Sicuramente una delle cose che incuriosiscono di più della lingua cinese è la scrittura, con quei caratteri complessi, affascinanti e spesso misteriosi, quasi magici. Se hai un po’ di familiarità con questa lingua avrai ricevuto spesso e volentieri questa domanda – come si scrive il mio nome in cinese?
Ti sarai però reso conto che la risposta non è tanto semplice! Tradurre un nome in cinese presenta diverse particolarità che rendono difficile farlo in modo “diretto”.
Innanzitutto, il cinese non ha un alfabeto: tranne pochi casi, ogni carattere corrisponde ad una sillaba e non ad una lettera/suono come nelle lingue alfabetiche. Per questo, nella maggior parte dei casi non potrai semplicemente “trascrivere” il tuo nome usando segni grafici diversi, come è possibile fare, ad esempio, con i Kana giapponesi.
Inoltre, alcuni suoni, sillabe e combinazioni di suoni non esistono in cinese, ad esempio la “v” o le doppie e le combinazioni con più consonanti consecutive, e quindi potrebbe non esistere la sillaba necessaria per trascrivere il tuo nome. In questo caso si ricorre ad una sillaba che “suona” simile a quella originale ma non proprio uguale, visto che, oltre ai suoni “assenti”, il cinese ha anche un’ulteriore bonus, i toni.
Ad ognuna di queste sillabe poi corrisponde un carattere, che può essere usato per traslitterare (ovvero scrivere con un altro alfabeto) i nomi stranieri. Nel cinese moderno esiste un set di caratteri usato spesso per la trascrizione dei termini e dei nomi stranieri (in maniera analoga ai Katakana giapponesi, che sono un alfabeto creato appositamente per questo scopo): in pratica, una lista di caratteri che, se trovati in una combinazione “strana” per un cinese, gli faranno capire immediatamente che si tratta di un termine straniero (nome proprio o prestito linguistico).
Infine, i nomi cinesi sono tipicamente composti da due o tre caratteri, raramente quattro. Il cognome viene prima del nome ed è composto da una sola sillaba/carattere (in pochi casi due), mentre il nome proprio può averne una o due.
Quindi, anche trovando tutte le sillabe corrispondenti al nome e cognome, ti accorgerai che sarà troppo lungo per essere un nome di persona – e i tuoi amici cinesi faranno fatica a comprenderlo e leggerlo, anche perché ognuno di quei caratteri non rappresenta soltanto un suono ma porta con sé un significato, che nel migliore dei casi non avrà senso!
Ma allora come si fa ad avere un nome cinese?
Prima di dare una risposta a questa domanda, vediamo un po’ come sono fatti i nomi cinesi “originali”. Del resto, poter scegliere il proprio nome – che avrà un significato nuovo, quello che noi vorremo dargli – è un’occasione rara, perché non coglierla al meglio e limitarsi ad una traduzione qualsiasi?
I cognomi
Come già detto, i nomi cinesi 姓名 (xìngmíng) sono composti da due parti. La prima, il cognome (姓, xìng), che sarebbe più esatto tradurre con “nome di famiglia”, è nella stragrande maggioranza dei casi formato da un solo carattere, mentre le eccezioni più famose sono 司马 (Símǎ) e 欧阳 (Ōuyáng), formati da due caratteri.
I dieci cognomi più diffusi in Cina sono 张 (Zhāng), 王 (Wáng), 李 (Lǐ), 刘 (Liú), 陈 (Chén) 杨 (Yáng), 黄 (Huáng), 赵 (Zhào), 吴 (Wú) e 周 (Zhōu): praticamente i tre quarti della popolazione cinese (un miliardo di persone) hanno un cognome compreso fra questi. Il numero dei cognomi è però molto limitato: si parla infatti dei “100 cognomi” 百姓 (Bǎi Xìng), che è anche un modo per indicare il popolo cinese.
Un libro facile da trovare sui cognomi è il classico 百家姓 (Bǎijiāxìng) “i cognomi delle cento famiglie”, un breve testo che raccoglie un gran numero di cognomi (in realtà ben più di cento), spiegandone l’origine, il significato e talvolta citando personaggi famosi che portavano quel cognome.
Normalmente il cognome viene prima del nome, mentre noi siamo abituati ad invertirli seconda delle situazioni (più o meno formali, sui documenti, nelle lettere).
In generale, nella vita quotidiana si usa il nome completo (cognome + nome) per riferirsi a qualcuno. Il cognome, più che il nome, è utilizzato spesso accompagnato da titoli come 先生 (xiānshēng). “signor” o 女士 (nǚshì) “signora”, oppure appellativi legati al lavoro come 老师 (lǎoshī) “insegnante” e il più prestigioso 教授 (jiàoshòu) “professore” (chi non ha mai incontrato un Wáng lǎoshī in un libro di cinese?)
Ancora, persone più intime potranno usare prefissi come 小 (xiǎo) e 老 (lǎo), letteralmente “piccolo” e “vecchio”. Il primo denota l’età maggiore o la maggiore esperienza del parlante ed un certo grado di “protezione” da parte sua; ad esempio, spesso il mio insegnante di cinese o un mio amico di molto più grande di me mi chiamavano 小秦 (xiǎo Qín), anche se spesso li pregavo di utilizzare direttamente il mio nome proprio, 奥德 (Àodé).
In Cina poi usavamo 老 (lǎo) per alcuni compagni che erano lì da più tempo, più “esperti”: “vecchio” non indica tanto l’età avanzata (con il senso “negativo” che per noi vi è collegato), ma più spesso che chi parla è più giovane, inesperto, e necessita dell’aiuto della persona a cui si rivolge con l’appellativo 老 (lǎo).
I nomi propri
I nomi propri (名, míng) sono formati normalmente da una o due sillabe (e quindi uno o due caratteri) e, virtualmente, uno qualunque delle migliaia di caratteri esistenti potrebbe diventare un nome di persona.
Ma come vengono scelti i nomi? In occidente esistono delle parole che fungono da “nomi propri”: sono stati regolarizzati nei secoli, in base al culto dei santi nella tradizione cristiana, nella letteratura, nella tradizione. Spesso sono nomi di familiari, ad esempio dei nonni, in un certo senso “ereditati” da loro.
Le origini sono varie: ad esempio il latino, il greco o il germanico. Spesso, poi, i significati dei nomi non sono più comprensibili se non ricercando appositamente le origini: sono diventati, appunto, soltanto dei nomi propri.
Nello scegliere i nomi per i propri figli, i cinesi si attengono a varie consuetudini. Per prima cosa, i genitori, nello scegliere il nome, si assicurano che contenga significati positivi e beneauguranti per il bambino.
Per fare alcuni esempi, nomi contenenti i caratteri 福 (fú) “benedizione”, 富 (fù) “abbondanza”, 财 (cái) “ricchezza”, 贵 (guì) “prezioso”, augurano al piccolo di avere una vita prospera e ricca; nomi con i caratteri 康 (kāng) “salute”, 寿 (shòu) “longevità”, 健 (jiàn) “salute”, 松 (sōng) “rilassamento” riguardano invece la salute e la longevità.
Nomi contenenti 栋 (dòng) “asta di colmo”, 杰 (jié) “straordinario”, 俊 (jùn) “talentuoso”, 才 (cái) “talento” si riferiscono invece all’eccellenza nell’abilità in qualunque ambito.
Infine, 忠 (zhōng) “fedeltà”, 德 (dé) “virtù”, 仁 (rén) “benevolenza”, 孝 (xiào) “pietà filiale”, le classiche virtù confuciane, possono essere scelte come caratteri da inserire nel nome.
Esistono poi nomi che sono più tipicamente maschili ed altri femminili. Parole come 鹏 (péng) “roc (un uccello mitico)”, 虎 (hǔ) “tigre”, 雷 (léi) “tuono”, 海 (hǎi) “mare”, 山 (shān) “montagna”, 铁 (tiě) “ferro” sono tipici nomi maschili, con significati collegati a forza, fermezza di carattere, potenza.
Sono invece femminili nomi come 花 (huā) “fiore”, 丽 (lí) “bello”, 凤 (fèng) “fenice”, 英 (yīng) “eroe”, 芳 (fāng) “profumo”, legati a bellezza, grazia, gentilezza.
Altri nomi possono avere origine da un aspetto particolare della nascita della persona: 京生 (Jīngshēng), “nato a Pechino”, sottolinea il luogo in cui è nato il figlio (probabilmente non lo stesso in cui vive la famiglia, che per questo merita di essere ricordato); 震生 (Zhènshēng) “nato con il terremoto”, evoca il fenomeno naturale avvenuto nel giorno della sua nascita. 国庆 (Guóqìng) “giorno nazionale”, dice invece che è nato nel giorno della festa nazionale cinese 国庆节 (Guóqìngjié), il 1 ottobre.
Oltre al significato, anche la musicalità della pronuncia del nome (spesso con una lettura alternativa) e la bellezza estetica del carattere possono essere fattori presi in considerazione per la scelta. Molto spesso vengono usati caratteri desueti, classici, presi da poesie o testi antichi, soprattutto da parte di genitori appassionati di cultura tradizionale.
Al contrario della tradizione occidentale, è considerato di cattivo auspicio dare il nome di un antenato, soprattutto vicino nella linea temporale (padri, nonni e bisnonni); tuttavia, spesso i fratelli hanno un carattere del loro nome in comune. Inoltre, i nomi di imperatori e divinità erano considerati tabù nell’antichità ed ancora oggi sono poco usati così come i nomi di personaggi famosi e noti (del resto anche noi cerchiamo di evitare di chiamare nostro figlio Giuseppe Garibaldi o Marco Polo).
Infine, nomi che possono suonare omofoni di altre parole (data l’abbondanza di caratteri che si pronunciano in modo uguale o molto simile) possono essere una triste idea: un celebre esempio di una mia insegnante cinese parlava di una ragazza di nome 杨玉 (Yáng Yù), letteralmente “giada”, ma che tristemente suonava identico a 洋芋 (yángyù) “patata”. La poverina, incidentalmente, era anche paffutella e fu costretta a cambiare nome.
Ricapitolando: significato positivo e beneaugurale oppure legato ad un evento straordinario accaduto alla nascita, evitare nomi di parenti stretti e personaggi famosi ed omofonie moleste, bellezza del carattere, armonia del suono fra nome e cognome sono i criteri principali secondo cui i cinesi scelgono il nome dei propri figli. Ora che ne sai un po’ di più, puoi finalmente decidere il tuo nome cinese!
Traduciamo il nome?
Per semplificare, ci sono due indicazioni principali utili per ricavare il proprio nome cinese, che possono essere anche combinate fra loro.
Il primo metodo è la traslitterazione: prendere il proprio nome originale e scriverlo con caratteri dalla pronuncia simile o analoga. A questo link puoi trovare una lista praticamente completa di tutti i nomi di persona esistenti.
Purtroppo, per le diversità linguistiche viste sopra, ci saranno delle differenze nella trascrizione. Ecco alcuni esempi:
- Linda 琳达 (Líndá): entrambe le sillabe sono presenti in cinese, quindi la pronuncia è quasi uguale. Anche i significati dei due caratteri, che indicano un tipo di giada e “raggiungere, arrivare”, sono di buon auspicio. L’unico appunto è che un cinese leggerebbe i due caratteri separatamente, non Linda ma Lin Da.
- Laura 劳拉 (Láolā): in mancanza della sillaba “lau”, si è scelta la più simile nel suono, “lao”. I significati non sono granché beneauguranti: “lavoro” e “tirare”.
- Gennaro 格纳罗 (Génàluó): “ge”, in cinese, non si legge come il “ge” di “geco” ma più come in “alghe”; inoltre manca la doppia per “-nna-“ e la sillaba “lo” non c’è, sostituita con “luo”. I significati… non ne parliamo proprio.
- Valerio 瓦雷利奥 (Wǎléilìào): manca la “V”, la sillaba “le” si legge diversamente e quindi “lei” è una scelta più adatta, la “O” è stata sostituita con “ao” anche se esiste l’interiezione 哦 (ó); è comunque un pasticcio di significati.
- Francesco 弗朗西斯科 (Fúlǎngxīsīkē): c’è altro da dire?
Mettiamo da parte la traslitterazione; molti nomi hanno una traduzione diretta perché oltre che nomi propri sono anche nomi comuni, ad esempio Fortuna 福 (Fú), Felice 高兴 (Gāoxìng), Rosa 玫瑰 (Méigui). Anche per i cognomi vale la stessa modalità: dai “tipici” Verdi 绿 (lǜ) e Rossi 红 (hóng), ma anche Cavalli 马 (Mǎ).
Hai già visto qual è il problema? Esatto: la nuova pronuncia non assomiglia per niente a quella originale, anche se ne mantiene il significato.
Sapendo come tenere presente il nome originale dal punto di vista del suono e del significato, possiamo passare a “creare” un nome cinese.
Consigli per scegliere un nome cinese
Il modo più semplice per scegliere un nome cinese è chiedere consiglio ad un amico, insegnante, maestro cinese, con una buona cultura e, possibilmente, che ti conosce; molte persone ricevono un nome che non ha nulla a che fare con il proprio nome originale ma rappresenta, in un certo senso, la “nuova identità” che quella persona assume.
Se però vuoi scegliere in modo più consapevole il tuo nome, ci sono alcuni consigli che posso darti:
- Il nome cinese è sempre composto da cognome + nome, che normalmente sono formati da uno o due caratteri (anche se i nomi di persone appartenenti a minoranze etniche molto spesso non rispecchiano le regole che abbiamo visto finora).
- Se è vero che tutti i caratteri possono diventare nomi, non tutti sono però adatti: si può finire con nomi imbarazzanti o dai significati negativi, o che suonano come parolacce. Alla meglio, si ottiene un nome che suona “non cinese”. Tutte le “regole” viste sopra per la scelta di un nome valgono anche qui. Celebre il caso di un Danny che tradusse il nome in 打你 (Dǎ nǐ), “ti picchio”.
- Per il cognome, possiamo ricorrere ad una lista dei “cento cognomi” e sceglierne uno; molti scelgono nomi traslitterando la prima sillaba del proprio cognome (Turturici – 图 Tú, Lee – 李 Lǐ) oppure, se possibile, lo traducono (White – 白 Bái, Monte – 山 Shān).
- Per il nome hai due possibilità. La prima è scegliere fra i caratteri omofoni di quelli che formano la prima o le prime due sillabe del tuo nome (nel caso in cui il nome sia più lungo di due sillabe): in questo modo, ad esempio, il tremendo 弗朗西斯科 (Fúlǎngxīsīkē) diventa un più accettabile 弗朗 (Fúlǎng). La seconda possibilità è di sceglierne uno del tutto nuovo come quelli che abbiamo visto sopra, che rappresenti il tuo carattere, le qualità che ti contraddistinguono, o le tue speranze.
- Quando hai scelto un nome che ti soddisfa, non ti resta che sottoporlo ad un (indispensabile) amico o insegnante cinese: se storcerà il naso, qualcosa non va.
Ora sei pronto per scegliere il tuo nome cinese!
Storia di un nome
Come ogni studente di cinese che si rispetti, al primo anno chiesi alla mia professoressa madrelingua “come si scrive il mio nome in cinese”. La traslitterazione del mio nome (Aldo) che mi fornì fu 啊了多 (áleduō), ma ci tenne a specificare che quello “è solo suono, deve trovale un nome migliole”.
Ad ogni buon conto me lo sono tenuto per 5 anni, del resto non lo usavo più di tanto. Nel frattempo trovai un’altra traslitterazione (proprio sul sito che ho indicato sopra), 阿尔多 (Ārduō) o egualmente 糟糕 (zāogāo), disastrosa.
Quando però sono arrivato in Cina, mi sono reso conto che i cinesi in effetti non erano capaci di pronunciare il mio nome a causa delle due consonanti adiacenti che trovavano moleste, per non parlare del cognome (Terminiello). Quindi mi decisi: nome cinese.
Per il cognome ne scelsi uno che non c’entrava niente: 秦 (Qín), era il cognome di un personaggio presente nel primo racconto cinese che io abbia mai letto, ma quando mi presento dico che è il 秦始皇的秦 (Qín Shǐhuáng de Qín), il “Qin di Qin Shihuang” oppure 秦朝的秦 (Qíncháo de Qín) “il Qin della dinastia Qin” (quello da cui, fra l’altro, deriva la parola “Cina”).
Dopo aver cercato fra tutte le parole con una pronuncia sufficientemente simile ad Aldo, scelsi 奥德 (Àodé): i due caratteri si possono tradurre con “segreto, mistero, profondo, difficile da capire” e “virtù, cuore, gentilezza”: a seconda di come si combinano si possono avere tanti significati diversi, ma più o meno rispecchiano la mia tendenza a “nascondere” le mie qualità. In più, i due caratteri sono bellissimi da scrivere, e la pronuncia è abbastanza soddisfacente.
Lo mostrai al mio professore di 综合 (zōnghé), la lezione “comprensiva” giornaliera, che mi disse che era un bel nome ma “si capisce subito che è il nome di uno straniero”, perché “nascosto” non è molto beneaugurante e, in generale, il suono non è “da nome cinese”. Ma l’ho tenuto così: del resto non potrei mai spacciarmi per un cinese!
Photo Credits: Smithsonian’s National Zoo Celebrates Giant Panda Bei Bei’s First Birthday by Smithsonian’s National Zoo
oscar leo dice
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Aldo Terminiello dice
Se avete storie interessanti sulle origini dei vostri nomi cinesi, raccontatecele! ^_^