Mesi fa, quando ancora abitavo nella ridente Terra di Mezzo, ho deciso di andare alla ricerca di una pizza degna di questo nome con uno dei miei più cari amici italiani con cui condividevo la mia esperienza laggiù. Dopo aver scartato Pizza Hut e tutte le altre catene di pizzerie fast food, per altro carissime, di cui pullula ogni via di Nanjing, la scelta si era circoscritta a pochissimi locali. Quello in cui siamo incappati, e di cui siamo rimasti piacevolmente soddisfatti, è stato il Bellini Restaurant.
Dato che non posso mai esimermi dal parlare con le persone che incontro, soprattutto se intravedo dietro di loro un passato interessante, ho subito attaccato bottone con Mira, la proprietaria.
Lei mi ha raccontato di essere di origini polacche, di aver fatto per anni l’interprete in Italia, ad Alba, e di essersi poi trasferita in Cina con suo marito, italiano. Ma adesso bando alle mie ciance inutili, lascio la parola a Mira e alla sua storia che si è rivelata, come “temevo”, molto interessante!
Come, quando e perché sei arrivata in Cina?
Sono arrivata a Nanjing nel novembre del 1999 con mio marito, il mio cane italiano e una lancia di quattro mesi. All’epoca Alberto, mio marito, lavorava per la Fiat. Eravamo tre famiglie italiane. Dopo sei mesi è nata Sofia, in un ospedale locale (prima bambina straniera nata a Nanjing) e dopo due anni Gloria, sempre qua. I parti sono andati benissimo, nonostante le condizioni pietose degli ospedali locali.
Perché e come hai deciso di aprire un ristorante?
Ho deciso di aprire un ristorante perché mi è sempre piaciuta quest’idea, e ho sempre sognato di fare la business woman. Le bimbe erano cresciute ormai e anch’io sono cresciuta. Nel frattempo Alberto ha cambiato azienda ed io ho finalmente trovato un posto adatto. Due mesi fa ho aperto il secondo ristorante, che ho chiamato Bellini Downtown. Devo ammettere che anche mio marito mi ha spinto a fare questo passo.
Dopo la lettura di “Storia di un ristorante italiano in Cina” aprire un ristorante in Cina mi sembra quasi impossibile, tu invece ce l’hai fatta. Quali sono le difficoltà da superare e quale il segreto del successo?
Aprire un ristorante italiano in Cina è possibile! Le difficoltà sono enormi, ma il segreto è niente partner cinesi! Devi fare sempre di testa tua e devi essere sempre o quasi sempre presente, non fidarti dei tuoi impiegati e avere un rapporto quasi di amicizia con tutti i tuoi clienti. Come un dottore disponibile 24 ore su 24. Siamo una piccola comunità qua, ci conosciamo tutti, le bimbe frequentano scuola internazionale da sempre.
L’autore del libro che ho citato parla di pratiche burocratiche incomprensibili e infinite, qual è stata la tua esperienza? Hai usato un interprete?
Pratiche burocratiche sì, tante. Ma io ho pagato prima un avvocato cinese per darmi una mano, per il resto piano piano comprendi anche tu. Io parlo cinese male e non scrivo una parola; ma a volte è meglio così, ho usato parecchio l’interprete.
Nel libro si parla di problematiche ripetute e apparentemente senza fine con le ditte di costruzione, regole non chiare e truffe all’ordine del giorno. Qual è la sua esperienza a riguardo?
Ditte di costruzioni e i cosiddetti ingegneri Wang e Zhang. Si chiamano tutti così! Sono incompetenti e lenti, non puoi lasciarli da soli neanche un’ora. Un vero disastro. La qualità del servizio è tremenda, ma truffe no, non direi, almeno nel mio caso. I materiali sono di scarsa qualità, ma le cose non funzionano soprattutto perché fanno di testa loro e non come vuoi fare tu.
Zero gusto, tutto “più o meno” o, come si dice in cinese, chabuduo. È poi ti dicono: “Ma come, non hai detto di fare così?” Se c’è puzza di gas ti dicono di aprire la finestra. Se un lavandino perde di metterci un secchio sotto… Siamo noi che siamo complicati o, come dicono loro, mafan de hen!
Si parla anche di staff inefficiente e impreparato che scompare da un giorno all’altro. Tu cosa ne pensi?
Staff che scompare da un giorno all’altro… Sì, sì, è successo parecchie volte, all’inizio li chiamavo, volevo vederli, chiedergli “perché,” ma non c’era niente da fare. Prendevano lo stipendio e non venivano più. Devo dire che mi è sempre dispiaciuto ma adesso non me ne frega più di tanto. Lo staff e la loro gestione e per me la cosa più difficile, quella che non mi fa dormire la notte. Inefficienti, teste dure, non vogliono seguire le regole, eppure vogliono sempre di più. Io, nel mio primo ristorante, a tutto il personale pago la casa e il mangiar fuori perché è proibito mangiare, specialmente cucinare, la roba cinese nel mio ristorante. Ma comunque sono sicura che lo fanno di nascosto.
I cuochi del suo ristorante sono italiani o cinesi? È stato semplice trovarli?
Tutti i cuochi sono cinesi. È stato abbastanza semplice trovarli, li ho rilevati insieme al locale, sia nel primo che nel secondo, poi hanno fatto un addestramento a Pechino. Poi abbiamo un cuoco italiano (sardo, per l’esattezza) che viene da Pechino a preparare il menu nuovo ogni tanto.
So che hai due figlie in età scolare; cosa significa crescere i propri figli in un paese così diverso?
Ho due figlie di quasi 14 e 12 anni, loro sono felici qua e anch’io sono felice per loro. Non si rendono più di tanto conto che questo paese e così difficile e diverso perché sono nate e cresciute qua, a Nanjing, dunque hanno poco paragone “pratico.”
Certo quando andiamo in vacanza gli piace quello che incontrano, ma dopo un po’ vogliono tornare a casa. Vanno in una fighissima scuola internazionale, parlano tre lingue, cosa vogliono di più? Per noi genitori c’è sempre la paura che non ce la farebbero mai se dovessimo rientrare. Ma forse mi sbaglio.
Pensi di tornare in Italia in futuro? Andare da qualche altra parte? Quali sono i motivi che spingono questa decisione?
Sicuramente dato che il business va bene, non penso di tornare in Italia presto. Vorrei almeno che una delle mie figlie finisse la scuola qui (mancano ancora quattro anni). Tra l’altro, vista la situazione economica italiana non penso sia una buona idea tornare adesso. E poi qui ho molti progetti: vorrei aprire un altro ristorante, magari tra un anno. Poi dipende da tante cose. L’importante è che la famiglia stia insieme. No?
Hai dei consigli per chi vorrebbe seguire la tua strada?
Sì, di farlo anche senza bene sapere come, e senza partner cinese assolutamente neanche fosse il vostro best best best friend!
Tu hai un ristorante italiano, ma immagino che ormai tu conosca bene anche il cibo cinese. Qual è il tuo cibo cinese preferito?
Mi piace l’anatra alla pechinese, moltissimo, e poi vado spesso in inverno con le mie figlie a mangiare hot pot (火锅)
Sapore di Cina si propone di far conoscere la Cina anche a coloro che sono dall’altra parte del mondo. Ci piacerebbe avere anche il tuo punto di vista: qual è la cosa che apprezzi di più della Cina? Quale meno?
Dal punto di vista di una straniera in Cina apprezzo tanto il loro rispetto per noi, la voglia di imparare, di seguire i consigli che gli do; in fondo sono molto gentili con noi stranieri, vorrebbero sempre poterci aiutare.
La cosa che odio, invece, è la loro arroganza, anche per quanto riguarda il loro comportamento a tavola: possono bersi un Barbaresco da 1000 yuan (circa 120 euro) in dieci secondi…
Grazie a Mira per averci dedicato un po’ del suo tempo di business woman e madre di famiglia.
E tu? hai mai avuto un’esperienza simile? Hai mai pensato di lanciarti in un’impresa come questa in Cina?
Photo Credits: Photos by Gloria
Mario Marani dice
Salve
Sono un nutrizionista e farmacista italiano.
Vorrei diventare ambasciatore del cibo italiano in Cina, collaborare con i ristoratori cinesi garantendo la genuinità degli acquisti.
Come fare?
Grazie mille
Mario 3478131970
Paola dice
Sono Paola,
Anche io ho sempre desiderato aprire un ristorante; da ragazza in Italia (perché mai e poi mai immaginavo che la Cina avrebbe fatto parte della nostra vita).
Quando, mio marito Lauro, ha cominciato a lavorare in questo stupendo paese, da subito mi ha solleticato l’idea del nostro food ricercato, sui tavoli di un bel locale cinese.
Anche il Boss della azienda ( ormai famiglia), per cui Lauro e’ consulente internazionale , era addirittura disposto a finanziarmi!
Non mi è mancato il coraggio, ma abbandonare i genitori anziani ha fermato il progetto tanto e da sempre sognato.
Ora c’è un altro progetto, che stiamo provando a lanciare e che, per il momento non posso svelare, ma che non mi porterà a vivere sempre in Cina, purtroppo.
Continuerò ad andare ogni due o tre mesi come negli ultimi anni.
Brava Mira, sei proprio in gamba!!!
Furio dice
: )
alberto dice
[email protected] è la mia email vorrei delle informazioni per aprire un ristorante. Grazie
Furio dice
Ciao,
rispondiamo solo via commenti. Chiedi pure qui!
Giulia dice
Piacerebbe anche a me aprire un ristorante italiano. Potreste mettermi in contatto con un italiano che riuscito nell’impresa?
Vorrei chiarire alcuni dubbi
GRAZIA FACCHETTI dice
quando vuoi sono a tua disposizione, spero di poterti aiutare
Giulia dice
Ti ringrazio Grazia, ti spiace se ci sentiamo in privato?
Ti lascio la mia mail: [email protected]
Filippo dice
Ciao grazia ti andrebbe di fare due chiacchere ? Questa e’ la mia email [email protected]
Scusa il disturbo. Filippo
Morgan dice
Ciao vedo che questo articolo non è per niente recente ma ci sono alcune domande che vorrei farvi visto che la mia intenzione è quella di aprire un locale in Cina. L ho già fatto all’estero ed in alcuni posti ho trovato più o meno difficoltà rispetto all’italia.
alex dice
ciao giulia
GRAZIA FACCHETTI dice
fantastico articolo, mi ci sono ritrovata.
anch’io come Mira ho avuto la brillante idea di aprire un ristorante italiano nella citta’ di Yong Kang (Zhejiang pronvice), tutto e’ partito per scherzo e soprattutto per facilitare il nostro inserimento nella citta’, visto che ci sono per lavoro. Grande avventura, grandi sacrifici ma da 5 anni tutto procede.
grazie a chi ha scritto l’articolo mi ha fatto sentire meno sola e pure incoraggiato a continuare
marta dice
complimenti anche a te che ce la’hai fatta e ce la stai facendo, è sempre bello sentire queste storie! Se passerò da quelle parti non mancherò di venire a mangiare qualche prelibatezza! :)
Franco Caba dice
Buongiorno Grazia,
In questi giorni stav pensando di andare a Zanjiang che e’ abbastanza vicino alla frontiera con Vietnam per vedere la possibilita di aprire una pizzeria italiana.Non parlo cinese e vorrei sapere cosa ne pensi tu dell’ idea. Attualmente abito in Spaña pero vorrei trasferirmi .
Sono Italiano e sono pizzero.Te sarei molto grato se potessi darmi dei consigli utili.
Grazie,
Franco Caba