Ultimamente mi capita spesso di ricevere email del tipo “Come faccio a esportare i miei prodotti in Asia?” Ecco perché ho chiesto a Fredrik Grönkvist, che lavora con me a diversi progetti, di scrivere un articolo dedicato alle strategie migliori per le piccole e medie imprese che aspirano ad esportare i propri prodotti in Asia. L’articolo mi sembra molto utile, anche perché in lingua italiana esiste molto poco sul tema. Enjoy!
Sono anni ormai che i media guardano all’Asia come al mercato emergente che ci salverà dalla recessione. Il problema è che, mentre multinazionali come Apple o General Motors fatturano già miliardi di dollari in Asia, per quanto riguarda le piccole e medie imprese vi sono ben poche storie di successo. Sono però convinto che, a patto che si adottino le strategie adatte, il trend possa cambiare.
Prodotti, qualità e prezzi
Prima di tutto, scordati di poter competere sul prezzo. Come puoi pretendere di offrire un prezzo più basso delle imprese cinesi, cambogiane o vietnamite che, oltre a poter contare su un costo del lavoro molto più basso, grazie alla loro posizione al centro dell’Asia possono garantire tempi e prezzi di spedizione molto più bassi?
Detto questo, avrai forse letto che marchi come H&M o Luis Vuitton stanno realizzando enormi profitti in Asia. Nonostante ciò non sia direttamente rilevante per il tuo business, vorrei sottolineare che il mercato asiatico è grande abbastanza da consentire anche alle piccole imprese di affermarsi.
Molti piccoli e medi imprenditori assumono che un marchio abbia valore solo quando è già universalmente conosciuto. Al contrario, la mia esperienza – ho già collaborato con centinaia di piccole e medie imprese – mi dice che un marchio ha una sua utilità anche quando è relativamente nuovo, sopratutto quando si tratta di aumentare il valore percepito di un dato prodotto.
Tale ragionamento è ancora più importante quando si guarda al mercato asiatico in quanto, non potendo competere sul prezzo per i motivi sopra elencati, dovrai affidarti esclusivamente alla qualità e al valore percepito del tuo prodotto. Ecco perché poter esporre un proprio marchio è fondamentale per ogni società occidentale che guarda al mercato asiatico.
Nonostante i giornali e le televisioni continuino a creare allarmismo – a mio parere ingiustificato – sul declino dell’occidente, i consumatori asiatici i prodotti europei e americani come di qualità superiore rispetto ai prodotti locali (eccezion fatta per la Corea del Sud e Giappone, due paesi che tendono ad esportare merce di ottima qualità).
Una tattica per aumentare l’appetibilità del tuo prodotto è quindi quella di dare maggior visibilità al paese dove sono state prodotte le merci. Mi spiego meglio: un’etichetta “Made in Italy” o “Made in France” aumenterà, e non di poco, il valore percepito del tuo prodotto. Sì, anche se il tuo marchio è ancora sconosciuto.
C’è un’altra ragione per cui le aziende occidentali dovrebbero guardare al futuro con fiducia. La gente, indipendentemente dal paese che prendiamo in considerazione, è stanca di acquistare prodotti di massa che ti fanno sentire come se fossi un clone. Anche se in Asia questa tendenza alla “personalizzazione” è iniziata in ritardo, le generazione più giovani di Giappone, Corea del Sud, Singapore, Hong Kong, Taiwan e Cina sentono già il bisogno di distinguersi e quindi trovare un marchio che possa rappresentarli al meglio.
Come trovare acquirenti in Asia
Vi sono varie maniere per trovare clienti asiatici. Il primo passo è quello di decidere che tipo di acquirente t’interessa. Tieni infatti presente che le grandi compagnie di distribuzione stanno già importando prodotti in larga scala e, anche se t’incoraggio comunque a contattarle, penso che le tue probabilità di successo siano molto maggiori se cercassi i tuoi clienti tra i negozi locali e i siti di e-commerce.
Anche se vi sono vari portali dove poter trovare possibili clienti, penso che lo strumento principale che dovresti utilizzare sia Google. Un errore piuttosto comune, quando si utilizzano i motori di ricerca, è quello di cercare clienti solo tramite termini estremamente generali quali “negozi vestiti Cina” o “negozi scarpe Taiwan.” No, in questo modo ti appariranno solo i siti web delle grosse catene di distribuzione. Cerca invece di essere il più specifico possibile, ad esempio cercando su Google “negozi vestiti invernali Hong Kong Nathan Road” (in inglese ovviamente) in modo che Google ti mostri i siti web che fanno capo a imprese di taglia medio-piccola, ovvero quelle che non possono ancora permettersi di importare dall’Europa in larga scala.
“Da quali paesi asiatici dovrei iniziare?”
Si tratta di una delle domande più importanti che dovresti porti. L’Asia è un continente immenso e l’idea di “esportare in Asia” non è affatto pratica. Al contrario, dovrai scegliere un paese specifico in cui iniziare ad esportare, per poi magari espanderti gradualmente.
Oltre ad essere enorme, l’Asia è un continente con vaste differenze socio-economiche. Si va da paesi ricchi e sviluppati quali il Giappone o Singapore sino a paesi ancora in via di sviluppo quali la Cambogia, il Vietnam o, in larga parte, la Cina.
Vendere i tuoi prodotti in un paese in via di sviluppo è una sfida difficile, sopratutto per le piccole e medie imprese. Ti suggerisco quindi di iniziare dai paesi più sviluppati quali il Giappone, la Corea del Sud, Singapore, Hong Kong o Taiwan.
E la Cina continentale, mi darai? Iniziare dalla Cina sarebbe, nella gran parte dei casi, un errore. Il mercato cinese è ancora fortemente regolato, sopratutto quando si tratta di importare prodotti stranieri. Se, per qualche motivo, sei particolarmente propenso ad esportare in Cina, ti consiglio di iniziare dalle città più moderne quali Shanghai, Shenzhen, Guangzhou o Pechino. Ti avviso però che la Cina non è affatto un mercato facile.
Gestire le vendite
Supponendo che tu possieda già un prodotto da commercializzare, il passo successivo è quello di contattare i possibili acquirenti. L’ostacolo principale, quando si tratta di comunicare con le imprese asiatiche, è senz’altro la lingua, in quanto la conoscenza dell’inglese è ancora molto limitata; anche quando si prendono in considerazione i paesi più sviluppati quali Corea del Sud e Giappone (fanno eccezione Hong Kong e Singapore, dove l’inglese è largamente diffuso). Se non adatti la tua strategia di marketing alle condizioni locali finirai con il bruciare la maggior parte delle possibilità.
Prima di tutto avrai quindi bisogno di assumere qualcuno che parli la lingua in uso nel paese dove intendi esportare: su piattaforme quali oDesk o Elance è possibile trovare migliaia di traduttori giapponesi, cinesi e coreani a prezzi più che competitivi. Tieni però presente che tali traduttori – o interpreti che dir si voglia – non conoscono il tuo prodotto né la tua strategia di marketing. Dovrai quindi colmare il vuoto fornendogli gli strumenti necessari per lavorare al meglio (esempi di email per approcciare i possibili clienti, brochure e cataloghi in formatto PDF, eccetera).
Ti chiedo inoltre di metterti per un attimo nei panni dei tuoi potenziali clienti: si tratterà probabilmente di imprese che hanno ben poca dimestichezza con il commercio internazionale. Allo scopo di ridurre incertezze e incomprensioni dovrai quindi fornire fin da subito le seguenti informazioni:
1.) Prezzo (a seconda delle quantità che il cliente intende acquistare).
2.) Tempi di consegna (a seconda del paese dove si trova il cliente).
3.) Termini di pagamento.
4.) Termini di consegna.
5.) Termini di garanzia (ad esempio le modalità con cui richiedere un rimborso o il re-invio della merce nel caso il cliente riceva un prodotto difettoso o danneggiato).
Ti basterà preparare un semplice documento PDF contenente i termini di utilizzo elencati in alto per ridurre di molto lo stress e l’incertezza dei possibili clienti ed aumentare così le tue chance ti piazzare il tuo prodotto.
“E’ necessario aprire una società nel paese dove intendo esportare?”
No. Oggi giorno è possibile ricevere i pagamenti tramite Paypal o un bonifico internazionale senza alcun problema. Chiaramente in seguito, quando i tuoi volumi di business giustificheranno una mossa del genere, potrai considerare l’idea di aprire una società in Asia in modo da facilitare i pagamenti da parte dei tuoi clienti asiatici (aumentando così ulteriormente le tue possibilità di successo).
Nonostante registrare una società in alcuni paesi asiatici sia ancora molto complicato (penso alla Cina ad esempio), vi sono due paesi dove aprire una società non rappresenta affatto un problema: parlo di Hong Kong (che in effetti non è un paese, bensì una regione a statuto speciale della Repubblica Popolare Cinese) e Singapore.
Photo Credits: Photos by Sapore di Cina
Marco Calogero Cutaia dice
Salve, mi occupo della vendita alimentare(dolci, caramelle, cioccolati)
Vorrei esportare i miei prodotti in cina ma non ho la minima idea di contattare dei potenziali clienti. Mi sapreste aiutare?
Posseggo un sito e-commerce http://www.cutaiadolciaria.it
Grazie mille
Furio dice
Ciao Marco, purtoppo noi non ce ne occupiamo.
alfonso dice
salve, sono un produttore e distributore di caffè di alta gamma, avrei bisogno di chiedere quale documentazione serve per poter esportare il caffè nei paesi asiatici.
i paesi di riferimento sono: Hong hong, Giappone, Singapore, Taywan,
Furio dice
Salve, rivolgetevi a un esperto. Noi non ci occupiamo direttamente di export
Matteo Marin dice
Salve e interessato ad importare i suoi prodotti in altre città della Cina?
Giulio dice
Ho letto molto attentamente l’articolo. Devo dire che all’inizio ero molto scettico sul fatto di esportare in Cina. Poi ho capito, che anche le piccole-medie imprese come la mia (sono un produttore di calze) può ambire a scoprire il mercato cinese e guadagnare, portando un prodotto rigoramente Made in Italy, dal filato fino all’etichettatura. Ho cercato in lungo e largo, quale fosse la strada migliore senza investire molto, perchè ho deciso di fare tutto step by step. Ho scoperto che tra pochi mesi aprirà “Il Parco delle Eccellenze Italiane” in Cina e cercando tra le varie agenzie di intermediazione ho deciso di puntare su make italy. Ora dovrò attendere qualche mese per conoscere i risultati della mia scelta. Li condividerò molto volentieri.
Furio dice
Ciao Giulio, grazie per il contributo!
Giulio dice
Di niente Furio…Mi piace condividere le mie esperienze lavorative, nella speranza che possano servire a qualcuno. Grazie a te per lo spazio che hai.
Furio dice
: )
Mario dice
Grazie per le risposte. Quindi secondo lei quali sono i prodotti piú facili da esportare in Asia? Quelli piú richiesti e con meno concorrenza intendo. Lo chiedo per capire meglio il mercato asiatico. Grazie
Furio dice
Prodotti non facilmente replicabili, ad esempio perché possiedo un design particolare.
Mario dice
Salve le difficoltá quali sarebbero? Costi di trasporto? Competizione con player piú grandi? Noi abbiamo pensato di rivolgerci direttamente a piccoli negozi, bar e ristoranti.
Furio dice
La logistica, i prezzi, i contatti: perché un ristorante dovrebbe acquistare il vostro olio se c’è chi lo importa da anni a container e può fare un prezzo migliore? A meno che non abbiate una nicchia ben definita, un marchio DOC etc, con gli alimentari la vedo molto dura.
Inoltre vi servono i certificati, che possono arrivare a costare migliaia di Euro.
Mario dice
Salve, un prodotto come l’olio, prodotto da una azienda medio piccola, avrebbe mercato in Asia? Noi abbiamo pensato alla Corea del sud a Taiwan e ad Hong kong. Grazie
Furio dice
Ci sono tante imprese che esportano olio in Asia; di solito però sono medio grandi. A meno che non offriate un prodotto che si differenzi, mi sembra difficile
Federico dice
Grazie per l’articolo Furio, sto da un po seguendo questo blog ed è davvero utile. Ti volevo chiedere come mai pensi che esportare in Cina sia difficile quali pensi siano i principali ostacoli?
Grazie
Furio dice
Ciao, la domanda è troppo generale e, tra l’altro, ne parliamo nell’articolo. Se hai domande più specifiche saremo felici di risponderti.
Mauro D'Adda dice
Articolo utilissimo! Mi domandavo se avreste qualche consiglio sui primi passi da fare per proporsi come web agency per fare web marketing sul mercato cinese o simili al fine di esportare prodotti per conto di aziende italiane. Ogni suggerimento o link sarà davvero apprezzato, Grazie!
Furio dice
Suggerimenti pratici nessuno. Se hai le competenze per gestire anche la logistica, potresti pensare di approcciare le aziende che hanno potenziale ma non stanno ancora esportando in Asia. Se offri solo il marketing, allora mi sembra molto più semplice puntare alle aziende che stanno già esportando in Asia.
antonino dice
Mi sembra che tutto sembra difficile io vorrei produrre solo 2 o 3 prodotti e farlo bene.mi puoi dare dei consigli? Ciao .
Fulvio dice
Articolo molto utile e ben fatto. Chi vuole esportare in Asia i propri prodotti o la propria capacità professionale ha spesso molti dubbi all’inizio e non potrebbe essere diverso.
Può essere utile sapere che oggi esiste anche un nuovo strumento a disposizione delle aziende italiane:
Un cordiale saluto.
Fulvio
laura dice
In generale quando si parla di esportazione, e soprattutto collegata all’Asia Orientale, si pensa a grandi quantitativi di prodotti per il cliente finale. Vendere un servizio in Cina penso funzioni diversamente, non c’è l’Alibabà di turno, se voglio vendere ingegneria e design devo cercare tramite canali particolari. L’altro giorno ho incontrato, tramite presentazione di un partner della mia azienda, un manager di Taiwan. Pare che in generale l’Asia Orientale abbia imparato molto (e copiato molto. A volte deliberatamente, a volte a fronte di molto cash), ma che fino a certi livelli non siano ancora in grado di arrivare e per il prodotto di eccellenza si rivolgano ancora agli italiani. Rimane da valutare quali siano i giusti canali per trovare come vendere questo tipo di servizi (a parte il passaparola)…
furio dice
Ciao Laura,
adesso ho capito cosa intendi. Sì, da quello che ho visto chi vende “servizi” (ad esempio uno studio di design) di solito ha un ufficio in Cina con una presenza stabile di uomini (o donne) chiave che si sbattono con il networking.
Federica dice
Ciao Furio, sono una cinese che vive in italia, questo articolo mi ha sorpreso tanto, non so nulla della Cina, apparte i ricordi d’infanzia, e i nonni , non conosco più la Cina, e anche se vorrei tornare, è già diventata difficile il commercio cinese.
Come funzionano in Cina le parti burocratiche, le tasse iva, le fatturazioni… Sono come qui? O diversi? Dici se non è neccessario aprire società, per un esportazione, come fanno dichiarare?fanno scontrino? Si può un privato comprare vendere senza commercialista? Sono sempre stata curioso.
Furio dice
Ciao Federica,
il discorso è molto complesso e non sono un esperto, quest’articolo non l’ho scritto io!
Giordano dice
l’articolo mi sembra molto interessante, vorrei iniziare ad esportare il mio prodotto proprio a Singapore con un progetto dell’ ICE che si svolgerà a settembre, ma quello che mi blocca o mi mette apprensione è proprio la lingua, che credo sia un grande ostacolo…
Grazie per l’articolo ben fatto.
Giordano Cognigni
Nero Espresso Caffè
Furio dice
Ciao, a Singapore con l’inglese non avrai nessun problema.
Laura dice
Immagino che per i servizi sia leggermente diverso, anche se per analogia credo che l’ Italian Design sia comunque apprezzato, no?
furio dice
Ciao Laura,
non ho capito cosa intendi con “per i servizi sia diverso” visto che l’articolo tocca molti punti