Come aprire una società in Cina – Indice
- Sei sicuro che ti serva una società in Cina?
- Cos’è una società “ombrello”?
- Cos’è un accordo di distribuzione?
- Cos’è un ufficio di rappresentanza?
- Aprire una società in Cina: WFOE
- Aprire una società in Cina: Joint-Venture
- La procedura completa per aprire una società (WFOE) in Cina
- In che città o provincia aprire la tua società
- Tassazione societaria in Cina
- Come evitare alcuni degli errori più comuni
- Risorse addizionali e approfondimenti
- Clicca qui per richiedere un preventivo gratuito all’agenzia che raccomandiamo
Sei sicuro che ti serva una società in Cina?
In quest’articolo scoprirai che aprire una società in Cina non è affatto semplice. La prima domanda che dovrai farti è se, per realizzare i tuoi obiettivi, è davvero necessario possedere un’entità legale in Cina o se, invece, è sufficiente utilizzare un società “ombrello”, un’entità off-shore (ad esempio una società a Hong Kong, che è certamente più semplice ed economica da gestire), un accordo di distribuzione o un ufficio di rappresentanza.
Per farla breve, se intendi assumere un numero elevato di impiegati in Cina (diciamo più di cinque), ricevere pagamenti in Cina senza pagare alcuna commissione a una società intermediaria, aprire una fabbrica (o comunque un’impresa che necessiti di strutture particolari), allora aprire una società in Cina è assolutamente necessario. In quasi tutti gli altri casi vi sono, invece, soluzioni più semplici (descritte nelle prossime tre sezioni).
Cos’è una società “ombrello”?
Una società “ombrello” (o “umbrella company”) è una società cinese che funge da sussidiaria per il tuo business di servizi in Cina (ad esempio la tua agenzia di vendite, marketing, consulenza o freelancing di qualsiasi tipo). Nota che tale soluzione non è adatta nel caso tu voglia aprire un’impresa in un campo che non sia considerato un “servizio” (la ristorazione, ad esempio).
Quindi, nel caso tu sia interessato a lavorare nel settore “servizi”, una società “ombrello” può:
- Assumere un numero limitato di impiegati – diciamo da uno a cinque – in tua vece (e, se sono stranieri, procurarli un visto di lavoro);
- Pagare salari, assicurazioni, contributi e/o maternità ai tuoi dipendenti;
- Gestire le complesse procedure amministrative necessarie per condurre un business in Cina;
- Ricevere i pagamenti da parte dei tuoi clienti cinesi direttamente in Cina (per poi girarli al conto estero della tua società);
- Pagare, in tua vece, i tuoi fornitori o le tasse concernenti i profitti generati dal tuo business in Cina;
- Affittarti un ufficio per i tuoi dipendenti o un magazzino per i tuoi prodotti.
In pratica, se per te è importante iniziare a fare affari in Cina in maniera semplice ed economica, utilizzare una società ombrello è sicuramente l’opzione migliore, almeno per iniziare.
Una volta che il tuo business prenderà piede, potrai certamente aprire una società indipendente (in modo da non dover pagare una società ombrello per i servizi descritti nell’elenco in alto).
Nota che, ovviamente, tale opzione ha senso solo per certi tipi di business, consulenza ad esempio. Se invece intendi aprire una fabbrica o agire in un settore industriale che richiede una Joint-Venture (vedi il seguito di quest’articolo per saperne di più su settori industriali proibiti o ristretti agli stranieri), allora quest’opzione non fa per te.
Cos’è un accordo di distribuzione?
Se intendi realizzare i tuoi prodotti in Cina per poi rivenderli a clienti cinesi, il modo più semplice è quello di accordarti con la tua azienda manifatturiera di modo che sia essa stessa ad occuparsi di distribuire le merci con il tuo marchio. Clicca qui per saperne di più su questa opzione.
Un accordo di distribuzione con un’azienda cinese può essere la soluzione giusta anche se intendi rivendere in Cina le tue merci prodotte all’estero.
Cos’è un ufficio di rappresentanza?
Un ufficio di rappresentanza è certamente più semplice da aprire di una società; il problema è che tale opzione comporta tutta una serie di limitazioni, ad esempio non ti permette di ricevere pagamenti dai tuoi clienti cinesi. E’ quindi utile solo nel caso ti serva un ufficio di supporto (ad esempio un ufficio marketing o un ufficio acquisti).
Visto che un ufficio di rappresentanza non può ricevere denaro dai clienti, l’unica modo per pagare le spese è quello di inviare soldi dall’estero. Nota inoltre che, anche se non ha alcun profitto, il governo cinese pretende comunque il pagamento delle tasse, di solito calcolate come una percentuale sulle spese.
Aprire una società in Cina: WFOE (Wholly Foreign Owned Entity, Entità Completamente Posseduta da stranieri)
Ogni società che sia controllata per una quota uguale o superiore al 25% da stranieri è considerata una FIE (Foreign Invested Enterprise, Impresa a Investimenti Stranieri).
La FIE più comune è la WFOE (Wholly Foreign Owned Entity), ovvero, come dice il nome, un’entità legale completamente posseduta da stranieri.
La tipologia di WFOE utilizzata nella stragrande maggioranza dei casi è la LLC (Limited Liability Company) che, come struttura legale, assomiglia molto alla nostra SRL (Società a Responsabilità Limitata), dove la responsabilità (o “liability”) di ciascun socio è appunto limitata al capitale da esso investito nella società.
Da quando la Cina è entrata nel WTO è anche possibile stabilire una WFOE che si occupi esclusivamente di acquisti e vendite in Cina (ovvero una cosiddetta “trading company” o “retail store”). Tali società sono una sotto categoria delle WFOE e sono chiamate Foreign Invested Commercial Enterprises (FICE).
Nota che, a seconda dell’ambito di attività (manifatturazione, consulenza, scuola di lingue, servizi, commercio, eccetera) e della provincia dove registrerai la tua società, sarà richiesto un capitale registrato (ovvero il capitale iniziale che occorre depositare nel conto in banca della società dopo aver ottenuto la licenza commerciale ma prima che la società inizi ad operare) differente.
Anche se, al giorno d’oggi, il capitale registrato minimo richiesto può essere molto basso, è comunque consigliabile fare una stima delle spese della società sino a quando quest’ultima non sarà in grado di auto-sostenersi – grazie ai profitti generati dalla stessa – e scegliere un capitale registrato che non si discosti troppo dalla cifra stimata.
Il motivo è che, se le spese dovessero avvicinarsi all’importo presente nel conto in banca dell’impresa prima che la società iniziasse a generare profitti, per evitare la bancarotta sarai costretto ad effettuare un’iniezione di capitale dall’estero. Ciò comporta una nuova procedura di registrazione del capitale registrato (per il quale sono necessarie sino a 8 settimane e l’approvazione del governo locale) o il pagamento delle tasse sul profitto sulla cifra versata in modo da evitare la bancarotta imminente. Entrambi i problemi possono essere evitati, appunto, versando un capitale registrato iniziale sufficiente a sostenere le spese sino al momento in cui la società sarà capace di auto-sostenersi.
Se in futuro pensi di vendere la tua società cinese, allora è possibile che ti convenga possedere una società estera “controllante”, ovvero una società al di fuori della Cina che possegga, in tua vece, le azioni della società cinese. In questo caso, al momento della vendita potrai semplicemente cedere la società estera controllante senza andare incontro alla lunga procedura necessaria per trasferire la proprietà di una società in Cina.
Per finire, anche se una WFOE può pagare dividendi agli azionisti, vi è una restrizione: i dividendi in un dato anno, ad esempio il 2016, possono essere pagati solo se la società è in attivo per quell’anno. Un’altra maniera piuttosto comune di “prelevare” i guadagni da una società cinese è quella di pagare consulenze a una società estera di cui sei azionista.
Aprire una società in Cina: Joint-Venture
Dopo la WFOE, la FIE (Foreign Invested Enterprise) più comune è la Joint-Venture, ovvero una società controllata sia da soci stranieri che da soci cinesi.
Nota che una Joint-Venture di solito implica un trasferimento di tecnologia. Dati i noti problemi legati alla proprietà intellettuale che affliggono la Cina, spesso le società straniere che intendono realizzare o vendere un prodotto ad alto valore aggiunto (ad esempio un prodotto brevettato o un software), preferiscono optare per una WFOE.
Nel caso tu voglia però operare in un settore industriale “ristretto” (ad esempio il SaaS, Software as a Service), la Joint-Venture è la tua unica opzione. Per saperne di più sui settori industriali ristretti, leggi il punto 2 della prossima sezione.
Per il resto, WFOE e Joint-Venture sono abbastanza simili.
La procedura completa per aprire una società (WFOE) in Cina
Nota che la procedura che andremo a descrivere concerne le “Services WFOE”, ovvero le società completamente possedute da stranieri che si occupano di servizi. Per quanto riguarda “Manufacturing WFOE” (ovvero società che si occupano di manifatturazione) e Joint-Venture, la procedura è simile (anche se alcuni dettagli possono essere diversi, a seconda dei casi).
1. Scegli un’agenzia o uno studio legale che ti aiuti e consigli durante il processo di formazione e gestione della società
Se pensi di poter fare tutto da solo, ti sbagli. Leggendo questa sezione ti accorgerai che per aprire e gestire una società in Cina è necessario affidarsi a un professionista che non solo parli cinese fluentemente, ma che sia anche competente sia in materia legale che fiscale.
2. Scegli l’ambito di attività (business scope) in cui intendi operare e determina se è incentivato, ristretto o proibito agli stranieri
In Cina vi sono alcuni settori industriali per i quali il governo incoraggia gli investimenti stranieri (di solito tramite incentivi fiscali), alcuni settori ristretti agli stranieri (ovvero per le quali un socio straniero può operare solo tramite una Joint-Venture con una controparte cinese, di cui solitamente può possedere al massimo il 49%) e settori industriali completamente proibiti, e dunque inaccessibili, agli stranieri.
Tali informazioni sono consultabili online, nel Catalogue for the Guidance of Foreign Investment Industries (Catalogo per la Guida degli Investimenti Stranieri nell’Industria).
Tale catalogo viene aggiornato periodicamente. In generale, i settori incoraggiati sono quelli che promuovono l’innovazione in aree quali la protezione ambientale, l’esportazione o lo sviluppo delle zone più povere del paese. Giusto per fare un esempio, nel 2015 gli ospizi sono diventanti un settore incoraggiato, probabilmente a causa del fatto che in Cina vi è un bisogno crescente di tale tipo di servizio. Un esempio di settore ristretto è quello delle industrie che hanno un impatto negativo sull’ambiente. I settori proibiti includono quelli considerati politicamente sensibili, o che possono recare un danno al paese.
Nota che se la tua industria non è menzionata nel catalogo, allora significa che, semplicemente, non è né incoraggiata (encouraged), né ristretta (restricted), né proibita (prohibited). In questo caso, l’industria viene semplicemente definita come “permessa” (permitted).
La scelta dell’ambito di attività (o settore industriale) è estremamente importante.
Se infatti sceglierai un ambito di attività troppo “vasto”, il rischio che il permesso di aprire la società ti venga negato in quanto il settore in cui vuoi operare rientra in una delle industrie ristrette o proibite aumenterà in maniera proporzionale.
Se, al contrario, sceglierai un ambito di attività troppo “limitato” (o troppo “specifico”), la tua richiesta verrà probabilmente approvata ma, in seguito, correrai il rischio che il governo ti costringa a chiudere la società in quanto starai operando al di fuori dell’ambito che hai dichiarato al momento di aprire la società.
Complicato? Te lo spiego con un esempio. L’ambito di attività più facile nel quale operare è quello della “consulenza”: ottenere i permessi è più semplice e le spese e i tempi di formazione della società sono senz’altro minori.
Ecco perché molte agenzie specializzate nell’aiutare gli stranieri ad aprire la propria società ti proporranno di aprire una società di consulenza anche se, in realtà, tu vuoi fare tutt’altro (ad esempio manifatturare e/o vendere prodotti in Cina).
Il problema è che, come già detto, non appena il governo locale si renderà conto che stai operando al di fuori del tuo ambito (“consulenza”, in quest’esempio), ti costringerà a chiudere bottega. E credimi quando ti dico che, ultimamente, scovare società straniere che operano al di fuori del proprio ambito di attività è uno dei passatempi preferiti degli ufficiali governativi cinesi.
Quindi, per citare China Law Blog, “It’s the business scope, stupid!”
3. Assicurati che tutti gli investitori stranieri abbiano l’approvazione per possedere azioni di una società cinese
Come già accennato, spesso gli investitori stranieri scelgono di controllare la società cinese tramite una società estera. In questo caso, dovrai assicurarti che la società straniera sia approvata dal governo cinese. Per la maggior parte delle società estere questo punto è una formalità, però è comunque importante assicurarsi che non vi siano problemi e fornire tutti i documenti necessari quali la licenza commerciale della società straniera, una lettera di raccomandazione da parte di una banca nella quale la società straniera ha aperto un conto, e altri.
4. Prepara tutti i documenti necessari per ottenere le approvazioni governative necessarie per poter operare legalmente in Cina
Per ottenere l’approvazione ad aprire la tua società ed operare legalmente in Cina dovrai presentare la seguente lista di documenti (la maggior parte dei quali dovrà essere redatta in cinese mandarino, ragion per cui affidarsi a un professionista del settore prima di procedere è imperativo):
- Il nome della società, in cinese, che intendi utilizzare. Nota che, onde evitare che il nome che hai scelto per la tua società sia già utilizzato da un’altra società o, per un qualsiasi altro motivo, non sia utilizzabile, dovrai richiedere la pre-approvazione del nome della società presso l’autorità competente, ovvero l’AIC (Administration of Industry and Commerce) della città nella quale intendi aprire la società. Tale pre-approvazione può richiedere dai 2 ai 15 giorni, a seconda del luogo in cui dovrai richiederla;
- La lista dei soci (o delle società) controllanti che, come discusso nella sezione precedente, dovranno anch’essi essere pre-approvati;
- La struttura manageriale, ovvero i nomi dei direttori (board directors), del general manager, del supervisore (supervisor) e del rappresentante legale (legal representative, che spesso coincide con uno dei direttori), e copie a colori dei passaporti di tutti gli interessati;
- L’indirizzo legale della società (incluso il nome, email e numero di telefono del proprietario del terreno o edificio). Nota che l’indirizzo della società dovrà essere “esclusivo” (ovvero non è possibile condividere un ufficio con altre società o avere un ufficio virtuale al fine di ridurre i costi) e “adatto” all’ambito di attività della tua società (ad esempio, se la tua società si occupa di manifatturazione non puoi registrarla in un ufficio in centro città, ti servirà uno spazio adibito al tipo di produzione di cui vuoi occuparti). Nota inoltre che è assolutamente necessario presentare un regolare contratto di affitto (o di acquisto).
- Gli “Articoli di Associazione” (o Articles of Association, AOA) che contengono informazioni vitali quali la descrizione dell’ambito di attività in cui intendi operare (la cui importanza è stata già ampiamente discussa in quest’articolo), la struttura manageriale, il metodo di rimpatrio dei profitti, e altro;
- Il numero, cittadinanza, salario e benefit degli impiegati (nel caso tu non abbia ancora deciso chi assumere, dovrai comunque specificare le posizioni di chi intendi assumere);
- Il capitale registrato (o registered capital, che abbiamo già discusso in una delle sezioni precedenti di quest’articolo) e l’investimento totale (o total investment, che include sia il capitale registrato che eventuali “prestiti” futuri da parte degli investitori della società o entità terze quali, ad esempio, una banca);
- Uno studio di fattibilità (o feasibility study): è opportuno presentare un business plan e un budget di investimento (seguendo il formato standard fornito dalle autorità) in modo da convincere le autorità incaricate di approvare l’apertura della tua società della fattibilità del tuo progetto di business. In caso contrario, il progetto non verrà approvato. Va da sé che il capitale registrato e l’ambito di attività giocano un ruolo fondamentale nel processo di approvazione in quanto, se ad esempio intendi fondare una fabbrica di telefoni cellulari, non puoi certo proporre un capitale registrato di 20,000 Dollari Americani, che sarà ovviamente insufficiente a finanziare un progetto del genere. Al contrario, per una società di consulenza potrebbe bastarti molto meno visto che tale società non richiede un investimento ingente;
- Qualsiasi altro documento richiesto: la lista dei documenti da presentare può infatti variare a seconda dell’ambito di attività della tua società, della città o provincia di residenza della società (che dipenderà dall’indirizzo legale che intendi proporre) e dai repentini cambiamenti cui è soggetta la legge cinese.
Come avrai già capito dall’ultimo punto dell’elenco, anche se la lista che ho appena presentato rappresenta un ottimo punto di partenza, non è assolutamente da considerarsi come esaustiva. Di nuovo, il mio consiglio è quello di rivolgerti a un’agenzia o studio legale che ti consigli sui passi da seguire a seconda della tua situazione (ambito di attività, indirizzo, eccetera).
Se non avrai tutti i documenti in ordine, infatti, la tua richiesta verrà quasi certamente rifiutata e, dopo il primo rifiuto, ottenere tutti i permessi necessari diventerà più difficile.
5. Richiedi l’approvazione presso le autorità competenti
Per ottenere il certificato di approvazione e la licenza commerciale, dovrai trattare con due diverse entità governative: il Ministro del Commercio (o Ministry of Commerce, MOFCOM) e lo State Administration of Industry and Commerce (SAIC) o più probabilmente, nel caso di un investimento “modesto”, con le succursali locali degli stessi.
Le succursali locali del MOFCOM sono spesso chiamate COFTEC (Commission of Foreign Trade and Economic Cooperation) o BOFCOM (Bureau of Foreign Trade and Economic Cooperation). Per quanto riguarda il SAIC, le succursali locali sono spesso distinte dal nome della città dove risiedono, ad esempio Shanghai AIC o Hangzhou AIC.
Nota che, a seconda della città o provincia, i moduli e/o i documenti da presentare possono variare anche di molto.
Come già detto, uno dei punti cruciali della procedura di approvazione concerne l’approvazione dell’ambito di attività (o business scope) della società. Se infatti le autorità competenti dovessero decidere che il tuo ambito di attività ricade in un settore industriale “ristretto” o “proibito” (fa fede il Catalogue for the Guidance of Foreign Investment Industries), l’ambito di attività verrà modificato o, nei casi più estremi, la tua richiesta di approvazione verrà negata.
Nota che, per ottenere l’approvazione per un settore industriale “incoraggiato”, che come detto implica vantaggi fiscali, spesso dovrai anche ottenere l’approvazione dalla National Development and Reform Commission (NDRC) o, per investimenti non troppo elevati, per una succursale provinciale della NDRC, ovvero la Provincial Development and Reform Commission.
Per quanto riguarda le tempistiche, le autorità competenti dovrebbero comunicarti se hai ottenuto l’approvazione o meno – e dunque consegnarti il certificato di approvazione, – entro 90 giorni a partire dalla data in cui hai richiesto l’approvazione. Tieni però presente che, in caso di circostanze “particolari” (che al solito non sono definite chiaramente dalla legge cinese), tale periodo potrebbe essere prolungato in modo da consentire “accertamenti ulteriori”.
6. Ottieni la licenza commerciale (o business license)
Una volta ottenuto il certificato di approvazione, avrai 30 giorni di tempo per registrarti presso l’AIC e richiedere la licenza commerciale.
Ecco la lista dei documenti necessari per richiedere la licenza commerciale:
- Un modulo di richiesta (application form);
- Gli Articles of Association;
- Il certificato di approvazione appena ottenuto;
- Il nome della società in cinese, pre-approvato dall’AIC;
- Copia delle licenze commerciali delle società investitrici (anch’esse pre-approvate);
- Lettera di raccomandazione da parte delle banche presso cui le società investitrici possiedono un conto in banca;
- Lista dei nomi dei direttori, del general manager, del supervisore e del rappresentante legale della società;
- Qualsiasi altro documento richiesto dall’AIC cui devi rivolgerti (di nuovo, dipenderà dalla città dove intendi aprire la società).
La data di fondazione della società corrisponderà al giorno in cui viene rilasciata la licenza commerciale.
7. Apertura del conto in banco e deposito il capitale registrato
Una volta ottenuta la licenza commerciale, perché la società possa diventare operativa dovrai versare una cifra corrispondente al capitare registrato presso il conto in banca della società, che dovrai aprire presso la Bank of China o presso un’altra banca designata dalla SAFE, ovvero la State Administration of Foreign Exchange (ecco una lista delle principali banche cinesi).
La differenza tra investimento totale e capitale registrato può essere invece versata anche in futuro e, come già detto, può riguardare sia un prestito da parte dei soci della società che un prestito da parte di un’entità terza, quale ad esempio una banca.
Per finire, nota che vi è una stretta correlazione tra investimento totale e capitale registrato. Per una WFOE che opera nell’ambito della manifatturazione e che ha dichiarato un investimento totale inferiore a 3 milioni di Dollari Americani, ad esempio, il capitale registrato minimo corrispondere a 7/10 dell’investimento totale.
8. Altre possibili procedure da espletare dopo l’ottenimento della licenza commerciale
A parte aprire il conto in banca e depositare il capitale registrato, ecco un elenco, tutt’altro che esaustivo, delle approvazioni (o registrazioni) che dovrai ottenere (o effettuare) dopo l’ottenimento della licenza commerciale:
- Approvazione da parte del PSB (Public Security Bureau) dei timbri (o chop), che in Cina sono importanti in quanto, spesso, la firma non basta, ci vuole anche il timbro;
- Registrazione presso l’Ufficio delle Tasse (Tax Bureau);
- Registrazione presso l’Ufficio Doganale;
- Registrazione presso la SAFE (State Administration of Foreign Exchange);
- Assunzione di un contabile (i libri contabili vanno obbligatoriamente tenuti in Cina);
- Qualsiasi altra richiesta o approvazione necessaria, che può variare a seconda del tipo di WFOE e/o della città dove hai aperto la società.
In che città o provincia aprire la tua società
La scelta sulla città o provincia nella quale avere il tuo indirizzo legale, e dunque nella quale operare, dovrai tener presente i seguenti fattori:
- Presenza di manager, impiegati e operai qualificati: se è vero che nelle città di prima fascia quali Pechino o Shanghai avrai una scelta più ampia, è anche vero che avrai anche molta più concorrenza e che dovrai offrire salari più elevati;
- Prossimità di infrastrutture, fornitori e clienti: non ha senso aprire una fabbrica di elettronica a Pechino se tutti i tuoi fornitori di materie prime e componenti si trovano a Shenzhen; come non ha senso aprire una fabbrica in Sichuan se il risparmio dovuto a un minor costo salariale viene azzerato dall’aumento dei costi di trasporto delle merci dovuto all’assenza di un porto internazionale nelle vicinanze;
- Il sistema legale: anche se le cose stanno cambiando, nelle città di prima fascia quali Shanghai o Pechino le leggi sono più notoriamente più trasparenti. Detto ciò, a meno di non disporre di investimenti ingenti, i governi locali facenti capo a città di seconda o terza fascia sono molto più “affamati” di investimenti stranieri; dunque è più probabile che ti aiutino ad ottenere tutti i permessi necessari per far partire il tuo business;
- Incentivi per le imprese straniere quali riduzioni della tassa sui profitti o sui dazi di import/export: tali incentivi sono più facili da ottenere nelle cosiddette zone speciali quali la Special Economic Zones (SEZ), la Economic and Technological Development Zones (ETDZ), la High-tech Industrial Development Zones (HIDZ), la Free Trade Zones (FTZ) o l’Export Processing Zones (EPZ). Va però detto che il governo locale potrebbe proporti incentivi vantaggiosi anche al di fuori di tali zone speciali, a seconda di quanto sia interessato al tuo investimento.
Tassazione societaria in Cina
Ecco una lista delle tasse da considerare per una WFOE o Joint-Venture:
- Corporate Income Tax: Si tratta di una tassa sui profitti (ovvero il guadagno lordo meno le spese della società) del 25%. Esistono però vari modi per ottenere una riduzione della tassa sui profitti (ad esempio se l’ambito di attività della tua società è “incoraggiato”, pagherai solo il 15%);
- Turnover Tax (o Transaction Tax): Si tratta di una tassa sul fatturato che può variare dal 3% al 5% a seconda del tipo di società (fanno eccezione le imprese di “entertainment”, per le quali tale tassa varia dal 5% al 20%);
- Custom Duties: Si tratta dei dazi doganali sui beni importanti o esportati dalla Cina (anche in questo caso esistono vari modi per ottenere una riduzione o esenzione dai dazi, ad esempio se la tua impresa si trova in una Free Trade Zone);
- VAT (o IVA, in italiano): Il VAT in Cina di solito è del 17%. Come in Europa, si tratta di una tassa sui consumi quindi le società possono “scaricarla”;
- Individual Income Tax: Si tratta dell’imposta sui dividendi percepiti dai soci della società e dell’imposta sugli stipendi dei lavoratori.
Come evitare alcuni degli errori più comuni quando si decide di aprire una società in Cina
- Se puoi farne a meno, evita di aprire una società in Cina. Come avrai letto all’inizio di quest’articolo, vi sono altre opzioni, come ad esempio l’utilizzo di una società ombrello o di un accordi di distribuzione;
- Se, dopo aver attentamente valutato la situazione, decidi che hai bisogno di una società in Cina, affidati a un professionista del settore. Diffida delle agenzie chi ti fanno un preventivo “troppo economico per essere vero”, di quelle che accettano di aiutarti ad aprire una società prima ancora di aver valutato se è davvero necessaria e, come abbiamo già detto, di chi ti consiglia di aprire una società di consulenza anche se, in realtà, il tuo ambito di attività è totalmente differente;
- Non pensare di poter aprire una società in Cina e renderla operativa in un mese. I tempi, come già detto, sono come minimo di quattro mesi (se sei fortunato);
- La Cina è un continente: valuta attentamente quale sia la città più adatta per aprire la tua società;
- Valuta attentamente l’ambito di attività in modo da evitare settori ristretti, capire se hai diritto a incentivi, e non precludere espansioni future;
- Indipendentemente dal capitale registrato minimo richiesto, valuta di che tipo di investimento iniziale avrai bisogno (in modo che la tua società possa auto-sostenersi prima di aver speso tutto il capitale iniziale);
- Dai la giusta importanza agli Articles of Association; non si tratta di una formalità;
- Se la tua società possiede una proprietà intellettuale quale un brevetto o un trademark, assicurati che tale protezione legale sia estesa anche alla Cina;
- Non sottostimare i costi ai quali andrai incontro, ad esempio problemi di distribuzione, turnover elevato della forza lavoro, consulenze legali e altri problemi piuttosto comuni quando si fanno affari in Cina.
Risorse addizionali e approfondimenti
- China Law Blog – Un blog dedicato agli aspetti pratici della legge cinese e a come tali aspetti influenzino il tuo business;
- China Briefing – Un altro ottimo blog dedicato al sistema legale cinese, con particolare attenzione agli aspetti fiscali e operazionali di chi conduce business in Cina;
- Setting Up Wholly Foreign Owned Enterprises in China – Un libro estremamente pratico su come aprire e gestire una WFOE in Cina, scritto dagli autori del sito China Briefing;
- Doing Business in China for Dummies – Un libro che, come la maggior parte dei libri della collana “for dummies”, offre un’introduzione pratica su quello che c’è da sapere per condurre i propri affari in Cina.
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Photo Credits: Photo by Mimi Thian on Unsplash