Dopo quattro anni in Cina sono tornata in Italia, e ho deciso di condividere con i lettori di Sapore di Cina la mia avventura.
Il punto della situazione
Arriva un momento durante la tua esperienza all’estero in cui ti rendi conto di dover fare il punto della situazione e capire cosa vuoi realmente.
Vuoi impostare la tua vita in Cina, partire per un’altra avventura, oppure mettere le radici da qualche parte? Sembra facile sapere cosa vuoi ma spesso decidere è più difficile di quello che sembra.
Senti che la tua vita è ormai in quel nuovo paese, hai costruito tutto lì: un appartamento che fatichi a lasciare, amici che non vuoi perdere, luoghi che non vuoi dimenticare.
Ma la tua vita è lì? Sei disposto a passare il resto dei tuoi giorni in quel paese? Se la domanda è no, allora dovresti prendere la tua valigia piena di ricordi e partire. Perchè più ti ci fermerai, più sarà difficile andare via.
Prendi tempo per capire quello che vuoi e segui la tua decisione.
A volte decidere sarà più facile. La fine di una relazione, il termine del contratto di lavoro, o necessità a casa potrebbero prendere la decisione per te.
Ma quella che voglio raccontarti oggi è la mia storia.
La mia avventura
Arrivo in Cina per la prima volta nel 2013 come studentessa squattrinata che fa la sua prima esperienza di vita all’estero.
Con le lacrime agli occhi, lascio alle spalle chi mi ha accompagnata in aeroporto e salgo su quell’aereo che dopo una decina di ore mi avrebbe portata in Cina.
Una volta atterrata non so dove sbattere la testa, così passo un’oretta in aeroporto semplicemente guardandomi intorno e chiedendomi cosa sto facendo, finchè non decido di andare a cercare un taxi.
Dopo aver superato un gruppo di tassisti abusivi, raggiungo la lunga fila che mi porta lentamente al veicolo che mi condurrà, con un pò di speranza, all’università che ho scelto per la mia esperienza. Carichiamo i bagagli, mi accomodo, comunico al mio autista la destinazione e lui, ovviamente, non mi capisce. Nonostante i miei tre anni di studio della lingua in Italia.
Cerco di mostrargli un biglietto con l’indirizzo scritto in cinese, ma lui si rifiuta di leggerlo e parte sgasando.
Così inizia la mia avventura. Seduta sul sedile di un taxi, senza sapere dove sto andando. Il fumo esce dai tubi di scappamento, il verde degli alberi è sbiadito, le strade sembrano infinite e le macchine che ci marciano sopra troppe. Il cielo è grigio.
A raccontarlo oggi, mi sembra ieri.
Con un certo stupore arrivo a destinazione e, non senza difficoltà, arrivo al mio dormitorio dove mi accascio sul letto dalle lenzuola arancioni e dormo, dimenticando tutto per qualche ora.
Ammetto che i primi giorni non sono stati semplici.
La comunicazione in cinese con i locali è estremamente difficile e faticosa.
La comunicazione con l’Italia altrettanto difficile non avendo né una scheda sim, né una connessione in camera.
Ma piano piano arriva ogni cosa e tutto è più semplice.
Incontro e conosco persone, scopro la cucina cinese e piccoli ristoranti deliziosi, sperimento la vita notturna a prezzi irrisori se non inesistenti e metto in pratica i miei tre anni di studio della lingua, rendendomi conto che avrei potuto imparare in fretta.
Non scoraggiarti quindi, se decidi di partire: l’inizio sarà la parte più difficile. Ma se la superi, un’esperienza molto particolare ti attende: dipende molto da te.
I due semestri trascorsi come studentessa per apprendere la lingua cinese volano e, non sentendomi ancora pronta a lasciare questo paese magico, decido di cercare lavoro.
C’è chi dice che la Cina o la si ama o la si odia. Credo che sia vero, e io la amo. Anche se, dopo tanto tempo, diventa come un marito testardo che un po’ ami e un po’ odi, ma che è sempre lì.
Così, dopo esser tornata in Italia, ricevo conferma di essere stata assunta per un posto di lavoro in Cina e che sarei andata in una città che non avevo mai sentito nominare fino a quel momento.
La mia seconda avventura stava per cominciare. Visto lavorativo alla mano, riparto piena di paure, come se non fosse cambiato nulla dalla prima volta.
L’esperienza di lavoro è stata molto diversa da quella di studio: maggiori responsabilità, maggiori regole e meno tempo libero. Ma è questo che succede quando si cresce, no? E non per questo, è stata meno bella o speciale.
Anche qui ho difficoltà ad ingranare con la nuova vita, anche se fin da subito conosco delle belle persone che mi aiutano. Colleghi stupendi e la voglia di scoprire partendo di nuovo da zero mi fanno presto abituare alla nuova città e ai nuovi ritmi di vita.
Siamo nel 2015. La città in cui mi trovo non è molto grande e la metropolitana ancora non è attiva anche se, per dimensioni, può essere paragonata ad una grande città italiana.
Qui la comunità straniera è molto piccola, gli expats si conoscono tutti tra loro e le possibilità di migliorare il cinese sono davvero molte.
E così, trascorro tre anni nella mia Taiyuan finchè, per circostanze ed esigenze lavorative e personali, faccio quel biglietto di sola andata che mi riporta in Italia.
Il viaggio di ritorno
Arriva il momento di preparare e affrontare il viaggio che mi avrebbe riportata in Italia.
Prima di partire
Fin da quando sono partita la prima volta per la Cina, sapevo che non sarebbe stato per sempre. La Cina è stata un’esperienza meravigliosa, ma credevo che a un certo punto, in qualche modo, l’avrei lasciata.
Ma dal saperlo al realizzare che veramente stai tornando, c’è un abisso.
2017. Quando realizzo che sarei dovuta tornare, tutto sembra strano. Voglio riabbracciare la mia famiglia ma lasciare tutto quello che ho costruito non è semplice. La mia vita negli ultimi tre anni era stata lì, adesso avrei dovuto ricominciare da capo, partendo da zero.
Un’altra volta, un nuovo inizio. Il terzo in soli quattro anni.
Senza scoraggiarmi, inizio a preparare la partenza. Le prime difficoltà si mostrano subito e mi sale una brutta febbre per la tensione.
Ma con un pò di pazienza e buona volontà, si risolve tutto.
Innanzitutto bisogna decidere cosa tenere. Apro la valigia pronta per riempirla e mi rendo immediatamente conto che tutto quello che vorrei metterci dentro non ci entrerà mai. Chiudo la valigia e elaboro un piano.
Decido che in Italia mi serviranno dei vestiti non avendo più niente lì. Ammonticchio tre pile: tenere, buttare, pacco da inviare per posta. Stessa cosa per scarpe, documenti e oggetti che trovo sparsi per casa.
Tutto inizia a prendere maggiormente senso e forma. La casa inizia a svuotarsi tra oggetti finiti nella spazzatura, oggetti nel pacco che sarebbero arrivati a destinazione in Italia due mesi dopo e altri ceduti alle varie portinaie.
Le cose a cui più tengo, in realtà, sono oggetti legati a ricordi. Faccio in modo che arrivino in Italia una di quelle zucchette essiccate che mi diede un anziano signore sulla collina dietro alla Città Proibita, dicendomi che con gli anni aveva assunto quella forma perchè l’aveva levigata tra le sue mani ogni giorno.
Decido di conservare oggetti che mi erano stati portati dal Kenya, dal Turkmenistan, dalla Thailandia e un po’ da tutto il mondo. Libri, piccoli oggetti accumulati in occasioni particolari, calligrafie, il biglietto del treno che in 18 ore mi ha portata da un lato all’altro della Cina viaggiando su un sedile rigido e il primo tatuaggio che faccio proprio prima di partire.
La parte più dolorosa doveva ancora arrivare però: salutare tutte le persone a cui tengo di più. Inizio a passare più tempo con tutte le migliori persone che ho avuto la fortuna di conoscere in questi anni e che ci sono state quando la Cina mi ha fatta sentire sola e mi sembrava di non avere più le forze per restare.
Abbracci, pianti al bar dove tutti gli stranieri si ritrovano la domenica sera, ed è ora di partire. Quando salgo sul treno, rimasta da sola, mi rendo conto che sto lasciando tutto alle spalle. Dopo qualche giorno trascorso a Pechino, prenderò quell’aereo.
La partenza
Ammetto che lasciare la Cina non è stato facile, sia emotivamente che nella pratica. Ti rendi conto che in quegli anni hai accumulato e fatto tante di quelle cose che ora è il momento di chiudere, restituire, o inviare a casa.
Tessere e conti bancari da chiudere, documenti da archiviare o restituire, cauzioni da ritirare, un appartamento da svuotare e lasciare.
In qualche modo, si fa tutto, spesso dovendo chiedere un piccolo aiuto.
Dicembre 2017. Prendere l’aereo che mi avrebbe riportata in Italia mi emoziona. Ritrovarmi da sola, rendendomi conto che a ogni istante che passa, sono sempre più lontana da quella Cina che mi aveva accolta e in cui avevo vissuto così a lungo.
Vedo il tramonto di un’era ma, quando l’alba sorge pigramente a oriente, mi rendo conto più che mai che una nuova avventura sarebbe iniziata e che sono pronta a coglierne tutte le opportunità.
E così, su quell’aereo, sento la pace e non più il tormento di emozioni che mi aveva accompagnata fino a quel momento.
L’arrivo in Italia
Ad aspettarmi ci sarebbero stati mia madre e mio fratello in aeroporto, proprio come alla partenza.
Questa mia esperienza è stata circolare. È iniziata con gli abbracci di congedo con la mia famiglia e finita con gli abbracci di ben tornata.
Iniziata a Pechino e finita a Pechino. Ma quanto ho guadagnato all’interno di questo cerchio!
Cultura
Una delle cose che mi ha sempre affascinata della Cina, è il fatto che qui io abbia avuto la possibilità di entrare in contatto con persone che vengono letteralmente da ogni parte del mondo, compresi paesi di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza.
Partire per la Cina non è solo entrare in contatto con la cultura cinese infatti, ma con molte più culture e nazionalità.
Iniziamo dalla Cina. Mentre ero in Italia avevo una concezione tutta mia sulla Cina, alimentata dagli stereotipi e dai pregiudizi che precedono ogni popolo.
Ma per conoscere davvero lo stato della realtà, partire e immergersi nel contesto reale è l’unico modo per scoprire una cultura con i suoi pregi e difetti.
Io ho avuto l’opportunità di conoscere moltissime persone e capire un po’ il modo di pensare e di agire dei cinesi.
Anche se in realtà, in molti momenti ho pensato “tutto il mondo è paese”.
L’esperienza di ognuno è diversa, quindi quello che ho percepito io potrebbe essere diverso dalle percezioni di un altro, ma il bello è che è tutto da scoprire.
E lo stesso vale per ogni altra cultura con cui veniamo in contatto: ci si rende conto che non si sa tutto, come invece si pensava senza saperlo, ma che c’è tanto da imparare e che la Cina è il posto giusto per farlo.
Al bar, nelle stanze dell’università, al parco, ci si può ritrovare e mangiare o bere cibo con una storia, preparato da persone che la conoscono davvero e che hanno voglia di raccontartela. E così tu hai un pezzettino in più di quel puzzle che è chiamato mondo.
Sarò sempre grata per i pot luck organizzati mensilmente, per le cene a cui sono stata invitata dai miei amici che celebravano il Ramadan, per i pancakes che in realtà erano crepes, per il riso mangiato con le mani e per ogni cosa che ho potuto provare in questi anni. È stato meraviglioso.
Ho potuto scoprire qualche pezzetto di mondo comunicando in modi diversi e lingue diverse con persone che condividevano con me un’esperienza, ma che avevano una storia o una base diversa dalla mia.
Persone
Le persone sono state appunto la parte fondamentale della mia esperienza. Anche se, devo ammetterlo, non è sempre facile creare amicizie stabili e durature con delle fondamenta reali.
Spesso l’italiano che arriva in Cina cerca altri italiani con cui condividere la propria esperienza o, agli opposti, c’è chi assolutamente non vuole essere circondato da altri italiani perchè di loro ne conosce già abbastanza a casa.
Il caso in cui lo straniero cerchi altri stranieri con cui condividere la propria esperienza, è comunque molto comune.
Subito dall’arrivo in Cina si pone il problema della barriera linguistica, e trovare ragazzi cinesi con cui comunicare non è semplice. Anche trovandoli, la barriera culturale entra in gioco e trovare punti in comune non è sempre facile.
Spesso non si hanno argomenti di conversazione comune, o il divertimento per un cinese e un occidentale non coincidono.
Per questo, spesso, la comunità straniera è molto legata soprattutto nelle città medio piccole, dove gli stranieri creano un gruppo che comprende persone che vengono da tutto il mondo.
Ma se con i cinesi potrebbe essere difficile inizialmente creare un legame, questo sarà probabilmente più duraturo. Superare le barriere che entrambi potreste avere e trovare punti in comune, venendosi incontro sulla comprensione delle abitudini reciproche è senz’altro la carta vincente per instaurare un’amicizia.
Conoscere le storie degli altri stranieri, entrare in confidenza e conoscersi è più facile all’apparenza, ma la maggior parte di stranieri che vivono in Cina lo fanno solo per un periodo di tempo determinato e, se anche questo non è il tuo caso, sarà difficile creare legami duraturi.
Spesso ti ritrovi in una spirale di persone che arrivano e ripartono, lasciandoti ogni volta un piccolo vuoto che ti costringe a ricominciare da capo.
Conosci qualcuno, ti affezioni, e rimani da solo.
Può essere divertente all’inizio, conoscere tante persone quante mai prima di allora ma, alla lunga, diventa faticoso e stancante.
Certo, conoscendo le persone giuste, si rimane in contatto anche con la distanza, ed è anche un’ottima scusa per girare il mondo e rincontrare chi hai conosciuto durante la tua avventura cinese!
In ogni caso, non sto dicendo che in Cina non ci siano legami veri, ma che a volte è difficile crearne. Sia di amicizia che di relazioni.
A volte è più facile sentirsi soli quando si è circondati di persone, e questo mi è capitato molte volte, finchè non ho realizzato che avrei dovuto spendere il mio tempo meglio, con quelle poche persone che valevano per me.
In Cina ho incontrato persone strane, folli, eccentriche, ma anche persone molto speciali e sono sicura che, da qualche parte nel mondo, ci rincontreremo!
Durante la mia avventura sono stata fortunata perchè ho trovato colleghi e amici meravigliosi che mi hanno sempre supportata. Avendo i piedi nelle stesse scarpe, ci capivamo alla perfezione e in molte situazioni, sono stati la mia famiglia in Cina. E’ grazie a loro che la mia avventura è stata speciale.
Sorprese
Una volta rientrata in Italia, mi è capitato spesso di dover rispondere alla domanda “allora, com’è la Cina”, senza sapere bene da che parte cominciare.
Allora ho iniziato a rispondere che in Cina tutto è una sorpresa. Questo è vero soprattutto all’inizio quando, appena arrivato in questo paese, ti rendi conto che tutto è così diverso da quello a cui sei sempre stato abituato.
Ricordo che spesso uscivo di casa solo per passeggiare e vedere cosa mi capitava, senza mai tornare a casa priva di esperienze da poter raccontare.
Vedi uomini e donne che ballano nei parchi e si allenano soprattutto la mattina presto, aquiloni che volano nel cielo primaverile, venditori di animali domestici che trasportano pesci rossi sfrecciando in mezzo al traffico pechinese su tricicli elettrici, anziane signore che raccolgono bottiglie di plastica vuote dalle strade.
Incontri persone che ti fermano per strada dicendoti “hello” e ridendo per l’imbarazzo di aver davvero parlato con uno straniero, vieni invitato a bere birra e baijiu da qualche sconosciuto mentre sei comodamente seduto al tuo tavolino che mangi spiedini arrosto, impari a cucinare i ravioli cinesi e a capire quello che ti dicono o quando parlano di te.
Giochi a mahjong, mangi cibo di strada, frequenti il ktv, ti ritrovi in qualche selfie mentre stai dormendo sul treno, e ti rendi conto che tutto sta diventando, lentamente la tua normalità.
La metropolitana pechinese è, ogni giorno, una lotta per la sopravvivenza. Ma se poi ti siedi in cima alla collina Jingshan dalla quale puoi ammirare un panorama sulla città proibita, il tempo si ferma.
La Cina è un paese pieno di paradossi e di cose che davvero non ti aspetti, ma il bello è proprio che è tutta da scoprire.
E’ stato meraviglioso farsi sorprendere da ogni minimo dettaglio a ogni angolo della strada e per questo, consiglio a tutti un’esperienza del genere, soprattutto in una città più piccola rispetto alle megalopoli cinesi dove, ancora, puoi trovare per strada il venditore ambulante di patate dolci e vivere la vita a ritmi meno frenetici.
Bagaglio personale
Che cosa mi è rimasto allora, dopo questi anni? Non voglio più parlare di oggetti che ho portato con me fino all’altra parte del mondo perchè non volevo separarmene, ricordi di momenti che mi porterò dentro per sempre.
Quello che mi è rimasto sono i ricordi che riaffiorano sempre in superficie vedendo per strada dei caratteri o dei negozi cinesi stagliarsi in un panorama milanese.
Incontrare persone che sono state parte della mia avventura e che ora sono a Milano e ripensare ai tempi in cui eravamo in Cina.
Aprire le foto e sorridere rivedendo volti o paesaggi. Nonostante la felicità di essere nel mio paese, la nostalgia che si fa spazio tra i sentimenti, ricordandomi che ora è tutto passato.
Il bagaglio di esperienze che ho vissuto però lo porto con me e influenza il mio presente. Mi sento fortunata perchè ho potuto vedere e vivere cose che altri non hanno visto, che non conoscono.
Mi guardo intorno e, quando vedo un cinese che passeggia per le strade di Milano, mi sento un pò più a casa.
Sono cambiata?
Un’esperienza del genere ti fa conoscere un pezzettino di mondo attraverso luoghi, persone e abitudini. Quando lasci tutto ciò, lo porti comunque con te, rendendoti conto che in qualche modo sei cresciuta.
Sono cambiata? Certo, ogni esperienza che viviamo è un tassello che va a definire le persone che siamo e l’esperienza in Cina è stata un tassello di questo processo della mia crescita personale.
In tante circostanze, impari a conoscere meglio te stesso, a scoprire quello di cui sei alla ricerca e come trovare la tua felicità.
Non è stato sempre facile vivere in Cina, ci sono stati momenti bellissimi e altri durante i quali non credevo di farcela, ma se dovessi tornare indietro nel tempo, di certo riprenderei quell’aereo che mi ha portata in un’altro mondo e mi ha fatto scoprire tanto su me stessa, sugli altri, e sul mondo in cui viviamo e di cui conosciamo così poco.
Quasi due mesi sono ormai passati da quando sono tornata e, se all’inizio mi voltavo ogni volta che sentivo parlare in italiano stupendomi di ascoltare la mia lingua, ora mi volto ogni volta che sento qualcuno che parla in cinese e sorrido capendo quello che si stanno dicendo mentre loro mi guardano con un’espressione stupita perchè, questa volta, sono loro gli stranieri ad essere fissati da me, che ricordo la mia esperienza.
Un’esperienza che si è conclusa sì, ma ho il presentimento che questo cerchio si riaprirà un giorno, in qualche modo, perchè io resterò sempre legata alla Cina.
Consigli a chi sta pensando di intraprendere un’avventura simile
Ogni esperienza è diversa da persona a persona e sono sicura che in molti, vivendo un’esperienza simile alla mia, hanno provato sensazioni ed esperienze diverse.
Se stai valutando un’esperienza del genere, devi essere una persona curiosa e che ha voglia di scoprire.
Un’esperienza all’estero, in un luogo lontano dalla tua casa è un’esperienza che ti porterai nel cuore. Io mi sento di consigliarla a chi ha la passione per i viaggi e il coraggio di scoprire ciò che non si conosce.
Forse non sarà sempre facile, ma anche solo provare, potrebbe valerne la pena.
Ricordati sempre che sei ospite, rispetta le persone, le usanze, le tradizioni della gente con cui verrai in contatto. Sembra scontato, ma tante volte mi sono trovata di fronte a stranieri maleducati che in Cina davano il peggio di loro stessi.
Non esagerare e non voler strafare. Comincia a piccoli passi, non farti risucchiare dal vortice delle novità tutto insieme e stai attento agli eccessi: a volte si finisce in un circolo vizioso.
Circondati di persone di cui poterti fidare perchè a volte non saprai da che parte sbattere la testa e avrai bisogno di avere degli amici sinceri che sappiano aiutarti sia con consigli pratici che emotivi.
Goditi ogni istante di questa avventura.
Photo Credits: Photo by mackmacedo0266 on Pixabay
Giorgia dice
Grazie Laura per le tue parole!
laura dice
Bello il tuo racconto, grazie per averlo condiviso. un immenso augurio per il tuo futuro ovunque si realizzi. un grande abbraccio Laura