti stranieri e perciò a favorire la crescita economica del Paese.
La sperimentazione politica di Deng, allora, aveva dato vita alle c.d. Zone Economiche Speciali (ZES): aree nelle quali, per la prima volta in territorio cinese, si incentivavano attività da svolgersi secondo dinamiche tipiche delle economie di mercato, nel tentativo così di ottenere risultati che migliorassero la condizione economica e sociale dei cinesi rispetto a quanto non avesse fatto fino a quel momento l’economia pianificata.
L’esperimento delle ZES fu di grande successo, se è vero che a 40 anni dall’avvio della politica della porta aperta, la Cina si contende con gli USA il primo posto nella classifica delle maggiori economie mondiali.
In epoca più recente, la pratica politica volta a creare all’interno della Cina zone con caratteristiche speciali è tornata prepotentemente alla ribalta, nel 2013, con la costituzione della China Pilot (Shanghai) Free Trade Zone: un progetto pilota che – tramite la creazione a Shanghai di una area di libero scambio di oltre 28.000 km2, con normative ad hoc in materia di Investimenti Diretti Esteri, Investimenti Cinesi Overseas, logistica, e finanza – ha dato il via alla istituzione di successive numerose free trade zone, ciascuna con caratteristiche specifiche che favoriscono l’una o l’altra area di business. La Cina conta ad oggi 21 Free Trade Zones (FTZ).
Tra tutte le FTZ istituite, tuttavia, ve ne è una che, per estensione geografica e caratteristiche, si distingue dalle altre: è la Free Trade Zone della Provincia di Hainan.
Panoramica economica di Hainan
La Provincia di Hainan è un’isola situata a sud del Guangdong: è la più piccola delle Province cinesi nonchè la più meridionale.
Dato il suo posizionamento geografico Hainan occupa una posizione strategica giocando un ruolo di estensione dei confini cinesi e di ponte tra Cina continentale, Greater Bay Area e Paesi del Sud Est Asiatico come Vietnam, Filippine e Indonesia.
Hainan è inoltre ottimamente posizionata con riferimento alle missioni spaziali, e non a caso ospita il Wenchang Satellite Launch Center. Il centro di lancio, situato sulla costa orientale dell’isola di Hainan, si trova ad una latitudine inferiore rispetto alle altre basi di lancio cinesi situate nelle province del Sichuan, dello Shanxi e nella Regione Autonoma della Mongolia Interna e lanciare da questa base permette perciò un notevole risparmio di propellente: tutte circostanze queste che, comprensibilmente, hanno favorito lo sviluppo dell’industria aerospaziale locale.
Inoltre, il clima tropicale dell’isola la rende una destinazione turistica molto apprezzata. Le ampie spiagge bianche e l’acqua limpida hanno fatto guadagnare ad Hainan il soprannome di “Hawaii della Cina”. Probabilmente anche questa ultima caratteristica, oltre a quelle sopra citate, ed oltre al fatto che Hainan è una Provincia ancora in via di sviuppo – e perciò con ampi margini di crescita – hanno spinto il Presidente Xi Jinping, nel 2018, a dichiarare di voler trasformare Hainan in una grande FTZ, la più grande al mondo, e di voler creare un importante free trade port.
Hainan Free Trade Zone
L’Overall Plan for the China (Hainan) Pilot FTZ , pubblicato il 2 aprile 2018, ha infatti previsto una linea temporale per lo sviluppo della FTZ e del Free Trade Port (FTP) che, riassumendo, ha posto il 2020 come deadline per rendere la FTZ operativa e migliorare l’apertura internazionale; il 2025 come data di apertura del free trade port; il 2035 come data per avere un funzionamento maturo e collaudato del free trade port; il 2050 come data in cui il free trade port dovrà avere una forte influenza a livello internazionale.
Oltre alla creazione di una FTZ e di un FTP, il Piano di Sviluppo di Hainan ha previsto una serie di politiche chiave a supporto degli investimenti. E’ stata intanto definita una lista di settori di investimento incoraggiati come il turismo, le telecomunicazioni, il settore della finanza, il settore navale, quello medicale e dell’educazione: “ incoraggiare” un tipo di investimento, nel linguaggio della politica cinese, significa renderne l’implementazione più agevole, attraverso la semplificazione delle procedure di costituzione e di gestione societaria.
E’ stato poi introdotto un pacchetto di misure di riduzione di dazi all’importazione e di imposte piuttosto unico nel panorama cinese. Quanto all’import, entro il 2025 è infatti prevista l’applicazione di un sistema a tariffa zero all’importazione.
Il regime a tariffa zero sarà implementato in due fasi:
- Prima fase (pre-2025): Alcune categorie di importazioni hanno diritto a un trattamento a tariffa zero per sostenere lo sviluppo dei settori del turismo, dell’e-commerce e della logistica. Il trattamento a tariffa zero copre le importazioni di attrezzature effettuate dalle imprese di Hainan per uso proprio e le importazioni di veicoli, navi e aeromobili utilizzati per il trasporto e il turismo in Hainan.
- Seconda fase (post 2025): Verrà sviluppato un regime tariffario separato per la Hainan FTP, il che significa che le tariffe zero si applicheranno a un’ampia gamma di importazioni basate su un sistema di “catalogo delle importazioni esenti”. Per alcuni prodotti, oltre all’abbattimento delle tariffe all’importazione, è inoltre applicata anche l’esclusione dell’IVA all’importazione e dell’ imposta sui consumi.
Quanto alla riduzione delle imposte, è di rilievo notare che mentre nel resto della Cina la Corporate Income Tax (l’imposta sulle società) è al 25%, in Hainan, per le aziende operative nei settori incoraggiati, è prevista una riduzione fino al 15%. Riduzione che sarà estesa entro il 2035 a tutte le aziende presenti nella Provincia, a prescindere dal settore in cui operano.
Inoltre, quanto alla Individual Income Tax (l’imposta sul reddito delle persone fisiche), è previsto un sistema di tassazione al 3%, al 10% o al 15%, a seconda della categoria di lavoratore: aliquote significativamente più basse che nel resto della Cina e che dovrebbero incoraggiare il flusso di talenti all’interno dell’isola.
Infine, è in corso una procedura di semplificazione di tutto l’assetto fiscale, da realizzarsi attraverso la razionalizzazione di varie imposte sul volume d’affari (come ad esempio l’IVA, l’imposta sui consumi, l’imposta sull’acquisto dei veicoli) in una unica “imposta sulle vendite”. Ciò significa che, entro il 2035, in Hainan saranno solo sette le imposte applicate (mentre nel resto della Cina rimarranno le 13 attualmente previste).
Infine, Hainan applica un sistema duty-free che permette di acquistare alcuni beni indicati in un apposito catalogo (gioielli, cosmetici etc.) fino ad un valore di 100,000 CNY (circa 15,000 EUR) in regime di duty-free.
Sebbene la pandemia da Covid-19 e la zero-covid policy abbiano inevitabilmente determinato un rallentamento sulla tabella di marcia di sviluppo della Provincia, per tutte le ragioni sopra viste, Hainan resta una location a cui gli investitori stranieri devono guardare con estrema attenzione.
Lo scorso aprile, in una visita ufficiale sull’isola, il Presidente Xi ha infatti ribadito la centralità della FTZ e del FTP di Hainan nel percorso di crescita economica della Cina.
L’autore di questo articolo è l’Avv. Giovanni Lovisetti, Senior Associate di Dezan Shira & Associates per la quale assiste le aziende italiane nella creazione, crescita e operatività in tutta l’Asia.
Photo Credits: Photo by Tudor Dimitriu on Pixabay