Sarà mica che la medicina cinese funziona?
L’anno scorso mi sono rotta un polso (il famigerato osso scafoide, per chi mastica un po’ di sport) e nonostante i quarantacinque giorni di gesso più di un anno dopo continuava a farmi male, davvero male.
Quello post-frattura, è un dolore fastidioso, a volte tenue, a volte lancinante; ma continuo, senza fine. Così ho deciso che dovevo mettere fine a questa situazione, o almeno provarci. Smettere di fare ginnastica artistica non era servito a niente, anzi forse la situazione era peggiorata. Quindi ho deciso di tentare un’altra strada.
Ho esposto il problema alla mia mamma ospitante e lei mi ha consigliato di affidarmi alla medicina cinese. Così ho scritto una email a mia madre in Italia e dopo una veloce consultazione con il mio ortopedico tutti erano d’accordo su una cosa: tentar non nuoce.
Così un sabato pomeriggio mi sono avventurata in una clinica in centro a Nanchino che pratica solo medicina tradizionale cinese e ho deciso di tentare con l’agopuntura.
Esperimenti di vita quotidiana
Se non altro, andarci è servito per rimanere ancora una volta ammaliata da ciò che la Cina può offrire. Entrando in questa clinica, arredata secondo il gusto tradizionale cinese, si viene investiti da un fortissimo odore di erbe medicinali.
Di fronte all’entrata c’è un enorme bancone, dietro al quale un gruppo di infermieri, in camice bianco e mascherina, si muovono velocemente per recuperare gli ingredienti e preparare le medicazioni prescritte dai dottori.
Si aggirano con in mano delle bilance meccaniche che usano per pesare quello che tirano fuori dai tantissimi cassetti che ricoprono la parete alle loro spalle. A volte erbe, radici o sementi, a volte polveri o altri composti semilavorati; tutto ciò che salta fuori da quei cassetti viene accuratamente stipato in delle buste trasparenti e prende la via del retrobottega.
Qualcuna delle buste viene semplicemente sigillata e restituita così com’è al cliente; altre invece hanno bisogno di qualche lavorazione, per cui la pentola e i fornelli di casa non sono sufficienti, e così viene portata in un’altra stanza. Un laboratorio, dotato di una grande vetrina, in cui gli ingredienti vengono trattati e trasformati nella medicina che poi il paziente dovrà assumere.
Ho provato ad approcciare uno dei tecnici del laboratorio. Lui mi ha permesso di fare qualche fotografia ma quando gli ho chiesto cosa facessero lì dentro nello specifico non mi ha detto altro che “prepariamo le medicine”; avevo sperato in una risposta un po’ più esaustiva, ma mi consolo dicendomi che probabilmente il mio livello di cinese non è ancora sufficiente per capire cose di questo calibro.
L’ospedale
Se una volta entrati si volge il proprio sguardo verso destra, invece, ci si imbatte nel vero e proprio ospedale. Al centro il banco a cui si pagano i trattamenti e tante sedie, sui lati tante porte che accedono alle sale dove avvengono visite e terapie.
La sala d’aspetto è il posto che conosco meglio, in questi mesi ci ho passato la maggioranza dei miei sabati pomeriggio e posso dire che è stato meno peggio del previsto. Ho fatto amicizia con un sacco di persone, trovato una madre disposta a pagarmi per dare ripetizioni d’inglese al figlio, osservato volti interessanti e origliato litigate in cinese degne dei migliori esercizi di ascolto.
Quando proprio mi annoiavo potevo sfruttare gli ammazzatempo messi a disposizione dall’ospedale. Ogni parete è usata come spazio espositivo, ci sono quadri libri e erbe medicinali. E, finito di guardarsi intorno, si può recuperare uno dei giornali o degli ipad liberamente utilizzabili o sfruttare la – stranamente veloce – connessione wi-fi.
La mia prima attesa, nonostante sia durata diverse ore, è letteralmente volata via. Non sapevo cosa sarebbe successo e avevo seriamente paura di non riuscire a spiegarmi in cinese. Quando è arrivato il mio turno, invece, tutto si è rivelato molto più facile di quello che la mia mente distorta mi aveva fatto credere.
La diagnosi
Una volta seduta alla scrivania e spiegato fra le risate imbarazzate dovute al mio scarso vocabolario medico cinese il mio problema, una folla di curiosi si è raggruppata intorno a noi e tutti hanno rivolto il loro sguardo alle radiografie del mio braccio sullo schermo del computer.
Sebbene sia una persona per niente riservata in quel momento mi sono sentita un po’ spogliata, un per qualche attimo mi è sembrato di necessitare di un po’ di privacy in più, insomma. Il medico, dopo avermi fatto saltare più di una volta tastandomi il polso, ha infine emesso la sua sentenza “evidentemente, nonostante l’osso si sia saldato, l’infiammazione persiste da allora”.
Un sacco di teste intorno a noi hanno annuito, come a dire concordo con la diagnosi, e a quel punto il dottore si è accinto a prescrivere la cura. A quel punto è successo il pandemonio, ognuno voleva dire la sua, non erano più d’accordo con lui, e così sono iniziate lunghe discussioni.
Quando ho realizzato che il medico aveva smesso di scrivere e ascoltava attentamente i consigli della gente mi sono spaventata: non è che va a finire che la mia cura la prescrive una casalinga che non ha altro di meglio a cui pensare!?
Per fortuna, alla fine il medico ha sorriso e ha scritto quello che mi aveva detto in precedenza, così ho preso il foglietto, sono andata a pagare (costa 55 RMB a trattamento, circa 7 euro, in Italia so che si può arrivare ai 40/50 Euro a trattamento) e mi sono preparata psicologicamente per tornare il sabato successivo.
La tortura elettrificata
E così ho iniziato il mio trattamento: agopuntura con aghi elettrificati.
La prima volta il medico mi ha infilato una decina di aghi nel polso e mi ha messo la mano sotto una lampada incandescente e sono rimasta lì a cuocere per una mezzoretta. La volta dopo, invece, dato che avevano visto che non avevo avuto nessuna reazione imprevista agli aghi, hanno finalmente collegato gli aghi alla corrente elettrica e così il mio braccio ha iniziato a saltellare in modo autonomo sul lettino.
È stata una mezzora interessante, e molto simile a tutte quelle che sono venute in seguito, e quando ho mandato una email ai miei genitori per raccontargli la mia esperienza mio padre mi ha definito la rana di Galvani, non sbagliandosi di troppo, devo ammettere.
Prima di questo, sono sempre stata una persona molto, molto sensibile alla vista di sangue o aghi, sono arrivata vicina allo svenimento parecchie volte nella mia vita, anche solo per racconti, e sinceramente non pensavo che avrei potuto sopportare questo.
Poi lo sfinimento per il dolore ha avuto la meglio su di me e quindi l’ho fatto; ho anche dimostrato a me stessa che basta convincersi di una cosa e poi la si può fare senza problemi, cosa che penso sia uno dei risultati più significativi di questa terapia.
I risultati
Ad oggi i risultati non sono ai livelli sperati, tutte le volte che esco dalla clinica mi sembra che il mio polso sia come nuovo, nessun dolore qualsiasi movimento faccia, però dopo una ventina d’ore tutto torna come prima e mi maledico per averci creduto un’altra volta.
Ho da rimproverarmi il non fare questa terapia con regolarità, cosa che da quando ho iniziato mi hanno detto che è la chiave di svolta per questo tipo di trattamenti. Forse qualche risultato più a lungo termine, adesso, inizio ad intravederlo. Però è talmente flebile che magari è solo una mia illusione.
Cos’è l’agopuntura?
In questi mesi ho deciso che informarmi un po’ per capire quello che stavo facendo e ho pensato di condividerlo con voi.
L’agopuntura (针灸, zhēnjiǔ) è una terapia tradizionale di cui si hanno documentazioni fin dal III secolo a.C. Consiste nell’infilare aghi più o meno lunghi in varie parti del corpo per stimolarne dei punti particolari. Attraverso l’inserimento degli aghi si va a riequilibrare il flusso del qi che passa attraverso i meridiani, per curare patologie e soprattutto alleviare il dolore.
L’agopuntura viene usata anche come anestesia. Un esempio, per quelli meno impressionabili di me, potrebbe essere trovato nel documentario sulla Cina di Antonioni: viene praticata l’agopuntura come anestesia per un parto cesareo.
L’effettivo funzionamento di questa pratica è ancora da dimostrare, oggi è messa sotto la lente d’ingrandimento da parecchi scienziati occidentali e forse si arriverà ad una spiegazione condivisa. Quello che adesso è certo è che i punti stimolati corrispondono effettivamente a punti energicamente attivi (ecco da dove deriva il mio braccio auto-saltellante!).
p.s. Ho scritto questo articolo in sala d’attesa aspettando per il mio nono trattamento di agopuntura, anche se i risultati non sono stati ai livelli sperati, io fino a quando sarò qui continuerò. Sperando nel miracolo!
Hai mai provato la medicina tradizionale cinese? Raccontaci la tua esperienza lasciando un commento qui in basso!
Photo Credits: Photos by Sapore di Cina
Valeria dice
Cara Marta
dove posso fare un trattamento di agopuntura cinese a Milano. Hai qualche posto da consigliare?
saluti
Valeria
daniela dice
Cara Marta, cari tutti.
Come qualsiasi terapia l’agopuntura necessita di mani esperte. Il fatto di praticarla in Cina non significa di per se che sia efficacia o che tu sia capitata con i migliori agopunturisti. L’ospedale di Nanchino è famoso ed accreditato, ma come ovunque non è che ogni singolo medico sia perfetto. Inoltre mi chiedo se tu sia stata ingessata o comunque immobilizzata visto che avevi una frattura. Se cerchi sulle riviste scientifiche esistono migliaia di lavori sulla validità dell’agopuntura nelle sue varie tecniche e declinazioni. Nel tuo caso forse era necessario ingessare e praticarla dopo, per dolori e riabilitazione dell’articolazione?
Poi c’è un’altra questione importante, purtroppo: attualmente gli ospedali cinesi si mantengono con le prescrizioni di farmaci e trattamenti….Non vorrei che nel tuo caso sia stata un pò forzata la prescrizione del trattamento per non perdere la terapia ? Difficile che qualcuno ti rimandi a casa o ti chieda di ritornare “poi” in un ospedale cinese !
Stefano dice
ho fatto 4 volte agopuntura in un ulitissimo piccolo ambulatorio la prima volta nel 2008 avevo un mal di schiena da non potermi muovere di 2 centimetri nel letto, sono arrivato dal medico con un bastone appoggiandomi a 2 persone..
mi ha messo 5-6 aghi nella schiena, dolore zero 6-8 minuti mi ha detto di toccarmi i piedi con ledita ho pensato questo e scemo invece ce l ho fatta benissimo e sono uscito saltando come un grillo, costo circa 100 reminbi..
e non è suggestione perche sono andato a mente aperta pensado come marta tentare nn nuoce altre 2 volte lo stesso medico mi ha risolto sempre mal di schiena, l ultima volta ci sono volute 2 sedute.. mi dice mia moglie che la gente si mette in fila dalle 6.30 di mattina per questo dottore, lui arriva verso le 8.10
mia moglie ha una gamba piu corta dell altra di circa 3-4 cm per una malattia da bambina e talvolta le si infiamma il ginocchio prende delle medicine e le passa..3 anni fa le si e infiammato il ginocchio a stava allattando nostro figlio e il medico le ha detto o allatti o prendi le medicine ..
però le ha consgliato una dottoressa che le ha curato il ginocchio con punture di api, 2 per ogni seduta, proprio fisicamente prendendo le api con una pinzetta e il ginocchio in poche ora le e migliorato moltissimo e nn da un guaritore o altro ma in un pulitissimo ospedale da una gentile sorridente dottoressa di mezza eta regolarmente laureata..
queste sono cose che ho visto io personalmente e che ho visto funzionare (certamente nn per autosuggestione )
stefano
marta dice
Grazie per la tua testimonianza, vorrei funzionasse così bene anche su di me.. ; )
MICHEE dice
CIAO STFANO,
DIMMI PER FAVORE DOVE HAI FATTO QUEL TRATTAMENTO DI AGOPUNYURA IN CINA.
GRAZIE
Philip dice
Ciao Stefano, mi sai dire il nome del dottore e l’indirizzo dell’ambulatorio in Cina?
Grazie
laura dice
Cara Marta
molto interessante e brava nel rendere tutto chiaro e vivace. io nel 1982 durante un corso estivo di cinese
andai ad un ospedale di Pechino per tentare l’agopuntura: io ho avuto la polio da piccina e ovviamente avevo una gamba molto molto più debole dell’altra. Volevo provarci per vedere se stimolando i vari punti potevo ricavarne vantaggio. Beh! dopo un’ora di trattative di spiegazioni ecc. ecc. un medico mi disse che assolutamente non mi avrebbe messo nessun ago perchè la mia situazione non era prevista. Ovviamente ci rimasi male ma accettai il verdetto, forse mi aiutò in questo la tremenda paura che avevo e che ho degli aghi.
Quindi la curiosità mi è rimasta: perchè a me no!
Ci ho provato con l’agopuntura quattro anni fa a Milano per un dolore alla spalla, purtroppo con scarsissimi risultati. Vuoi dire che il mio corpo non è agopunturabile! Buona permanenza e auguri per tutto
laura
Marta dice
Con l’agopuntura è un terno al lotto, leggendo il commento di Stefano qui sotto io mi sto seriamente chiedendo cosa abbia fatto di male io perchè a lui siano bastate una o due sedute e io invece sia qui a lottare per i minimi risultati. Non sono un medico, non lo so spiegare ne a me ne a te. Rimango dell’idea che tentar non nuoce.
Grazie degli auguri, fanno sempre piacere ; )
Stephan Guillard dice
Ciao Marta! Bel’articolo! Io studio a beijing cinese e seguo questo blog da un pocottino . come ti inviddio! Io sto anche vivendo in cina ma la mia esperienza sicuramente non e interessante come la tua infatti io vivo con stranieri nella universita mentre tu tuti i giorni puoi conoscere la VERA vita cinese!
Sei una ragazza molto in gambe, ho gia letto i tuoi articoli vecchi e penso che tu scrivi molto bene.
Penso che l’agopuntura non siano considerata troppo in occidente anche se, meno male, piano piano molti di noi stanno venendo qui a studiare e portare questo modo diverso di curare in Europa.
Complimente da Stephan G.
(scusate per gli errori, anche se mia nonna era italiana non mi ha imparato molto bene!)
Marta dice
Ciao Stephan,
Grazie per i complimenti e sappi che non hai bisogno di scusarti per i tuoi errori, anzi, esporsi quando non si è sicuri di se stessi è sempre ammirevole.
Secondo me l’agopuntura arriverà in europa come la medicina occidentale è arrivata qui, la globalizzazione funziona a doppio senso e adesso che la Cina è un paese sempre più forte si sentirà molto di più.
Se vuoi una vita più interessante esci dal campus, o dalla zona degli stranieri del campus, e prova a legare con qualche cinese, ti assicuro che è più facile di quanto tu creda!! ; )