Quest’articolo presenta i pro e i contro del metodo inventato da James Heisig, il maestro Jedi dei Kanji – l’alfabeto che i giapponesi importarono dalla Cina – e degli Hanzi, cioè i caratteri cinesi.
L’introduzione di Remembering Simplified Hanzi di J. Heisig e T. Richardson inizia con la frase seguente (traduzione dall’inglese by Furio):
Lo scopo di questo corso è d’insegnarti a scrivere e ricordare il significato dei 3,000 più comuni caratteri cinesi nel modo più veloce e efficiente possibile.
Anche se personalmente ho studiato solo le prime cento pagine (i motivi per cui mi sono fermato a metà saranno più chiari alla fine dell’articolo), penso che il libro permetta di ottenere quanto promesso.
Il problema è di capire quello che stai cercando di ottenere.
Vuoi diventare un maestro dei caratteri cinesi? Perfetto, questo libro è quello che fa per te!
O vuoi imparare a parlare il cinese nel modo più veloce e meno traumatico possibile?
Perché se la risposta all’ultima domanda è “si,” ho paura che Remembering the Hanzi non sia quello che stai cercando.
Inutile girarci attorno, questo è un libro controverso. E secondo me la ragione va ricercata nel fatto che tanti comprano Remembering the Hanzi per i motivi sbagliati, cioè con la speranza di trovare una scorciatoia per imparare il cinese.
Seguono le istruzioni del libro per un po’ ma, dopo che arrivano a pagina ottantanove e non sono ancora in grado di ordinare un caffè senza zucchero al bar, se la prendono con Heisig.
“Remembering the Hanzi è inutile!” inveiscono con certezza assoluta.
Non è cosi. Però non è neanche magico.
Remembering the Hanzi: che cos’è?
Ci sono due versioni del libro: Remembering Simplified Hanzi si occupa dei caratteri cinesi utilizzati in Cina mentre Remembering Traditional Hanzi è dedicato ai caratteri tradizionali ancora utilizzati a Taiwan, Hong Kong, Macau e Singapore.
Anche se i due libri sono abbastanza simili, in seguito mi riferirò sempre alla versione semplificata, quella che ho letto.
Il libro è diviso in due volumi, ognuno contenente 1,500 caratteri, per un un totale di 3,000 caratteri che coprono il 99.2% dei caratteri che s’incontrano nei quotidiani cinesi.
Remembering the Hanzi t’insegnerà un metodo sistematico per disassemblare ogni carattere nei suoi elementi di base (il carattere 意 per esempio è composto dalle primitive 立+日+心), assegnare un significato a ciascuno di questi elementi e inventare una storia per riassemblare il carattere in modo da ricordarlo per sempre.
Praticamente stiamo parlando di mnemotecnica e ingegneria inversa.
Greci e Romani facevano già ampio uso della mnemotecnica. Ad esempio, Cicerone l’utilizzava per non perdere il filo durante le sue lunghe arringhe.
Servirsi di storie per ricordare informazioni complesse funziona. Punto.
Ma invece di tentare di descriverti a parole il metodo proposto da Heisig, preferisco mostrarti una pagina di Remembering the Hanzi in modo che tu ti renda conto da solo:
Se vuoi saperne di più sulla mnemotecnica, ti raccomando Quantum Memory Power, il lavoro dell’otto volte campione del mondo di memoria Dominic O’Brien.
Ma tornando a Remembering the Hanzi, nella prima parte del libro Heisig offre le sue storie per ricordare i caratteri. In seguito devi inventarti le tue storie.
Questo è un particolare importante perché la mnemotecnica funziona meglio quando inserisci elementi della tua esperienza personale nella storia (persone che conosci, posti in cui hai vissuto eccetera).
Remembering the Hanzi: cosa NON è.
Cito di nuovo l’introduzione del libro:
Quello che non imparerai qui è la pronuncia dei caratteri e il modo per combinarli a formare parole e frasi.
E poi prosegue spiegando perché secondo Heisig sia meglio imparare gli elementi di base della lingua cinese, cioè i 3,000 caratteri più comuni, prima di dedicarsi alla loro pronuncia, a scoprire come combinarli in parole e frasi di senso compiuto o parlare.
Pur ammettendo che i cinesi imparano a parlare in maniera opposta, cioè con lo stesso approccio top-down con cui noi impariamo l’italiano da bambini, Heisig è convinto che questo metodo non faccia per te.
Non sono un linguista e non me la sento di espormi troppo su questo punto, anche perché secondo me si tratta di una diatriba che assomiglia molto alla sempreverde:
Ma è nato prima l’uovo o la gallina?
Io sono convinto che non esista un metodo migliore in assoluto per imparare le lingue e che tecniche differenti funzionano per persone differenti.
Però se abiti in Cina e hai bisogno di comunicare con il macellaio o il dottore, ti auguro buona fortuna nel caso tu decida d’imparare 3,000 caratteri prima d’iniziare a parlare ; )
Perché Remembering the Hanzi è cosi popolare? Il mito dei 3,000 caratteri
Quando inizi a studiare il cinese c’è sempre qualche furbone pronto a spiegarti:
“Oh non preoccuparti, tutto quello di cui hai bisogno sono i 3,000 caratteri più comuni che rappresentano più del 99% dei caratteri che appaiono nei quotidiani e show televisivi. Una volta che li hai imparati sei a cavallo.”
E tu inizi a razionalizzare che, anche se al momento sei perso tra toni, primitive e cameriere senza cuore che continuano a portarti una cannuccia (xīguǎn) ogni volta che ordini una fetta d’anguria (xīguā), hai SOLO bisogno dei 3,000 caratteri più comuni!
Questo dimostra quanto contorta possa arrivare ad essere la mente umana.
Mi spiego, se fosse vero che tutto quello di cui abbiamo bisogno siano i caratteri, allora saremo capaci di parlare rumeno, portoghese, sardo e qualsiasi altra lingua basata sull’alfabeto latino.
Ma non tutti cadono in questo tranello. Non ho effettuato nessun sondaggio, però mi sento di affermare che le persone più esposte a quest’errore sono quelle con una mente analitica (tedeschi, ingegneri e pochi altri : P )
Così, dopo esserti auto ipnotizzato con l’idea che imparare questi sacri 3,000 caratteri sia la panacea di tutti i mali, architetti un piano che suona più o meno così (o questo almeno è quello che ho fatto io):
“OK, in un anno ci sono 365,25 giorni. Escludiamo le domeniche che ho sempre mal di testa. Mi restano circa 310 giorni. Oddio, ma è fantastico! Mi basta imparare dieci caratteri al giorno, sei giorni su sette, e parlerò cinese nel giro di un anno!”
I più ambizioni opteranno per venti o quaranta caratteri al giorno in modo da imparare il cinese in sei o tre mesi, ma il discorso è lo stesso.
Se non credi che esista gente in grado di concepire un piano simile, è solo perché non sei ingegnere : P
Sperimentare il metodo sulla tua pelle
Poi apri Remembering the Hanzi e inizi a memorizzare caratteri. I primi capitoli scorrono che è una meraviglia: la mnemotecnica tutto sommato è divertente, Heisig ha scritto le storie per te e riesci a imparare molti più caratteri dei dieci al giorno che ti eri proposto.
Inizi così a fantasticare che a questo ritmo potresti imparare il cinese in tre mesi, non c’è motivo di aspettare un anno!
“Un intero anno per imparare il cinese? Tzzz, solo i perdenti ci mettono cosi tanto!” pensi.
Ma dopo qualche settimana realizzi che tutte queste storie che stai imparando non ti stanno realmente facendo progredire nel modo in cui aspettavi e non riesci ancora a parlare né a capire un bel niente.
Certo, ti stanno aiutando a ricordare qualche carattere, magari anche a scriverlo, ma questo non è quello di cui hai bisogno.
Tu vuoi imparare il cinese dopotutto…
Vuoi capire cosa ti stia chiedendo la cameriera o evitare che il parrucchiere ti tagli i capelli alla Jacky Chan.
E questo è il momento in cui te la prendi con Heisig e abbandoni per sempre la mnemotecnica, le storie e – forse forse – anche lo studio del cinese.
Ma Remembering the Hanzi non è un libro di magia nera né una scorciatoia per imparare il cinese. E’ semplicemente uno strumento che può insegnarti a scrivere e aiutarti a ricordare il significati dei caratteri cinesi più comuni, sempre nel caso tu sia abbastanza persistente da inventarti le 3,000 storie di cui hai bisogno.
Imparare il cinese: la via dell’indolenza (Quinto mese)
Se sei nuovo su SaporeDiCina e vuoi sapere come sto imparando (o meglio tentando d’imparare) il cinese, inizia da qui!
- A inizio luglio mi sono abbonato a ChinesePod e al momento sto ascoltando un podcast al giorno.
- Ho continuato a studiare le mie flashcards Anki (dieci nuove carte al giorno più le revisioni giornaliere delle vecchie carte).
- Per i primi venti giorni di luglio ho continuato a guardare un film cinese a settimana e ad ascoltare solo musica cinese nel mio iPod. Poi sono partito in Vietnam e ho temporaneamente sospeso i film.
Ad agosto vorrei:
- Continuare le sessioni di revisione giornaliere con Anki e progredire con il quarto mazzo (dieci nuove carte al giorno).
- Continuare ad ascoltare ChinesePod (almeno dieci nuovi podcast a settimana) e guardare un film cinese a settimana.
- Costruire un mazzo Anki con tutte le frasi interessanti che ho incontrato sul corso di cinese o sui podcast di ChinesePod. L’obiettivo è di ottenere un mazzo di trecento carte per fine agosto. Uno degli obiettivi di luglio era di iniziare questo famoso mazzo (centocinquanta carte) ma ho continuato a procrastinare sino a che sono partito e alla fine ho rimandato l’idea.
Stai studiando il cinese? Hai mai provato Remembering the Hanzi? Qual’è il tuo metodo preferito per memorizzare i caratteri? Lascia un commento qui sotto!
Photo Credits: Photo by Cherry Lin on Unsplash
Jerro dice
Complimenti per l’articolo!!
Anch’io ho provato a comprare “Remembering” più per curiosità che per altro, e devo dire che inizialmente mi aveva appassionato (nell’introduzione secondo me dice molte cose giuste, e non sono un linguista nemmeno io eh)
Poi però quando realizzi che per seguirlo dovresti inventarti e ricordare 3000 storie utilizzando altrettante flash cards per rinforzare la memoria…… diciamo che non fa per me, comunque sono d’accordo con il tuo commento, si tratta di un libro che presenta un progetto a lungo termine, e sicuramente chi lo vuole seguire credendoci veramente può arrivare ai risultati che vengono promessi.
Furio dice
: )
marta dice
Io devo imparare a scrivere oltre che a parlare.. non fosse per altro perchè a scuola me lo richiedono.. pensi che questo libro possa essere utile anche per uno che parte da un livello un po’ più avanzato (HSK 3 e mezzo per intenderci) o che se non lo si prende dall’inizio sia inutile!?
Furio dice
Questo libro secondo me non è troppo adatto a chi deve fare un esame come l’HSK che richiede una lista precisa di caratteri.
Sì tratta più di un progetto a lungo termine.
Per imparare a scrivere ti consiglio Skritter (ho scritto una breve recensione nell’ultimo articolo).
fily1212 dice
Bell’articolo :)
Eh, è un po’ dura imparare 3000 caratteri senza imparare la pronuncia o come formare le frasi….
(Una correzione: “procrastinare” )
furio dice
Ciao Fily,
grazie per la correzione. Per quanto riguarda i 3,000 caratteri io ci ho provato ma il metodo non faceva per me. Magari ci tornerò in futuro per imparare a scrivere, anche se mi attira di più un software come Skritter