Gabriele in Senegal con la sua famiglia
“Da qualche tempo a questa parte la mia casella email è sempre piena. Costante come una cantilena per bambini la richiesta di informazioni sulla Cina e sull’Africa. A chiedermele persone di differente età e genere ma tutte accomunate dalla provenienza, l’Italia.
Già nel 2009 mi ero accorto che qualcosa stava cambiando, che la migrazione stava prendendo un’altra rotta che non era più da sud verso nord. No, i migranti del nuovo millennio sono europei, figli di una crisi che ha messo in ginocchio un continente già vecchio e stanco e che, come i loro nonni, decidono di fare la valigia e tentar fortuna altrove. Oggi gran parte di questi nuovi migranti si sposta in paesi in via di sviluppo.”
Gabriele Guidi l’ho conosciuto così, tramite un’email che ho letto mentre preparavo ancora una volta la mia valigia, questa volta per lasciare Bangkok alla volta di Hong Kong, da sempre terra di migranti.
La prima cosa che ho notato è stata la prosa curata, oggi sempre più rara tra messaggeria istantanea e email che viaggiano alla velocità di un fascio di elettroni lanciati lungo un filo di rame. [Leggi di più…]